Non sono nato in questo posto, ci è nato mio padre prima di me e - TopicsExpress



          

Non sono nato in questo posto, ci è nato mio padre prima di me e mio nonno prima di lui e così indietro per qualche ramo del mio albero genealogico. Quindi in un qualche modo, sia io che mio fratello essendo le prima propaggine di un virgulto esiliato da questa terra, proviamo per essa un attaccamento viscerale e forse ancor più stretto per il fatto di non appartenergli, sentiamo un legame farcito anche di invida per i nostri predecessori che potevano dire a buon diritto di essere nati tra queste pietre e questi ulivi, non come noi esuli che quando ci chiedono “di dove sei?” e indugiando rispondiamo sono nato a.. e con fierezza poi maggiori: ma sono originario di..... Non ci abito neppure, sto a kilometri infiniti più su a nord, kilometri in quantità per cambiare il sapore del pane il colore dell’olio e il profumo dell’aria. Ma quì ci ritorno appena posso, mi ci ha portato mille volte d’estate un treno che si muoveva su un percorso sempre fissato e a me regalava la sensazione del viaggio e uno stupido senso di libertà, qui si sono tornato anche senza avere in tasca i soldi per il dopo del viaggio, tutti i risparmi si erano traformati in un rettangolo di cartoncino che veniva obliterato da un controllore e poi conservato tra le pagine di un libro. con la fantasia e con i ricordi ci passo spesso, giusto per rispolverare la senzazione del caldo alla pelle, l’odore dei fichi scaldati dal sole, il verde e il giallo che si mescolano feroci nei campi, sorvegliati dall’azzurro denso del cielo, qui ci ritornano i miei occhi il mio naso a sentire l’odore di legna d’inverno che è caldo e morbido non tagliente come la nebbia del nord, qui ci tornano le mie orecchie a sentire il dialetto con i suoi suoni le sue facce i suoi vecchi. Qui ci vengo sin da piccolo qui sono stato cowboy ed esploratore per la prima volta qui sono stato baciato in una notte che pare di secoli fa su una torre di pietra nascosti agli occhi dei grandi un bacio che sembrava una sfida ad ogni pudore ad ogni vergogna ad ogni nostra giovane paura. Qui mi sono perso correndo su strade che non erano ancora asfaltate, qui mi è stato impossibile non conoscere Dio e litigare con lui e farci pace e litigarci ancora. Qui ho imparato una lingua straniera e a suonare la chitarra. Conosco ogni pietra ogni paronama che si apre girato un angolo o incorniciato dalle volte di pietra romane, li conosco tutti i ciotoli dei vicoli li ho dipinti a uno auno nella mia memoria, e ancora oggi non hanno perso vigore nel regalarmi stupore ogni volta ogni volta volta diverso. Quì mi sento a casa. Sarà per questo che questa vicinanza, questa voglia di allontanare le distanze, un giorno io mio fratello ci siamo fatti lo stesso tatuaggio, nella stessa posizione. Per me fu il battesimo dell’inchiostro l’inizio del rito di volermi portare addosso, fino a quando la mia pelle non sarà cenere, una formula, un richiamo, un monito a qualcosa di importante. Ci siamo tatuati il soprannome della nostra famiglia, si il soprannome non il cognome, a chi è curioso possiamo raccontare una storia che non è solo la nostra e quella di nostri nonni delle loro professioni dei loro vizi e delle loro virtù che venivano riassunti nascosti e codificati in un soprannome, ora le chiavi per leggere quei nomi costruiti cesellati su misura si è persa con il tempo di una o due generazioni, si è persa nell’incapacità dell’uomo di raccontarsi la propria storia di tramandarla con onore per quanto semplici possano essere le esistenze, questo da al successore la voglia di fare qualcosa di grande di buono o semplicemente qualcosa che si possa raccontare. qui non ti chiedono “come ti chiami?” ma “ di chi sei?” ed è a questo punto che devi sfoderare come in poema di araldica le tue generalità vantando un senso di appartenenza alle mura che costituiscono il paese io sono figlio di..... fratello di... che stava nel vicolo tale e che era figlio di che faceva il. A questo posto voglio appartenere, pare un desiderio assurdo, ma vorrei che fossero disperse quì le mie ceneri o qui o dall’altro capo del mondo perchè io appartengo a questo posto, oppure appartengo al vento che non appartiene a nessuno.
Posted on: Sat, 13 Jul 2013 16:36:47 +0000

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