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Nel corso della cerimonia solenne in consiglio comunale, a cui hanno partecipato le massime autorità cittadine ed anche una buona parte degli esponenti più illustri della comunità slovena, Cosolini, ha chiuso definitivamente una querelle che era in corso da quando Pahor rifiutò, anni fa, lo stesso riconoscimento perché nella motivazione non si era fatto accenno alcuno al fascismo. Per il primo cittadino quella di oggi comunque “una doverosa testimonianza di affetto della comunità dei triestini tutti all’uomo e al grande letterato”. Si tratta della prima civica benemerenza che il comune concede ad uno sloveno. Un gesto simbolico importante, come di ricorda il professor Miran Košuta: “Attraverso questo riconoscimento è, in un certo senso, valorizzata e premiata l’intera comunità linguistica, nazionale ed anche culturale slovena in Italia”. Pahor nel suo discorso di ringraziamento non ha mancato di esprimere due desideri: il primo è che il sindaco Cosolini sia scritto negli annali di Trieste come l’uomo che darà alla lingua slovena il valore che ha alla regione ed ala provincia. Il secondo desiderio di Pahor, invece, riguarda i campi di concentramento fascisti. Il vecchio professore ha detto che sarebbe un onore per l’Italia se venisse fatto un memoriale per i defunti in maniera i familiari delle vittime possano venire dalla Sloveni, dalla Croazia e da altri luoghi a portare un fiore ai loro morti. Alla fine della cerimonia, parlando con i giornalisti sloveni, Pahor non ha mancato di tirare una bacchettata a Lubiana, per il rapporto che la Slovenia avrebbe nei confronti della storia slovena di Trieste. Per Pahor questo non è stato che il preludio di una settimana intensissima. In Slovenia e a Trieste fioccano le iniziative per festeggiare i suoi cent’anni.
Posted on: Fri, 23 Aug 2013 16:13:41 +0000

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