@Legittimo impedimento, la sentenza che definirà gli equilibri - TopicsExpress



          

@Legittimo impedimento, la sentenza che definirà gli equilibri del governo L’aspettativa del Cavaliere è che, in cambio di una «buona condotta» sul piano politico, possano venirgli riconosciute le ragioni che pensa di avere sul piano giudiziario La sentenza di domani della Corte costituzionale sarà politicamente importante in quanto (perlomeno sulla carta) potrà modificare i calcoli di convenienza su cui si reggono le larghe intese. Tra i motivi per cui Berlusconi se ne è fatto propugnatore, c’è senza dubbio la sua speranza di trarne dei benefici nella sua veste di imputato. L’aspettativa del Cavaliere è che, in cambio di una «buona condotta» sul piano politico, possano venirgli riconosciute le ragioni che pensa di avere sul piano giudiziario. Ritenendosi un perseguitato, vuole verificare se un comportamento all’altezza delle responsabilità può meritargli, da parte delle varie magistrature, una valutazione più serena dei suoi diritti. Sotto questo aspetto, il verdetto della Consulta sul «legittimo impedimento» si colloca in posizione strategica. Sarà cronologicamente la prima di quattro sentenze destinate a susseguirsi nell’arco di sei mesi. La seconda è annunciata per lunedì prossimo al processo Ruby. La terza verrà pronunciata nel tardi autunno dalla Cassazione sui diritti Mediaset (è in gioco la condanna a 5 anni di carcere più interdizione dai pubblici uffici). E l’ultima della serie, protagonista sempre la Suprema Corte, avrà in palio i 560 milioni di risarcimento all’ingegner De Benedetti per il Lodo Mondadori. Non occorre essere scienziati della politica o del diritto per rendersi conto che la decisione di domani potrebbe condizionare le tre successive. Perché un conto sarebbe se Silvio si presentasse in Tribunale a Milano, e soprattutto in Cassazione, con la medaglia appuntata al petto di «pater patriae»; o comunque con la chance di ottenere ragione dalla Consulta in ultimissima istanza. Altra cosa sarebbe se la Corte costituzionale domani gli desse torto, affibbiandogli per giunta l’etichetta dell’imputato sleale, che il 1° marzo 2010 convocò un Consiglio dei ministri al solo fine di non presentarsi in udienza davanti ai giudici milanesi (il «legittimo impedimento» di cui si discute). In questo secondo caso, la vicenda processuale del Cavaliere imboccherebbe un piano inclinato inarrestabile, con il colpo di grazia del mezzo miliardo e passa da risarcire al suo peggior nemico… Una volta che fosse disintegrato sul piano giudiziario (e pure su quello finanziario), a Berlusconi resterebbe molto meno da dire pure su quello politico. La stagione di tregua sancita dalle larghe intese si risolverebbe dunque interamente a vantaggio del Pd, che avrebbe il tempo di darsi un nuovo leader laddove quello avversario verrebbe rottamato. Per cui non deve stupire l’apprensione con cui viene atteso, specie nell’ex Palazzo dei Papi che sta proprio di fronte alla Consulta, il pronunciamento di domani. In base alla piega che prenderanno le cose, Silvio valuterà le mosse future con il tasso di imprevedibilità che da sempre lo contraddistingue. Un autorevole ministro Pdl confida preoccupatissimo: «Potrà davvero accadere di tutto». Fonte: La Stampa
Posted on: Tue, 18 Jun 2013 23:53:42 +0000

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