L’ANONIMATO DELLA RETE NELL’AMBITO DELL’ATTIVISMO. Nella - TopicsExpress



          

L’ANONIMATO DELLA RETE NELL’AMBITO DELL’ATTIVISMO. Nella misura in cui il popolo inizia a sviluppare delle reti internet indipendenti da un sistema di controllo centralizzato e le reti wireless sono la base di partenza ideale come vedremo, diventa sempre più difficile per i governi di stampo dittatoriale rintracciare l’identità di chi pubblica determinate informazioni su internet o lancia appelli ed organizza eventi di resistenza. Navigare in anonimato può essere un vantaggio per la protezione della Privacy, i dati personali e tanti altri benefici. Come probabilmente saprete, molti dei siti web che vengono visitati hanno un sistema di monitoraggio del traffico, dove l’amministratore può liberamente visualizzare il sistema operativo di ogni persona connessa, il suo browser, nazione e indirizzo IP e quindi collocazione geografica precisa. L’indirizzo IP è un codice univoco che il gestore di rete internet (ISP) assegna su stipulazione di contratto. Possiamo definirlo (per capirci) paragonabile ad un numero di telefono, che però serve principalmente a navigare on-line. Possedendo un normale numero telefonico è possibile rintracciare una persona, e lo stesso discorso vale per l’indirizzo IP e dunque oltre alla tracciabilità anche il monitoraggio delle proprie azioni online. La lotta tra potere e rivendicazione della libertà si è ripetuta in molti cicli, la storia si ripete insomma, ma è innegabile che la tecnologia fa la differenza nei cicli storici. Durante la primavera araba del 2012 sono crollati quattro regimi dittatoriali pluridecennali, in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen – ed hanno fortemente scosso quella di Bashar Assad in Siria, grazie in buona parte alla movimentazione organizzata attraverso i social network, i governi hanno compreso che pur chiudendo un sito con informazioni sensibili, esiste il pericolo che quelle informazioni si divulghino come protesta in moltissimi altri siti, creando un effetto di indignazione risonante incontrollabile. E’ allora comprensibile che una movimentazione organizzata attraverso internet è uno strumento molto potente per la tutela della democrazia. Se prendiamo come schema d’azione per esempio, quello dei Flash mob, eventi che consistono in un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di dare vita ad un evento di intrattenimento o spettacolo, vediamo che stiamo trattando un altro contenuto culturale che offre la possibilità di organizzare la resistenza via internet (posta elettronica, reti sociali) con molta facilità. In alcuni casi in Italia la tecnica del flash mob è stata utilizzata per motivazioni politiche o attiviste, ad esempio per organizzare una protesta lampo come nel caso di Firenze in cui si è svolta una lettura collettiva, contro la legge 133, del nono articolo della Costituzione, oppure il caso di Ceccano, dove è stato creato un cordone umano attorno ai binari del treno e ricreata una simulazione di allarme atomico per promuovere la campagna in favore dei Referendum abrogativi del 2011 in Italia. Possono essere utilizzati quindi i Flash mob allo stesso modo per organizzare eventi di pubblica resistenza ed occupazione dei territori ingiustamente amministrati da governi dittatoriali. Internet è uno strumento potentissimo utile a liberare il mondo, e dobbiamo difendere internet per far si che internet continui a difendere noi. Internet è il miglior alleato della democrazia, e tale è considerato grazie alla possibilità che esso offre di pubblicare ad una folla virtualmente infinita, determinate informazioni e comunicazioni, rimanendo con le dovute tecniche che illusteremo, nella più totale condizione di anonimato. Questo è importantet per tutelare la libera informazione e la possibilità di agire ed organizzare movimenti di attivismo senza rischiare ritorsioni ed intimidazioni di qualsiasi tipo da parte dei governi dittatori. Quel che si verifica attraverso le comunicazioni via internet, tecnicamente, anche se illustrato in modo semplificato, è che se si vuole mascherare la propria identità, è possibile ricorrere a delle tecniche informatiche che per loro natura, rendono indefinibile il percorso delle informazioni digitali scambiate tra i vari nodi di rete, attraverso programmi come Tor, che implementano una rete aperta che permette agli utenti di difendersi contro le analisi di traffico, evitando di far rimbalzare le proprie comunicazioni ad enti indesiderati intenti a tenere d’occhio la connessione internet di specifiche persone, al fine di creare un collegamento univoco tra la loro identità digitale e la loro identità e posizione fisica. Senza scendere ora in altri dettagli, questo è paragonabile in termini semplici, ad utilizzare un “codice fiscale” differente per ogni azione che si compie in rete, rendendo impossibile a qualsiasi sistema governativo la possibilità di poter imputare le singole azioni, ad una specifica persona, il sistema governativo non è in questo caso minimamente in grado di ricostruire la traccia delle azioni stesse. Queste dinamiche possono far apparire internet come un unica entità, che agisce, per volere del popolo, distribuendo azioni e mettendo in comunicazione tutti, un pò come se internet vivesse da solo, come se non ci fosse una persona specifica a diffondere determinate informazioni, che invece sono provenienti da una “grande fonte anonima”, che agisce nella realizzazione di azioni in ambito attivista. E su questo tipo di principio, che è andato formandosi, proprio il noto movimento chiamato “Anonymous”.
Posted on: Sun, 17 Nov 2013 23:58:50 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015