L’intervento dell’Ambasciatrice Dott.ssa Mai Alkaila in - TopicsExpress



          

L’intervento dell’Ambasciatrice Dott.ssa Mai Alkaila in occasione della giornata Nazionale Palestinese; Erano presenti all’evento: Il Presidente del Senato Pietro Grassi, rappresentati del ministero degli affari esteri ; Ambasciatori, rappresentati diplomatici e autorità religiose rappresentanti delle forze politiche e sociale, Le comunità e connazionali Palestinesi, Signore e Signori, Care Amiche e Cari Amici, ringrazio tutti voi per la vostra partecipazione alla celebrazione della Giornata Nazionale Palestinese. Il 15 novembre 1988 il Consiglio Nazionale Palestinese, riunitosi ad Algeri, ha proclamato l’indipendenza dello Stato della Palestina, dopo decine di anni di lotta del suo popolo, sotto la guida dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. In questi anni di lotta per l’affermazione dei suoi diritti, il popolo palestinese non ha avuto nessuna risposta positiva da parte dei governi israeliani e non ha riscontrato fermezza mondiale per indurre Israele a rispettare la legalità internazionale delle risoluzioni dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza, a partire dalla risoluzione 181 che spartisce la Palestina storica in due stati, Palestina ed Israele; alle risoluzioni 242 e 338 e tutte le altre a seguire: risoluzioni che hanno chiesto ad Israele il ritiro dai territori palestinesi ed arabi occupati nel 1967, compresa Gerusalemme Est. Voglio ricordare che lo Stato d’Israele è nato per una decisione delle Nazioni Unite con la risoluzione 181, mentre il popolo palestinese tutt’ora sta aspettando la nascita del suo Stato. Nel 1993 ad Oslo è stato firmata la “Dichiarazione dei Principi” fra l’OLP ed Israele, seguita dall’accordo di Washington il 13 Settembre 1993, e dall’Accordo della “Fase Transitoria” a Washington nel 1995, che poneva le basi per la creazione di uno Stato Palestinese entro i cinque anni. Sono passati ben 20 anni dalla firma di questi accordi e ancora non si vede nascere questo Stato, a causa delle politiche aggressive espansionistiche e coloniali dei governi israeliani a danno del popolo palestinese e della sua terra. Israele invece di costruire ponti di pace e di speranza e di mostrare la buona volontà di arrivare ad una soluzione concreta di pace, prosegue con la sua perpetua politica repressiva nei confronti del nostro popolo e con la costruzione di insediamenti sulla terra palestinese e del muro di separazione razziale, “Il muro dell’apartheid” all’interno dei territori palestinesi occupati nel 1967. Non voglio prolungarmi nei dettagli, ma devo dire che l’OLP, nonostante tutto ciò, ha accettato di riprendere (con le garanzie degli Stati Uniti) le trattative di pace, che devono concludersi il 30 aprile prossimo, con la soluzione di tutte le questioni principali: profughi, detenuti politici, insediamenti, acque e confini, ed infine il ritiro delle forze d’occupazione dalle terre palestinesi occupate nel 1967, compresa Gerusalemme Est. Il 29 Novembre 2012 all’Assemblea generale dell’ONU la Palestina è stata riconosciuta STATO Osservatore delle Nazioni Unite; grazie al voto favorevole di 138 Paesi, compresa l’Italia, che ringraziamo vivamente. I nostri calorosi ringraziamenti vanno a Sua Eccellenza il Presidente della Repubblica, Signor Giorgio Napolitano, al governo Italiano e a tutti gli italiani. Noi consideriamo questo riconoscimento un passo importante: oggi lo Stato della Palestina è stato confermato sulla carta politica mondiale e sarà ribadito anche sulla carta geografica. Seguendo l’andamento delle trattative in corso, vi è conferma che il governo israeliano non intende arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto, continuando ad ostacolare qualsiasi possibilità di accordo e proseguendo con le decisioni di costruire insediamenti, respingendo così la discussione delle questioni fondamentali, senza le quali il processo di pace non potrà andare avanti. L’ultima invenzione di Netanyahu e il suo governo è la costruzione di un muro di separazione sui confini giordano-palestinesi. Per tutti questi motivi lo stato della Palestina considera il governo israeliano responsabile del fallimento del processo di pace. Lo Stato della Palestina chiede alla comunità internazionale, al Quartetto ed in particolare agli Stati Uniti di intervenire ed esercitare la pressione sul governo israeliano per indurlo al rispetto della legalità internazionale e all’applicazione delle risoluzioni ONU e del suo Consiglio di Sicurezza, che prevedono la creazione di uno Stato Palestinese su tutti i territori occupati nel 1967on Gerusalemme Est Capitale. Grazie
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 22:08:28 +0000

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