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Lonore francese[modifica | modifica sorgente] Devastazioni alla base di Quota 304 Nonostante le avanzate tedesche sulla riva sinistra, sulla riva destra della Mosa le cose non andavano altrettanto bene per lesercito del Kaiser. Nei successivi tre mesi le avanzate da entrambe le parti furono minime al costo di perdite gravissime. Nella riva destra appunto, i combattimenti si svolsero per tutto il periodo in una piccola zona, chiamata il quadrilatero della morte a sud di Fort Douaumont, dove i soldati cadevano a migliaia per un tira e molla da entrambe le parti che non superò mai i 1.000 m di avanzata. Nonostante i primi segni di tensione tra i comandi tedeschi, loffensiva non venne fermata sulla base di considerazioni che facevano credere di poter sopportare altre grandi offensive, che al contrario i francesi a corto di uomini, non avrebbero potuto reggere.[71] Ma le cose erano ben diverse, lesperimento del dissanguamento totale funzionava, ma coinvolgeva anche le truppe tedesche. Al primo maggio infatti le perdite erano rispettivamente di 126.000 uomini per i tedeschi contro i 133.000 francesi. Tra le file dei primi serpeggiava però il timore di unoffensiva inglese di alleggerimento, così Falkenhayn decise per una energica offensiva della 5ª Armata verso il Forte di Souville che sarebbe dovuta proseguire con attacchi sulla riva destra, nonostante questa decisione incontrasse i pareri negativi del generale Bruno von Mudra che non considerava utile unaltra offensiva. Anche il Kronprinz sosteneva che oramai loperazione Gericht era fallita,[72] come concordava anche buona parte dello Stato Maggiore della 5ª Armata, ma non il capo di Stato Maggiore, generale von Knobelsdorf che mise al posto di von Mudra al comando del III Corpo darmata il generale Ewald von Lochow, il quale sostenne insieme a Falkenhayn la continuazione dellazione sulla destra del fronte per tentare un ennesimo sfondamento in direzione Verdun.[73] Dopo tre mesi e mezzo di violenta battaglia, Verdun aveva ormai assunto un valore simbolico per entrambe le parti. Una cittadina oramai praticamente disabitata e semi distrutta dai bombardamenti era divenuta una questione donore più che strategica per la Francia. L Honneur de la France appunto, obbligava le forze francesi a mantenere a qualunque costo la cittadella e allo stesso tempo impegnava ogni sforzo tedesco nella conquista di quellangolo di Francia che ormai rappresentava un vero e proprio crocevia per il destino di entrambe le nazioni coinvolte. « Come in una tenzone individuale e leggendaria a Verdun era la virilità di due popoli ad essere in gioco, nessuno dei due contendenti voleva né poteva cedere, spinti da un impeto incontrollato che andava al di là della volontà umana e che continuava implacabilmente a richiedere un enorme prezzo di vite umane.[74] » Nonostante tutto proseguirono i preparativi per il nuovo attacco tedesco, i francesi dal canto loro erano però in una situazione critica: fortemente indeboliti sulla riva destra e sopraffatti a sinistra, dove venivano martellati dallartiglieria piazzata sulla Mort-Homme e su Quota 304.[75] La Coppa di Maggio[modifica | modifica sorgente] Panorama de Verdun, vue prise du Fort de la Chaume, 1917.jpg Magnify-clip.png Panorama del campo di battaglia di Verdun I preparativi per un nuovo assalto, che portava il nome convenzionale di coppa di maggio, proseguirono con grande rapidità, il peso dellattacco fu simile a quello del 21 febbraio, ma su un fronte di 5 km, che comprendeva lattacco alle future basi di partenza per lassalto finale a Verdun, ossia la piazzaforte di Thiaumont, laltura di Fleury il Forte di Souville, ma soprattutto il Forte di Vaux, ossia il bastione a cui era ancorata lestremità nord-est della linea francese.[76] Malgrado gli sforzi di Pétain, i tedeschi conservavano ancora una sensibile superiorità di artiglieria, con 2200 pezzi contro 1777, e la stampa tedesca ancora una volta si pronunciava: « Ci stiamo proponendo seriamente di prendere Verdun...[77] » Fort Vaux[modifica | modifica sorgente] Targa commemorativa francese allesterno del forte di Vaux Il forte di Vaux era già stato precedentemente preso dassalto dai tedeschi, ma il loro impegno si profuse invece verso la conquista di Fort Moulainville (gemello di Fort Douaumont), che venne assediato dalle grandi Berta che vi causarono enormi danni ed enormi perdite. Per non subire grosse perdite, le guarnigioni francesi avevano imparato a ripararsi nelle trincee al di fuori del forte durante il giorno, per poi ritornare nelle posizioni la notte. Inoltre anche i tedeschi avevano i loro problemi: lutilizzo costante dellartiglieria aveva danneggiato le canne degli enormi pezzi da 420mm che erano diventati molto imprecisi, e a volte erano esplosi durante gli spari. In vista dellattacco quindi, i tedeschi poterono impiegare solo 4 Berta invece delle 13 impiegate a febbraio, che vennero concentrate sui due forti di Souville e Vaux.[78] Il 1º giugno partì lattacco alle trincee difensive del forte di Vaux, che furono sopraffatte interamente il giorno dopo, mentre un terribile fuoco di sbarramento tedesco pioveva sul forte. Allalba del 2 giugno il fuoco di sbarramento cessò di colpo, e la 50ª Divisione comandata dal maggiore generale Weber Pasha[79] iniziò immediatamente lattacco verso il forte. Appena i soldati tedeschi arrivarono nel fossato del forte, una pioggia di proiettili si riversò su di loro, nonostante questo, alle 5:00 del mattino uno dei più importanti capisaldi del forte cadde in mano tedesca, e dopo ore di duri combattimenti nel pomeriggio ormai le strutture esterne del forte erano in mano tedesca. I combattimenti si spostarono quindi allinterno, tra le buie gallerie del forte, dove i francesi si erano barricati e dove entrambi gli schieramenti combattevano tra angusti corridoi, in una battaglia illuminata solamente dalle granate che a causa degli spazi ristretti, causavano ferite orribili.[80] Il 4 giugno, Robert Nivelle ordinò un immediato contrattacco contro gli occupanti di Fort Vaux, ma senza esito; intanto i genieri tedeschi portarono allinterno del forte sei lanciafiamme, ma la strenua resistenza francese non cessò nonostante lutilizzo di queste terribili armi e nonostante la mancanza dacqua nei serbatoi del forte. In aiuto dei francesi intervenne però la batteria da 155 mm del forte di Souville, che colpì duramente i tedeschi, i quali, dopo il quarto giorno di assedio iniziarono a perdere le speranze, anche in nome delle pesanti perdite subite dallinizio dellattacco. Ma il 7 giugno i francesi, oramai senzacqua e praticamente lasciati isolati dal resto dellesercito, non riuscirono più a resistere e consegnarono la chiave di bronzo del forte al tenente Werner Müller, capo dei mitraglieri tedeschi.[80] Falkenhayn viene sostituito[modifica | modifica sorgente] Soldati tedeschi ricevono dal Kronprinz la croce di ferro. Per i tedeschi, non rimaneva altro che conquistare lultimo caposaldo, il forte di Souville, per spalancare la strada verso Verdun e quindi penetrare con decisione in direzione di Parigi. Il capo di Stato Maggiore Konstantin von Knobelsdorf riuscì a raccogliere oltre 30.000 uomini per lattacco conclusivo che avrebbe permesso di entrare nella cittadina entro la fine di giugno. A questo attaccò partecipò anche il Corpo darmata alpino del generale Konrad Krafft von Dellmensingen, di cui facevano parte il tenente Franz von Epp e loberleutnant Friedrich Paulus. Lattacco iniziale fu micidiale, i tedeschi per loccasione utilizzarono un nuovo gas che le maschere francesi non riuscivano a filtrare, il fosgene, che intossicò allistante quasi 1600 soldati e permise ai tedeschi di avanzare per quasi 2 chilometri prima di essere fermati dalla reazione francese. Leffetto dei gas durò meno del previsto, e le batterie francesi riuscirono presto a tornare in funzione, inoltre le batterie ai lati del fronte non furono intaccate dal lancio di gas per cui non subirono alcun danno, permettendo alle truppe francesi di fermare lavanzata tedesca. Lultimo tentativo tedesco di conquistare Verdun fallì con perdite elevate e da lì a pochi giorni Erich von Falkenhayn dovette fronteggiare limponente offensiva anglo-francese sulla Somme. Il 10 luglio i tedeschi tentarono un nuovo attacco con tre divisioni su un fronte di pochi chilometri, con lutilizzo del fosgene, ma la pioggia si mise a cadere lo stesso giorno, rendendo il terreno un vero e proprio pantano aiutando i francesi a fermare anche questultimo attacco nemico, e addirittura a ricacciare i tedeschi sulla linea di partenza. La limitata offensiva di Falkenhayn era già costata quasi 250.000 uomini allesercito tedesco, ossia il doppio degli effettivi delle nove divisioni concesse al Kronprinz nelloffensiva iniziale di febbraio. Nonostante poi il 14 luglio fu dato lordine di fermare qualunque offensiva tedesca a Verdun, la carneficina non si fermò in quanto i francesi non erano sicuri che quella sarebbe stata lultima offensiva tedesca, e i tedeschi erano ormai inchiodati nella difesa di posizioni avanzate, che se abbandonate avrebbero avuto un peso psicologico enorme tra le truppe del Kaiser. Il Kronprinz a questo punto si recò dal padre Guglielmo II per convincerlo a sostituire il suo capo di Stato maggiore von Knobelsdorf, che ancora considerava la possibilità di un ennesimo assalto teso a sfondare il settore, e il comandante in capo Falkenhayn. Il primo fu mandato sul fronte orientale, mentre Falkenhayn fu sostituito da comandante dellesercito il 28 agosto dal duo Paul von Hindenburg ed Erich Ludendorff, che ordinarono immediatamente la cessazione di ogni attacco, in attesa delle inevitabili controffensive francesi. Le controffensive francesi[modifica | modifica sorgente] Lentrata di Douaumont, è possibile vedere un mortaio tedesco appena fuori lentrata. Tra aprile e settembre le truppe francesi avevano tentato diverse volte di respingere i tedeschi ma praticamente ogni tentativo era stato vanificato dalla disorganizzazione degli attacchi che vennero effettuati da un numero insufficiente di uomini e senza un appoggio adeguato dellartiglieria. Il generale Charles Mangin, che aveva fama di non farsi scrupolo delle perdite subite dalle sue divisioni,[81] ordinò diversi attacchi a Fort Douaumont che si risolsero in un bagno di sangue per i francesi. Lartiglieria, specialmente i mortai da 370 mm che tanto piacevano a Mangin, si era difatti rivelata del tutto inadeguata a penetrare le mura di calcestruzzo del forte[82] così come la coordinazione tra i vari reparti che parteciparono agli attacchi; nonostante ciò durante questi attacchi alcuni gruppi di soldati riuscirono a raggiungere il tetto del forte ma furono di fatto tutti uccisi o fatti prigionieri.[83][84] Ad ottobre landamento della battaglia sarebbe però drasticamente cambiato. I francesi cominciarono a preparare una serie di offensive su larga scala che poterono contare sullo sforzo dei tre grandi protagonisti della battaglia, il trio composto da Robert Nivelle, Philippe Pétain e dal già citato Charles Mangin, che per la prima volta da febbraio avrebbero organizzato unoffensiva degna di tale nome, aspettando prima di tutto di avere la superiorità nellartiglieria e negli uomini. Lattacco principale avrebbe avuto come primo obiettivo la riconquista di Fort Douaumont, con in tutto otto divisioni,[85] e oltre 650 cannoni pesanti, con a disposizione circa 15 000 tonnellate di proiettili. Il 19 ottobre partì quindi un poderoso bombardamento preliminare francese che per tre giorni sconvolse le linee tedesche, avvalendosi fino a mezzogiorno del 23 di giganteschi pezzi da 400 mm della Schneider-Creusot che martellarono Douaumont fino ad allora lasciato in pace, devastandone le casematte e le strutture, portando i tedeschi ad evacuare il forte riuscendo là dove i mortai da 370 mm avevano fallito.[86] Intanto con un ingegnoso trucco messo in atto da Nivelle[87] le batterie tedesche subirono moltissimi danni; al mattino del 24 ottobre, si stima che le artiglierie francesi avessero sparato quasi 250.000 colpi.[88] Il mattino del 24 ottobre sotto una pesante nebbia incominciò lattacco francese accompagnato dallo squillo acuto delle trombe reggimentali, proprio per questa nebbia le poche batterie tedesche rimaste non poterono aprire il fuoco, Fleury e lOuvrage de Thiaumont caddero in pochi minuti, e avanzarono con una tale rapidità da cogliere le truppe nemiche del tutto impreparate. Douaumont fu riconquistato in giornata, e i soldati francesi furono impressionati dalle devastazioni che lo stesso forte subì dai loro cannoni da 400 mm, e verso mezzogiorno iniziò la lunga fila di prigionieri diretti al Forte di Souville. Il 2 novembre cadde anche il forte di Vaux, sotto lattacco della 2ª Armata francese, e il 15 dicembre partì il secondo e sanguinoso ultimo attacco francese che il Kronprinz descrisse con queste semplici parole: « questo giorno nero. » Lesercito francese avanzò di circa 3 km oltre un Douaumont devastato, riconquistarono anche parecchie delle posizioni perdute in febbraio[65] ottenendo senza ombra di dubbio la più brillante vittoria dopo la Marna, impiegando pochi giorni per conquistare le posizioni che il Kronprinz catturò in quasi quattro mesi e mezzo.[89] Fondamentale fu lutilizzo dello sbarramento mobile ad ondate successive messo in atto da Nivelle, che si dimostrò un autentico successo, e causò per la prima volta durante la battaglia di Verdun, più perdite tra i tedeschi[90] che tra i francesi. La Francia celebrò la sua El Alamein della prima guerra mondiale,[91] e celebrò il suo eroe, il generale Nivelle, mentre colui che aveva preparato la resistenza francese durante i momenti più difficili, Pétain, fu eclissato, e stessa sorte toccò allormai dimenticato Joseph Joffre.[92] Le cause della mancata vittoria tedesca[modifica | modifica sorgente] Immagine significativa delle pessime condizioni igienico-sanitarie che i soldati francesi erano obbligati a sopportare nel settore di Verdun. Lesperimento di dissanguamento totale messo in atto da Falkenhayn, che per essere raggiunto costò la possibilità di vittoria alla 5ª Armata del Kronprinz in febbraio, fu costellato da diversi errori tattici soprattutto attribuibili alla cronica indecisione del comandante in capo dellesercito. Il mancato assalto simultaneo ad entrambe le rive della Mosa e la mancata concessione di truppe di riserva nel momento cruciale dellattacco, tra febbraio e marzo, impedirono alle preponderanti forze tedesche di sfondare le linee francesi. Queste resistettero e riuscirono a rinforzarsi, rendendo il fronte di Verdun una logorante tenzone tra due eserciti determinati a svolgere il loro compito. Lindecisione e lindole verso la segretezza, caratteristiche di Falkenhayn, misero in difficoltà i vari comandanti tedeschi impegnati nei combattimenti a Verdun, ma anche i comandanti alleati; infatti altro grave errore, spesso sottovalutato, fu quello di non informare lalleato austriaco, il feldmaresciallo Conrad von Hötzendorf, dellintenzione di attaccare Verdun.[93][94] Il feldmaresciallo austro-ungarico von Hötzendorf. Una delle cause concomitanti nella sconfitta degli Imperi centrali durante la Grande Guerra, fu appunto la mancanza di coordinazione e comunicazione tra gli eserciti alleati, decisamente più scarsa del seppur difficile rapporto che per esempio avevano dallaltro lato prima Joffre e poi Foch con lesercito inglese. Gli Imperi centrali non seppero sfruttare al meglio il loro unico grande vantaggio, la rete ferroviaria e stradale che collegava capillarmente i due imperi, che se opportunamente sfruttata avrebbe consentito comunicazioni rapide e celeri movimenti di truppe verso tutti i fronti di battaglia. Le continue richieste di aiuto austriache sul fronte orientale distolsero parecchie truppe tedesche ad occidente, e ciò non fece altro che incrinare i rapporti tra i due imperi, i cui comandanti in capo già citati vedevano lo svolgimento della guerra in due modi completamente opposti.[95][96] Questa concomitanza di fattori, e la reciproca antipatia tra Falkenhayn e von Hötzendorf, si rifletté fortemente anche durante i combattimenti di Verdun, a causa delle avventate mosse tattiche che lalleato austriaco compì in Italia allinsaputa dei tedeschi.[97] Brusilov[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi offensiva Brusilov. Quando von Hötzendorf venne a sapere delloffensiva tedesca a febbraio, con una segretezza degna dello stesso Falkenhayn, cominciò a preparare unoffensiva contro gli italiani senza avvisare lalleato tedesco e impiegando cinque delle migliori sue divisioni prelevate da oriente.[98] Gli italiani subirono gravi perdite ad Asiago, ma in un mese riuscirono a fermare lavanzata nemica, mentre proprio ad oriente uno dei peggiori disastri dellintera guerra stava per colpire gli austriaci.[98] In risposta alla disperata richiesta di Poincaré di unoffensiva di alleggerimento, lo zar Nicola II ordinò al generale Brusilov di attaccare le linee austriache in Galizia, proprio nella zona da cui von Hötzendorf ritirò le divisioni destinate allattacco in Italia.[98] Il 4 giugno il generale Brusilov attaccò con 40 divisioni e il fronte austro-ungarico crollò di schianto, gettato nel caos dalle numerosissime cariche dei cosacchi. Ben 400.000 uomini furono presi prigionieri dai russi.[99] L8 giugno, il giorno in cui venne sferrata a Verdun la nuova offensiva tedesca, von Hötzendorf si recò a Berlino da Falkenhayn, per chiedere laiuto tedesco.[65] Falkenhayn, intuendo il fallimento del suo piano strategico, fu costretto a togliere frettolosamente tre divisioni dal fronte francese da inviare in Galizia a supporto dellalleato austriaco in difficoltà per via delloffensiva russa. Per questo motivo al principe ereditario fu ordinato di fermare temporaneamente loffensiva a Verdun, anche in vista dellapprossimarsi delloffensiva inglese ad occidente. Ma il pericolo ad oriente cominciò presto ad apparire meno minaccioso, e le batterie britanniche non avevano ancora cominciato il loro fuoco, così Falkenhayn e Knobelsdorf fissarono per il giorno 23 giugno la ripresa dello sforzo verso il forte di Souville. Sfortunatamente per i tedeschi, la tempestiva offensiva russa permise ai francesi di prendere tempo per ricomporsi, permettendo a Nivelle e Pétain di rinforzare le difese sul fronte di Verdun e difendersi così dal nuovo attacco, che non ebbe successo.[98] La Somme[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi battaglia della Somme. « lesercito francese avrebbe potuto cessare di esistere! » Queste furono le parole con cui Douglas Haig ricordò il commento agitato di Joffre quando il 26 maggio questi si recò da lui per fargli pressione affinché accelerasse i preparativi di attacco che lesercito alleato avrebbe dovuto iniziare nella seconda metà dellagosto 1916, quando una imponente offensiva forte di 65 divisioni, si sarebbe dovuta sferrare sulla Somme.[100] Il comandante supremo francese era ormai preoccupato sulla capacità di resistenza del suo esercito sotto lincessante martellamento dellartiglieria tedesca che non dava pace ai francesi di stanza a Verdun. Le sue perplessità preoccuparono seriamente anche lalleato inglese, che decise così di anticipare loffensiva.[101] Il 24 giugno il massiccio bombardamento di preparazione inglese iniziò il suo lavoro di demolizione delle trincee tedesche, terminando addirittura sette giorni dopo nel momento in cui migliaia di soldati inglesi uscirono dalle trincee a passo di marcia, sotto 30 kg di zaino, per essere sistematicamente falciati dalle mitragliatrici tedesche sorprendentemente rimaste intatte.[102] Nonostante linsuccesso alleato sulla Somme, questo poderoso attacco distolse un notevole numero di truppe sia tedesche che francesi dal fronte di Verdun, contribuendo così ad alleggerire notevolmente la pressione sul fronte aperto da Falkenhayn, e permettendo ai francesi di attestarsi saldamente riorganizzando uomini e rifornimenti a Verdun, e consentendogli di fermare lattacco tedesco del 23 giugno verso Souville, partito proprio alla fine del precedente attacco di alleggerimento russo in Galizia.[103] Queste concause avverse allesercito tedesco, frutto di incapacità dellalto comando e mancata coordinazione con lalleato austro-ungarico, permisero agli alleati una serie di offensive di alleggerimento del fronte di Verdun, che in questo modo resse allincessante pressione tedesca, precludendo in questo modo lultima possibilità di vittoria in occidente allImpero tedesco. Le conseguenze di Verdun[modifica | modifica sorgente] Il terreno nelle campagne nei dintorni di Verdun devastato dai bombardamenti in una foto del 1916. Alcune porzioni di terreno delle campagne nei dintorni di Verdun in una foto del 2005. La battaglia di Verdun verso la fine di dicembre 1916, era tecnicamente terminata. Anche se questo campo di battaglia porterà ancora sporadiche perdite fino alla fine della guerra, leffetto più immediato fu la caduta del potentissimo Joseph Joffre, che già da giugno non godè più della fiducia del parlamento a causa dellecatombe che Verdun era costata alla Francia. Con il pesante insuccesso della Somme, il 27 dicembre Joffre fu liquidato con la nomina di maresciallo di Francia, titolo che portò loscuramento quasi totale del generale. Al suo posto Quartier generale fu nominato Robert Nivelle, grande adulatore dei politici, molto più estroverso di Pétain, e ideatore delle vittoriose controffensive francesi di ottobre, che laltro possibile aspirante comandante supremo, Ferdinand Foch, non aveva ottenuto sulla Somme.[104] Il nuovo capo Nivelle iniziò subito i preparativi per una decisiva offensiva a primavera, sullo Chemin des Dames, che però nonostante i preparativi e il grande dispiegamento di energie umane e materiali si trasformò in un ennesimo disastro per la Francia. La seconda battaglia dellAisne preparata da Nivelle in pochi giorni fece registrare circa 120 000 perdite tra le file anglo-francesi, causando un significativo ed ennesimo impoverimento nelle risorse umane nellesercito francese e facendo cadere nelloblio il sopravvalutato generale. Il fallimento dellAisne fu poi la miccia che fece esplodere il periodo di ammutinamenti che sconvolse larmata francese nel 1917, dove in pochi giorni le divisioni destinate alloffensiva di Nivelle fecero registre oltre 20.000 diserzioni, che arrivarono durante lanno al numero di 54 divisioni ammutinate. Dal giorno della catastrofica offensiva di Nivelle[105] e dai successivi ammutinamenti, si capì che la guerra non si sarebbe potuta vincere senza laiuto americano, con tutte le conseguenze che ne derivarono. Nuovamente i politici francesi si rivolsero allunico uomo capace di ristabilire lordine, Philippe Pétain. Questi fece diminuire decisamente le contromisure repressive dei comandanti francesi e si dedicò a migliorare drasticamente le condizioni dellesercito, partendo anche dai bisogni più semplici che fino a quel momento erano stati trascurati dai comandi francesi.[93] Il segno che la battaglia di Verdun lasciò sullesercito fu indelebile: i 70% degli effettivi dellesercito francese passarono per il fronte di Verdun;[106] la Francia zoppicò per tutto il 1917, portando a termine solo piccole e limitate offensive (tra cui la riconquista del Mort-Homme) e passando simbolicamente il peso dellattacco sul fronte occidentale agli inglesi prima e agli americani poi, mettendo il proprio sulla difensiva.[107] Daltra parte le incapacità dellesercito francese non furono poche: la sconfitta del 1870 bruciava ancora nei ricordi dei comandi, e ciò si tramutò nella totale indisposizione nel perdere neppure un metro di terreno per ragioni tattiche. La Francia invece avrebbe potuto limitare notevolmente le proprie perdite abbandonando quelle fortezze fino ad allora tanto trascurate da Joffre, per attestarsi su posizioni più favorevoli e lasciando ai tedeschi la città di Verdun. Ma il senso dellonore e la paura delle conseguenze nellopinione pubblica prevalse. Allo stesso tempo nulla fu fatto per trovare alternative tattiche e strategiche adeguate, la Francia accettò in pieno la sanguinosa sfida lanciata dai tedeschi e lintervento di Pétain riuscì solo ad alleviare le condizioni dellesercito.[107] Parallelamente i comandi tedeschi in più occasioni ebbero tra le mani la possibilità di prendere definitivamente Verdun. A maggio la conquista della città si sarebbe potuta ottenere, si sarebbe potuto avere un collasso di tutto il paese con un attacco deciso e coordinato che avrebbe finalmente terminato le sofferenze di entrambi gli eserciti, senza prolungare linferno in cui dovettero combattere. Ma anche i comandi tedeschi, dallindeciso Falkenhayn, al temerario Knobelsdorf, allinascoltato Kronprinz, non seppero programmare una tattica comune decisa ad uno sfondamento risolutivo. Considerando poi che le perdite tedesche furono così gravi che in nessun modo si sarebbero potute trovare le riserve necessarie per un colpo finale negli mesi seguenti, specialmente considerando lattacco alleato sulla Somme che assorbì notevoli forze tedesche per molti mesi.[108] I critici militari tedeschi sono più o meno unanimi nel considerare Falkenhayn come la causa principale dellinsuccesso, a causa della sua incapacità di concentrare lattacco in un solo punto, preferendo attacchi limitati assecondando fino allultimo la sua tecnica del logorio dovuto allattrito, oltre per la sua perenne indeterminatezza nelle decisioni fondamentali dopo aver deciso comunque di buttarsi nelloperazione Verdun.[109] Anche se alcuni storici tedeschi difensori di Falkenhayn sostengono che latteggiamento di Joffre andò a favore della Germania, in quanto limpegno a Verdun tolse ventisei divisioni francesi dal fronte della Somme, semplificando non di poco limpegno tedesco.[110] Nessuna delle due parti vinse a Verdun, fu una battaglia non decisiva di una guerra che alla fin dei conti non ebbe un chiaro vincitore sul campo.[110] Alla sua conclusione ciò che i tedeschi avevano conquistato dopo dieci mesi di scontri e un terzo di milione di perdite, non era altro che unestensione di territorio un po più larga dei parchi reali di Londra. Verdun lasciò un segno incancellabile anche nellesercito tedesco, la fiducia nei capi fu scossa alle fondamenta, il morale non si ristabilì mai del tutto, e anche in patria si manifestò unevidente stanchezza nei confronti della guerra.[107] Da Verdun alla Maginot[modifica | modifica sorgente] La medaglia commemorativa della Battaglia di Verdun, appartenuta al colonnello Théophile Marie Brébant. Le conseguenze di questa sanguinosa battaglia non si esaurirono con la fine della stessa. Verdun più di qualsiasi altro evento, contribuì fortemente nelle tattiche militari francesi durante la caduta della Francia nel 1940. Se da una parte Verdun fu teatro per una evoluzione dellarte della guerra, con lintroduzione dei lanciafiamme e del fosgene, con lutilizzo delle nuove concezioni di forza aerea, tecnica di infiltrazione[111] e sbarramento mobile ad ondate successive,[112] fu anche loccasione in cui studiosi militari, soprattutto francesi, analizzarono la resistenza offerta dalle fortificazioni moderne nei confronti dei nuovi enormi calibri. E fu il maresciallo di Francia Pétain (che ora godeva di maggior prestigio nel suo paese), che già dal 1922 richiese la creazione di una linea difensiva che proteggesse permanentemente la Francia non più sullo stile del sistema Séré de Rivières, ma su una nuova concezione di linea continua formata da centinaia di cupole retrattili armate di cannoni e collegate tra di loro con passaggi sotterranei ad una tale profondità da essere immuni a qualsiasi tipo di proiettile.[113] Non fu una coincidenza che luomo politico che alla fine appoggiò e dette il suo nome alla linea fu un ex-sergente che fu ferito seriamente a Verdun, il ministro André Maginot,[114] e che il Capo di Stato Maggiore francese sotto il quale venne realizzata la Linea Maginot, fu un certo Marie-Eugène Debeney, anchegli combattente sulla Mort-Homme. Molti dei personaggi politici francesi che dovettero prepararsi alla seconda guerra mondiale, furono testimoni e partecipi dellimmane massacro di Verdun; il presidente francese Albert Lebrun maggiore di artiglieria, il presidente René Coty, soldato di prima classe, il presidente Charles De Gaulle, capitano di fanteria, lammiraglio François Darlan e i marescialli Pétain e de Lattre furono tutti chiamati alla difesa di Verdun. Questi furono anche gli uomini politici che dovettero guidare la Francia prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale e che tentarono in ogni modo di non ripetere gli errori e i sacrifici che i giovani francesi erano stati chiamati a compiere a Verdun.[115] Mentre i francesi si prodigavano a difendere il confine nazionale, anche i tedeschi dovettero fare i conti con le conseguenze di Verdun. Seppur la sanguinosa battaglia non segnò così profondamente i tedeschi come accadde per i francesi,[116] ebbe comunque una grande influenza sui futuri capi della Wehrmacht, molti dei quali avevano preso parte ai logoranti combattimenti di Verdun. Generali come von Manstein, Paulus, Guderian, von Brauchitsch e Keitel,[117] ben memori degli immani massacri per la conquista di fortificazioni fisse, impararono più di ogni altro esercito la lezione che Verdun aveva impartito, e per non ricadere più in unaltra guerra dattrito, misero in pratica ciò che avevano imparato e che il generale Hans von Seeckt teorizzò.[118] La Reichskriegsflagge sventola su Verdun, giugno 1940. Lesercito tedesco fu il primo a sviluppare una tattica completamente svincolata dalleventuale sfondamento di posizioni fisse e fortemente protette, puntando invece sulla velocità di avanzata e lo sfondamento in settori ben precisi, con lo scopo di aggirare e quindi accerchiare il nemico per costringerlo alla resa. Questa tattica fu applicata con successo in Polonia e in Francia poco più di ventanni dopo, dove la Blitzkrieg mise in ginocchio il vecchio nemico francese in pochi giorni[119]. Questo derivò anche dal fatto che gli stessi tedeschi analizzarono le fortificazioni di Douaumont e Vaux da un altro punto di vista, non come capisaldi indistruttibili su cui imperniare le proprie difese, ma come calamite per le artiglierie da cui far fuggire i propri soldati. Ventiquattro anni dopo misero in pratica le soluzioni trovate per aggirare limponente linea difensiva francese. Le divisioni corazzate di Guderian e Manstein nel 1940 aggirarono le linee della Maginot e in poco tempo si trovarono nuovamente di fronte alla Mort-Homme e a Quota 304, questa volta però non furono di nuovo luoghi di enormi massacri, ma rappresentarono due colline dalle quali i panzer di un comandante di battaglione partirono alla conquista dei vecchi baluardi Douaumont e Vaux, che caddero nel giro di unora.[120] In meno di un mese la svastica sventolava su Verdun, e costò ai tedeschi meno di 200 morti, ancora una volta Pétain fu chiamato in causa, ma in questo caso come curatore fallimentare di una sconfitta imminente, poco dopo infatti, il 22 giugno, fu siglato un immediato armistizio con linvasore tedesco, che come in una rivincita aspettata più di ventanni, entrò in parata sotto lArco di Trionfo a Parigi.[121] Il ricordo[modifica | modifica sorgente] Lossario di Douaumont. Resti del villaggio di Ornes, situato nella foresta antistante Verdun e distrutto e mai più ricostruito, dai bombardamenti tedeschi del 1916. A causa della durata della battaglia, e quindi dei numerosi avvicendamenti di truppe, è difficile stabilire quanti soldati abbiano combattuto a Verdun,[106] ma più preciso è il conto delle perdite in entrambi gli schieramenti; si stima che circa tra il 21 febbraio e il 15 luglio i francesi persero oltre 275.000 soldati e 6.563 ufficiali, circa 70.000 erano morti e 65.400 furono i prigionieri (120.000 perdite si ebbero solo negli ultimi due mesi), mentre per i tedeschi, la limitata offensiva costò circa 250.000 uomini.[3] Successivamente, quando Hinbemburg e Ludendorff presero il comando e ordinarono la cessazione di ogni attacco, le perdite tedesche ammontarono a 281.333 uomini e quelle francesi a 315.000 circa.[3] Le cifre francesi indicano invece che le perdite sul campo di battaglia di Verdun per entrambi gli schieramenti furono di circa 420.000 morti e 800.000 avvelenati dai gas o feriti. A sostenere queste cifre furono i circa 150.000 cadaveri, o parti di essi, non identificati e deposti nellossario di Douaumont. Ancora oggi vengono scoperti resti di soldati caduti, e se le cifre fossero veramente queste, per un confronto vale la pena di ricordare che le perdite totali dellImpero britannico durante tutta la seconda guerra mondiale furono 1.246.025, di cui 353.652 morti e 90.844 dispersi.[122] Approssimativamente si è calcolato che lartiglieria tedesca abbia sparato allincirca 22.000.000 di colpi, mentre quella francese circa 15.000.000,[3] mentre su un totale di 96 divisioni sul fronte occidentale, i francesi ne inviarono ben 70 a Verdun, mentre i tedeschi 46 e mezzo.[3] Centinaia di migliaia furono i giovani che patirono sofferenze indicibili nelle trincee di Verdun, migliaia di veterani sia francesi sia tedeschi si recarono per molti anni a commemorare i loro compagni nei luoghi in cui un tempo combatterono in condizioni terribili, tra feriti senza cure che agonizzavano, portaordini che non tornavano, soccorsi e razioni che non arrivavano e cadaveri seppelliti e disseppelliti dallincessante bombardamento dellartiglieria.[10] Fu appunto lartiglieria, con i suoi infiniti bombardamenti, che caratterizzò la battaglia sul fronte di Verdun per quasi un anno, instaurando nei combattenti una specie di perdita di volontà, una insensibilità alla sofferenza e alla morte, che se da una parte gli corrose lanimo, dallaltro lato gli permise di sopportare indicibili sofferenze.[10] Moltissimi dei veterani, che ventitré anni dopo vissero e furono partecipi anche al secondo conflitto mondiale, rimasero così profondamente scossi dalla battaglia di Verdun, da portarsi dietro quel ricordo per tutta la vita. Caso emblematico fu quello del generale Karl-Heinrich von Stülpnagel, governatore militare tedesco a Parigi e tra i maggiori cospiratori nellattentato del 20 luglio 1944 contro Hitler. Questi mentre rientrava in Germania per il processo a suo carico, chiese di potersi fermare a Verdun nei pressi della tristemente famosa Mort-Homme, dove nel 1916 aveva comandato un battaglione, e dove nel 1944 tentò il suicidio. Proprio nel luogo dove migliaia di suoi commilitoni persero la vita durante i terribili assalti volti alla conquista di quella collina distrutta dal furore della guerra, il generale rivolse la sua pistola dordinanza alla testa. Sfortunatamente il generale riuscì solo ad accecarsi, e condotto comunque in Germania venne poi strangolato dalla Gestapo.[123] I pellegrinaggi e le commemorazioni legate a Verdun proseguirono per tutto il primo dopoguerra, lossario di Douaumont e la Voie Sacrée divennero quasi dei luoghi di culto per giovani e meno giovani, ma tutto il campo di battaglia rimase per lungo tempo pieno dei segni della battaglia. I pesanti reticolati dei forti furono usati nelle fattorie, gli elmetti tedeschi furono messi in testa agli spaventapasseri, i numerosi villaggi devastati rimasero abbandonati o addirittura sparirono dalle cartine geografiche. I boschi della riva destra furono nuovamente ricoperti di alberi, che crebbero di qualità scadente, nel 1930 le pendici del Mort-Homme furono ricoperte di alberi piantati dopo che ogni tentativo di coltivazione era fallito.[124] Voragini innaturali più o meno profonde sono ancora individuabili lungo tutto il campo di battaglia e quella che prima veniva chiamata Quota 304 oggi è segnata sulle cartine geografiche con laltezza di 297 m, dato che i violenti bombardamenti che accompagnavano i tentativi di conquista, limarono di ben 7 metri laltezza della collina.[10] Ancora oggi, vagando per i campi, con un po di fortuna si possono trovare gli avanzi della battaglia: elmetti, borracce, fucili rotti e schegge di ogni tipo, a testimonianza della violenza della battaglia e del sacrificio di migliaia di soldati.[125] Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Sat, 30 Nov 2013 21:48:20 +0000

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