L’ALTARE DEGLI OLOCAUSTI (Esodo 27, 1-21) Nel cortile, - TopicsExpress



          

L’ALTARE DEGLI OLOCAUSTI (Esodo 27, 1-21) Nel cortile, sempre al di qua del velo, si incontra “l’altare degli olocausti”, che era posto davanti al santuario, all’esterno di esso. All’altare sono associati tutti gli strumenti necessari per compiere il sacrificio. L’altare aveva forma quasi cubica di legno (2,10 metri di lunghezza per 2,10 metri di larghezza e 1,20 di altezza), ma ricoperto di bronzo e con una graticola bronzea per permettere di bruciarvi sopra le vittime sacrificali (“olocausto” è un termine greco usato successivamente per definire questo sacrificio e significa “tutto bruciato” alludendo alla vittima del sacrificio che era completamente bruciata). Da ciascun angolo dell’altare sporgeva una protuberanza a “corno”. I corni costituivano la parte più sacra dell’altare. Su di essi, infatti, si spargeva il sangue delle vittime sacrificali (29,12); i fuggiaschi si aggrappavano ad essi per ottenere il diritto d’asilo (1 Re 1,50; 2,28). Corni simili si trovano sugli altari assiri, cananei e su quelli greci più antichi. Il simbolismo di questi corni non ci è chiaro, ma molti studiosi ritengono concordemente che essi significhino “potenza”, nel nostro contesto “potenza divina”. L’altare, infine, essendo vuoto all’interno, poteva essere trasportato con stanghe. La “Dimora”, cioè la tenda con l’arca e tutto il suo apparato, era protetta da un “recinto”, che delimitava lo spazio intorno al santuario in cui si radunava il popolo durante la celebrazione del culto che il sacerdote compiva all’interno del santuario. Nel Tempio di Gerusalemme all’epoca di Gesù c’erano due cortili. Quello più interno, entro il quale sorgeva il santuario, era riservato agli Israeliti: i pagani non potevano accedervi per non profanare la santità del luogo. Il recinto era circondato da 20 colonne di legno d’acacia, poste a intervallo di circa m. 2,10 l’una dall’altra, le colonne avevano le basi di bronzo, le cui misure sono indicate in cento cubiti (50 metri) di lunghezza e cinquanta cubiti (25 metri) di larghezza. Cortine di lino pendevano da un’altezza di circa m. 2,10 e separavano il cortile dallo spazio adibito ad usi profani. Questo recinto segnalava ulteriormente la sacralità dell’intera area del santuario. Attorno ad esso, infatti, si stendeva la zona profana, quella dell’accampamento di Israele. Come si è visto, il concetto dominante sarà sempre quello della separazione. Lo spazio sacro è chiuso e perfetto in se ed è segno del mistero di Dio. Il recinto che proteggeva il complesso sacro della tenda dell’arca, aveva una porta d’accesso, coperta da una cortina preziosamente ricamata, ed era costituito – come si era già detto – da colonne che sorreggevano tendaggi. Si ripetono le misure: 50 m. di lunghezza, 25 di larghezza, 2,50 di altezza. Il recinto, dal punto di vista architettonico, corrispondeva all’atrio del Tempio di Gerusalemme. I fedeli, intanto, sono invitati ad approntare olio per tenere perennemente accesa la lampada del candelabro posta all’interno della “tenda del convegno”, cioè dell’incontro tra tutto Israele qui convenuto e il suo Signore, e curata dai sacerdoti, Aronne e i suoi figli.
Posted on: Wed, 14 Aug 2013 20:25:10 +0000

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