MASSIMO GRAMELLINI Alla tribù dei cuori teneri che guarda i - TopicsExpress



          

MASSIMO GRAMELLINI Alla tribù dei cuori teneri che guarda i telegiornali è rimasto impresso quel signore anziano a cui si spezza per due volte la voce mentre commemora un caro amico che non c’è più. Tutte le famiglie ospitano qualcuno molto avanti con gli anni a cui si spezza la voce ogni volta che si abbandona ai ricordi. Ci si sente dei sopravvissuti, gli ultimi testimoni di un mondo che ha cessato di esistere e che sembra inevitabilmente migliore, anche se era solo diverso. Ma quel signore è il Presidente della Repubblica e così la sua commozione in memoria di un galantuomo come Luigi Spaventa (l’economista di fama internazionale che Berlusconi considerava inferiore a lui perché non aveva vinto neanche una Coppa dei Campioni) assume una valenza pubblica persino drammatica. Napolitano è il superstite di una classe politica, ma anche di una certa classe nel fare politica, che appare perduta. Nei giorni in cui l’ennesimo Ventennio della storia italiana precipita in un cupio dissolvi che non lascia spazio a manifestazioni di umanità e nemmeno di decenza, quelle lacrime trattenute a stento sembrano indirizzate ai morti, ma soprattutto ai vivi. Ci meritiamo la malattia che dagli Anni Ottanta, e forse prima, sta fiaccando la Repubblica. Ma si può ancora guarire e i singhiozzi in ricordo di un italiano perbene vanno interpretati come un moto di sconforto e al tempo stesso di riscossa. Possiamo farcela, ripeteva un altro grande vecchio per nulla retorico, Carlo Fruttero: «Siamo l’Italia, no?».
Posted on: Sat, 28 Sep 2013 06:51:18 +0000

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