Offerta della giornata Santifica ogni giornata, sin - TopicsExpress



          

Offerta della giornata Santifica ogni giornata, sin dall’inizio, rendendo grazie a Dio per il dono di un nuovo giorno, offrendogli e affidandogli al tempo stesso le attività, gli impegni, le preoccupazioni, sofferenze e gioie. Tutta la tua vita, anche gli atti più semplici e più piccoli, sia offerta al Padre, per mezzo del Figlio, nella grazia dello Spirito Santo, in unione al sacrificio eucaristico. Preghiamo: Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Offerta trinitaria Preghiamo: Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua ad offrirsi a te nellEucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego in particolare per le intenzioni che il Santo Padre e i Vescovi raccomandano alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese di Novembre 2013. Generale • Perché i sacerdoti che sperimentano difficoltà siano confortati nelle loro sofferenze, sostenuti nei loro dubbi e confermati nella loro fedeltà. Anche la vocazione sacerdotale - come tutte le vocazioni - può incontrare momenti di prova, di fatica, di difficoltà per i motivi più diversi: problemi di salute; scoraggiamento per lindifferenza e gli insuccessi pastorali; trascuratezza della vita spirituale; rapporti non equilibrati, magari sostenuti dai fedeli più vicini; mondanità; ricerca di affetto, di apprezzamento, o semplicemente di considerazione... LAdP coltiva con particolare impegno il sostegno a tutte le vocazioni, ed è consapevole dellimportanza della presenza nelle varie comunità, ma anche della santità e - se possibile - della serenità del sacerdote. Non lasciamo soli; non abbandoniamo i nostri pastori, ma siamo solidali con loro nel modo più efficace: con la collaborazione parrocchiale, con il servizio concreto nelle necessità personali, con la stima e il rispetto, con la preghiera costante. E che il Signore, nella sua misericordia, non guardi ai nostri peccati, ma ai bisogni della sua Chiesa e le conceda pastori santi, saggi, coraggiosi... pastori secondo il suo Cuore! Missionaria • Perché le Chiese dell’America Latina, come frutto della missione continentale, mandino missionari ad altre Chiese. La “missione continentale” è uno dei grandi impegni assunti dalla V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi (Celam) ad Aparecida (Brasile) nel maggio del 2007. Come ogni autentica missione, essa deve sostenere un grande balzo in avanti, portando a vivere sempre più il discepolato missionario: si tratta spesso infatti di passare da Chiese di semplici battezzati a Chiese di discepoli missionari. In altre parole, le Chiese latinoamericane - come tutte le Chiese! - sono chiamate a riscoprire la propria vocazione, quella cioè di partecipare pienamente della vita divina: la missione che scaturisce dal cuore della Trinità come atto di amore del Padre che, in Gesù e nello Spirito, offre la salvezza tutti i popoli, nessun escluso. Certamente la missione continentale non può chiudere gli occhi sugli orizzonti mondiali, sulla missione universale della Chiesa. Se è vero che l’idea di missione continentale è nata dalla preoccupazione sulla pericolosa assenza di uno spirito autenticamente missionario all’interno della Chiesa latinoamericana (e che dire delle nostre Chiese?), è altrettanto vero che la missione continentale può offrire alla stessa Chiesa aiuti e stimoli per ripensarsi e inviare missionari - sacerdoti, religiose/i e laici - alle altre comunità cristiane del mondo. Dei Vescovi • Perché la fede nella vita eterna ci renda liberi dallattaccamento al denaro e più capaci di gesti di solidarietà e di condivisione. La fede cristiana professa con decisione: Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Quella del cristiano è - e deve essere! - una vita di fede, ma anche di speranza e di carità. Le tre virtù teologali camminano e crescono insieme nellanima e nellesistenza concreta del credente. Già ricordavamo come questo mese ci invita particolarmente a meditare sulle realtà eterne - che non dovremmo comunque dimenticare neanche negli altri mesi dellanno: si pensi alle sempreverdi Massime eterne di santAlfonso. E proprio la fede nella vita eterna ci aiuta a vivere meglio la vita di quaggiù, usando con equilibrio i beni terreni e praticando carità e condivisione. Ci ricorda il Concilio Vaticano II: «L’attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell’umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo». Che grande missione: operare perché già qui sulla terra si possa gustare un pezzetto di quel Paradiso che il Signore ci ha preparato per leternità. Preghiamo e operiamo, dunque, perché tutto questo diventi realtà! Invocazione particolare per il clero. In questo mese siamo invitati a pregare: Cuore di Gesù, i pastori del tuo popolo guardino alla tua carità per apprendere a fare dono della loro vita. @@@ Per la meditazione proponiamo due riflessioni sulle invocazioni delle Litanie del S. Cuore dal luminoso Magistero del beato Giovanni Paolo II Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori (25 agosto 1985) Gesù Cristo è re dei cuori. Sappiamo che durante la Sua attività messianica in Palestina il popolo, vedendo i segni che faceva, voleva proclamarlo re. Vedeva in Cristo un giusto erede di Davide, che durante il suo regno portò Israele al culmine dello splendore. Sappiamo pure che dinanzi al tribunale di Pilato Gesù di Nazaret, alla domanda: «Tu sei il re…?», rispose: «Il mio regno non è di questo mondo... Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv 18, 33.36-37). In questo modo Cristo è re dei cuori. Non ha mai voluto essere sovrano temporale neppure sul trono di Davide. Ha desiderato solo quel regno che non è di questo mondo e che, al tempo stesso, in questo mondo si radica mediante la verità nei cuori umani: nelluomo interiore. Per questo regno egli annunziò il Vangelo e fece grandi segni. Per questo regno, il regno dei figli e delle figlie adottivi di Dio, ha dato la vita sulla croce. E ha riconfermato questo regno con la sua risurrezione, donando lo Spirito Santo agli apostoli e agli uomini nella Chiesa. In questo modo Gesù Cristo è il re e il centro di tutti i cuori. Riuniti in Lui mediante la verità ci avviciniamo all’unione del regno, in cui Dio «tergerà ogni lacrima» (Ap 7, 17) perché sarà «tutto in tutti» (1Cor 15, 28). Eleviamo - insieme con la madre di Dio - al Cuore del Suo Figlio l’invocazione: «Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori, abbi pietà di me». Cuore di Gesù, speranza di coloro che muoiono in te (5 novembre 1989) La morte fa parte della condizione umana, è il momento terminale della fase storica della vita. Nella concezione cristiana, la morte è un passaggio: dalla luce creata alla luce increata, dalla vita temporale alla vita eterna. Ora, se il Cuore di Cristo è la sorgente da cui il cristiano attinge luce ed energia per vivere come figlio di Dio, a quale altra sorgente egli si volgerà per attingere la forza di morire in modo coerente con la sua fede? Come «vive in Cristo», così egli non può che «morire in Cristo». L’invocazione litanica riassume l’esperienza cristiana dinanzi all’evento della morte: il Cuore di Cristo, il suo amore e la sua misericordia sono speranza e sicurezza per chi muore in lui. Ma conviene sostare un momento e interrogarsi: che cosa significa «morire in Cristo»? Significa anzitutto, leggere l’evento straziante e misterioso della morte alla luce dell’insegnamento del Figlio di Dio e vederlo, perciò, come il momento della partenza verso la casa del Padre, là dove Gesù, passando anch’egli attraverso la morte, è andato a preparare un posto per noi (cfr. Gv 14, 2); significa cioè credere che, nonostante il disfacimento del nostro corpo, la morte è premessa di vita e di frutto abbondante (cfr. ibid. 12, 24). «Morire in Cristo» significa, inoltre, confidare in Cristo e abbandonarsi totalmente a lui, consegnando nelle sue mani – di fratello, di amico, di buon pastore – il proprio destino, così come egli, morendo, consegnò il suo spirito nelle mani del Padre (cfr. Lc 23, 46). Significa chiudere gli occhi alla luce di questo mondo nella pace, nell’amicizia, nella comunione con Gesù, perché nulla, «né morte né vita... potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8, 38-39). In quell’ora suprema il cristiano sa che, anche se il cuore gli rimprovera delle colpe, il Cuore di Cristo è più grande del suo e può cancellare ogni suo debito, se egli è pentito (cfr. 1 Gv 3, 20). «Morire in Cristo» significa ancora munirsi per quel momento decisivo dei «santi segni» del «passaggio pasquale»: il sacramento della Penitenza, che ci riconcilia col Padre e con tutte le creature; il santo Viatico, Pane di vita e farmaco di immortalità; l’Unzione degli infermi, che dà vigore al corpo e allo spirito per il combattimento supremo. «Morire in Cristo» significa, infine, «morire come Cristo»: pregando e perdonando; avendo accanto a sé la beata Vergine. Come madre, Ella fu presso la croce del Figlio (cfr. Gv 19, 25) come madre è accanto ai suoi figli morenti, Ella che, con il sacrificio del suo cuore, ha cooperato a generarli alla vita della grazia (cfr. Lumen Gentium, 53); è accanto a loro, presenza compassionevole e materna, perché dal travaglio della morte essi nascano alla vita della gloria. Orazione (dalla Liturgia dei Defunti) Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova. Per Cristo, nostro Signore. Amen! Litania S.Cuore di Gesù youtube/watch?v=52709cLmVHY
Posted on: Mon, 18 Nov 2013 05:46:54 +0000

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