Obiettiamo subito al “democratico di sinistra” di turno, che - TopicsExpress



          

Obiettiamo subito al “democratico di sinistra” di turno, che dirà che è sbagliato andare a danneggiare il cantiere perché offriamo troppi argomenti all’ avversario, che non è il momento, o ancora che questo è il momento delle ragioni, che se avessimo avuto un euro per tutte le volte che ce lo siamo sentito dire adesso il movimento notav navigherebbe nell’ oro! Quello che alcuni si ostinano a non capire, nonostante siano stati protagonisti della “morte” di altri movimenti nel passato, è che il movimento notav è forte proprio perché capace di lavorare collettivamente sulle strade del conflitto e del consenso senza dover abbandonare una strada a favore dell’altra. Fermare il Tav non è qualcosa di mediabile, non esiste un punto di caduta, esiste una vittoria, ed esiste una sconfitta, null’altro. I campi di battaglia di questa lunga nostra storia, destinata a durare ancora molto, sono ovunque e sono tutti, e non possiamo pensare di sottrarci da alcuno o di metterci meno impegno. Inoltre, la lotta notav è per tutti, proprio perché lotta di popolo, fatta dal popolo, e fa, se lo si vuole, trovare a ciascuno il proprio protagonismo nel campo di battaglia più adatto a sè, incontrandoci altre persone. Significa fare le manifestazioni, fare i convegni, i volantinaggi, appendere una bandiera al balcone, regalarne una ad un amico cittadino. Significa anche andare al cantiere a vigilare, a dare fastidio, o supportare le scelte del movimento nel momento in cui decide di danneggiarlo, dimostrare determinazione (come abbiamo fatto nella battaglia per il Ponte del Clarea venerdì scorso), e compiere atti di sabotaggio diretti a inceppare gli ingranaggi della macchina sitav. E’ una lotta, questa, la nostra, a 360 gradi, che non può permettersi di non ingaggiare il conflitto e sedersi al tavolo della mediazione, pena la sconfitta. "Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali". (Sun Tzu) L’estate è in corso e per ora non è semplice prevedere le prossime tappe del cronoprogramma dei nostri nemici ma è chiaro che l’autunno porterà la talpa al cantiere. Lo scavo fin qui fatto a scopo propagandistico dovrà necessariamente diventare qualcosa di più concreto da usare contro di noi e in favore di quell’Europa dalla quale dipendono i finanziamenti veri. Per noi dovrà essere un momento importante da affrontare, non lasciando nulla di intentato. Non ci potremo permettere di non dare la giusta battaglia alla lobby del Tav, sapendo che non sarà mai l’ultima e che il risultato dipenderà da quanto sapremo sempre essere uniti come un pugno, come quello che ci ha portato fin qui, quello spirito resistente capace di fare cose che nessuno pensava fossero possibili prima. Come farlo sarà sempre materia di discussione e di crescita, ma di sicuro sapremo essere incisivi senza cadere nelle trappola o nelle sirene delle scontro ad ogni costo. Abbiamo imparato molto nel nostro cammino sapendo dotarci dei metodi di lotta adatti nei momenti giusti. Oggi il movimento ha chiaramente detto, ponendo i suoi paletti, che il cantiere va attaccato, e il nemico e l’apparato di sicurezza vanno sfiancati dal tempo e dagli eventi che sapremo creare. Ciò non significa scivolare in logiche militari che non ci porterebbero lontano, ma ci serve e ci servirà essere incisivi, scegliendo il campo di battaglia giusto e capire quali sono i fianchi scoperti della lobby del Tav per colpire duro e per assestare i colpi migliori, che questi siano al perimetro del cantiere o in qualsiasi altro ambito del Tav. La nostra capacità infine dovrà essere quella di continuare a dare battaglia in ogni campo propostoci, che questo sia un tribunale amministrativo o il web, che sia la Clarea o Susa, che sia il Parlamento o la pubblica piazza. Ancora una volta, fermarlo tocca a noi, e ci dobbiamo attrezzare sempre meglio per farlo. Sostenere la Resistenza è il compito che ci attende in futuro!
Posted on: Sat, 27 Jul 2013 22:42:08 +0000

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