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Nuove città[modifica | modifica sorgente] Pianta di Avola figura 8: Piazza del Duomo, Siracusa. La Cattedrale dotata di pilastri di Andrea Palma fiancheggiata da palazzi barocchi e dal vescovado. In seguito al sisma il programma di ricostruzione fu velocemente avviato, sotto la direzione del Duca di Camastra, vicario con pieni poteri per la ricostruzione, e del suo collaboratore, lingegnere militare Carlos de Grunembergh. La fondazione di nuovi centri abitati in Sicilia non era nuova visto che tra la fine del XVI secolo e tutto il XVII secolo ne erano stati fondati, dai nobili titolari di feudi, un centinaio per ripopolare vaste aree di latifondo spopolate ed incrementare così la produzione agricola. Si tratta di cittadine, anche piuttosto grandi realizzate con impianti a scacchiera o comunque ortogonali, anche se ognuna con particolari caratteristiche: Vittoria, Leonforte, Cinisi, Palma di Montechiaro, Paceco. La ricostruzione avvenne infatti spesso secondo uno schema razionale a griglia e quando fu possibile si preferì ricostruire i centri abitati in altri siti, tenendo conto di vari criteri, tra cui la volontà di non ricreare la struttura medievale fatta di ristretti vicoli, la necessità di avere piazze e strade principali ampie, la possibilità di erigere difese fortificate efficienti in unepoca in cui era ancora presente la minaccia turca. Tali caratteristiche miravano anche a minimizzare i danni alla proprietà e alle vite umane in caso di probabili nuovi terremoti. Infatti nel 1693 le strade molto strette avevano reso più disastroso il terremoto. Architettonicamente i nuovi impianti urbanistici pianificati crearono la possibilità di ampie prospettive e scenografie urbane come quelle realizzate da Rosario Gagliardi a Noto. In genere si nota questo aspetto nelle città più estensivamente ripianificate di Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa, e Scicli. Uno dei migliori esempi di questa nuova pianificazione urbana può essere visto a Noto (figura 9), la città ricostruita circa 10 km dal sito originario sul Monte Alveria. Lantica città in rovina, conosciuta come Noto Antica, può ancora essere visitata nel suo stato diroccato. Il nuovo sito prescelto era più pianeggiante di quello antico per facilitare un lineare sviluppo a griglia. Le strade principali procedono da est a ovest in considerazione dellangolazione del sole. Questo esempio di pianificazione urbanistica si può attribuire al commissario generale Giuseppe Asmundo, e allerudito aristocratico locale, Giovanni Battista Landolina, che con laiuto da tre architetti locali è responsabile di aver pianificato la città. figura 9: Via Corrado Nicolaci, Noto. In queste nuove città, laristocrazia si localizzò nelle aree più sopraelevate, dove laria era più fresca e pulita (nelle torride estati siciliane) e la vista più gradevole. La chiesa fu collocata al centro della città (figura 8), per comodità di tutti, e per riflettere la globale centralità della Chiesa; intorno alla coppia costituita da Cattedrale e Palazzo Vescovile furono costruiti anche i conventi. I commercianti e mercanti scelsero come quartiere le pianificate strade larghe originate nelle piazze principali. Infine i meno abbienti furono ammessi ad erigere i loro rifugi di mattoni e le loro case nelle aree a cui nessun altro ambiva. In tal modo la pianificazione urbanistica Barocca venne a simboleggiare e riflettere lautorità politica, e in seguito il suo stile e la sua filosofia si diffusero in luoghi tanto lontani come Annapolis, Williamsburg, New Bern e Savannah nellAmerica Britannica e con fama ancora maggiore nella ripianificazione urbanistica del XIX secolo di Paris operata dal Barone Haussmann. Erano stati deposte le basi per lesplosione dellarchitettura Barocca che avrebbe predominato in Sicilia fino al primo XIX secolo. Alcuni tra i centri ricostruiti dopo il sisma del 1693, non presentano il tradizionale tracciato ortogonale a scacchiera ma una forma urbana geometrica su base esagonale: Avola progettata da Angelo Italia e Grammichele il cui disegno è attribuito a Carlo Maria Carafa Branciforti i cui schemi urbanistici sono desumibili dal trattato di architettura militare allora più conosciuto: I Quattro Primi Libri di Architettura di Pietro Cataneo.[12] e rappresentano in un certo senso la tardiva realizzazione della città ideale rinascimentale. In seguito molte altre città e paesi siciliani che erano stati un po danneggiati o furono completamente risparmiati dal sisma, come Palermo, furono anchessi trasformati dallo stile Barocco, man mano che la moda si allargava e gli aristocratici con un palazzo a Catania iniziarono a desiderare che il loro palazzo nella capitale fosse altrettanto opulento di quello nella seconda città. A Palermo la chiesa di Santa Caterina, iniziata nel 1566, fu una di tante nella città i cui interni furono ridecorati nel XVIII secolo in stile Barocco, con marmi colorati. Nuove chiese e palazzi[modifica | modifica sorgente] figura 10: La Chiesa Madre di San Giorgio Modica La caratteristica principale dellarchitettura barocca in Sicilia dopo il 1693, è stata una grande esuberanza decorativa, anche se le particolari caratteristiche di calore, gioia espressiva e libertà vennero raggiunti gradualmente nel corso del secolo. Subito dopo il terremono furono costruite o ricostruite innumerevoli chiese e palazzi. Le prime rivelano il ruolo sociale che aveva assunto in Sicilia il gran numero di congregazioni, per cui in un solo piccolo centro erano spesso presenti un elevato numero di ordini conventuali caratterizzati da unintensa attività edificatoria. Ugualmente i nobili si sentirono in dovere di dotarsi di palazzi e residenze di campagna per affermare il proprio ruolo sociale, favorendo le espressioni artistiche più opulente di decorazioni. Gli architetti spesso locali furono capaci di progettare in un modo più sofisticato di quello del tardo XVII secolo; molti erano stati educati nellItalia continentale ad una comprensione più dettagliata dellidioma Barocco. Il loro lavoro ispirò progettisti siciliani che avevano avuto minori occasioni. Va osservato che questi architetti furono anche assistiti da pubblicazioni di incisioni di Domenico de Rossi, che per la prima volta fornì le precise dimensioni e misure di molti delle principali facciate Barocche e Rinascimentali di Roma. In tal modo il Rinascimento finalmente sbarcò in Sicilia diciamo così per procura. Giovanni Battista Vaccarini era il principale architetto siciliano durante questo periodo. Egli arrivò sullisola nel 1730 portando un personale amalgama delle idee del Bernini e del Borromini, e introdusse allarchitettura dellisola un movimento unificato e un gioco di linee curve che sarebbe risultato inaccettabile nella stessa Roma. Comunque i suoi lavori sono di qualità considerevolmente inferiore rispetto a quella di ciò che sarebbe seguito. Notevoli lavori di questo periodo erano le ali del XVIII secolo di Palazzo Biscari a Catania e della Chiesa di SantAgata del Vaccarini, sempre a Catania. Per questo edificio Vaccarini chiaramente attinse allArchitettura Civile di Guarino Guarini. È il suo frequente rifarsi a disegni affermati che rende larchitettura di questo periodo, pur opulenta, dotata di una qualità disciplinata, quasi imbrigliata. Lo stile di Vaccarini era destinato a dominare Catania per decenni. figura 11: La Basilica di Santa Maria Maggiore Ispica Un secondo ostacolo per il pieno sviluppo del potenziale degli architetti siciliani fu che frequentemente essi stavano solo ricostruendo una struttura danneggiata, e dovevano quindi far coincidere i loro progetti con lo stato dei luoghi e dei manufatti o quanto ne rimaneva. La chiesa di San Giorgio a Modica (figura 10) ne è un esempio: malamente danneggiata dal terremodo del 1613, ricostruita nel 1643 in stile Barocco conservando la pianta medievale, quindi danneggiata di nuovo nel 1693. La ricostruzione ebbe luogo a partire dal 1702 ad opera di un ignoto architetto. Infine Rosario Gagliardi supervisionò il completamento della facciata, avvenuto nel 1760, o almeno parte dei lavori, essendo morto in quegli anni. Però i compromessi a cui egli dovette prestarsi in ossequio alla struttura esistente sono evidenti. Mentre Gagliardi usò le stesse formule che tanto successo gli arrisero a San Giorgio a Ragusa, qui a Modica la costruzione è più pesante e manca dellabituale leggerezza di tocco e libertà di disegno. Secondo alcuni autori più recenti questo può anche dipendere in parte dallavvicendarsi di altri alla supervisione a cavallo della morte del Gagliardi, di cui comunque si conservano disegni correlati. Col compito di ricostruzione dal terremoto del 1693, lo stesso Rosario Gagliardi progettò con lo stesso stile la basilica di Santa Maria Maggiore a Ispica (figura 11), unica nella Provincia di Ragusa grazie alla presenza del Loggiato progettato da Vincenzo Sinatra. Cera anche unaltra influenza al lavoro. Tra il 1718 e il 1734 la Sicilia fu controllata personalmente da Carlo VI da Vienna, col risultato che si possono percepire stretti legami con larchitettura austriaca. Diversi edifici sullisola sono imitazioni dei lavori di Fischer von Erlach. Un architetto siciliano, il monaco Tommaso Napoli, visitò Vienna due volte verso linizio del secolo, tornando con una collezione di incisioni e disegni. Fu in seguito architetto di due ville di campagna del primo periodo Barocco siciliano, notevoli per le loro pareti concave e convesse e per il complesso disegno delle loro scale esterne. Una, la sua Villa Palagonia iniziata nel 1705, è la più complessa è ingegnosa di qualsiasi altra costruita nellera Barocca della Sicilia; la sua doppia scala di scalinate rettilinee, con frequenti cambi di direzione, fu il prototipo di ciò che divenne una caratteristica eminente del Barocco Siciliano. In seguito una nuova ondata di architetti, consci del fatto che gli stili del Rococo per gli interni iniziavano altrove a guadagnare ascendente sul Barocco, procedettero a sviluppare lappariscenza, la libertà e il movimento che oggi sono sinonimi dellespressione Barocco Siciliano. Il pieno sviluppo del Barocco Siciliano[modifica | modifica sorgente] figura 12: Duomo di Siracusa: Facciata della Cattedrale di Andrea Palma (iniziata nel 1728). Basata sulla formula dellarco trionfale romano, le masse interrotte da una facciata colonnata creano un effetto teatrale. Intorno al 1730 il Barocco siciliano cominciò gradualmente a distanziarsi dallo stile Barocco definitosi a Roma e guadagnò una individualità anche più forte per due ragioni: in questo periodo la corsa a ricostruire stava cominciando a scemare e la costruzione stava divenendo più tranquilla e meditata; e un nuovo manipolo di architetti siciliani veniva alla ribalta. Questa generazione aveva assistito alla ricostruzione nel Barocco e studiato le stampe e i libri di architettura che giungevano con sempre maggiore frequenza dal continente. Diversamente dai predecessori - i vecchi studenti degli architetti di Roma - essi erano capaci di formulare stili fortemente individuali in autonomia. Questi architetti inclusero Andrea Palma, Rosario Gagliardi e Tommaso Napoli. Pur tenendo in considerazione il Barocco di Napoli e Roma, essi adattarono adesso i loro progetti a bisogni e tradizioni locali. Il loro uso di risorse e sfruttamento dei siti era spesso follemente creativo. Napoli e quindi Vaccarini avevano promosso luso di scale esterne, che era adesso condotto ad un nuovo stadio: chiese in cima alle colline venivano raggiunte tramite meravigliose scalinate che evocavano il mentore di Vaccarini, Francesco De Sanctis e le scalinate di Piazza di Spagna a Roma. Le facciate delle chiese spesso vennero a rassomigliare a torte nuziali piuttosto che luoghi di culto man mano che gli architetti guadagnavano sicurezza, competenza e statura artistica. Gli interni chiesastici, che fino a questa data erano stati leggermente prosaici, cominciarono, specialmente a Palermo, ad essere decorati con un tumulto di marmi intarsiati e unampia varietà di colori. Anthony Blunt ha descritto questa decorazione come affascinante o repellente, ma comunque il singolo spettatore possa reagire, questo stile è una manifestazione caratteristica di esuberanza siciliana, e va classificato tra le più importanti e originali creazioni di arte Barocca sullisola. Questo è fondamentale nel Barocco Siciliano; fu idealmente intonato alla personalità siciliana, e questa fu la ragione per cui si evolse in modo tanto spettacolare. In nessun luogo in Sicilia lo sviluppo del nuovo Barocco è più evidente che a Noto, definita la perfetta città barocca[13], Ragusa e Catania. Rosario Gagliardi, Chiesa di San Domenico, Noto Noto[modifica | modifica sorgente] Le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze ed imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. La unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano coerente e ricco di episodi architettonici. Venne utilizzata la tenera pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato, riccamente intagliata. La ricostruzione avvenne unitariamente sotto la guida del duca di Camastra, che rappresentava a Noto il viceré spagnolo. A differenza di quanto accade di solito nelle costruzioni barocche delle province del Sud Italia, come soprattutto a Lecce e, in Sicilia, a Catania, gli architetti che lavorano a Noto non puntano tutto sui motivi ornamentali, i quali restano sempre ben controllati, senza squilibri rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti[14]. Inoltre, gli architetti attivi a Noto, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, si impegnarono anche nella realizzazione di architetture elaborate, con limpiego di facciate concave (come nella chiesa del Carmine o in quella di San Carlo Borromeo al Corso), convesse (come la chiesa di San Domenico) o addirittura curvilinee, come nella torre campanaria del seminario. Il barocco di Noto pervade lintera città: gli elementi barocchi non sono isolati allinterno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la perfetta città barocca[15]. A tal proposito Ugo Ojetti sostenne:«Noto ai primi del Settecento è una delle nostre città sorte dun colpo, pel fatto sembra duna volontà sola, immagine precisa del gusto dunepoca. A visitarla, palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, nello stesso barocco, come dice bene il Fichera, fiammeggiante, con una grandiosità senza pause e una regalità senza avarizia»[16]. Dellimpegno degli architetti netini per la creazione di grandi scenografie, in unottica barocca pienamente consapevole e non provinciale, si accorse pure un maestro dellimmagine come Michelangelo Antonioni, il quale in una scena de LAvventura, girata a Noto, fa dire al protagonista, interpretato da Gabriele Ferzetti, intento ad ammirare la città dalla terrazza del campanile della chiesa di San Carlo al Corso:«Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effetti scenografici. Che libertà straordinaria!» Ragusa[modifica | modifica sorgente] Ragusa fu gravemente danneggiata nel 1693. Labitato è diviso in due parti: Ragusa Ibla, ricostruzione della città vecchia sul suo colle, e Ragusa Superiore che invece fu edificata ex novo dopo il terremoto su un altopiano adiacente. Successivamente Ragusa Superiore si espanse su un ulteriore altopiano, separato dal primo dalla vallata S. Domenica e ad esso collegato tramite tre ponti costruiti in epoche diverse. Ragusa Ibla, la città inferiore, vanta un insieme impressionante di manufatti Barocchi, che includono la chiesa di San Giorgio di Rosario Gagliardi, progettata nel 1738 (figura 12). Nel progetto di questa chiesa Gagliardi sfrutta la difficile topografia del sito collinare. La chiesa torreggia in modo impressionante su una imponente scalinata di circa 250 gradini, una caratteristica Barocca frequentemente adottata in Sicilia a causa della morfologia dellisola. La torre sembra esplodere dalla facciata, accentuata da colonne e pilastri rastremati contro le pareti curve. Al di sopra delle aperture di porte e finestre, timpani si svolgono e curvano con un senso di libertà e di movimento che sarebbe stato impensabile ai precedenti architetti ispirati al Bernini e al Borromini. La cupola neoclassica non fu aggiunta prima del 1820. figura 13: La Chiesa di San Giorgio di Rosario Gagliardi, Ragusa. In un vicolo che connette Ragusa Ibla con Ragusa Superiore si trova la Chiesa di Santa Maria delle Scale. Questa chiesa è interessante, nonostante gravemente danneggiata nel terremoto. Solo metà della chiesa fu ricostruita nello stile Barocco, mentre la metà sopravvissuta fu mantenuta nelloriginale veste Normanna (con elementi Gotici), a dimostrazione di un tassello dellevoluzione del Barocco Siciliano, a contrasto con il Barocco di altre parti dEuropa, definito dalla classica Roma. Palazzo Zacco è uno dei più notevoli edifici Barocchi della città, dotato di colonne Corinzie che sostengono balconate di elaborato ferro battuto, mentre sostengono maschere grottesche volte a burlarsi, colpire o divertire i passanti. Il palazzo fu costruito nella seconda metà del XVIII secolo dal Barone Melfi di SantAntonio. Fu in seguito acquistato dalla famiglia Zacco, da cui il nome. Ledificio ha due facciate sulla strada, ciascuna con sei ampie balconate che portano lo stemma della famiglia Melfi, una cornice di foglie dacanto contro cui si appoggia un puttino. I balconi, una caratteristica del palazzo, sono notevoli per le mensole aggettanti che li sostengono, che vanno da putti a musicisti a maschere grottesche. Il punto focale della principale facciata sono i tre balconi centrali divisi da colonne con capitelli corinzi. Qui i balconi sono sorretti da immagini di musicisti con facce grottesche. La Cattedrale di San Giovanni Battista a Ragusa Superiore fu costruita tra il 1718 e il 1778. La sua facciata principale è puro Barocco, contenente fini sculture e bassorilievi. La Cattedrale ha un elevato campanile siciliano nello stesso stile. Ladorno interno Barocco è diviso in tre navate colonnate (figura sopra). Ragusa Superiore, la parte più danneggiata della città, fu ripianificata intorno alla Cattedrale, in seguito al 1693; il disegno dei palazzi qui è tipico di questa città: essi sono lunghi e di solo due piani, con una soglia centrale solo appena sottolineata da un balcone e da un arco che conduce al giardino interno. Questo stile molto Portoghese, probabilmente disegnato per minimizzare i danni in futuri terremoti, è molto diverso da quello dei palazzi di Ragusa Ibla, che sono in vero stile Siciliano. Insolitamente il Barocco indugiò qui fino al primo XIX secolo. Lultimo palazzo costruito qui era in forma Barocca ma con colonne di ordine Dorico Romano e balconi neoclassici. Catania[modifica | modifica sorgente] figura 14: Duomo di Catania. La facciata principale di Giovanni Battista Vaccarini datata 1736, mostra influenze architettoniche spagnole. La seconda città della Sicilia, Catania, fu gravemente danneggiata e le strutture più imponenti che rimasero in piedi furono il medievale Castello Ursino e tre navate della cattedrale. Il nuovo piano prevedeva infatti strade più larghe[17] e linserimento di ampie piazze che consentissero eventuali aree antisismiche. Così essa fu riprogettata e ricostruita. Il nuovo progetto separò la città in due principali quartieri, uno nobile (il cui terreno era venduto più caramente a 20 onze per tumulo) e uno popolano (a 13,10 onze per tumulo, dove si insinuò il nascente Monastero dei Benedettini), distinti dalle attuali vie Vittorio Emanuele II a sud e Santa Maddalena a est[18]. La ricostruzione fu supervisionata dal Vescovo di Catania ed unico architetto sopravvissuto della città, Alonzo di Benedetto. Costui diresse una squadra di architetti chiamati da Messina, che presto aprirono i cantieri, concentrandosi prima su Piazza del Duomo. I tre palazzi collocati sono: il Palazzo Vescovile e il Seminario dei Chierici a sud, il Palazzo degli Elefanti a nord (che sostituisce lantica Loggia medioevale) e ad ovest il Palazzo Pardo Sammartino. Gli architetti lavorarono in completa armonia ed è impossibile distinguere il lavoro di Alonzo da quello dei suoi assistenti. Il lavoro è valido ma elementare, con bugnati decorati nello stile siciliano del XVII secolo, ma spesso la decorazione dei piani nobili è superficiale. Questo è tipico del Barocco di questo periodo immediatamente seguente al terremoto. Tuttavia non manca un tentativo del Di Benedetto ad associarsi agli stili più attuali in Europa, così si spiega il Neoclassico che si respira nel Convento dei PP. Gesuiti (dovegli è capomastro tra il 1701 e il 1720)[19]. Nel 1730 Vaccarini arrivò a Catania come architetto della città e immediatamente impresse sui nuovi lavori lo stile Barocco Romano. I pilastri perdono i loro bugnati e sostengono cornicioni del tipo romano e timpani, e trabeazioni o timpani curvilinei, e colonne a tutto tondo a sostegno di balconi. Vaccarini sfruttò anche la locale pietra lavica come elemento decorativo piuttosto che come un generico elemento costruttivo, utilizzandola in alternanza ritmica con altri materiali, e spettacolarmente per il suo obelisco posto sul dorso dellElefante, simbolo di Catania, per una fontana nello stile di Berini di fronte al nuovo Palazzo di Città. La facciata principale di Vaccarini per la Cattedrale di Catania, dedicata a SantAgata, mostra forti influenze spagnole anche a questo stadio tardo del Barocco Siciliano. In città si trova anche la Chiesa della Collegiata di Stefano Ittar, costruita intorno al 1768 ed esempio di Barocco Siciliano colto nella sua massima semplicità stilistica. Caratteri del Barocco Siciliano[modifica | modifica sorgente] Figura 2: Monastero di San Nicolò lArena (Catania), oggi sede della Facoltà di Lettere dellUniversità degli Studi di Catania, esempio tipico di Barocco Siciliano, con putti a supporto della balconata, balaustre ricurve in ferro battuto, bugnato decorato, e opere murarie bicrome con pietra lavica. Figura 3: Campanile che corona la chiesa di San Giuseppe attribuita a Rosario Gagliardi o a frà Alberto Maria di San Giovanni Battista a Ragusa Ibla. figura 4: Primo Barocco Siciliano. La Cattedrale di San Giovanni Battista, Ragusa, 1694–1735. Larchitettura Barocca è generalmente uno stile architettonico drammatico, riccamente adorno di sculture ed altre decorazioni, caratterizzato da chiaroscuri e giochi di luce creati da masse e ombre. Il Barocco Siciliano esalta tali caratteristiche, diventando uno stile riconoscibile che si trova principalmente espresso in edifici sacri e palazzi nobiliari costruiti per la numerosa aristocrazia siciliana. Alla metà del XVIII secolo, quando il Barocco Siciliano era ormai ben definito rispetto ai caratteri generali del Barocco del continente, gli edifici costruiti esibivano almeno alcune delle seguenti caratteristiche specifiche: La presenza di mascheroni e putti, spesso a supporto di balconi o a decorazione delle varie parti orizzontali delle trabeazioni di un edificio; questi volti furiosi o ghignanti sono vestigia del Manierismo (figure 2 e 9). Le balconate, spesso sono accompagnate da complicate balaustre in ferro battuto (figura 2). Inferriate panciute si trovano anche a guardia di finestre. In generale la presenza di elementi in ferro battuto caratterizza, soprattutto nella Sicilia orientale dopo il sisma, larchitettura del XVIII secolo. Luso diffuso di scale esterne in ville e palazzi extraurbani che spesso erano erano progettati con un portale nella facciata principale, accessibile alle carrozze, che conduce ad un cortile interno, da dove doppie scale portano fino al piano nobile, costituendo lingresso principale alla casa, antistante le sale di ricevimento del primo piano, e le simmetriche fughe di gradini frequentemente cambiano direzione anche quattro volte. Anche le chiese, a causa della topografia del siti, spesso erano munite di scalinate scenografiche, ispirate a modelli romani. (figure 12 e 20). Un esempio particolare è la scalinata antistante San Giorgio a Modica che procede per un dislivello di decine di metri con gradini molto ripidi fiancheggiati da giardini pensili. Sia le chiese che i palazzi spesso esibiscono facciate dalla geometria complessa, concave o convesse. Tale caratteristica coinvolge a volte anche ville o palazzi che esibiscono scale esterne ricavate nei recessi creati dalle curve (figure 1 e 6). Il campanile generalmente non era posizionato a fianco della chiesa in unautonoma torre campanaria, ma posto in facciata, spesso al centro, a sovrastare il timpano, con una o più campane, ciascuna chiaramente in vista sotto il proprio arco. In una chiesa con molte campane la facciata principale diviene particolarmente alta, di forma piramidale e riccamente modellata, come la Chiesa della Collegiata a Catania. Si tratta di uno dei più duraturi e caratteristici aspetti dellarchitettura del Barocco Siciliano (figure 1 e 9). Interni chiesastici con profusione di marmi intarsiati a pavimentazione e rivestimento delle pareti. Le colonne, sono solitamente isolate e staccate dalla facciata, a supporto di architravi spezzati. Negli interni sono spesso dorate o decorate ma sostengono invece archi molto semplici Il bugnato è molto diffuso e spesso variamente decorato. Già in Sebastiano Serlio troviamo il bugnato con conci decorati, ma alla fine del XVI secolo, gli architetti siciliani ornavano i blocchi addirittura con sculture di foglie, squame, perfino con dolci e soprattutto con conchiglie che diventarono il simbolo ornamentale prevalenti dello stile barocco siciliano. A volte il bugnato veniva usato per pilastri anziché pareti, lasciate lisce, con effetti decorativi e chiaroscurali (figura 2). Molti edifici del Barocco Siciliano, specialmente a Catania e nella Sicilia orientale, sono costruiti con la pietra lavica locale, essendo questa la più facile da reperire. Le sue sfumature di nero e grigio erano spesso usate per creare effetti decorativi cromatici a contrasto (figure 2 e 14)... Persistenza di elementi costruttivi e decorativi dellarchitettura del periodo normanno. Linfluenza architettonica della Spagna (che allora dominava la Sicilia) è spesso riconoscibile, in modo particolarmente evidente nella Sicilia orientale. La monumentale Porta Grazia di Messina (1680) starebbe a suo agio in qualsiasi cittadella costruita dagli spagnoli altrove, nelle loro colonie. Lo stile di questa porta cittadina[senza fonte] ad arco fu diffusamente copiata per tutta Catania subito dopo il terremoto. In ogni caso il Barocco Siciliano non può essere definito semplicemente in base alla presenza di uno o più di questi caratteri, poiché nessuna caratteristica è esattamente specifica della sola architettura siciliana. Per apprezzare il Barocco Siciliano occorre identificare uno o più di queste caratteristiche, poi valutare la composizione nel suo complesso e allora se ledificio è posteriore alla fine del secondo decennio del XVIII secolo determinare se larchitettura possiede una fluidità nelle proprie curve, nelle proprie volute e nelle decorazioni che ne producono lindefinibile sensazione tipica di joie de vivre. Interni[modifica | modifica sorgente] figura 15: La chiesa del Gesù, Palermo (1564–1633), con abbondante utilizzo di marmo policromo su pavimentazione e a rivestimento delle pareti. Gli esterni delle chiese siciliane erano stati decorati in stili elaborati dal primo quarto del XVII secolo, con profusione di sculture, stucchi, affreschi e marmi (figura 15). Man mano che le chiese del dopo-terremoto venivano completate negli tra il 1720 e il 1730, gli interni cominciarono a riflettere di pari passo le decorazioni esterne, diventando più lievi e meno intensi (confrontare figura 15 allinterno posteriore mostrato in figura 15), con profusione di ornamenti scultorei degli elementi portanti, cornicioni e frontoni, spesso nella forma di putti, elementi floreali e faunistici. Marmi intarsiati su pareti e pavimentazioni con motivi complessi sono una delle più definite caratteristiche dello stile. Questi motivi con tondi di porfido sono spesso derivati da disegni riscontrabili nelle cattedrali Normanne dEuropa, mostrando ancora le origini normanne dellarchitettura siciliana. Laltare maggiore è solitamente il pièce de resistance, il pezzo forte. Consiste in molti esempi di un monoblocco di marmo policromo, decorato con volute dorate e ghirlande, e frequentemente incastonato con altre pietre come lapislazzuli e agata. I gradini che conducono alla pedana dellaltare sono caratteristicamente curvi tra concavi e convessi e in molti casi decorati con marmi policromi intarsiati. Uno degli esempi più belli è Santa Zita a Palermo. La costruzione delle chiese della Sicilia sarebbe stata tipicamente finanziata non solo dai singoli ordini religiosi, ma da una famiglia aristocratica. Contrariamente ad una diffusa convinzione, la maggioranza della nobiltà siciliana non scelse di avere le proprie spoglie mortali esibite in eterno nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, ma furono abbastanza convenzionalmente tumulate sotto le loro cappelle di famiglia. È stato detto, però, che il funerale di un aristocratico siciliano era uno dei grandi momenti della sua vita. I funerali divennero impressionanti esibizioni di fasto. Le lapidi che coprivano le tombe oggi forniscono un barometro accurato dello sviluppo del Barocco e delle tecniche di intarsio anno per anno. Per esempio quelle della prima metà del XVII secolo sono di semplice marmo bianco decorato con i simboli araldici e riportanti nome, data e così via. Dal 1650 circa piccole quantità di intarsio in marmo colorato iniziarono ad apparire, formando motivi. Il fenomeno si può seguire nella sua crescita finché, alla fine del secolo, lo stemma e la calligrafia sono costituiti interamente da intarsi in marmo colorato, incorniciati da bordi a motivi decorativi. Ben dopo che il Barocco iniziasse a cadere in disgrazia negli anni ottanta del 1700, la decorazione barocca era ancora considerata più adeguata al rituale Cattolico del nuovo neoclassicismo di basi pagane. figura 16: Chiesa di San Benedetto, Catania, con affreschi di Giovanni Tuccari. La Chiesa di San Benedetto a Catania (figure 16 e 17) è un bellesempio di interni in stile Barocco Siciliano, decorata tra il 1726 e il 1762, il periodo in cui il Barocco Siciliano era al vertice del suo fascino ed unicità. I soffitti furono affrescati da Giovanni Tuccari. La parte più spettacolare della decorazione della chiesa è il coro delle monache (figura 17), datato intorno al 1750, che fu progettato in tal modo che le voci delle sorelle potessero essere udite durante le funzioni religiose ma che le suore stesse fossero comunque ben separate e nascoste dal mondo meno spirituale di fuori. Con poche notevoli eccezioni, gli interni dei palazzi si mostrarono subito meno elaborati di quelli delle chiese Barocche di Sicilia. Molti furono costruiti privi di decorazioni Barocche elaborate per gli interni, semplicemente perché ci voleva così tanto tempo a costruirle; quando queste furono completate il Barocco era passato di moda, e le stanze di rappresentanza furono decorate nel nuovo stile neoclassico noto come Pompeiano. Spesso si può trovare una fusione dei due stili, come nellala della sala da ballo del Palazzo Aiutamicristo a Palermo, costruito da Andrea Giganti, dove il soffitto della sala da ballo fu affrescato da Giuseppe Cristadoro con scene allegoriche incorniciate da motifi dorati in gesso; il soffitto era già fuori moda quando fu terminato, e il resto della stanza fu decorato in modo ben più semplice. I cambiamenti negli usi degli ultimi 250 anni hanno semplificato le decorazioni dei palazzi ulteriormente, e oggi i pianterreni sono di solito negozi, banche o ristoranti e i piani superiori sono divisi in appartamenti, mentre gli interni originari sono andati perduti per sempre. figura 17: coro delle monache della Chiesa di San Benedetto, Catania. Una terza ragione per lassenza di decorazione Barocca, e anche la più comune, è che molte stanze non furono mai destinate ad essere decorate. Molti dei palazzi erano enormi, ed intesi per la vita quotidiana di un grande numero di persone. La casa dellaristocratico siciliano, a partire da lui stesso, sua moglie e molti figli, conteneva tipicamente anche un insieme di parenti più poveri e membri della famiglia estesa, tutti dotati di appartamenti minori nella casa. Poi venivano i dipendenti, spesso incluso un cappellano o confessore privato, maggiordomo, governante, segretario, archivista, contabile, bibliotecario e innumerevoli servi inferiori, più un portiere che suonava una campanella un numero prestabilito di volte proporzionato al rango dellospite in arrivo. Spesso le famiglie estese dei servi, specialmente se anziani, vivevano nel palazzo anchesse. Le molte stanze erano necessarie per alloggiare una simile unità familiare. Questi alloggi quotidiani, anche per il Maestro e Maestra di Casa stessi, erano spesso decorati e ammobiliati con semplicità. Ulteriori stanze erano richieste in base alla tradizione siciliana che era un segno di origini plebee il consentire anche a mere conoscenze di sostare nelle locande del posto. Qualunque straniero in visita, specialmente un Inglese, era ritenuto uno speciale trofeo e aumentava il prestigio sociale. Di conseguenza la casa dellaristocratico siciliano era raramente vuota o tranquilla. Le stanze più belle più decorate erano quelle del piano nobile, riservato a ospiti e allintrattenimento. Dotato di accesso formale dalla doppia scala Barocca esterna, questo era un appartamento costituito da grandi e piccoli saloni, con un salone molto ampio a fare spesso da sala da ballo, ed inteso come sala principale della casa. A volte le camere da letto degli ospiti erano collocate qui, ma verso la fine del XVIII secolo essi erano sempre più spesso situate sul piano secondario al di sopra. Se decorate durante lera Barocca, le stanze erano adornate con profusione. Le pareti erano frequentemente rivestite da specchi, incastonati in cornici dorate nelle pareti, a volte alternate a dipinti, ritratti di famiglia e supportati da ninfe e pastorelle similmente incorniciate. I soffitti erano alti ed affrescati e dal tetto pendevano enormi lampadari di Murano, mentre altra luce proveniva da candelieri a parete che fiancheggiavano gli specchi. Una delle stanze più notevoli in questo stile è la Galleria degli Specchi di Palazzo Gangi a Palermo, scelto dal regista Luchino Visconti per il film Il Gattopardo. Questa famosa stanza con il suo soffitto affrescato da Gaspare Fumagalli è in ogni caso una delle poche stanze Barocche in questo palazzo Barocco, che fu dal 1750 esteso e trasformato dal suo proprietario Marianna Valguarnera, prevalentemente nel più tardo stile neoclassico. Il mobilio durante lera Barocca era in linea con lo stile: adorna, dorata e frequentemente con tavoli dal piano superiore in marmo. Il mobilio era transitorio allinterno della casa, speso spostato da una stanza allaltra in base alle esigenze del momento, lasciando altre stanze vuote. A volte i mobili erano commissionati specificamente per una stanza, per esempio per abbinarsi ad un pannello in seta della parete con cornice dorata. I mobili erano sempre disposti contro le pareti, mai come nel successivo stile informale al centro della stanza, che nel Barocco era sempre lasciato vuoto, per meglio esibire il rivestimento a motivi decorativi del pavimento in marmo, o più spesso in ceramica. Comune sia al design degli interni sia di chiese che di palazzi era il lavoro a stucco. Questo è un componente importante del design e della filosofia Barocca, in quanto combina senza soluzione di continuità architettura, scultura e pittura in tre dimensioni. La sua combinazione in soffitti e pareti a trompe loeil nella pittura illusionistica Barocca confonde arte e realtà. Mentre nelle chiese lo stucco poteva rappresentare angeli e putti collegati da ghirlande di fiori, in una casa privata poteva rappresentare il cibo o gli strumenti musicali preferiti dei proprietari. Lultimo periodo[modifica | modifica sorgente] figura 18: Palazzo Beneventano Del Bosco, Siracusa, progettato da Luciano Alì nel periodo 1779–1788 nel contenuto stile tardo del Barocco Siciliano. I balconi in ferro battuto e le curve ardite, comunque, mantengono a debita distanza il neoclassicismo. Come del resto per tutti gli stili architettonici a lungo andare la gente si stancò del Barocco. In alcune parti dEuropa esso si tramutò nel rococo, ma non in Sicilia. Non più controllata dallAustria, la Sicilia (dal 1735 ufficialmente denominata Regno di Sicilia) era goveranta dal Re di Napoli, Ferdinando IV. A seguito di ciò Palermo fu in assiduo contatto con la capitale maggiore, Napoli, dove aveva luogo una crescente conversione ai più classici stili architettonici. In combinazione con ciò, molti dei nobili siciliani più acculturati svilupparono la moda di una infatuazione per le cose francesi, dalla filosofia alle arti, moda e architettura. Molti di loro visitarono Parigi rincorrendo tali interessi e tornarono con le ultime stampe architettoniche e gli ultimi trattati teoretici. Larchitetto francese Léon Dufourny fu in Sicilia tra il 1787 e il 1794 per studiare e analizzare gli antichi templi Greci sullisola. Così i siciliani riscoprirono il loro antico passato, che con i suoi idiomi classici era adesso al vertice della moda. Il cambiamento dei gusti non avvenne da un giorno allaltro. Il Barocco rimase popolare sullisola, ma ora i balconi siciliani, stravaganti come non mai, sarebbero stati rimpiazzati da severe colonne classiche. Dufourny iniziò a progettare a Palermo, e il suo Tempio dellIngresso (1798) del Giardino Botanico fu il primo edificio in Sicilia in uno stile basato sullordine Dorico Greco. Si tratta di architettura neoclassica pura, come definita in Inghilterra dal 1760, ed era un segno delle novità da venire. Era il grande amico e collega architetto di Dufourny Giuseppe Marvuglia che doveva presiedere al graduale declino del Barocco Siciliano. Nel 1784 progettò il Palazzo Riso-Belmonte a Palermo, il più bellesempio di questo periodo di transizione architettonica, che combinava sia motivi Barocchi che Palladiani, costruito attorno ad un cortile porticato che creava le masse Barocche di luce e ombra, o chiaroscuro. La facciata principale, ospitante enormi pilastri, aveva anche elementi barocchi, ma il profilo era lineare. I pilastri erano privi di decorazione, semplici, dordine ionico e sorreggevano una trabeazione disadorna. Al di sopra delle finestre si trovavano lineari frontoni classici. Il Barocco Siciliano stava declinando. Unaltra ragione per il graduale declino dello sviluppo del Barocco Siciliano e delle costruzioni in genere fu che il denaro stava terminando. Durante il XVII secolo laristocrazia viveva principalmente delle proprietà terriere, curandole e migliorandole, e come risultato il loro reddito era prevalentemente speso là. Durante il XVIII secolo la nobiltà migrò gradualmente verso le città, in particolare Palermo, per godere dei piaceri sociali della corte del Viceré e Catania. I loro palazzi di città crebbero in dimensioni e splendore, a tutta spesa delle proprietà abbandonate, alle quali si chiedeva ugualmente di fornire introiti. Gli intendenti lasciati a governare le proprietà nel tempo divennero sempre meno efficienti, o corrotti, spesso entrambi. Come conseguenza i ricavi dellaristocrazia precipitarono. Laristocrazia ricorse al credito utilizzando le proprietà come garanzie ipotecarie, finché il valore delle proprietà abbandonate scese al di sotto dellimporto dei prestiti che garantivano. In più la Sicilia diventava ormai politicamente instabile quanto laristocrazia lo era economicamente. Controllata da Napoli dal fiacco Ferdinando VI e dalla sua moglie esuberante, la Sicilia aveva intrapreso la via del declino ben prima che le battaglie contro la Francia napoleonica nel 1798 e 1806 costringessero due volte il Re a fuggire da Napoli alla Sicilia. I francesi furono tenuti alla larga dalla Sicilia solo in forza di una spedizione di 17.000 soldati britannici, e in effetti la Sicilia era ormai controllata de facto dal Regno Unito. A quel punto il Re Ferdinando impose le prime nuove tasse, alienandosi di colpo tutta laristocrazia. La tassa fu revocata nel 1812 dai britannici, che a quel punto imposero una forma di governo di stampo britannico sullisola. Una innovazione legale di particolare gravità per laristocrazia fu che i creditori, che in precedenza potevano solo pretendere un pagamento di interessi su un prestito, adesso potevano requisire la proprietà a garanzia. La proprietà cominciò a passare di mano e ad essere suddivisa alle aste, e di conseguenza la borghesia possidente iniziò a fiorire. Rivolte contro i Borboni nel 1821 e nel 1848 divisero la nobiltà, e facevano presagire le fortune del liberalismo. Questi fattori, abbinati allagitazione sociale e politica del seguente Risorgimento nel XIX secolo, significarono la condanna dellaristocrazia siciliana. Inoltre per aver trascurato e abbandonato i principi del noblesse oblige, un elemento essenziale del sistema feudale, la campagna finì presto in mano a briganti e banditi, e le ville di campagna un tempo sontuose decaddero. La mania di edificare della classe dominante terminava definitivamente. figura 19: Palazzo Ducezio, Noto, di Vincenzo Sinatra, Barocca al pianterreno, neoclassica sopra. Comunque linfluenza britannica in Sicilia era destinata a fornire al Barocco Siciliano unultima vampata di vitalità. Giuseppe Marvuglia, riconoscendo che la nuova moda britannica prendeva sempre più piede, sviluppò lo stile che aveva prima cautamente adottato a Palazzo Riso-Belmonte nel 1784, combinando alcuni dei più lineari e solidi elementi del Barocco con motivi palladiani piuttosto che con progetti palladiani organici. Il tardo Barocco Siciliano somigliava al Barocco popolare nel Regno Unito allinizio del XVII secolo, reso popolare da Sir John Vanbrugh con un edificio come Blenheim Palace. Un esempio di ciò è la palermitana Chiesa di San Francesco di Sales del Marvuglia, quasi Inglese nella sua interpretazione del Barocco. Comunque, questo fu un ultimo bagliore e il Neoclassico presto predominò del tutto. Pochi aristocratici potevano permettersi di costruire, e il nuovo stile era principalmente utilizzato in edifici pubblici e civili come lOrto Botanico di Palermo. Gli architetti siciliani, compreso Andrea Giganti, un tempo un architetto Barocco capace, cominciarono a progettare nello stile Neoclassico, ma la versione alla moda adottata dalla Francia. La Villa Galletti di Giganti a Bagheria è chiaramente ispirata al lavoro di Ange-Jacques Gabriel. Come per i primi giorni del Barocco Siciliano, i primi edifici della nuova era neoclassica furono spesso copie o ibridi dei due stili. Palazzo Ducezio a Noto (figura 19) fu iniziato nel 1746, e il pianterreno con portici che creano un gioco di luce e ombra è puro Barocco. Comunque, quando pochi anni dopo il piano superiore fu aggiunto, linfluenza francese neoclassica si fece pronunciata, sottolineata dallarcata centrale. Così il Barocco Siciliano veniva gradualmente e lentamente soppiantato dal neoclassicismo francese. Eredità[modifica | modifica sorgente] figura 20: La chiesa delle Anime Sante del Purgatorio a Ragusa, costruita nella seconda metà del XVIII secolo La maggioranza dei palazzi barocchi fu di proprietà privata fino a tutto il XIX secolo, perché la vecchia aristocrazia perveniva tramite listituzione del matrimonio ai fondi della borghesia o si indebitava fino alla liquidazione. Ci furono poche famiglie a fare eccezione, le quali conservano tuttora i palazzi aviti. Grazie alla continua devozione religiosa della popolazione siciliana molte delle chiese del Barocco Siciliano sono ancora oggi destinate allantica funzione per la quale furono progettate. In ogni caso la colpa della decadenza e dello stato rovinoso di preservazione di così tanti palazzi non può ricadere solo su proprietari riottosi ad accettare il cambiamento, ma anche allagenda politica dei successivi governi. Alcune delle più belle ville e palazzi, incluso il palazzo palermitano del Principe di Lampedusa, sono tuttora in rovine sin dai bombardamenti statunitensi del 1943. Spesso nessun tentativo è stato fatto per ripristinarli o metterli in salvo. Quelli che sopravvissero ai raid aerei in buono stato sono spesso suddivisi in uffici o appartamenti, e gli interni sono stati smantellati, divisi, venduti. I membri rimanenti dellaristocrazia siciliana che tuttora abitano i palazzi di famiglia si sono trattenuti da lusinghe turistiche come riempire i propri giardini con animali esotici. I restanti Principi, Marchesi e Conti di Sicilia hanno preferito vivere in un dorato isolamento, circondati spesso da un misto di bellezza e decadenza. Questo non per disprezzo delle masse o indifferenza al loro retroterra, ma più per una forma di barricamento: per anni assoggettati a tasse dotate di connotazioni punitive, è solo oggi che loro, con la loro condizione, si stanno svegliando alla possibilità che, se non agiscono in fretta, potrebbe essere troppo tardi per questa parte delleredità culturale siciliana. Man mano che la Sicilia diventa politicamente più stabile e sicura e la corruzione allenta la presa, i palazzi Barocchi stanno lentamente aprendo le loro porte ad un entusiasta pubblico pagante, nonché ad un pubblico Americano e Britannico piuttosto che Italiano. Pochi anni fa la sala da ballo di Palazzo Gangi era lunica ad avere ospitato un set cinematografico, ma oggi salons e sale da ballo a lungo dimenticate tornano ad ospitare eventi pubblici ed aziendali. Alcuni palazzi offrono servizio di Bed and breakfast ad ospiti paganti, tornando ad offrire così ospitalità ai visitatori dellisola, uno scopo al quale furono rivolti sin dallorigine. Note
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 17:25:38 +0000

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