L’economia americana sta ripartendo. A differenza di quella - TopicsExpress



          

L’economia americana sta ripartendo. A differenza di quella italiana, negli Stati Uniti occupazione e salari medi sono in crescita da più di un anno. Il quadro economico, però, è profondamente diverso in aree differenti degli Stati Uniti. Mentre alcune regioni del Paese sono ancora in piena recessione, altre sono in piena espansione. Molte delle città della vecchia Rust Belt industriale hanno ancora tassi di disoccupazione alti. L’economia di Detroit, per esempio, continua a contrarsi e da questa settimana è ufficialmente in bancarotta, schiacciata da miliardi di dollari di debiti pubblici non pagati. Il mercato del lavoro in città ad alto tasso di innovazione, invece, è in piena espansione. Il modello San Francisco L’esempio principale è San Francisco, la città dove vivo, che in questo momento è l’economia più dinamica in America. I posti di lavoro nel settore del software, Internet, semiconduttori, ricerca medica e farmacologica (in particolare biotecnologica), sono in crescita costante da anni e hanno nettamente ripreso forza dopo una breve pausa dovuta alla recessione. A questi settori tradizionali dell’hi-tech si sono aggiunti settori nuovi come il clean-tech, digital entertainement e i nuovi materiali (per esempio il nano-tech). L’occupazione sta crescendo così rapidamente che le imprese cominciano ad avere difficoltà a trovare lavoratori. Facebook e Apple stanno assumendo a ritmi senza precedenti. Google, che aveva già tra i salari più alti del settore, li ha dovuti alzare ulteriormente per evitare che i suoi dipendenti cercassero altri posti di lavoro meglio remunerati. Twitter ha raddoppiato la forza lavoro in meno di un anno. Nell’aria si percepisce un ottimismo tangibile e un senso di opportunità senza confini. I ristoranti, i caffè e i pub sono pieni. Le strade e le piazze sono affollate da giovani trasferitisi da poco dal resto degli Stati Uniti, che vengono a cercare lavoro o a creare lavoro. Centinaia di nuove start-up impegnate a disegnare le tecnologie del futuro vengono create ogni mese. L’indotto dell’hi-tech A beneficiare di questa crescita non sono solo scienziati ed ingegneri. L’aspetto più importante di questa crescita è il suo effetto indiretto su chi non è impiegato nel settore. Questo aspetto è fondamentale, perché il lavoratore medio non sarà mai un impiegato di Apple, Google o di una startup della biotecnologia. Le industrie dell’innovazione portano a San Francisco buoni posti di lavoro, non solo direttamente nel settore dell’innovazione, ma anche indirettamente in altri settori, specialmente nei servizi locali e così incidono sull’economia locale, molto più in profondità di quanto risulti dal loro effetto immediato. Attrarre in una città uno scienziato o un ingegnere informatico significa innescare un effetto moltiplicatore che va ad aumentare i posti di lavoro e i salari di chi fornisce servizi locali. La mia ricerca dimostra che per ogni nuovo posto di lavoro ad alto contenuto tecnologico creatosi in una città vengono a prodursi cinque nuovi posti, frutto indiretto del settore hi-tech di quella città. Si tratta sia di occupazioni qualificate (avvocati, insegnanti, infermieri) sia di occupazioni non qualificate (camerieri, parrucchieri, meccanici, muratori). Per esempio, per ogni nuovo software designer reclutato da Twitter o da Google, a San Francisco si creano cinque nuove opportunità di lavoro per baristi, personal trainer, medici e tassisti. Nella prospettiva di una città, insomma, un posto di lavoro ad alto contenuto tecnologico è molto più che un singolo posto di lavoro. (PROF. E.MORETTI -BARCKLEY)
Posted on: Mon, 12 Aug 2013 06:25:46 +0000

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