L’8 settembre del 1973, 40 anni fa, me lo ricordo come fosse - TopicsExpress



          

L’8 settembre del 1973, 40 anni fa, me lo ricordo come fosse ieri. All’epoca ero un ragazzo quattordicenne che iniziava a occuparsi di politica. Leggevo le riviste e i libri che circolavano per casa, mi intrattenevo a parlare con mio padre di che cosa voleva dire essere di sinistra, di stare dalla parte dei più deboli e del perché la sinistra era fuori dal governo del Paese. La notizia del golpe cileno, appresa per radio, mi colpì molto. A dire la verità fino a quel giorno avevo sentito parlare di Allende, però in modo distratto. Ma quel giorno capii che, in quel lontano paese, qualche cosa di irreparabile era successo. La democrazia era stata distrutta e insieme alla democrazia era stata distrutta la speranza di un popolo che nei mesi e negli anni a venire avrebbe dovuto patire una feroce dittatura. Quel giorno, per il Cile, era iniziata una lunga notte di orrori che avrebbe accomunato la sua storia a quella di tanti altri paesi dell’America Latina. Molti anni dopo mi trovai in Cile per lavoro. Arrivato a Santiago feci di tutto per andare davanti al Palazzo presidenziale de La Moneda. Il tempo a mia disposizione era scarso. Tuttavia sentivo il dovere di farlo. La mia memoria andò a quel giorno del 1973 e a tutto ciò che capitò in quel palazzo, alla morte di Allende, alla fine di un sogno di libertà. Nella ricorrenza del colpo di stato cileno e della morte di Salvador Allende (avvenuta l’11 settembre 1973), e nella contestuale ricorrenza del 70° anniversario dell’8 settembre 1943, che diede avvio alla Lotta di Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, è auspicabile che la nostra classe politica, così sommersa da meschinità, ridicoli personalismi, insignificanti carrierismi e beceri opportunismi, così stoltamente occupata nel discutere sulle “miserie” di un insignificante evasore fiscale vergognosamente autonominatosi senatore, in un sussulto di orgoglio, si ricordi di chi è morto per la libertà e la democrazia, indipendentemente dal regime contro cui lottava, e trovi la via per riportare con dignità la politica ad essere quella nobile cosa per la quale tanti hanno perso la vita. E’ il minimo che possa fare, e sono certo che una larga parte della nostra classe politica lo può fare prendendo le distanze da chi, usando la politica unicamente come strumento per soddisfare i propri interessi, infanga il ricordo dei tanti Salvador Allende.
Posted on: Sun, 08 Sep 2013 16:08:16 +0000

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