Maternità surrogata, un sogno “all inclusive” da 30 mila - TopicsExpress



          

Maternità surrogata, un sogno “all inclusive” da 30 mila euro + Nato grazie a utero in affitto Bimbo portato via ai genitori Per gli osservatori è un fenomeno in crescita: centinaia di coppie scelgono di avere un figlio con ovuli di una donatrice e il grembo di un’altra donna STEFANO RIZZATO MILANO TI CONSIGLIAMO: ANSA + Nato grazie a utero in affitto Bimbo portato via ai genitori Il termine tecnico, più delicato rispetto a “utero in affitto”, è maternità surrogata. Due parole che si portano dietro una complessa questione etica e politica, un gomitolo legale difficile da sciogliere e un turismo internazionale della fertilità. Dati ufficiali non ne esistono. Ma tutti gli osservatori concordano nel definirlo un fenomeno in crescita. Ormai centinaia di coppie scelgono di avere un figlio così: con gli ovuli di una donna – la “donatrice” – e il grembo di un’altra donna, che accetta di affrontare la gravidanza. Si fa per problemi di sterilità o di salute, ma il metodo è usato anche da alcuni genitori omosessuali che desiderano un figlio. In Italia, qualunque sia la ragione, non si può fare. E così aspiranti mamme e papà partono per i Paesi dov’è legale: l’India, alcuni degli Stati americani e del Canada. E poi quelli più vicini e gettonati, Russia, Ucraina e Georgia. In teoria, si potrebbe anche in Inghilterra, ma solo senza passaggi di denaro e con tante limitazioni. In tutti gli altri Paesi ovuli e uteri si affittano davvero. Pagando. «Per l’Ucraina servono circa 50 mila euro, ma ci sono “pacchetti” anche per 30 mila euro», spiega l’avvocato Ezio Menzione, che da anni si occupa delle maternità surrogate. «Negli Stati Uniti costa almeno 100 mila dollari: il servizio, per così dire, è migliore e non ci sono intoppi legali, visto che il bambino, grazie allo ius soli, nasce cittadino americano». In India si scende fino a 20 mila dollari e infatti il settore macina 400 milioni di dollari l’anno, con oltre 3mila cliniche specializzate. Fin troppo per Nuova Delhi, che ha già chiuso le porte alle coppie omosessuali. Il turismo della maternità è invece in piena espansione a Est. Lo dimostrano siti Web come il russo surrogacy.ru, che - in sei lingue - celebra la bontà delle madri surrogate locali e sconsiglia di prendere in affitto un utero ucraino. «I problemi legali – dice Menzione - nascono al momento di registrare allo stato civile italiano il figlio avuto all’estero, secondo le leggi del posto, da una mamma surrogata. Ogni figlio nato in Ucraina riceve un certificato da apolide e per rimpatriarlo bisogna andare all’ambasciata italiana a Kiev. Lì, da qualche anno segnalano i casi di questo tipo alla Procura della Repubblica». Da qui le denunce contro le coppie che hanno scelto la strada dell’Est per diventare genitori. Spiega l’avvocato: «È stata ripescata una vecchia norma, dei tempi in cui si facevano fare i figli alla serva: l’articolo 567 del Codice penale, che punisce con pene quasi da omicidio - da 5 a 15 anni - ogni falsa certificazione di nascita. Ma finora ci sono state 14 pronunce tutte di proscioglimento o archiviazione. Alla fine, la legge italiana è costretta a prendere atto di un documento perfettamente legittimo emesso dalle autorità ucraine. Resta però l’incubo di un procedimento penale, delle perquisizioni alle 7 di mattina. Tutto per avere diritti che in Italia non sono riconosciuti». TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE:
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 09:13:30 +0000

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