Mohammed e Fatima Alskka sono fuggiti sette mesi fa dalla città - TopicsExpress



          

Mohammed e Fatima Alskka sono fuggiti sette mesi fa dalla città siriana di Homs assediata e devastata dai combattimenti, e oggi vivono a Pasadena, nel Maryland Quando sono stati informati che il primo ministro israeliano era in visita alla Casa Bianca, sui loro volti è apparso un sorriso sorpreso. “Ditegli che lo salutiamo”, ha poi detto Mohammed, 30 anni. “Quanto vorremmo che Netanyahu prendesse Bashar Assad e lo uccidesse – è intervenuta la moglie, Fatima, con in braccio il figlio – perché ha ucciso tanta della mia gente”. Musulmani sunniti, gli Alskkas non fanno mistero del loro profondo odio per il presidente siriano. La sanguinosa guerra civile ha colpito Homs, la loro città, in modo particolarmente duro, spiegano. Molto prima che riuscissero a fuggire attraverso l’Arabia Saudita, già rimaneva ben poco del loro quartiere. “Abbiamo perso tutto. Tutti gli edifici, tutte le strade, tutti i negozi: tutto perduto – dice Mohammed – Nella nostra strada non ci sono più case, sono state tutte distrutte. Perché noi siamo musulmani sunniti. E Bashar, il nostro presidente, non è un presidente. È un pazzo fot…to”. La coppia si dimostra alquanto fredda rispetto al conflitto israelo-palestinese, spiegando che ha causato “solo” duemila morti mentre la guerra civile siriana in meno di tre anni ha ucciso “quasi duecentomila persone”. “CI dicevano sempre: Israele non è amico, Israele non è amico. Ma Israele non ha mai causato problemi a nessuno”, dice Mohammed. E lo stesso vale per gli Stati Uniti, aggiunge Fatima. Essendo cresciuti in Siria, era stato loro costantemente insegnato che gli americani sono il male. Ma ora, dopo che lei e suo marito sono entrati nel paese con un visto turistico e hanno avviato la procedura per essere riconosciuti come profughi, dice d’aver cambiato idea. Ha una sola parola per descrivere l’ospitalità americana, ed è: “Wow”. L’Arabia Saudita ha accolto solo pochissimi profughi siriani, ma gli americani, aggiunge con tono di gratitudine, sono tutta un’altra cosa. Mohammed dice di desiderare un Medio Oriente in cui non venga ucciso nessuno, indipendentemente dal fatto che sia israeliano, palestinese o siriano. “Siamo esseri umani. Ma con quello che sta succedendo ora in Siria…”. (Da: Times of Israel, 30.9.13) Fasa
Posted on: Mon, 07 Oct 2013 13:22:55 +0000

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