Niscemi. Territorio e Mondo. Stasira vaiu e curru cu lu ventu A - TopicsExpress



          

Niscemi. Territorio e Mondo. Stasira vaiu e curru cu lu ventu A grapiri li porte di la storia Stasira vugghiu dari pu un mumentu La vita e lu passatu e alla memoria Per parlare di Niscemi forse si potrebbe iniziare da qui; dalle canzoni di Rosa Balestrieri, che hanno accompagnato le nostre sere intorno al fuoco del presidio permanente di Niscemi. Beppe e la sua chitarra a ricordarci ogni sera la territorialità di una lotta che dalla terra sicula prende la linfa per diffondere un respiro globale. È proprio su queste due differenti dimensioni che vorrei muovere i passi di questa analisi, meglio di questa carrellata di ricordi. Territorio. Il percorso in auto da Gela a Niscemi lascia facilmente l’amaro in bocca: lasciato alle spalle il petrolchimico di Gela si incontrano lungo la strada le trivelle, le cui braccia nere dal movimento lento e costante si stagliano sulla piana arsa e deserta; in cima ad un’altura di staglia il paesino di Niscemi, isolato da ogni altro dove; e poi la Base. Ho notato come molti abitanti delle campagne intorno la base abbiamo preso l’abitudine di recintare le loro proprietà con una rete molto simile a quelle utilizzate per il territorio americano e questo non è che uno spunto di riflessione. Le antenne sono 46, sono imponenti : sulla più alta hanno istallato una luce rossa ad intermittenza, l’occhio di Sauron, come la chiamiamo noi! E poi il MOUS, Mobil User Objective System, un sistema di satelliti geo-stazionari ad altissima frequenza che potenzierà le comunicazioni militari via terra, aria e acqua, gestito dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti. Il territorio sono poi le sue istituzioni : alla revoca di Crocetta delle autorizzazione dei lavori del MUOS del 29 Marzo 2013, segue la “revoca della revoca” il 25 Luglio 2013. “Crocetta merda” come dalla manifestazione del 9 si suole ripetere in continuazione! Poi il comune di Niscemi, occupato per più di un mese. Il sindaco La Rosa ha cavalcato la battaglia NO MUOS per la sua campagna elettorale per poi abbandonarla e porsi come antagonista al movimento; dalle ultime dichiarazioni rilasciate, egli prende le distanze dal presidio e afferma di non considerarlo più un interlocutore; bhé, che peccato! Ma la verità di un territorio è, ovviamente, la sua gente! Un popolo che sin dallo sbarco degli americani (la cui ultima commemorazione è stata magnificamente “animata” dagli attivisti e le attiviste NoMUOS) ha coscienza delle relazioni di potere in gioco; c’è chi, combattivo, sostiene la causa NoMuos, portando acqua, pasta, una torta Crocetta Merda in presidio; chi dando disponibilità di fotocopie e internet, il compagno meccanico NoMuos, i panifici; chi invece, col suo corpo è sempre presente, sempre in prima linea e subisce le conseguenze di una repressione ormai nota : multe salate, denunce, controlli costanti. Il territorio siamo noi, compagni e compagne da tutta Italia e da tutto il mondo; la nostra presenza come Sci ha destato meraviglia, curiosità; ancora negli occhi le immagini dei vols che al megafono in piazza durante il giorno del mercato si presentano, ognuno nella propria lingua, e incitano alla lotta i siciliani e le siciliane seduti di fronte la porta di casa; i ragazzini siculi camminano dietro Anezka, bella di bellezza dell’est e cercano di comunicar con lei : Io non parlo italiano, poi sorride! Uno degli obiettivi del movimento NoMuos è sottolineare come il territorio sia il mondo intero; sosteniamo i niscemesi contro l’occupazione del loro territorio ma nel cuore forte è il nostro spirito antimilitarista, il rifiuto di ogni guerra e di ogni odio. La presenza di Benjamin (Svizzera), Clement e Raphaelle (Francia), Moises e Mariana (Messico), Hinka (Bulgaria), Anezka ( Rep. Ceca) è il segno tangibile di questo nostro respiro ampio. Veniamo dal mondo e il nostro sguardo è nel mondo ma il senso di appartenenza alla terra sicula non tarda ad arrivare; siamo parte di questa terra e come lei siamo feriti ma resistiamo! E come la si lascia respirare questa terra? Il taglio delle reti fu come un soffio di vento. La preparazione alla giornata del 9 si è sviluppata tra dubbi e insicurezze. Qualche giorno prima del 9, alcuni compagni e compagne si sono arrampicati sulle antenne (primo scacco al Re, la militarizzazione dell’intero perimetro della zona, non è logisticamente possibile); il 9 si ha un solo obiettivo chiaro in testa : raggiungere i compagni e le compagne! Attraversiamo la sughereta e siamo tanti e tante immers* tra musiche e colori. Un primo contatto con le forze del (dis)ordine all’altezza del cancello 4 ma appena presa la strada che fiancheggia la collina il taglio è fatto e si entra veloci, col cuore in gola, uno dopo l’altra e nello stesso tempo metri e metri di rete cadono giu! Non c’è neanche bisogno di chinare il capo per entrare, ormai si tratta di continuare la nostra passeggiata in direzione delle antenne; cinque minuti dopo il mio ingresso, mi volto e vedo dietro di me i vols che non hanno avuto paura, non si sono arrestati al di là delle reti e sono entrati assieme al flusso di gente festante; Raphaelle e Clement scattano foto coi pollici alzati ed alle spalle le forze del (dis)ordine! I nostri compagni e le nostre compagne sulle antenne, commoss*, guardano la scene dall’alto, ci raggiungono; questo giorno resterà ben saldo nella nostra memoria. Torniamo al campeggio, non siamo pronti ad affrontare la notte; errore politico o contingenza, se ne parlerà a lungo nei giorni successivi e questo è il segno che non ci si contenta, che ciò che è accaduto agirà da nuova spinta. Nei giorni successivi leggiamo i soliti articoli fuorvianti che parlano di violenti e incappucciati; si è trattato di un’invasione popolare, festaiola oserei dire ma ciò non significa che si rigettano le pratiche di azione diretta; ne avremo bisogno in futuro e saremo tutti e tutte ancora complic* e solidal* ! La Valle ne è esempio, non esistono buoni e cattivi tra di noi! Nei giorni successivi il livello di militarizzazione si alza; nonostante i tentativi di blocco, supportato dai monitoraggi degli attivisti e le attiviste delle varie città, passa il filo spinato con cui si recinta ogni singola antenna; passano altri materiali per terminare i lavori del MUOS; qualcuno/a si sdraia lungo la strada, qualcun altro sfoga la propria rabbia e forse un senso di impotenza con qualche insulto. Lo stress si fa sentire e gli equilibri vacillano. Eppure all’ultima assemblea a cui ho partecipato siamo tant*, eterogenei, come sempre! Ognuno/a proveniente dalla propria esperienza, ognuno/a incline ad un differente contributo. E si sceglie un’altra tappa : dal 20 al 22 settembre, 3 giornate di lotta a Niscemi; il 28 manifestazione Nazionale a Palermo. Come vedi, caro La Rosa, anche se la questura ordina alla forestale ed ai pompieri di non portare più l’acqua in presidio non si può fermare il vento! Nel frattempo gli internazionali e le internazionali sono partiti! Ci siamo abbracciati, ognun* di loro ha promesso che porterà con sé la lotta NoMuos nel cuore; torno al campeggio dopo quattro giorni di pausa; scopro che Moises e Mariana sono ancora lì, sono stati adottati dal presidio! Li capisco bene: quando il presidio diviene casa, è difficile adagiarsi in altro luogo. E di nuovo qui, in questo luogo che è casa. Con la mente ad un popolo siriano in pericolo; con lo sguardo verso gli strumenti della morte che quel pericolo lo creano, ci si addormenta attorno ad un fuoco, con la voce di Beppe e Vivi come nenie Nun è lu chiantu ca cangia lu distinu Nun è lu scantu ca ferma lu caminu ‘ncapu li pugna, cuntu li ita Restu cu sugnu, scurru la vita Cantu e cuntu, cuntu e cantu Ppi nun perdiri lu cuntu. NoMuos fino alla vittoria!
Posted on: Mon, 16 Sep 2013 16:56:57 +0000

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