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Licio Gelli Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Licio Gelli ai tempi dellesplosione del caso P2 Licio Gelli (Pistoia, 21 aprile 1919) è un faccendiere, giornalista e finanziere italiano, principalmente noto come maestro venerabile della loggia massonica segreta P2[1][2]. Fu condannato per depistaggio delle indagini della strage di Bologna del 1980. Dopo essere stato detenuto in Svizzera e Francia, vive attualmente ad Arezzo, a Villa Wanda, sequestrata il 10 ottobre 2013 dalla Guardia di Finanza, per frode fiscale.[3] Operazione Condor Paesi coinvolti Argentina · Bolivia · Brasile · Cile · Paraguay · Perù · Uruguay Eventi Guerra sporca · Processo di riorganizzazione nazionale · Operazione Colombo · Operazione Charly Organizzazione Gladio · Notte delle matite · Operazione Indipendenza · Massacro di Ezeiza · Massacro di Margarita Belén · Voli della morte · Desaparecidos · Golpe cileno del 1973 Capi di Governo Alfredo Stroessner · Augusto Pinochet · Hugo Banzer · João Baptista de Oliveira Figueiredo · Jorge Rafael Videla · Roberto Eduardo Viola · Leopoldo Galtieri · Reynaldo Bignone Movimenti Montoneros · Ejército Revolucionario del Pueblo · Tupamaros · Avanguardia Popolare Socialista · MIR Persone responsabili Henry Kissinger · Richard Nixon · Manuel Contreras · Stefano Delle Chiaie · Licio Gelli · Michael Townley · Luis Posada Carriles · Virgilio Paz Romero · Orlando Bosch · Hugo Campos Hermida · José López Rega · Klaus Barbie · Paul Schäfer · Alfredo Astiz · Miguel Etchecolatz · Jorge Eduardo Acosta · Albano Harguindeguy Organizzazioni responsabili DINA · CNI · Carovana della Morte · Batallón de Inteligencia 601 · Departamento de Ordem Política e Social · SNI · SOA · SISMI · Patria y Libertad · P2 · Alianza Anticomunista Argentina · CIA Luoghi Esmeralda · Estadio Nacional de Chile · Villa Grimaldi · Villa Baviera · ESMA · Centri di detenzione clandestina Leggi Legge del punto finale · Legge dellobbedienza dovuta Archivi e relazioni Archivos del Terror · Rapporto Rettig · Progetto FUBELT Reazioni CONADEP · Nunca más · Processo alla Giunta Militare Argentina · Madri di Plaza de Mayo · Nonne di Plaza de Mayo Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Il periodo fascista e la resistenza 1.2 Dopo la seconda guerra mondiale 1.3 La lista P2 1.4 Coinvolgimenti con Gladio 1.5 Scandalo del Banco Ambrosiano 1.6 Condanne 1.7 Larchivio di Gelli 1.8 Dittatura argentina 1.9 Vecchiaia 2 Critiche 3 Filmografia 4 Titoli e onorificenze 4.1 Onorificenze 4.2 Titoli 5 Note 6 Voci correlate 7 Altri progetti 8 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica sorgente] Il periodo fascista e la resistenza[modifica | modifica sorgente] Figlio di Ettore Gelli, un facoltoso proprietario terriero originario di Montale (PT), e di Maria Gori, Gelli nacque a Pistoia nel 1919. A diciotto anni Gelli partì volontario con il Corpo Truppe Volontarie appositamente costituito per partecipare alla Guerra civile spagnola in aiuto delle truppe nazionaliste del generale Francisco Franco. Proprio in Spagna perse in battaglia il fratello maggiore Raffaello. Nel 1939 tornò in Italia e collaborò con la federazione fascista di Pistoia, scrivendo nel settimanale locale della federazione, il Ferruccio, la sua esperienza di guerra. Diventò anche impiegato del GUF, pur avendo solo la licenza elementare. Comunque veniva molto stimato e preso in considerazione per la sua estrema serietà e precisione nello svolgere le mansioni a lui affidate[senza fonte]: schedava persino le marche delle sigarette fumate dagli studenti universitari. Nel gennaio 1940 pubblicò il suo primo libro: Fuoco! Cronache legionarie della insurrezione antibolscevica di Spagna. Tessera di Gelli appartenente ad una delle organizzazioni del PNF (1941) Nel luglio 1942 come ispettore del Partito Nazionale Fascista, gli venne affidato il compito di trasportare in Italia il tesoro di re Pietro II di Jugoslavia: 60 tonnellate di lingotti doro, 2 di monete antiche, 6 milioni di dollari, 2 milioni di sterline che il SIM (Servizio Informazioni Militare) aveva requisito. Nel 1947 il tesoro venne restituito ma allappello mancavano 20 tonnellate di lingotti da Gelli trasferiti in Argentina. È stato ipotizzato che parte di queste 20 tonnellate sarebbero tra i preziosi ritrovati nelle fioriere di villa Wanda, ma Gelli ha sempre smentito questa accusa.[4] Dopo l8 settembre 1943 aderì alla Repubblica di Salò e conseguentemente divenne un ufficiale di collegamento fra il governo fascista e il Terzo Reich. Quando tuttavia la vittoria della guerra cominciò a rivelarsi impossibile per i nazi-fascisti, Gelli aderì al movimento partigiano. I contatti e le conoscenze abilmente acquisite mentre militava tra i fascisti gli consentirono di effettuare con efficacia il doppio gioco: cominciò quindi a trafugare e distribuire di nascosto ai partigiani i lasciapassare rossi della Kommandatura, e fornire ai suoi superiori informazioni fuorvianti per i rastrellamenti che erano in corso sugli Appennini. Insieme al partigiano pistoiese Silvano Fedi, che in seguito venne ucciso in circostanze poco chiare, partecipò alla liberazione di prigionieri politici dal carcere delle Ville Sbertoli, organizzata dal Fedi e dalla sua brigata, della quale facevano parte Enzo Capecchi e Artese Benesperi che furono gli artefici dellazione[5]. Il 16 dicembre 1944 sposò Wanda Vannacci (nata a Pistoia 31 gennaio 1926 e morta il 14 giugno 1993) dalla quale ebbe quattro figli, Raffaello (nato a Pistoia il 28 giugno 1947), Maria Rosa (nata a Pistoia il 22 dicembre 1952), Maria Grazia (nata a Pistoia il 9 settembre 1956 e deceduta a Firenze il 21 giugno 1988) e Maurizio (nato a Pistoia il 25 ottobre 1959)[6]. Dopo la seconda guerra mondiale[modifica | modifica sorgente] Dopo la seconda guerra mondiale, si ipotizza che Gelli si sia arruolato nella CIA, su raccomandazione dei servizi segreti italiani (ma tale ipotesi non è stata verificata). In ogni caso, fu messo in stretta relazione da Edward Herman con Michael Ledeen, che è da molti ritenuto uno stretto collaboratore o un agente della CIA[7]. Fu un collaboratore delle agenzie di intelligence britanniche e americane. Il libretto di pensione di Gelli, rilasciato nel 1949 Licio Gelli (al centro) con Giulio Andreotti (a destra) allinaugurazione dello stabilimento Permaflex di Frosinone Nel 1956 Gelli diventa direttore della Permaflex di Frosinone, in area di Cassa per il Mezzogiorno. Durante la sua direzione lo stabilimento diviene un via vai di politici ministri, vescovi e generali.[8] Dal 1948 al 1958, Gelli fu portaborse del deputato democristiano Romolo Diecidue, eletto nel collegio di Firenze-Pistoia. In seguito si dedicò alla scalata allinterno della Massoneria, fino a diventare Maestro Venerabile della loggia Propaganda 2 (detta P2) nella quale riuscì a concentrare un consistente numero di soggetti titolari di cariche politiche ed amministrative, per questo motivo posti in sonno ed i cui nomi sarebbero stati noti soltanto (allorecchio) del Gran Maestro. Benché per molti si trattasse soltanto di unulteriore e ben frequentata sede di affarismo politico, nel corso degli anni settanta essa si sarebbe qualificata per aver concentrato i protagonisti di un disegno eversivo, di cui fu traccia il piano di rinascita democratica redatto da Francesco Cosentino su istruzioni dello stesso Gelli. Questi nel 1970 avrebbe dovuto arrestare il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nellambito del fallito Golpe Borghese; Gelli ha sempre smentito questa ipotesi. Gelli è stato accusato di aver avuto un ruolo preminente nellOperazione Gladio, una struttura clandestina di tipo stay-behind, promossa dalla NATO e finanziata in parte dalla CIA allo scopo di contrastare linfluenza comunista in Italia, così come negli altri paesi europei. Laffaire Gladio è stato affrontato (anche giudizialmente) senza collegamenti diretti alla questione P2. Gelli ripetutamente dichiarò in pubblico di essere stato uno stretto amico del leader argentino Juan Domingo Perón – e spesso ha affermato che tale amicizia è stata veramente importante per lItalia, senza però aver mai spiegato perché – e proprio molti esponenti della camarilla di potere dellultimo peronismo, così come del golpismo uruguayano degli anni settanta, risultarono iscritti alla sua loggia massonica. Gelli fu creato conte sul cognome dallex re Umberto II dItalia, con Regie Lettere Patenti di concessione del 10 luglio 1980[9]. Gli venne concesso altresì il seguente stemma: trinciato, alla catena doro sulla partizione; di rosso allelmo piumato doro; dazzurro alla croce latina doro, accompagnato da tre stelle dargento a quattro raggi, male ordinate con il motto Virtute progredior[10]. La lista P2[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi P2. « Con la P2 avevamo lItalia in mano. Con noi cera lEsercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia. » (Licio Gelli[11]) Il 17 marzo 1981, i giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nellambito di uninchiesta sul finto rapimento del finanziere Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli a Castiglion Fibocchi (AR) e la fabbrica di sua proprietà (la Giole, sempre a Castiglion Fibocchi), che portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2[12]. La lista, la cui esistenza era presto divenuta celebre grazie ai media, includeva anche lintero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani, parlamentari, industriali, giornalisti e personaggi facoltosi come il più volte Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (a quel tempo non ancora in politica), Vittorio Emanuele di Savoia, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Costanzo. Vi sono molti elementi, a partire dalla numerazione, che lasciano tuttavia ritenere che la lista rinvenuta fosse incompleta. In fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera, dove fu arrestato mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi nel 1987. Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi drammatico, dato che molte delle più delicate cariche della Repubblica Italiana erano occupate da affiliati allorganizzazione di Gelli. La corte centrale del Grande Oriente dItalia, con una sentenza del 31 ottobre 1981, decretò lespulsione del Gelli dallOrdine massonico. Il Parlamento italiano approvò in tempi rapidi una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia e contemporaneamente (dicembre 1981), venne creata una commissione parlamentare dinchiesta, presieduta dalla deputata Tina Anselmi (della Democrazia Cristiana), che riferirà al parlamento dopo 2 anni e mezzo di lavori. Nelle conclusioni della relazione di maggioranza di questa commissione sulla P2 e su Gelli si legge: « Lesame degli avvenimenti ed i collegamenti che tra essi è possibile instaurare sulla scorta delle conoscenze in nostro possesso portano infatti a due conclusioni che la Commissione ritiene di poter sottoporre allesame del Parlamento. La prima è in ordine allampiezza ed alla gravità del fenomeno che coinvolge, ad ogni livello di responsabilità, gli aspetti più qualificati della vita nazionale. Abbiamo infatti riscontrato che la Loggia P2 entra come elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante. [...] La seconda conclusione alla quale siamo pervenuti è che in questa vasta e complessa operazione può essere riconosciuto un disegno generale di innegabile valore politico; un disegno cioè che non solo ha in se stesso intrinsecamente valore politico - ed altrimenti non potrebbe essere, per il livello al quale si pone - ma risponde, nella sua genesi come nelle sue finalità ultime, a criteri obiettivamente politici. Le due conclusioni alle quali siamo pervenuti ci pongono pertanto di fronte ad un ultimo concludente interrogativo: è ragionevole chiedersi se non esista sproporzione tra loperazione complessiva ed il personaggio che di essa appare interprete principale. È questa una sorta di quadratura del cerchio tra luomo in sé considerato ed il frutto della sua attività, che ci mostra come la vera sproporzione stia non nel comparare il fenomeno della Loggia P2 a Licio Gelli, storicamente considerato, ma nel riportarlo ad un solo individuo, nellinterpretare il disegno che ad esso è sotteso, e la sua completa e dettagliata attuazione, ad una sola mente. Abbiamo visto come Licio Gelli si sia valso di una tecnica di approccio strumentale rispetto a tutto ciò che ha avvicinato nel corso della sua carriera. Strumentale è il suo rapporto con la massoneria, strumentale è il suo rapporto con gli ambienti militari, strumentale il suo rapporto con gli ambienti eversivi, strumentale insomma è il contatto che egli stabilisce con uomini ed istituzioni con i quali entra in contatto, perché strumentale al massimo è la filosofia di fondo che si cela al fondo della concezione politica del controllo, che tutto usa ed a nessuno risponde se non a se stesso, contrapposto al governo che esercita il potere, ma è al contempo al servizio di chi vi è sottoposto. Ma allora, se tutto ciò deve avere un rinvenibile significato, questaltro non può essere che quello di riconoscere che chi tutto strumentalizza, in realtà è egli stesso strumento. Questa infatti è nella logica della sua concezione teorica e della sua pratica costruzione la Loggia Propaganda 2: uno strumento neutro di intervento per operazioni di controllo e di condizionamento. » L8 maggio 2010 Licio Gelli diede mandato al direttore del periodico Il Piave, Alessandro Biz, di contattare la Anselmi per organizzare un incontro al fine di discutere in modo civile della loggia massonica P2 dopo quasi trentanni, ma lincontro non si rese possibile per le condizioni di salute dellex parlamentare dello Scudo Crociato[13]. Coinvolgimenti con Gladio[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Organizzazione Gladio. Con Stefano Delle Chiaie e Francesco Pazienza, è stato coinvolto nel processo per la Strage di Bologna, avvenuta il 2 agosto 1980, nella quale furono uccise 85 persone e 200 rimasero ferite. Questo attentato terroristico era parte della strategia della tensione. Con la sentenza definitiva di Cassazione sulla strage di Bologna, il 23 novembre 1995, Gelli viene condannato per depistaggio. In ogni caso, Licio Gelli fu condannato nel 1994 a 12 anni di carcere, dopo essere stato riconosciuto colpevole della frode riguardante la bancarotta del Banco Ambrosiano nel 1982 (vi era stato trovato un buco di 1,3 miliardi di dollari) che era collegato alla banca del Vaticano, lIstituto per le Opere di Religione (IOR). Affrontò inoltre una sentenza di tre anni relativa alla loggia P2. Scomparve mentre era in libertà sulla parola, per essere infine arrestato sulla Riviera francese a Villefranche sur Mer. La polizia rinvenne nella sua villa oltre 2 milioni di dollari in lingotti doro[14][15]. È indiscutibile che la loggia P2 abbia avuto un certo potere in Italia, dato il peso pubblico dei suoi affiliati, e molti osservatori ritengono che ancora oggi esso sia forte. Numerosi personaggi ancora oggi famosi in Italia erano iscritti alla P2: tra questi, Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Vittorio Emanuele di Savoia, leditore Angelo Rizzoli, il segretario del PSDI Pietro Longo ed altri esponenti della politica, della magistratura e della finanza. Il 28 settembre 2003 il sito Repubblica.it pubblica unintervista a Licio Gelli durante la quale egli afferma che «Forse sì, dovrei avere i diritti dautore. La giustizia, la tv, lordine pubblico. Ho scritto tutto trentanni fa. Tutto nel piano di Rinascita, che preveggenza, è finita proprio come dicevo io»[16]. Scandalo del Banco Ambrosiano[modifica | modifica sorgente] Uno degli affiliati della P2 era il finanziere Michele Sindona, il quale nel 1972 aveva acquistato il controllo della Franklin National Bank di Long Island. Nel 1977, in seguito alla bancarotta delle sue banche, Sindona si rivolse a Gelli per elaborare piani di salvataggio della Banca Privata Italiana, la principale del gruppo Sindona; Gelli stesso interessò Giulio Andreotti, il quale gli riferì che la cosa andava positivamente ed incaricò informalmente il senatore Gaetano Stammati (anchegli affiliato alla loggia P2) e Franco Evangelisti di studiare il progetto di salvataggio della Banca Privata Italiana, il quale venne però rifiutato da Mario Sarcinelli, vice direttore generale della Banca dItalia[17]. Nel 1979 Sindona attuò un tentativo estremo di salvataggio e si nascose in Sicilia, aiutato da esponenti massoni e mafiosi, simulando un rapimento: durante questo periodo mandò almeno due volte ad Arezzo il suo medico di fiducia Joseph Miceli Crimi (anchegli affiliato alla P2) per convincere Gelli a continuare a fare pressioni ai suoi precedenti alleati politici, tra cui Giulio Andreotti, per portare a buon fine il salvataggio delle sue banche e recuperare il denaro sporco investito per conto dei boss mafiosi; in cambio Sindona avrebbe offerto a Gelli la cosiddetta lista dei cinquecento, lelenco di notabili che avevano esportato capitali illegalmente. Tuttavia tutti i tentativi di salvataggio fallirono[18][19]. Nel 1986 Sindona fu avvelenato nella sua cella mentre scontava una sentenza a vita[20][21]. Qualche anno dopo molti sospetti si sono concentrati su Gelli in relazione al fallimento finanziario del Banco Ambrosiano e al suo eventuale coinvolgimento nellomicidio del banchiere milanese Roberto Calvi (affiliato pure alla P2), che era stato in carcere proprio per il crack dellAmbrosiano e, dopo essere tornato in libertà, venne ritrovato impiccato sotto il Blackfriars Bridge a Londra: infatti Gelli e Calvi avevano investito denaro sporco nello IOR e nel Banco Ambrosiano per conto del boss mafioso Giuseppe Calò, che curava gli interessi finanziari del clan dei Corleonesi[22][23]. A proposito, il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia ha dichiarato: « Calvi si era impadronito di una grossa somma di danaro che apparteneva a Licio Gelli e a Pippo Calò. Prima di fare fuori Calvi, Calò e Gelli erano riusciti a recuperare decine di miliardi e, quel che più conta, Calò si era tolto una preoccupazione perché Calvi si era dimostrato inaffidabile[24] » Il 19 luglio 2005, Gelli è stato formalmente indiziato dai magistrati romani per la morte di Calvi. Gelli, nel suo discorso di fronte ai giudici, incolpò personaggi connessi con i finanziamenti di Roberto Calvi al movimento polacco Solidarnosc, presumibilmente per conto del Vaticano. Condanne[modifica | modifica sorgente] Licio Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati: Procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato; Calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola; Calunnia aggravata dalla finalità di terrorismo per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione di Bologna, vicenda per cui è stato condannato a 10 anni; Bancarotta fraudolenta (Banco Ambrosiano). Nel 1993 venne indagato per offesa allonore dellallora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per un articolo pubblicato sul mensile trevigiano Il Piave[25]. Larchivio di Gelli[modifica | modifica sorgente] L11 febbraio 2006 Licio Gelli ha donato al Comune di Pistoia il proprio archivio non segreto, nellambito di una discussa cerimonia ufficiale, svolta sotto il patrocinio dello stesso Comune, ma alla quale gli amministratori comunali pistoiesi hanno preferito non prendere parte. [26][27][28][29] Restano tuttora segreti, e nella sola disponibilità del Venerabile, i numerosi archivi distribuiti tra Montevideo, la Svizzera, villa Wanda, Castiglion Fibocchi, lArgentina e Montecarlo. Della cosiddetta rubrica dei 500 (426 fascicoli da Gelli intestati a uomini daffari, politici, società, banche, ecclesiastici ecc.) Guardia di Finanza ed inquirenti non sono mai riusciti a reperire il contenuto.[senza fonte] Dittatura argentina[modifica | modifica sorgente] Licio Gelli aveva coltivato buoni rapporti con i generali argentini Roberto Eduardo Viola e Emilio Massera, durante il periodo della dittatura. Durante questo periodo che va dal 1976 al 1983 ci furono 2.300 omicidi politici e tra le 10.000 e le 30.000 persone vennero uccise o scomparvero (desaparecidos) e molte altre migliaia vennero imprigionate e torturate. Gelli riceverà pure un passaporto diplomatico dell’Argentina.[30] Massera[31] pochi giorni dopo il golpe, il 28 marzo 1976, scrisse a Gelli per esprimere la sua sincera allegria per come tutto si fosse sviluppato secondo i piani prestabiliti e augurargli un governo forte e fermo sulle sue posizioni e nei suoi propositi che sappia soffocare linsurrezione dei dilaganti movimenti di ispirazione marxista.[32]. I rapporti con i militari continueranno dopo il ritorno della democrazia in Argentina, nel 1983. Nel 1987 la tomba di Juan Peron fu profanata e furono asportate le mani dal corpo. Una ricerca giornalistica ha sostenuto che la P2 di Licio Gelli è stata coinvolta nella dissacrazione del corpo di Perón.[33] Vecchiaia[modifica | modifica sorgente] « Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei Mass Media » (Licio Gelli[34]) Dal 2001 Licio Gelli è in detenzione domiciliare nella sua villa Wanda di Arezzo, ubicata sulla collina di Santa Maria delle Grazie a ridosso del centro storico, dove sconta la pena di 12 anni per la bancarotta fraudolenta dellAmbrosiano[35]. Di se stesso nel 2003 disse: « Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti dautore. La giustizia, la tv, lordine pubblico. Ho scritto tutto trentanni fa[16] » In Arezzo il 2 agosto 2006 sposa in seconde nozze Gabriela Vasile nata a Lupsa (Romania) il 17 settembre 1938[6]. Nel 2008 ha partecipato al programma Venerabile Italia su Odeon TV come intervistato. Villa Wanda è stata sequestrata dallo Stato ma, dopo varie aste andate deserte è stata affidata a Licio Gelli come custode giudiziario.[senza fonte] Negli ultimi anni Licio Gelli si è occupato di poesia, pubblicando svariate raccolte di liriche e vincendo numerosi premi letterari. Attento anche a valorizzare poeti emergenti nel 2012 ha firmato la prefazione al libro Proteo Liberato del giovane poeta Emanuele Franz. Il 10 ottobre 2013 viene sequestrata villa Wanda poiché Gelli è indagato dalla procura di Arezzo insieme ad alcuni familiari per reati fiscali per 17 milioni di euro.[36] Critiche[modifica | modifica sorgente] Gelli è uno dei personaggi più controversi del panorama politico-giudiziario italiano. Il dibattito intorno alla sua figura si è fatto ancor più arroventato in occasione di alcuni suoi articoli particolarmente pungenti pubblicati sul giornale mensile trevigiano Il Piave: uno sullinformazione in Italia[37], laltro sulla democrazia italiana[38], un altro ancora sulla magistratura[39]. Da segnalare anche lultimo dove attacca Antonio Di Pietro[40], pur essendo questi lunico pubblico ministero al quale abbia mai fatto ammissioni di responsabilità sul conto protezione[41]. Filmografia[modifica | modifica sorgente] Licio Gelli è stato impersonato dallattore Camillo Milli nel film I banchieri di Dio (2002) di Giuseppe Ferrara; il film narra le vicende dello scandalo del Banco Ambrosiano e gli ultimi mesi di vita di Roberto Calvi. Licio Gelli è stato impersonato sotto lo pseudonimo di Licio Belli dallattore Oreste Lionello nel film Attenti a quei P2, film di satira politica e commedia allItaliana. Dossier Argentina, (documentario TV) di Ruben H. Oliva, Enrico Deaglio. È stata data la notizia di un progetto di film su Licio Gelli che sarebbe impersonato da George Clooney e dovrebbe essere scritto da David Black e diretto da Olivier Dahan. Gelli ha firmato un contratto con la Sony per il film vincolandolo alla condizione che deve prima esaminare la sceneggiatura e approvarla[42]. Il personaggio di Licio Lucchesi, ne il Padrino III, è ispirato a Licio Gelli.[senza fonte] Enzo Biagi: CEra Una Volta Licio Gelli (documentario) di Sarah Nicora Titoli e onorificenze[modifica | modifica sorgente] Queste le onorificenze ed i titoli[43]: Onorificenze[modifica | modifica sorgente] Commendatore dellOrdine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dellOrdine al merito della Repubblica Italiana — dal 2 giugno 1966 al 29 luglio 2013 (revocata ope legis a seguito di interdizione perpetua dai pubblici uffici)[44][45] Gran croce dellordine del liberatore San Martín - nastrino per uniforme ordinaria Gran croce dellordine del liberatore San Martín Grandufficiale dellordine di San Silvestro Papa - nastrino per uniforme ordinaria Grandufficiale dellordine di San Silvestro Papa GrandUfficiale dellordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria GrandUfficiale dellordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Medaglia commemorativa della guerra di Spagna (1936-38) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della guerra di Spagna (1936-38) Medaglia commemorativa della Divisione volontari del Littorio (guerra di Spagna 1936-38) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della Divisione volontari del Littorio (guerra di Spagna 1936-38) Titoli
Posted on: Wed, 13 Nov 2013 19:45:33 +0000

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