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NON SEMPRE IL FUOCO PURIFICA. LA STORIA DI ‘AMER E DEL SUO ULIVETO Pubblicato da ab il 6/11/13 • Inserito nella categoria: Esperienze,Primo Piano,Testimonianze mercoledì 6 novembre 2013 NON SEMPRE IL FUOCO PURIFICA. LA STORIA DI ‘AMER E DEL SUO ULIVETO L’Ascia Silenziosa Inviato il 5 Novembre 2013 da Yossi Gurvitz Centinaia di alberi sono stati bruciati nel villaggio della West Bank di Jalud durante un attacco importante, il 9 ottobre 2013 Amira Hass ha scritto la settimana scorsa sugli “attacchi terroristici tranquilli”, quelli israeliani di cui non si sente parlare. Essi si verificano su una base quasi quotidiana, e sono diretti al settore agricolo palestinese. Di volta in volta, agli alberi dei palestinesi viene dato fuoco, sono sradicati o abbattuti. Di volta in volta, accade in una zona che è sotto il controllo israeliano. Di volta in volta, succede all’interno di una distanza a tiro di sputo da insediamenti o avamposti israeliani, che sono circondati da soldati, poliziotti, telecamere di sicurezza e molto altro. Di volta in volta, le persone responsabili si sottraggono alla giustizia. Hass ha notato che gli attacchi sono tranquilli, perché i media israeliani e l’IDF sono in combutta per coprire ciò che è, nella migliore delle ipotesi, l’incompetenza militare di primo rango e, nel peggiore dei casi, favoreggiamento al terrorismo agricolo. Ma c’è un altro motivo per cui questi eventi passano in secondo piano. A parte il disinteresse del pubblico israeliano nel sapere ciò che sta accadendo nel loro nome e con i loro sicli d’imposta; e a parte la tendenza delle organizzazioni a scopo di lucro, che una volta erano orgogliose di dire che il pubblico ha necessità di conoscere, e al giorno d’oggi solo preferiscono evitare di far arrabbiare gli acquirenti dei loro annunci che imbustano in un testo, c’è un altro fattore: il fatto che i palestinesi disperano della segnalazione degli incidenti. Ecco un esempio. ‘Abd al-Razeq Mahmmoud’ Abd al-Karim ‘Amer è un agricoltore, residente in Qaddum, che ha fin troppa familiarità con il lato oscuro della occupazione israeliana. Ogni anno il suo appezzamento di terreno, situato vicino l’insediamento di Qedumim, viene attaccato alla vigilia della raccolta delle olive. Ha presentato diverse denunce alla polizia israeliana in passato, senza alcun risultato. Nel 2008, ‘Amer ha visto i vandali che correvano impazziti per il suo appezzamento con i suoi stessi occhi, l’investigatore della polizia gli ha detto che questo non costituisce una prova. Una notte dello scorso settembre, ‘Amer dormiva a casa, quando i suoi figli gridando lo hanno svegliato: si vedeva, dalla casa, il fuoco e il fumo venire dal terreno. I figli e i suoi vicini hanno chiamato i vigili del fuoco, e hanno cercato di salvare quello che potevano. La mattina seguente, hanno potuto valutare il danno: 27 alberi di ulivo, che si stima fossero compresi tra 40 e 45 anni di età, sono stati bruciati; 70 alberelli, di circa tre anni, sono stati rotti. ‘Amer crede che siano stati rotti prima della notte dell’incendio. Ma non può saperlo per certo: dato che il suo appezzamento è adiacente al’insediamento di Qedumim, non ha accesso ad altro se non per le due visite all’anno che egli è tenuto a coordinarsi con l’esercito. I coloni, naturalmente, hanno libero accesso ad esso. Anche se ‘Amer avesse incontrato i coloni mentre stavano distruggendo i suoi alberelli, non ci sarebbe stato niente da fare: i coloni sono armati, dopo tutto, a parte che essi hanno il sostegno del più forte esercito del Medio Oriente.Se ‘Amer avesse protetto la sua proprietà da loro, nel migliore dei casi, avrebbe potuto trovarsi in stato di arresto, e nel peggiore dei casi poteva essere ancora un’ altra fatalità del fuoco delle nostre forze, la cui morte sfortunata sarebbe indagata a lungo dopo che tutti hanno già dimenticato. Non era un caso che l’incendio è scoppiato poco prima del tempo del raccolto: è questo il modo di far capire ad ‘ Amer e alla sua gente che non vi è alcun senso di continuare a combattere per la terra, nostri cari fratelli: sabotatori anonimi potranno raggiungerla , anno dopo anno. Non sarebbe meglio rinunciare alla diminuzione della proprietà e al mal di cuore, ed emigrare – come hanno fatto, per esempio, molti degli abitanti che risiedono vicino all’ avamposto ‘Adei’ Ad ? ‘Amer ha quasi rinunciato. Egli non è disposto a sprecare il tempo necessario per presentare una denuncia alla polizia. Dopo tutto, il suo tasso di fallimento nelle indagini sui danni alle colture è superiore al 97% . Questa non è una coincidenza, questo è lo spirito del comandante che stiamo vedendo. E ‘Amer non è solo: di volta in volta, riceviamo segnalazioni da palestinesi circa gli incidenti, dicendo che non sono disposti a sporgere denuncia perché non vi è alcun senso in questo, ma vogliono che l’incidente sia reso pubblico in qualche modo. Gli alberi abbattuti di ‘Amer non compariranno nelle statistiche della polizia, e quindi andranno a svanire. Si tratta di un evento reale, ma la polizia dall’auto-forzato pensiero dei media israeliani lo negherà. La nostra capacità di fischiare una melodia diversa dalla tempesta urlante dei media israeliani è limitata, e in gran parte dipende da voi. Se tenere in vita questo tema è importante per voi, condividete questo post, per favore. tratto da: Il Popolo Che Non Esiste …………………………………………………………………………………………. ARTICOLO ORIGINALE blog.yesh-din.org/en/?p=520&utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+IsolatedIncidentEnglish+%28Isolated+Incident+English%2
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 19:44:43 +0000

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