Malle, la modernità e il fuoco fatuo. Louis Malle - Fuoco fatuo - TopicsExpress



          

Malle, la modernità e il fuoco fatuo. Louis Malle - Fuoco fatuo (Le feu follet) – 1963. Sceneggiatura di Louis Malle - Musica composta da: Erik Satie. Durata: 108 minuti. Con Maurice Ronet e Jeanne Moreau. Tratto da “Le feu follet” di Pierre Drieu La Rochelle – 1931. Di questo straordinario film di Louis Malle Milo De Angelis (Nazione indiana – 4.2.2010) ha scritto: “Fuoco fatuo è molto di più di un bel film. Fa parte di quel ristretto gruppo di opere, appassionanti e necessarie, che hanno illuminato il cinema di ogni tempo: da di Bergman a di Antonioni, da di Dreyer a di Tarkovskij. Opere che compiono una discesa a picco nelle tenebre dell’animo umano, nell’unicità indelebile della sua esperienza. Alain non è soltanto un alcolizzato, cioè una figura sociale, ma è un uomo invaso dal proprio passato, un uomo che non vuole abbandonare l’adolescenza, che si aggrappa con tutto se stesso ai suoi potenti richiami. In lui c’è qualcosa di Drieu e anche qualcosa di Pavese e di Fitzgerald. Ma senza per questo essere letterario. Fuoco fatuo è infatti il film di un uomo colto che ha saputo rendere invisibile la cultura. E’ un film immerso nei libri e tuttavia capace di fugarne ogni minima presenza. Il suicidio, qui, non è un gesto occasionale ma un’ossessione, attraversa ogni immagine, viene colto nella sua più profonda e obbligata esigenza “Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.”. L’opera letteraria di Pierre Drieu La Rochelle, scrittore e saggista “collabo”, morto suicida a cinquantadue anni, il 15 marzo 1945, era conosciuta, in Italia, solo dagli studiosi e dagli appassionati di letteratura francese contemporanea. Contribuirono enormemente alla sua notorietà, nel nostro Paese, il film di Malle, tratto dal suo romanzo “Le feu follet” e girato nel 1963, e il saggio di Paul Sérant “Romanticismo fascista”, apparso nel 1971. Si è detto che in Alain, il protagonista del libro e del film che si toglierà la vita (“Una pistola è una cosa, aderire finalmente alle cose”), c’è tutto il dramma esistenziale della generazione “tra le due guerre”, della Francia della collaborazione e della resistenza, dell’Europa della crisi, della decadenza e della modernità postcristiana. Temi autobiografici di Drieu presenti anche in “Gilles” (1939) e in “Reveuse bourgeoisie” (1937). Maurice Ronet, trentaseienne all’epoca del film, è interprete eccezionale dell’intellettuale deluso dalla volgarità della vita, dall’assenza di amore e di eleganza, e intossicato dall’alcool e dal desiderio di morte. Aveva interpretato, prima de “Le feu follet”, un altro film di Malle, “Ascensore per il patibolo”, nel 1957; abbandonerà la scena della vita nel 1983, a soli cinquantacinque anni, ucciso da un tumore al polmone. Grande film, grande Malle, grande e indimenticabile Ronet, icona della bellezza virile, della grazia recitativa e della “Parigi città triste”.
Posted on: Sat, 14 Sep 2013 18:11:07 +0000

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