Nel girone degli ignavi Non mi interessa qui stare ancora a - TopicsExpress



          

Nel girone degli ignavi Non mi interessa qui stare ancora a parlare del merito della sentenza di ieri: chiunque abbia letto un minimo gli atti, le intercettazioni, le localizzazioni delle celle dei telefonini e così via ha tutti gli strumenti per fare pulizia mentale dalla quantità impressionante di balle che oggi vengono sparate all’unisono dai dipendenti e dai famigli del Cavaliere. Balle che vengono spacciate nei tg e nei talk show come rispettabili e degnissime opinioni, in una surreale par condicio mediatica fra i fatti acclarati e le più spudorate fandonie. Una par condicio farlocca ma molto figlia di queste larghe intese e della famosa ‘pacificazione’: basta vedere quel capolavoro di comunicato con cui il Pd «prende atto della sentenza e la rispetta», ma per carità «senza commettere l’errore di confondere il piano giudiziario con quello politico». Un capolavoro, appunto, seppur di ipocrisia: cosa significa «prendere atto della sentenza senza confondere il piano giudiziario con quello politico»? Il Pd pensa che Berlusconi sia un delinquente come ha stabilito il tribunale o pensa che quello di ieri sia stato «un colpo di Stato, una barbarie, una sentenza teocratica e una persecuzione» così come dicono tutti i berlusconiani? Non si sa: le larghe intese impediscono al Pd di rispondere a questa domanda. Ci si limita a «prendere atto». Qui ci sono dei tribunali della Repubblica che hanno condannato il fondatore-leader-proprietario di un partito per un totale, al momento, di 12 anni: davvero non è un fatto politico questo? Né lo è il particolare che gli ultimi sette anni se li è presi per un abuso di potere compiuto proprio da politico, da presidente del Consiglio, così come da politico si è da poco beccato altri 12 mesi per l’intercettazione di Fassino? Fingere di considerare impolitici questi fatti mi sembra una cosa al limite del grottesco, o più semplicemente dell’ignavia. Ieri sera, a Omnibus, sentivo Licia Ronzulli che protestava vivacemente per la mancata solidarietà del vertice Pd al suo partner di governo «perseguitato dai giudici». Beh, paradossalmente, ha ragione. Perché – appunto – delle due l’una: o i dirigenti del Pd stanno governando con un perseguitato o stanno governando con un delinquente. Credo la loro opinione in merito sarebbe gradita: anche, se non soprattutto, da quanti li hanno votati.
Posted on: Tue, 25 Jun 2013 09:08:23 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015