Lo stato ha dichiarato guerra alle imprese: anziché aiutare chi - TopicsExpress



          

Lo stato ha dichiarato guerra alle imprese: anziché aiutare chi è colpito dalla crisi lo affonda definitivamente. Debiti e insolvenze: occhio alle agenzie e associazioni che promettono facili soluzioni (e peggiorano la situazione) Negli ultimi anni a causa dell’acuirsi della crisi, sono milioni gli italiani che devono far fronte a problemi economici, debiti, insolvenze. Problemi che riguardano ormai milioni di cittadini: molti più di quanti immaginiamo, poiché avere di questi problemi è comunemente percepito come “una vergogna da nascondere”, un problema da confinare rigorosamente nella sfera privata, e anche se non è evidente, tra le frequentazioni di ciascuno di noi, tra i nostri “amici Facebook” ci sono certamente persone che non dormono la notte a causa di questi problemi. Dati alla mano, nell’Ottobre 2012 il numero delle famiglie che hanno perso la casa grazie ad Equitalia nei tre anni precedenti era di ben 426.000 unità: (1) ad oggi sicuramente è stata infranta la soglia del “mezzo milione”, ed il tanto decantato intervento del governo, che ha bloccato il pignoramento della prima casa da parte di equitalia – ma non delle banche – per somme inferiori ai 120.000€ (2) appare (volutamente) tardivo: dopo aver fatto perdere la casa a centinaia di migliaia di famiglie – per la gioia delle banche e di chi specula sulle disgrazie altrui, acquistando immobili a prezzi stracciati alle aste per poi rivenderli a prezzo pieno – il governo ha assunto un provvedimento che limiterà parzialmente questi casi. Sono centinaia di migliaia gli imprenditori che – impossibilitati materialmente di pagare le tasse – si sono visti recapitare cartelle esattoriali con penali e interessi e altissimi, insostenibili. Non riuscivano a pagare “5″ e lo stato, anziché aiutarli, sostenerli con agevolazioni, anche per scongiurare la chiusura dell’attività – che si traduce, oltre che in un problema sociale, anche in perdite per l’erario – pretende il pagamento di “10″. Aziende, ma anche privati, che in passato hanno contratto mutui a cui oggi non riescono più a far fronte, a causa della diminuzione del giro d’affari o della perdita del posto di lavoro. Nei casi di morosità gli interessi aumentano vertiginosamente, scavando la fossa a chi già era alle prese con una situazione difficile. Imprenditori che hanno “sconfinato” dall’importo dell’affidamento (fido) pattuito con la propria banca, costretti a pagare salatissimi “interessi di mora” a doppia cifra, che frequentemente superano il tasso di usura. Affidamenti sui quali viene – incredibilmente quanto abitudinariamente – praticato anatocismo: ovvero il calcolo di interessi su somme precedentemente addebitate a titolo di interessi, e che rappresenta, insieme all’usura, uno dei principali illeciti bancari, ai quali si aggiungono le commissioni di massimo scoperto, l’accredito tardivo di bonifici e assegni, e altro. Quello dell’anatocismo – che riguarda tutti coloro che hanno o hanno avuto un affidamento (un “fido”) – è uno scandalo di proporzioni colossali, il simbolo della collusione tra politica, mass media e banche. Lo Stato ha – di fatto – dichiarato guerra alle piccole imprese, favorendo le banche e le grandi multinazionali: e visto i poteri al quale sono legati i partiti ed i politici più importanti, solo un ingenuo potrebbe pensare di non trovarsi dinnanzi ad un disegno ben preciso, progettato a tavolino. LEGGI TUTTO: signoraggio.it/dossier-anatocismo-usura-insolvenze-dalle-vessazioni-del-governo-alle-associazioni-truffaldine/ a cura di Alessandro Raffa, portavoce di Nocensura
Posted on: Fri, 05 Jul 2013 20:31:02 +0000

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