MONTAGNA, FAVA: AGRICOLTURA PRESIDIO TERRITORI. LASSESSORE: - TopicsExpress



          

MONTAGNA, FAVA: AGRICOLTURA PRESIDIO TERRITORI. LASSESSORE: PRODUZIONI, VALORI E IDENTITÀ DA TUTELARE. (Ln - Milano, 03 dic) Trecentottandadue caseifici dove vengono lavorati circa 105.000 quintali di latte, per una produzione annua media di 8.000 quintali di formaggi. E, in sintesi, il ritratto della produzione casearia in alpeggio in Lombardia, ovvero linsieme delle attività agricole, che, oltre alla gestione delle superfici al pascolo e al governo del bestiame, comprende una tradizionale attività di trasformazione del latte destinata a produzioni di formaggi tipici, fortemente identitari di un tradizione alpina. Produzioni di nicchia - ha detto lassessore regionale allAgricoltura Gianni Fava, intervenendo, oggi, in apertura dei lavori del convegno Prodotti tradizionali dei caseifici in alpeggio: sicurezza alimentare e valorizzazione produzioni verso Expo 2015 - e di qualità, frutto di attività che assicurano il mantenimento di un presidio fondamentale nei territori montani: se lagricoltura abbandona alpeggi e pascoli, la gestione spontanea delle stesse aree montane non ne garantisce più automaticamente la sicurezza. TIPICITÀ E QUALITÀ - Una realtà economica particolarmente articolata, ma dal valore limitato - 10 milioni di euro circa quello della produzione annua -, a cui il consumatore riserva, però, grande attenzione per le caratteristiche di tipicità e qualità. Un patrimonio che, al pari di tutti i prodotti alimentari, deve però soddisfare requisiti di sicurezza alimentare codificati dai regolamenti comunitari. Un tema di complessità tale, su cui occorre intervenire - ha aggiunto lassessore -, per salvaguardare attività tradizionali e perché queste siano considerate attività di presidio territoriali e di mantenimento di attività umane in aree marginali. BUROCRAZIA E CONTROLLI - Una delle principali preoccupazioni per chi lavora in ambiti difficili - ma non solo - è rappresentata dal combinato disposto tra burocrazia e controlli igienico-sanitari. In realtà - ha osservato Fava - questo atteggiamento è frutto di un pregiudizio psicologico, ma ha comunque un effetto importante. La grande sfida, perciò, per chi fa controlli in contesti spesso difficili da raggiungere - ha specificato lassessore -, è trovare equilibrio tra le due componenti, affinché chi vive quella realtà non la consideri un problema in più. Del resto, il sistema dei controlli in Lombardia è particolarmente avanzato, anche in montagna: il 99 per cento dei 382 caseifici dalpeggio censiti nel 2012 è stato controllato, con punte del 100 per cento tra Bergamo (67), Brescia (52), Como (23), Sondrio (146) e Valcamonica (64) e del 93 per cento in provincia di Lecco (30 strutture). MONTAGNA CENTRALE PER I PROSSIMI 7 ANNI - In una prospettiva, quella di Expo 21015, in cui in Lombardia si parlerà di nutrire il pianeta e di farlo in sicurezza - ha detto lassessore regionale - vogliamo presentarci con la nostra tradizionale agricoltura di montagna, con le nostre eccellenza tipiche di questi territori europei. Un modello che vogliamo sia accettato, supportato e condiviso - ha insistito Fava -. Non credo che in montagna torneranno grandi numeri in termini occupazionali, ma il processo attuale di presidio va sostenuto, affinché chi consuma prodotti ad alto valore aggiunto sia tutelato e garantito sotto il profilo della sicurezza alimentare, oltre che della qualità. MONTAGNA AL CENTRO - Nellambito della pianificazione dei prossimi sette anni la montagna sarà centrale. Come Regione Lombardia - ha concluso Fava - investiremo tra il 30 e il 40 per cento di tutta la programmazione regionale: se è vero che lagricoltura dei grandi numeri sta altrove, quella di montagna dà garanzie sulla gestione del territorio ed è uno dei temi che continua ad appassionarci. Dei nostri prodotti tipici made in Lombardia e dei necessari controlli sanitari a cui devono essere sottoposti si è parlato stamattina nel corso del convegno Prodotti tradizionali dei caseifici in alpeggio: sicurezza alimentare e valorizzazione produzioni verso Expo 2015. In proposito il vice Presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani ha sottolineato come fornire garanzie sullattività di controllo sanitario in tale settore consenta non solo di tutelare la salute dei cittadini, ma anche il mantenimento e lo sviluppo dellambito commerciale e il conseguente reddito degli operatori coinvolti. 700 CONTROLLORI - Ricordando che lassessorato alla Salute ha in campo ben 700 veterinari che si occupano del controllo di qualità e della sicurezza dei nostri prodotti alimentari, ha riferito di uno dei progetti attuati in tale direzione. Per garantire la sicurezza alimentare e la qualità delle produzioni uno specifico protocollo prevede anche una serie di controlli che riguardano persino - ha detto ancora lassessore alla Salute Mario Mantovani- la manutenzione delle strutture e delle attrezzature, ligiene del personale addetto alla lavorazione sino ad arrivare allapplicazione di corrette prassi operative di mungitura e di lavorazione. FINANZIATI 350MILA EURO - Un intervento ancora più imprescindibile se si pensa anche ad Expo 2015, in cui lesportazione dei prodotti made in Italy, (DOP e IGP in Italia sono oltre 4500), sempre più apprezzati allestero, potrà rappresentare un volume daffari significativo. A questo scopo è già partito un progetto in parte finanziato dal Ministero della Salute con 350.000 euro. (Ln) epo 03-DIC-2013
Posted on: Tue, 03 Dec 2013 15:33:18 +0000

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