Non si cambiano i principi della Carta Attenti a non sostituire - TopicsExpress



          

Non si cambiano i principi della Carta Attenti a non sostituire la centralità della persona umana e della pace con altri valori di Tania Groppi Costituzionalista LA PIÙ BELLA DEL MONDO: SOLTANTO ROBERTO BENIGNI POTEVA USARE PAROLE COSÌ NETTE PER DEFINIRE LA COSTITUZIONE ITALIANA. I COSTITUZIONALISTI, con maggiore prudenza e minore efficacia comunicativa, ci dicono che essa fa parte del «ciclo costituzionale del Secondo dopoguerra» e rappresenta oggi una delle costituzioni più antiche e solide a livello mondiale. Quel che conta, è che entrambi – il comico ispirato e gli specialisti concordano nel rinvenirne le radici in un preciso momento storico e in un preciso clima culturale, quello che, dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, ha visto il convergere di molteplici sforzi e tradizioni verso un medesimo risultato: rimettere al centro la persona umana e la sua dignità, assicurando la convivenza pacifica all’interno degli Stati e tra gli Stati. Le Costituzioni del secondo dopoguerra sono marcate fortemente da questa duplice impronta: garanzia dei diritti e organizzazione di un assetto istituzionale che assicuri la dialettica democratica e la pace. Esse si inseriscono in un movimento finalizzato a fondare un nuovo ordine mondiale, al pari della creazione delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali, come il Consiglio d’Europa, o dei trattati a tutela dei diritti umani. Anche il processo di integrazione europea prende avvio in quell’epoca e con quello scopo, benché tendiamo a dimenticarcene, oggi che vediamo nell’Unione europea essenzialmente un rigido custode del pareggio di bilancio e della stabilità monetaria. Quando si discute dell’attualità della Costituzione, della sua capacità di essere ancora, nel XXI secolo, la bussola capace di orientare le scelte della società italiana e di esprimerne l’identità, occorre tenere presente questo quadro fondativo: non si tratta di mere considerazioni storiche, avulse dal presente, ma dell’acqua nella quale la Costituzione trova il suo nutrimento e la sua stessa ragione d’essere. Soltanto se riteniamo che le esigenze e i valori che guidarono la rifondazione della società occidentale dopo la Seconda guerra mondiale sono superate, se riteniamo che occorre oggi sostituire la centralità della persona umana e la pace con nuovi e diversi principi, possiamo affermare che la Costituzione ha perso la sua attualità e che occorre un nuovo momento costituente. Ma se non la pensiamo così, allora è ancora alla Costituzione del 1948 che dobbiamo e possiamo guardare per cercare le risposte per le molteplici sfide di questa nostra epoca, certi e fiduciosi che, se avremo occhi capaci di vedere, le risposte non mancheranno. Questo non vuol dire che la Costituzione non si possa aggiornare, modificare, rivedere, seguendo le procedure che proprio a questo fine essa stessa prevede: ricordarci quali sono le origini della Costituzione, qual è la sua essenza e le sue finalità, ci può aiutare a sdrammatizzare il dibattito, che di nuovo di questi tempi si fa virulento, sulla revisione costituzionale. Anche le, legittime, a volte necessarie, modifiche della Costituzione, infatti, debbono essere funzionali al quadro di principi e valori che della Costituzione costituiscono l’essenza: se è chiara, ben esplicitata e condivisa la permanente adesione ad essi, allora si può guardare alle esigenze della revisione costituzionale senza pregiudizi e paure.
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 16:37:39 +0000

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