Napoliservizi, il patrimonio comunale e il giardino di Romeo - TopicsExpress



          

Napoliservizi, il patrimonio comunale e il giardino di Romeo . (norberto gallo) Che fine avrà fatto il giardino di Alfredo Romeo (per chi non si ricordasse basta andare qui)? Me lo chiedevo già da qualche giorno, da quando cioè, ho realizzato che oramai è tutto pronto per assegnare definitivamente alla partecipata Napoliservizi la gestione del patrimonio comunale napoletano. Un vero e proprio tesoro gestito per oltre vent’anni dall’ ingegnere, che partendo proprio da qui aveva costruito il suo impero. L’ appalto “Romeo” era passato indenne dalla prima alla seconda repubblica, dal pentapartito al rinascimento bassoliniano al decennio iervoliniano, nonostante le pessime condizioni delle “case di Romeo”, la miriade di alloggi popolari gestita in maniera a dir poco approssimativa. Chi aveva provato a mettere in discussione il contratto o anche solo ad esigere maggiore accuratezza nello svolgimento del servizio era sparito dalla scena politica cittadina. Nel 2004, poco prima della scadenza del contratto di gestione, la Corte dei Conti della Campania chiedeva al Consiglio comunale «di effettuare un’attenta analisi e, contemporaneamente, di valutare, qualora si orienti per il rinnovo, di fissare condizioni che consentano all’Amministrazione di riappropriarsi del ruolo suo proprio di indirizzo e controllo» Aggiungendo «va rilevato, infine, che la scelta dell’Amministrazione di affidare a terzi la gestione completa del proprio patrimonio immobiliare non sembra aver comportato effettivi risparmi in termini economico-finanziari, né tantomeno apprezzabili benefici, rimanendo, comunque e sempre, in capo all’Amministrazione, la responsabilità nei confronti della collettività amministrata». Niente da fare. Il contratto era andato di nuovo a Romeo per altri sette anni senza che nessuno dicesse niente. Poi lo stop alla fine del 2012. Finalmente, certo; ma senza troppe soddisfazioni. Anzitutto perchè la giunta arancione appena insediata aveva pensato bene di chiudere una transazione giudiziaria pagando a Romeo 50 milioni sull’unghia senza contestare la cifra, né toccare il capitolo della pessima qualità del servizio erogato o provare ad esigere i crediti vantati. Regalando in più l’impegno sottoscritto ad attuare il progetto “Insula” per l’albergo dell’ingegnere, la gestione diretta di un pezzo di città. “Inevitabile”, era stato il refrain, che aveva però provocato più di qualche mal di pancia nella maggioranza. Inutile dirlo, anche stavolta chi aveva provato a mettersi di traverso (nello specifico l’assessore Narducci) era poi sparito dalla scena politica. A far crescere il magone ai duri e puri della rivoluzione appena arrivata, c’era stato l’inizio del piano di dismissioni con la vendita delle case popolari, che aveva suscitato più di un mal di pancia per il fatto che a gestire i passaggi (e guadagnarci sopra) era stata ancora una volta la Romeo. Tant’è alla fine il contratto era scaduto e, in tempi di crisi e ristrettezze, qualcuno a San Giacomo aveva suggerito di fare di necessità virtù affidando la gestione del patrimonio comunale alla Napoliservizi, la più decotta delle partecipate comunali. Con un costo di 65 milioni all’anno ed una zavorra di duemila e passa dipendenti, ad ottobre era stato deciso di metterla sul mercato, senza però affidarle alcun servizio. Una maniera per condannarla al fallimento. Ora veniva recuperata. O perlomeno veniva recuperato il pretesto per continuare a pagare quei 65 milioni e quegli stipendi mai passati per pubblici concorsi. Un po’ di tempo per capire se sarebbe stata davvero in grado di gestire la manutenzione e proseguire un piano di dismissioni da 600 milioni di euro in tre anni. Nel frattempo c’ erano voluti cinque tir per trasferire 350 milioni di fogli di archivio dalla vecchia concessionaria alla nuova. Intanto ad aprile Romeo ha consolidato la sua posizione di imprenditore di successo. Stavolta ha vinto l’appalto per la riscossione dei tributi nei Comuni Italiani. L’Anci presieduto dal renziano Delrio lo ha preferito ad Equitalia ed alla Maggioli tributi. A Napoli più di uno è pronto a scommettere che non appena i conti di Napoliservizi andranno in rosso e sarà necessario cercare partner privati, sarà impossibile impedire all’ingegnere di rientrare nella partita delle dismissioni comunali, complice il tempo che avrà contribuito a smussare gli spigoli della fatwa anti-Romeo. Del resto lui è uno che ha dimostrato di saper aspettare e soprattutto di saper navigare meglio di chiunque altro nel mare in tempesta dell’ Italia che conta sul serio. A testimoniarlo c’ è il suo giardino. Ci sono passato ieri pomeriggio, per scoprire che è sempre lì, intoccato nonostante cause e tribunali, marce e manifestazioni. Un pezzo di suolo demaniale splendidamente tenuto da un privato che non ne avrebbe diritto, ornato di piante rare e bellissime. Un abuso che da un quarto di secolo si beffa di un’intera città.
Posted on: Mon, 01 Jul 2013 08:12:50 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015