L’inchiesta sulla facoltà di Farmacia, ovvero sul concorso - TopicsExpress



          

L’inchiesta sulla facoltà di Farmacia, ovvero sul concorso “pilotato” per favorire il figlio dell’ex preside Bisignano e sugli ammanchi di cassa della facoltà stessa, registra adesso l’atto di chiusura delle indagini preliminari, che è stato siglato dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, il magistrato che ha coordinato il lavoro investigativo della Guardia di finanza. Sono sette in tutto gli indagati per l’inchiesta denominata “Pacta sunt servanda”, che anno ricevuto l’avviso ex art. 415 bis c.p.p., gli stessi che in origine erano stati iscritti nell’apposito registro. Si tratta di Giuseppe Bisignano, 64 anni, nato e residente a San Piero Patti; Giuseppe Teti, 61 anni, nato a Napoli e residente a Messina; Maria Chiara Aversa, 72 anni, nata e residente nella nostra città; Cesare Grillo, 60 anni, nato a Catania ma residente a Messina; Giuseppe Nicoletti, 75 anni, nato a Catania e residente a Trecastagni; Sandro Ripa, 68 anni, nato a Civitanova Marche e residente a Camerino; l’ex rettore Francesco Tomasello, 67 anni, nato e residente a Messina. I docenti Bisignano e Teti si trovano ancora agli arresti domiciliari. Le loro posizioni processuali però sono ben differenti. Solo per i docenti Bisignano, preside dimessosi da Farmacia subito dopo l’inchiesta, e Teti, la Procura aveva richiesto l’arresto, mentre per la prof. Aversa aveva chiesto ia misura interdittiva della sospensione per due mesi, che il gip Micali dopo averla interrogata (s’era professata con forza completamente estranea ai fatti) non aveva concesso in quanto la docente era andata in pensione ad ottobre. Per tutti gli altri indagati non era stata richiesta alcuna misura restrittiva, ma sono attualmente sottoposti ad indagini a piede libero. I reati prospettati sono peculalo, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Pietro Luccisano, Massimiliano Cardullo, Franco Barbera, Giovanni Mannuccia, Vincenzo Mellia, Massimiliano Wolf, Domenico Gangemi, Laura Autru Ryolo e Nino Favazzo. All’ex rettore Francesco Tomasello viene contestato l’abuso d’ufficio perché secondo l’accusa avrebbe omesso di vigilare sulla composizione della commissione esaminatrice del concorso a Farmacia, compito della quale era stata incaricata la professoressa dell’ateneo peloritano Maria Chiara Aversa, a sua volta indagata assieme ad altri due docenti, Giuseppe Nicoletti, dell’Università di Catania, e Sandro Ripa, dell’Università di Camerino, e al responsabile del settore Economato della facoltà di Farmacia, Cesare Grillo. L’inchiesta, che parte da lontano, venne avviata dalla Guardia di finanza per indagare su una fattura da 605 euro, poi rivelatasi falsa, su cui l’Iva era stata calcolata al 20% e non al 21%. Da lì si scoprirono ammanchi per false fatturazioni per oltre 7.000 euro. Ma nel corso delle intercettazioni gli investigatori “vissero” in diretta anche tutte le manovre per pilotare il concorso. Dopo la storia delle false fatturazioni venne così a galla la vicenda delle manovre per favorire Carlo Bisignano, figlio dell’ex preside di Farmacia, Giuseppe, nel concorso a ricercatore a tempo determinato in “Microbiologia e microbiologia clinica” della facoltà di Medicina, indetto dall’ateneo il 25 maggio del 2012. NUCCIO ANSELMO – GAZZETTA DEL SUD DEL 15 NOVEMBRE -
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 11:07:32 +0000

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