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Oggi a Tivoli e domani ad Ostia Antica ( Ebrei e Cristiani nella grande città commerciale) I luoghi. La via Ostiense, Ostia antica e Santa Aurea - La città di Ostia, lungo le sue vie maggiori e le strutture del centro commerciale e politico - Lantica Sinagoga - La basilica cristiana e la casa di Santa Monica, madre del grande teologo Agostino - Là dove arrivava il mare, la porta Marina e la via delle Saline - Porto, la nuova città marittima e la necropoli cristiana. La storia. Ostia, protesa anticamente sul mar Tirreno ed alla foce del Tevere, fu in assoluto la prima colonia di Roma. Racconta Tito Livio che il quarto dei mitici re, Anco Marzio, creò un campo fortificato e vi mandò almeno 300 robusti romani con le loro famiglie. Si trattava di controllare strategicamente la foce del Tevere, tra il territorio di Laurentum (già conosciuto da Enea) a sud e, oltre il fiume Tevere, a nord, gli Etruschi che cominciavano a farsi pericolosi. Il tempo della prima Ostia, della quale non si hanno tracce archeologiche, è la metà del settimo secolo avanti Cristo, cento anni circa dopo la leggendaria fondazione di Roma (753 avanti Cristo), sempre narrata da Livio. Il motivo principale della conquista stabile di questo territorio da parte di Roma, a quanto racconta lo storico classico, è il controllo delle saline, stabilite da tempo alla foce del fiume e in gran parte tra la riva destra (lido etrusco, a nord) ed un tratto di costa. I vasti campi, a bordi rialzati per immettervi lacqua marina e lasciarla asciugare al sole nei mesi estivi, erano chiamati Campi Salinarum. E da loro prendeva nome lantica via che costeggiava il Tevere, soprattutto sulla riva destra: detta via Campana appunto, perché veniva dai campi delle saline ed arrivava a Roma, allaltezza del ponte Sublicio, sotto le ultime propaggini del Gianicolo. Poi questa via fu chiamata Salaria e il nome restò alla prosecuzione, sulla riva sinistra del Tevere, a partire dal mercato presso il piccolo Portus Tiberinus che aveva anche una sezione per lo smercio del sale. Unaltra via costeggiò poi il Tevere, dalla fondazione di Ostia in poi, lungo la riva sinistra, fin sotto lAventino: questa via, dalla cittadina portuale che a sua volta prendeva il nome dalla bocca del fiume, ossia dalla foce che in latino si dice os, si chiamò Ostiense. La cittadina di Ostia, che fin dai tempi più antichi era sacra a Vulcano, il mitico fabbro e marito di Venere, aveva la sua più alta autorità religiosa nel Pontifex Volcani (Pontefice di Vulcano), che corrisponde a Roma a quella antichissima del Rex Pontificum (Re dei pontefici), forse già carica sacrale dei primi sette re di Roma, che perse poi il significato politico di sovrano con la cacciata degli Etruschi e di Tarquinio il Superbo. Il tempio di Vulcano, poi, cedette il posto al Capitolium, costruito dai Romani di Ostia in lieve sopraelevazione nel Foro ostiense. Seguì il culto imperiale, con la nuova alta carica religiosa del Flamen Romae et Augusti dopo la morte dei primo imperatore. Quindi, dirimpetto al Capitolium nasceva il tempio della dea Roma e di Augusto. Del resto, qualcosa di simile avvenne nella stessa Roma, quando limperatore Adriano fece costruire sullaltura del Palatino detta Velia, dirimpetto al colle del Campidoglio, un nuovo tempio dedicato a Venere e Roma. Ostia, nata come colonia di trecento famiglie, si moltiplicò anche di estensione, specie dal IV secolo avanti Cristo fino ai tempi di Augusto, superando i limiti delle mura primitive. Da arcaico porto di mercanti di sale divenne il principale centro di arrivo del grano e delle derrate per lapprovvigionamento di Roma. Quindi si svilupparono grandi attrezzature per lapprodo di navi da tutto il Mediterraneo, ma soprattutto dalla Sicilia, che era la maggiore fornitrice di grano a Roma fin dai tempi di Cesare. Ostia crebbe enormemente, con nuovi edifici, nei tre secoli che vanno dai tempi di Augusto a quelli di Costantino. Anche quando, per larretramento della costa Tirrenica, un nuovo e grande porto era stato costruito dallimperatore Traiano nei pressi dellodierno borgo di Fiumicino, con il taglio di un nuovo ramo parallelo al Tevere, per incanalare le acque sovrabbondanti verso la foce. Anzi fu questo ramo artificiale, il Fiumicino, a dare il nome al borgo e, poi, allodierno aeroporto intercontinentale. Si crearono quindi, da Traiano in poi, due città gemelle alla foce del Tevere: a sud e sulla riva sinistra del fiume, la vecchia Ostia molto ingrandita nei secoli; presso il canale di Traiano, una città sul nuovo porto, chiamata appunto Porto. Questa città crebbe fino alle invasioni barbariche del V secolo, quando con il progressivo ridursi d’importanza di Roma, le due città gemellate, Ostia e Porto, si spopolarono. I porti decaddero con lo sfasciarsi dellorganizzazione romana, che controllava lintero corso del Tevere, e in breve tempo divennero città morte. Ma con gli scavi compiuti in gran parte nel nostro secolo, anche perché dagli anni trenta, con le bonifiche della zona marina e lo scavo di grandi canali di prosciugamento, fu vinta la malaria che imperversava su queste terre acquitrinose, è venuta gradualmente alla luce lampia città di Ostia. Essa ebbe il massimo splendore tra i tempi di Augusto e quelli di Costantino, anche come grande città industriale oltre che commerciale, in diretto contatto con Roma grazie al fiume, allora ben navigabile, ed alla via Ostiense, allargata dagli imperatori e ornata, come altre vie antiche, da sepolcri di famiglie illustri. Negli scavi si sono trovati resti molto interessanti di una Sinagoga che risale al primo secolo della nostra era ed è la più antica sede del culto ebraico in Occidente. Questa sinagoga fu frequentata fino alla fine del quinto secolo dell’era volgare e dimostra, per la sua ampiezza, la notevole presenza di Ebrei nella città portuale. Va anche ricordato che, negli ampi scavi, si sono trovate tracce di ben 17 mitrei, segno dellampia diffusione di questo culto importato dalloriente e, a quanto pare, praticato anche da molti romani, militari e del popolo, tra il II e il IV secolo. A Roma stessa di mitrei ne sono stati individuati una cinquantina, alcuni dei quali sotto basiliche cristiane, come a san Clemente sulla via di san Giovanni in Laterano e a santa Prisca sullAventino. A Ostia è stata scoperta anche una basilica cristiana, presso un’ampia zona termale. Queste terme sono attigue ad un caseggiato che aveva un mitreo, quasi a dimostrare, come a Roma, un passaggio di molti credenti dal culto della divinità persiana Mitra, giovinetto in lotta cruenta contro le forze brute delle tenebre (rappresentate da un toro nero), al culto cristiano del Buon Pastore, giovane e pacifico salvatore dell’umanità con il suo sacrificio ed annunciatore di salvezza eterna. Non sono lontane, la Sinagoga e la basilica cristiana. Si trovano nei rioni popolari di via della Foce, presso i luoghi delle antichissime saline, tra molte botteghe o, come dicevamo, edifici termali. La basilica cristiana fu costruita nella tarda età imperiale, all’incirca tra il terzo e il quarto secolo. Sono i tempi della primitiva santa Maria in Trastevere, realizzata su un’antica Taberna Meritoria, ossia su un bar-ristorante per veterani romani che avevano combattuto con valore ed in una zona, come Trastevere, dove si era concentrato in età imperiale il maggior numero di Ebrei di Roma, anche se altre comunità erano presenti in zone diverse, dalla via Appia alla via Nomentana. Mentre tra via della Foce e il Decumano massimo (ossia presso la maggiore arteria stradale est-ovest di Ostia) si trova traccia della Basilica cristiana, a pianta singolare e molto interessante (ma ridotta rispetto alle basiliche antiche di Roma), ancora più interessanti sono i resti della Sinagoga. Vi si giunge percorrendo l’intera via Severiana fino allestremità orientale degli scavi. La scoperta determinante della Sinagoga, unica nell’italia antica venuta in luce, fu fatta nel 1961, durante lavori di sterro di una strada intitolata allillustre archeologo Guido Calza, che avrebbe dovuto condurre fino ai limiti dell’aeroporto di Fiumicino. La crescita della presenza di Ebrei ad Ostia, tra la metà del primo secolo dell’era volgare e il secondo secolo, è messa in relazione con il raddoppiare dei commerci da quando l’imperatore Claudio costruì un nuovo e più grande porto in Ostia, alla foce del Tevere. Nel quarto secolo, poi, il tempio ebraico fu rifatto in forme più grandi e in opus listatum (fasce di laterizio e di blocchi in tufo), che era un tipo di muratura molto usata nellepoca costantiniana. L’ampliamento della Sinagoga sembra dimostrare lulteriore crescita della comunità. In un edificio rettangolare a grande aula (m. 29,40 x 12,50) si trovano tracce di un’edicola per la conservazione in posto d’onore della legge mosaica, la Torà. Ledicola è rivolta a sud-est, verso Gerusalemme, e tra i rilievi che la ornano ve n’è uno con il candelabro a sette braccia, segno antico degli Ebrei, detto menorah. Il pavimento dell’aula a formelle marmoree policrome, i resti di un antico forno per cuocere il pane azzimo (ossia non lievitato), i resti di quattro colonne corinzie poste ad atrio in rettangolo ed altri ambienti contigui offrono una suggestiva memoria della vita religiosa degli Ebrei di Ostia. Una memoria particolare, infine, Ostia conserva degli ultimi anni di vita di Santa Monica, la madre di SantAgostino, uno dei più grandi filosofi e scrittori della cristianità, vissuto nella seconda metà del IV secolo. L’anziana signora, che era venuta ad abitare ad Ostia in una casa lungo il mare, da quando suo figlio da Cartagine era venuto in Italia e si era convertito a Milano dopo una vita dissoluta, morì in questa città nellanno 387, a 55 anni, quindici giorni dopo aver ricevuto l’ultima visita del figlio. Lo stesso Agostino nel capitolo IX del suo capolavoro, le Confessioni”, in cui racconta la propria vita, parla della visita fatta alla madre, prima della sua partenza per I‘Africa, ricordando una conversazione con la madre al davanzale di una finestra sul giardinetto interno della casa. Si parlava tra noi - narra Agostino - con infinita dolcezza, dimenticando le cose passate e protendendoci verso quelle future. E si cercava insieme, in presenza della verità, quale sarebbe stata l’eterna vita dei santi, vita che ne orecchio udì ne occhio vide, che mai penetrò in cuore d’uomo”. E la madre, dopo tanti travagli, disse di desiderare questa vita. Era, la casa, non lontana dalla riva del mare. Un frammento della lapide, antichissima, che fu posta sulla tomba di santa Monica, fu trovato casualmente nel 1945, scavando nel giardinetto tra lantica chiesa di S. Aurea, martire ostiense, e l’odierno muro del castello di papa Giulio II. E’ la prova che la madre di SantAgostino era sepolta qui. Le memorie storiche dell’anno 1430 ricordano che il corpo di Santa Monica fu tolto da questa chiesa e trasferito a Roma, nella chiesa di santAgostino, poco lontana da piazza Navona. Ve lo portò lo stesso prelato ed umanista francese, il cardinal d’Estouteville, che fece ricostruire con grandi spese sia la facciata di santAgostino a Roma, sia la stessa piccola basilica di Ostia antica, in forma di antico tempio classico. Un ricordo dell’umanesimo, fiorente alla corte papale a metà del ‘400. Mezzo secolo dopo, Giulio II fece costruire il castello rinascimentale di Ostia, per difendere limbocco del Tevere dalle invasioni turche. Allinizio del secolo XVI il Tevere passava ancora nei pressi, con ampia curva, prima che un terribile temporale, alla fine dello stesso secolo, ne deviasse il corso, portandolo più lontano. A lungo presso Ostia antica restò un ‘braccio morto” del fiume con pestiferi acquitrini, poi colmati. Ma già dai primi decenni del 500 cominciò a manifestarsi qui il terribile morbo della malaria, e la zona si spopolò. Vi restò una guarnigione precaria di condannati, fino a quando energici romagnoli furono inviati qui, allinizio del nostro secolo, per cominciare cospicui lavori di sterro e di bonifica. Le paludi e la malaria furono vinte e i terreni restituiti allagricoltura. Ciò avvenne tra la fine degli anni venti e gli anni trenta: fu la riscoperta di Ostia romana ed imperiale. Alcuni chilometri più a nord-est, presso Fiumicino, è stata poi riscoperta la Necropoli di Porto. Questa ci offre molte tombe di cristiani, talora poverissimi, che venivano sepolti sotto due o tre coppie di tegoloni di cotto, accostati a tettoia e con sopra modesti tumuli. Tale sepolcreto ci fa pensare, dato il tempo in cui fu costruito dai tempi di Traiano fino a quelli degli ultimi successori di Costantino, alle umili tombe dei primi cristiani, come quelle scoperte sotto la basilica vaticana, accanto al primitivo sepolcro di San Pietro.
Posted on: Wed, 13 Nov 2013 15:55:39 +0000

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