PENSIERI Quando ci sono, i controllori provengono dagli stessi - TopicsExpress



          

PENSIERI Quando ci sono, i controllori provengono dagli stessi ranghi dei controllati! Le tre funzioni(legislativo, esecutivo e giudiziario) devono ricordarsi che hanno il compito di gestire la socialità e a favore di questa. Oggi, in realtà, in linea con Luigi XIV, i tre poteri, attorniati da una burocrazia di stampo sovietico, hanno il solo fine di perpetuare sé stesse, naturalmente a spese dei cittadini, con apparati pletorici, inefficienti e costosi. E di accordarsi privilegi. E’ ora di cambiare. La democrazia non sarà mai il regno della libertà assoluta dell’individuo, lo sarebbe un regime politico basato non sulla volontà della maggioranza, ma sul rispetto di tutte le libertà individuali, cioè un regime liberal/liberta rio. La maggior parte degli uomini teme la libertà, perché essa comporta l’angoscia di scegliere e il peso della responsabilità circa le conseguenze delle proprie scelte. Il problema dei liberali è che la maggioranza delle persone non ama la libertà ,la fugge alimentando così la banalità del male , semmai ama la licenza, che è una furbizia del tutto particolare e diversa dalla libertà. La libertà comporta scelta e responsabilità, mentre la licenza comporta un’eccezione rispetto alla legge, a titolo di favore e/o di privilegio, senza necessità di scegliere e di pagarne le conseguenze. Ormai,pare,si preferisca un regime in cui adagiarsi e sopravvivere nella banalità quotidiana. Banalità, sì, ma per molti più sicura, priva di incertezze, protettiva. Questa è la fuga dalla libertà. Nei periodi di crisi e di notevole incertezza la fuga dalla libertà si accentua, e così i politici ne approfittano e colgono sempre questi momenti di emergenza per aumentare il potere intrusivo dello Stato e diminuire i diritti individuali. Anche Napolitano e Letta lo hanno fatto. In sostanza, La democrazia come è intesa ora rientra a pieno titolo nelle forme di governo tiranniche, essendo nient’altro che la tirannia di una maggioranza sulla minoranza ed è tanto più subita e mal sopportata da quest’ultima, quanto più si riduce lo scarto percentuale tra le parti come nell’attuale situazione di stallo politico. Questa specie di social-democrazia per essere meno tirannica dovrebbe intendersi come il luogo del confronto, del dialogo e del compromesso che alla fine dovrebbe lasciare tutti soddisfatti, anche se rischia più spesso di lasciare tutti insoddisfatti. Siccome individui e comunità, anche nello stato più omogeneo sono tutti diversi tra loro ed è quindi utopico pensare di avere un sistema di valori condiviso da tutti, per non avere la sopraffazione delle maggioranze sulle minoranze, servirebbe che le prime diventassero più tolleranti e le seconde rinunciassero a certe peculiarità, ma per fare questo bisognerebbe essere disponibili a dialogo, negoziazione e compromesso, concetti estranei a ogni forma di fondamentalismo e totalitarismo dichiarato. Oggi raccogliamo i cocci della nostra economia e ci chiediamo come essere sicuri che non correremo più il pericolo di un fallimento, come ridivenire competitivi in campo internazionale e come sopravvivere. E nessuno sa come toglierci di dosso un debito pubblico incommensurabile. Chi va contro i principi del buon senso, chi arriva a negare l’evidenza a forza di wishful thinking (reputare vero ciò che si desidera), una volta o l’altra va ad appiattirsi contro una roccia. La roccia della realtà. Ecco l’utilità dei capelli bianchi. Ci vuole quasi una vita per arrivare alla più completa diffidenza e al più completo pessimismo. Chi è vecchio ha avuto tante di quelle occasioni d’essere deluso da vedere le parole più o meno come suoni, quando non come rumori. Soprattutto quando inducono a sperare. Se lo Stato dice che reintrodurrà l’Imu, appesantendola del 60%, gli si può credere senza esitare. Se invece dice che farà la tale riforma, non bisogna affatto contarci. È infatti possibile che mantenga la parola ma non gli si può prestare più fede che ad un ragazzo di dodici anni il quale ci prometta che un giorno sposerà una bionda. Ecco perché il fatto che il nostro attuale Presidente del Consiglio ripeta tutti i giorni, che pubblicherà il testo della riforma della legge elettorale, con l’accordo dei partiti o senza l’accordo dei partiti, è qualcosa di estremamente noioso. Saremmo veramente lieti di non sentire più questo ritornello. Perché quelle parole non significano niente. Se tutto il Consiglio dei Ministri realmente stilerà quel testo e lo presenteranno al Parlamento perché lo approvi, ne saremo sorpresi come se mai una simile intenzione fosse stata annunciata. E se invece, dopo avere ripetuto fino alla noia che nulla li fermerà, tutti loro si fermassero, non ne saremmo molto stupiti.I capelli bianchi si possono anche tingere, l’esperienza del passato non riesce a cambiare colore. CASTA Le eccezioni ai tagli alla politica per far incassare i top manager di Palazzo Chigi. A Patroni Griffi 378mila euro. Leggi tutte le cifre La chiamano spending review, ma quando deve toccare i piani alti dei palazzi del Potere non attacca. Perché il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, guadagna 378mila euro l’anno, sommando al ricco stipendio governativo quello (altrettanto ricco) dell’amministrazione pubblica dalla quale proviene (malgrado sia in aspettativa da 2 anni). Altrettanto guadagna, per lo stesso motivo, Antonio Catricalà, viceministro per lo Sviluppo Economico. Poi si scopre che i ministri non parlamentari hanno trovato il modo per guadagnare (legittimamente) più del dovuto. Mentre ventisei dirigenti della presidenza del Consiglio guadagnano più di 200mila euro l’anno, e ognuno dei circa cento dirigenti di prima fascia di Palazzo Chigi, ne guadagna in media 188mila. Leggi generose - Il decreto legge 54 del 21 maggio 2013, scritto e voluto proprio da Patroni Griffi, sancisce il principio della “non cumulabilità del trattamento stipendiale” dei ministri che sono anche parlamentari. Cioè: chi ha un seggio da deputato o senatore e si vede anche assegnare la guida di un dicastero, deve scegliere tra la paga di parlamentare (135mila euro) e quella di ministro (63mila). Hanno preferito tutti la prima, più cospicua. C’è però un criterio di cortesia: i ministri non parlamentari, che dovrebbero guadagnare di meno, hanno diritto ad avere un trattamento pari a quello dei colleghi. E così lo stipendio sale per tutti. Autostima - Ma Patroni Griffi, nel varare il decreto, ha trovato il modo per curare la propria posizione. E’ Federico Fubini de la Repubblica a fare i conti in tasca al sottosegretario. Patroni Griffi è ben attento a mantenere in vigore due leggi del 1980 e del 1993, che permettono agli uomini del governo di conservare lo stipendio dell’amministrazione pubblica dalla quale sono distaccati. Il viceministro è presidente diSezione del consiglio di Stato in congedo da due anni. Come lui, anche Catricalà è presidente di Sezione del Consiglio di Stato (ma non esercita la sua funzione da 12 anni). Ebbene, i due non solo percepiscono regolarmente lo stipendio (e che stipendio: 243mila euro) per un lavoro che, di fatto, non svolgono più, guadagnando pure scatti di anzianità e relativi adeguamenti contrattuali. Ma lo sommano all’emolumento da ministri. Bravi tutti - Se i ministri, pur in questi anni di austerity e (presunti) tagli ai costi della politica, sono attenti a non ledere eccessivamente il proprio 740, i dirigenti dei palazzi romani si trovano ancora meglio tutelati. I super travet di Palazzo Chigi si sono visti riconosciuti tutti premi di risultato che ne raddoppiano lo stipendio, arrivando a una paga media di 188mila euro con una trentina di superefficienti che superano la soglia dei 200mila euro. Insomma: cento per cento dei funzionari premiati. In Gran Bretagna solo il 25 per cento dei dirigenti pubblici può ottenere il premio di produttività. Ma si sa che la stirpe italica dei travet è molto più brava… Fonte: liberoquotidiano.it/news/politica/1344238/Il-trucco-della-Casta–ecco-come-i-super-ministri-si-tengono-due-super-stipendi.html Lavorare alla Camera conviene. Non solo per i politici. Gli stipendi alti non riguardano, infatti, solo i parlamentari ma anche tutto il personale che ruota attorno a Palazzo Madama e a Montecitorio. E i guadagni di commessi, elettricisti e centralinisti, soprattutto in tempo di crisi, appaiono imbarazzanti. Cifre da capogiro. Uno schiaffo alla recessione. A rendere noti i dati è “United for a fair economy”, un’organizzazione di Boston nata per contrastare le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Un elettricista di Montecitorio per esempio prende 136.000 euro l’anno, più di tre volte un elettricista qualunque. Un commesso, invece, percepisce 60.000 euro di stipendio ‘base’, ma può arrivare anche a prendere 400.000 euro l’anno. Gli operatori tecnici, categoria nella quale rientrano i centralinisti, gli elettricisti e pure il barbiere di Montecitorio,vengono assunti con uno stipendio che supera di poco i 30 mila euro lordi l’anno, come riporta il Corriere della Sera. Ma già dopo 10 anni la loro busta paga è quasi raddoppiata, superando quota 50 mila, e a fine carriera può arrivare a 136 mila euro l’anno. Tradotto: un elettricista, un centralinista e un barbiere della Camera, anche se a fine carriera, messi insieme guadagnano quanto il segretario generale, che è pur sempre a capo di 1.500 persone. Napolitano? Ci costa 13 milioni. Ecco la classifica dei politici più cari - Giorgio Napolitano, Francesco Colucci (Pdl), Pier Ferdinando Casini, Altero Matteoli, Anna Finocchiaro, Umberto Bossi, Maurizio Sacconi, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Carlo Giovanardi sono questi, secondo la classifica stilata da il Fatto Quotidiano, i 10 politici che sono costati di più ai contribuenti italiani, essendo i più longevi nel Parlamento e nelle istituzioni. Una classifica che, fino a qualche mese fa, avrebbe visto in testa con ampio vantaggio Giulio Andreotti, deputato dalla prima legislatura (1948) e parlamentare per ben 65 anni. Ora a guidarla c’è invece GiorgioNapolitano: 60 anni fra Parlamento, governo e presidenza della Repubblica. Entrato alla Camera dei deputati nel 1953, è stato – se si eccettua la IV legislatura, 1963, in cui fu nominato segretario del Pci di Napoli – deputato, ministro, presidente della Camera, parlamentare europeo, senatore a vita e presidente della repubblica. Se questi sessant’anni di vita politica gli fossero stati pagati con lo stipendio di un attuale deputato (228 mila euro annui), calcola Il Fatto, Napolitano sarebbe costato 13,6 milioni di euro. Ben lontani sono gli altri componenti della classifica, con all’attivo “solo” fra i 21 e i 34 anni di assidua frequentazione delle “poltrone”. Fonte: affaritaliani.it/economia/stipendi-oro-camera31102013.html Parlamentari e politici di vario livello sono nell’occhio del ciclone da tempo. L’accusa: lavorano poco (spesso male), guadagnano tanto e collezionano privilegi. Insieme a loro, però, c’è un esercito silenzioso che lavora fianco a fianco con i politici lavora. Sono i dipendenti della Camera che di stipendi stellari e privilegi ne sanno parecchio. E inoltre, sanno capitalizzare il loro lavoro: come spiega Il Corriere della Sera gli stipendi, anno dopo anno, si allineano verso l’alto. Elettricisti - Chi a Montecitorio comanda davvero è il segretario generale: è al vertice della piramide e organizza il lavoro di 1500 persone. Guadagna, dalla nomina in poi, più di 400mila euro all’anno. Il suo lavoro è paragonabile a quello di un amministratore delegato e lo stipendio è in linea con le richieste del mercato. Ci si stupisce, però, gurdando cosa succede alla base della piramide. Gli operatori tecnici (elettricisti, centralinisti, barbieri etc) lavorano e si beccano stipendi decisamente fuori mercato. Vengono assunti con un contratto da 30mila euro all’anno, ma via via nel tempo, come riporta il Corriere della Sera, riescono a racimolare fino a 136mila euro all’anno. Davvero tanto: saranno dei veri talenti, visto che il reddito medio degli italiani è di appena 20mila euro all’anno. Primari? - Il livello più vicino al segretario generale è quello dei consiglieri parlamentari. Salgono le responsabilità e aumenta lo stipendio. Secondo il Corsera, in media il peso delle buste paga dei consiglieri è lo stesso di quello dei primari ospedalieri con la differenza, non da poco, che il loro lavoro è, sì, di responsabilità, ma si limita allo studio e alla ricerca. Bene, loro guadagnano 65mila euro circa appena assunti, ma gli scatti d’anzianità fanno lievitare tutto fino ai 358mila euro di fine carriera (dopo 40 anni di fedele servizio). Sono ben 170 e non hanno alcuna voglia di sentirsi dire che guadagnano poco. Indennità - A rendere tutto ingarbugliato, poi, ci sono le varie indennità che vanno a rimpolpare le già cospicue buste paga. Ad esempio, chi ha il compito di recapitare la corrispondenza si becca 108 euro in più per il suo lavoro ogni mese, ovviamente netti. Altro che i 14 euro una tantum promessi con la legge di stabilità, insomma. In attesa che il prossimo bando per una posizione da “barbiere della Camera” venga pubblicato, però, un motivo per gioire ce l’hanno tutti quelli che ambiscono a stipendi stellari: la Camera è l’unica istituzione che ha reso pubblci gli stipendi dei suoi lavoratori. Nonostante, a volte, la trasparenza faccia intravedere dei fatti che assomigliano a delle ingiustizie. Fonte: liberoquotidiano.it/news/1342164/Gli-stipendi-alla-Camera–commessi-da-400mila-euro–agli-elettricisti-136mila.html ECONOMIA Edward Snowden, l’ex agente dell’Nsa che ha rivelato lo spionaggio da parte del National Security Agency di centinaia di milioni di persone e società sparsi nei cinque continenti, Italia compresa. Milioni e milioni di telefonate intercettate, di email lette, di conversazioni skype ascoltate. Il grande fratello americano ci controlla, ci sorveglia e spia. Ma la cosa peggiore è che lo fa con il nostro consenso. Non nostro di cittadini italiani, nostro del nostro governo. Anzi, di tutti gli ultimi nostri governi. Il ministro degli Esteri Usa John Kerry è a Roma e il presidente del consiglio Enrico Letta ha dichiarato che gli chiederà spiegazioni in proposito del “datagate”. Cosa curiosa, visto che molte delle informazioni che l’Nsa ci ha spiato (invadendo la nostra privacy) gli sono state fornite proprio dai nostri servizi segreti. Siamo stati venduti non solo alla Casa Bianca, ma anche alle grandi banche, alle società di Borsa e alle multinazionali, in altre parole: al Club Bilderberg, di cui Letta fa parte, per sua stessa ammissione. Il settimanale tedesco “Der Spiegel” ha scritto che i suoi giornalisti hanno visto documenti cartacei e digitali da cui emerge come la Germania abbia collaborato in maniera massiccia alla raccolta dati da parte dell’Nsa. Secondo il quotidiano britannico “Guardian”, lo spionaggio europeo da parte dell’Nsa sarebbe iniziato cinque anni fa. Jan Philipp Albrecht, deputato dei Verdi tedeschi e specialista di protezione dei dati, intervistato dal “Guardian”, ha dichiarato: «Da quello che mi risulta, Regno Unito, Danimarca, Olanda, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno tutte firmato un accordo che prevede la fornitura di dati digitali agli Stati Uniti. In altre parole, hanno spiato i propri cittadini per conto di Washington». Informazione, questa verificata dal quotidiano britannico “Observer”. Il governo italiano nega. Popoff ha deciso di parlare con un ex funzionario dell’Nsa, Wayne Madsen. Madsen in passato ha fatto rivelazioni scioccanti sull’11 settembre, sul caso Calipari, su Al Qaida e sulla famiglia Bush. Tutte informazioni rivelatesi corrette e dimostrate anche documentalmente. Madsen: «L’Italia, ma anche la Germania, la Francia e altri paesi europei hanno accordi segreti con gli Stati Uniti per il passaggio di dati personali alla National Security Agency. L’Italia, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, la Danimarca, l’Olanda, la Germania, la Spagna e, ovviamente, gli Stati Uniti, hanno accesso al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un’enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e la storia di accesso a Internet degli utenti. E per utenti intendo anche l’Unione Europea, che viene definita dall’Nsa un “target”, un obiettivo». «L’Nsa ha suddiviso i suoi partner, che l’aiutano a reperire informazioni, in tre gruppi diversi, in base al livello di fiducia. Gli Usa sono ovviamente nella prima categoria. La seconda è formata da Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. La terza è composta da Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Italia. In realtà c sarebbe anche un quarto livello. Ma di questo si conoscono solo alcuni Paesi, come Finlandia e Svezia». «La National Security Agency è diventata più potente con il passare degli anni. La guerra al terrore dell’Amministrazione Bush, proseguita da Obama, ha fatto il resto. Oggi l’Nsa è di gran lunga il più potente servizio di spionaggio al mondo». «Ma lo sapete qual è la cosa più assurda? L’Nsa è il servizio segreto elettronico degli Stati Uniti d’America. Quindi, chiunque giungerebbe alla conclusione che i dati che raccoglie vengano consegnati alla Casa Bianca. Magari fosse così. Lo sapete a chi riferisce le informazioni il direttore Keith Alexander? oltre a Obama, ovviamente. Ebbene, Alexander partecipa alle riunione del Club Bilderberg. Dunque, entrano in possesso dei nostri segreti banchieri, finanzieri, amministratori delegati di multinazionali, generali». «Da quello che mi risulta, l’Italia è stato uno dei Paesi più solerti a fornire informazioni a Washington. Sto parlando di milioni e milioni di dati sensibili e di informazioni personali per ciascuno dei sessanta milioni di italiani. Prendete ad esempio il caso Calipari. Il vostro agente segreto è stato assassinato da una squadra americana d’élite anche grazie alle informazioni fornite dai vostri servizi segreti. Insomma, i vostri governi vi hanno venduto alla Casa Bianca, alle grandi banche, alle grandi società di Borsa, alle multinazionali». CHIESA-PAPACECCO La corruzione è un peccato sociale ammonisce il Papa. Un male che si esercita non solo contro l’altro ma attraverso gli altri. E in Italia si pecca troppo. Ogni anno i corrotti rubano sessanta miliardi al Paese. 12 volte l’Imu sulla prima casa. Le bustarelle aumentano al 40% i costi delle opere Serviva il Papa a ricordarcelo. «Il peccato si perdona, la corruzione non può essere perdonata». Scomunica in piena regola che per l’Italia non ha un peso soltanto morale. Spiegava tempo fa l’allora Procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, «che il peso delle tangenti è tale da far più che ragionevolmente temere che il suo impatto sociale possa incidere sullo sviluppo economico del Paese». Il Servizio Anticorruzione e Trasparenza del ministero della Funzione pubblica valuta in 50/60 miliardi di euro all’anno la tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini. La ormai nota Cgia di Mestre ha fatto i conti sul programma delle infrastrutture strategiche previste da qui al 2015, 233,9 miliardi di euro, ed ha calcolato che su questi lavori le tangenti potrebbero gravare per 93 miliardi in più. L’equivalente di quasi 6 punti di Pil. Ma l’indifferenza se non la tacita tolleranza non muove l’indignazione popolare. Eppure la corruzione, di fatto ruba dalle tasche di ognuno di noi, 1.543 euro. Perché tanta indifferenza? Eurobarometer 2011, ha accertato che nell’arco dell’anno precedente 12 italiani su 100, quasi uno su otto, si erano sentiti rivolgere almeno una richiesta di tangenti. Transparency, l’organismo internazionale dà numeri da brivido. Nel 1995, mentre entravano nel pieno dei processi di Tangentopoli e tutti applaudivano il pool di Mani Pulite, eravamo al 33º posto nella classifica dei Paesi virtuosi. Dieci anni dopo, Seconda Repubblica moralizzatrice, eravamo scesi al 40º. Poi l’affermarsi della moralità pubblica dell’era berlusconiana. Nel 2008 al 55º. Nel 2009 al 63º. E via via abbiamo continuato a scendere fino all’umiliante 72ª posizione del 2012 quando ci siamo ritrovati un posto sotto la Bosnia Erzegovina e addirittura otto sotto il Ghana. Umiliante. Aumenta la malattia e chiudono gli ospedali Dai dati ufficiali del ministero della Giustizia, dal 1996 al 2006 le condanne per peculato sono scese da 608 a 210. Quelle per corruzione da 1159 a 186. Concussione da 555 a 53, Abuso d’ufficio da 1305 a 45. Ma sono i dati di alcune situazioni locali a risultare ancora più sconvolgenti. Nella Lombardia degli scandali che hanno travolto la giunta del governatore Formigoni, da 421 a 38 condanne per corruzione. E la Sicilia precipita da 123 a 3. In più, i pochi che vengono beccati se la cavano con meno di due anni di carcere. Ovviamente condonati. ESTERI FRANCIADEFAULT-da vincitori e vinti La Francia economicamente umiliata e vittima della Macchina del Tempo dell’Eurozona, alla fine usera’ l’Atomica DATI ECONOMICI AGGHIACCIANTI Raffica di dati terrificanti ieri e nei giorni scorsi per la Francia. 1) Standard&Poor’s, la prima delle grandi agenzie di rating ad aver estromesso la Francia dal ristretto club dei Paesi a tripla A (nel gennaio del 2012), ha colpito ancora, abbassando di un altro voto il suo giudizio sull’affidabilità di Parigi (da AA+ ad AA). L’agenzia sottolinea che i margini di manovra del Paese sul fronte fiscale sono ormai praticamente inesistenti e che le misure varate negli ultimi mesi non riescono a ridurre il livello, record, della disoccupazione. Ed è proprio l’insofferenza legata alla drammatica situazione occupazionale, secondo Standard&Poor’s, a rendere molto difficile, per non dire quasi impossibile, la realizzazione delle pur indispensabili riforme strutturali. 2) La Commissione europea ha previsto il deficit francese sarà del 3,8% l’anno prossimo e del 3,7% nel 2015, e la la disoccupazione dovrebbe continuare a viaggiare abbondantemente al di sopra dell’11 per cento Siamo ben lontano dall’obiettivo del 3% che Parigi dovrebbe centrare (grazie peraltro allo slittamento di due anni concesso da Bruxelles). La strada maestra che viene continuamente indicata a Parigi è quella di una forte riduzione della spesa pubblica (ormai superiore al 56% del Pil), liberando risorse da destinare al mondo dell’impresa, dal quale possono arrivare i posti di lavoro veri. 3) Ieri sono usciti i dati sul deficit commerciale (in aumento a 5,8 miliardi in settembre da 5,1 dell’anno scorso); nel 3 trimestre export -0,7%, Import +0,8% Tali dati avranno un impatto negativo nel dato del PIL del 3 trimestre 2013. Il tutto avviene in concomitanza con l’annuncio del record tedesco della Bilancia Commerciale a settembre oltre 20 miliardi di attivo. 4) Ieri sono usciti i dati sulla produzione industriale (in calo dello 0,5% mensile), con un terzo trimestre a -1.1% sul secondo trimestre 2013 Anche questi dati avranno un impatto negativo nel dato del PIL del 3 trimestre 2013. Rammentiamo anche le previsioni d’investimento dell’industria (-7%) e sui fallimenti (in aumento del 5%). LA FRANCIA STA DIVENTANDO SEMPRE PIU’ SIMILE AGLI ALTRI PAESI PERIFERICI DELL’EUROZONA Ma cosa succede in Francia? Nulla di diverso dal Film gia’ visto negli altri paesi periferici (seppur attenuato e ritardato) - I Conti Pubblici degenerano. Il Debito pubblico e’ esploso dal 65% 5 anni fa al 94% attuale. Il deficit resta alto, Tasse e Spese pubbliche astronomiche, le agenzie declassano…. - L’Economia Reale si affossa. La Bilancia dei Pagamenti che era in pareggio fino ai primi anni del 2000, e’ progressivamente peggiorata. Idem la Produzione Industriale (che ha andamento molto simile a Spagna ed Italia). Percio’ il PIL non va bene, e la disoccupazione fa boom. Tutto cio’ aggrava ovviamente lo stato dei conti pubblici - Rispetto all’Italia molti parametri sono addirittura peggiori: i debiti del settore privato sono molto piu’ alti, i debiti esteri esplodono e la bilancia commerciale e’ fortemente negativa ed in peggioramento, la tasse sono piu’ elevate, l’industria manifatturiera e’ piu’ debole, i debiti potenziali sono esplosivi, l’esposizione dei sistemi bancari francesi e’ elevatissima, la Bolla Immobiliare non e’ ancora esplosa (i prezzi sono elevatissimi). LA MACCHINA DEL TEMPO DELLA CRISI E’ INESORABILE In sintesi in Francia avviene lo stesso film visto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, Italia, Slovenia, solo che accade. LA CAUSA PRINCIPALE DELLA CRISI E’ LA PERDITA DI COMPETITIVITA’ Perche’ questo tracollo? Semplicemente a causa di una proggressiva perdita di competitivita’. Basta guardare il dato del Costo del Lavoro per Unita’ di Prodotto, e la divaricazione dell’andamento con la Germania. E’ proprio dal 2005 che si apprezza un differenziale di CLUP tra Germania e Francia, non recuperabile con l’aggiustamento valutario, e quindi dallo stesso anno inizia la degenerazione della Bilancia Commerciale Francese, e la Produzione industriale Francese inizia a divaricarsi come andamento da quella Tedesca. La crisi 2008-13 ha fatto il resto. Stesso identico FILM gia’ visto in tutta l’eurozona, con successivo peggioramento dei conti pubblici e degenerazione dell’economia reale. La teutonica Deflazione fa il resto. LA FRANCIA NON E’ UNA NAZIONE COME LE ALTRE DELLA PERIFERIA: ALLA FINE USERA’ L’ATOMICA DELLA SVALUTAZIONE La classe politica francese se l’e’ presa con le agenzie di rating è facile. Sono incapaci di cambiare un Paese che ha urgente bisogno di uno shock di competitività. Nei sondaggi dilaga il FRONT NATIONAL, partito di estrema destra che propone l’uscita dall’Euro della Francia, ergo la morte dell’EURO. I Socialisti al potere hanno un livello di popolarita’ spaventosamente basso. Il punto e’ che la FRANCIA non e’ uno dei tanti paesi periferici: QUI esiste un orgoglio nazionale, e prima o poi reagiranno, e se non lo faranno i politici, lo faranno gli elettori. Ma voi pensate realmente che i Francesi accettino come gli Spagnoli e gli Italiani, di essere una nazione di serie B, dove i migliori emigrano e destinata alla marginalizzazione? Se qualcuno pensa questo, non conosce per niente la Storia. Ritengo difficile che la Francia attui lo shock di competitivita’ in modo differente che non dalla disgregazione dell’Euro. Non puo’ permettersi ulteriore spesa pubblica a deficit, e non puo’ recuperare sul CLUP raddoppiando i disoccupati (tipo in Spagna), per cui alla fine sparera’ sulla Germania, e se non lo faranno i politici, lo faranno direttamente i cittadini-elettori. Niente di diverso di quanto gia’ visto nel 1914-18 (e nella sua conseguente prosecuzione, la guerra del 1939-45). La Germania prima di tali eventi era in forte progressione economica, e si scontrava frontalmente con Francia e Regno Unito. I Teutonici erano alla disperata ricerca di mercati di sbocco per le proprie merci (Balcani in primis). Alla fine, quando gli interessi Tedeschi e Anglo-Francesi erano pienamente conflittuali, esplose la guerra. Semplicemente oggi sta accadendo la stessa cosa, e le armi sono spread, ratings, svalutazione, qe, gli eserciti sono la finanza, la bilancia commerciale, la produzione industriale, ed i morti sono i disoccupati e la poverta’ delle classi medie; l’Atomica e’ la disgregazione dell’Euro. Ora come allora, accadra’ la stessa cosa: la Francia (e non altri paesi) alla fine accettera’ il conflitto con la Germania come unica via d’uscita, e sara’ appoggiata come allora da Anglo-Americani (notate le dichiarazioni di Tesoro Americano e FMI? non sono casuali: l’austerity made in Germany sta trasformando l’eurozona in area a bilancia commerciale fortemente attiva facendo crollare l’Import, e la cosa crea danni incommensurabili al resto del mondo e squilibri di portata mondiale). Come per le 2 volte precedenti la Germania ne uscira’ a pezzi, dopo aver causato danni incommensurabili al resto del continente, e sempre per la stessa ragione (la necessita’ di “crescere” economicamente alle spese degli altri), o se siete “filo-teutonici” (oltre a Monti ed alla cricca dei ladri nostrani della casta, ne sono rimasti ben pochi), come le due volte precedenti l’Europa rifiutera’ di diventare “efficiente” come la povera Germania. FINEIMPERO-Da informazione corretta-La fine dellimpero-Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli Cari amici,vi ricordate quando è caduto lImpero Romano? Sì, giusto: il 4 settembre 476, quando Odoacre depose e uccise Romolo Augustolo. Probabilmente la fine era iniziata molto prima, con la crisi del III secolo fra la dinastia dei Severi e Diocleziano. Certamente, quando morì Agostino nel 420, Ippona nellattuale Algeria era assediata dai Vandali e limpero non era più in grado di assicurare la sicurezza da nessuna parte; e del resto già trentanni prima, nel 390, Ambrogio aveva lasciato fuori dalla porta della sua cattedrale in penitenza lImperatore Teodosio per un suo atto di giustizia contro i devastatori di una sinagoga a Salonicco - un gesto eversivo dellautorità dellimpero che fu poi ripetuto in pieno Medioevo, nel 1077, da Gregorio VII contro Enrico IV a Canossa. Comunque sia, una data per i grandi avvenimenti storici ci vuole, una data fa comodo - almeno il mese se non il giorno. Bene, cari amici, prendete le vostre agende possibilmente cartacee, quelle elettroniche non durano abbastanza, e segnatevi la data di oggi, di questa settimana, di questo mese. E possibile che uno storico del futuro fissi ad oggi la caduta dellImpero Americano e se ve lo segnate potrete dire ai vostri nipotini non solo che ceravate, lavevate visto, ma anche che qualcuno ve laveva fatto notare: modestamente, il sottoscritto. Perché è caduto limpero americano? Semplice, gli imperi non cadono per una spinta esterna, di solito si afflosciano o se volete si suicidano, rinunciano a difendere la proprie basi morali e contemporaneamente anche i propri confini. Per stanchezza, per ragioni economiche o demografiche, per un cambiamento di pensiero interno. Così è accaduto allAmerica: il suicidio o se volete la caduta dellethos, ha un nome preciso, si chiama Obama. Coi romani è stato un processo abbastanza lento, diciamo che il culmine è durato un buon secolo e mezzo fra il 313 (editto di Costantino)e il 394 (Teodosio, quel che ho citato sopra, trasforma il cristianesimo in religione di Stato) e il 476 della fine ufficiale. Con limpero americano è andato tutto più svelto, dato che sono passati solo dodici anni dall11 settembre. Ma alla Casa Bianca non siede ancora uno sceicco di Al Queida o dei fratelli Musulmani (anche se linquilino attuale di secondo nome fa Hussein); e soprattutto limpero durava da più di seicento anni (la prima guerra punica si conclude nel 241 AC), mentre quello americano ha meno di un secolo di vita, se vogliamo datarlo dalla Prima Guerra Mondiale. Che cosè successo? Lo avete visto, lo leggete in altri articoli su questa pagina. Di fronte a un bel sorriso di Rouhani, a quattro belle parole, lamministrazione Obama ha deciso, ha fortissimamente deciso di piegarsi al regime degli ayatollah, di lasciare in sostanza che faccia quel che gli pare, come prima aveva mollato sulla Siria e più silenziosamente sullIraq, e prossimamente sullAfghanistan. Basta costi, basta fastidi, basta impegno - e dunque basta impero. Tutti a casa. E se si lascia in mano ai nemici la regione più strategica del mondo, non importa. Prima o poi arriveranno anche a minacciare lAmerica in casa, ma presumibilmente non nei prossimi tre anni, saranno cavoli del prossimo presidente o di quello dopo. Badate che lIran è nemico di Israele per convenienza propagandistica e per convinzione ideologica, fa sul serio, naturalmente. Ma sul piano geopolitico Israele è troppo lontano, non rientra nelle mire di controllo territoriale dellIran. Vi rientrano da un lato lAfghanistan e il Pakistan, dove lAmerica è presente; dallaltro lIraq, i paesi del Golfo, lArabia Saudita, stati su cui gli Usa hanno esercitato un protettorato da decenni. Uno dei fattori fondamentali su cui si è fondato limpero americano è stato il controllo dellenergia che viene di lì. Lovvia strategia iraniana è cacciare gli Usa da quelle zone e sostituirne legemonia, diventando una potenza non solo regionale, ma mondiale. Gli arabi che le abitano sono da sempre nemici ideologici e religiosi, in quanto sunniti e anche etnici; ma i loro sono anche Stati deboli e spopolati da conquistare. Latomica iraniana serve essenzialmente a questo, a prendere il controllo del petrolio e a sottomettere i sunniti. Per questo non solo lArabia Saudita, ma anche lEgitto sono preoccupatissimi e sembrano ora decisi a procurarsi latomica anche loro, magari fornita dal Pakistan, che è pure minacciato dallespansionismo iraniano. Che lamministrazione Obama voglia chiudere un accordo a tutti i costi con lIran e sia stata fermata provvisoriamente ieri solo dal veto francese; che sia disposta a farlo senza chiedere in sostanza nulla allIran, non la rimozione di una centrifuga, non la chiusura del nuovo reattore che produrrà plutonio per la bomba H, non la consegna delluranio arricchito, semplicemente la promessa di sospendere larricchimento per sei mesi, testimonia di un affanno, di una disperazione, di una voglia di liberarsi dai pesi della politica internazionale che è il sintomo più allarmante. Dopo aver tenuto posizioni più dure per ventanni - tanto dura questa vicenda - dopo aver giurato di voler impedire un Iran nucleare, anzi continuando a ripeterlo, lAmerica accetta un piano che toglie in sostanza gli ostacoli per la bomba degli ayatollah, ottenendo in cambio qualche promessa. Lo stesso che hanno fatto con la Siria. La debolezza di Obama è tale da farsi bloccare dalla Francia (come per la Siria fece la gran Bretagna): per fortuna, dobbiamo dire, grazie a Hollande e a Fabius; ma anche questo è il segno della fine dellimpero. Tutti a casa! è ormai il motto di questa amministrazione: un clima da 8 settembre che lascia letteralmente atterriti gli alleati. Non solo Israele, ma anche lEgitto (praticamente scaricato in mano ai russi: un ministro di Putin sarà la settimana prossima al Cairo a discutere come sostituire con armi russe le forniture militari fornite dallAmerica). E soprattutto lArabia Saudita, il ricchissimo regno che deve decidere ora se arrendersi ai persiani o organizzare una resistenza con Israele e contro gli Usa. Cè in prospettiva un rovesciamento completo delle alleanze: i vecchi alleati filo-occidentali sono lostacolo alla ritirata strategica di Obama e vengono trattati come nemici; i vecchi avversari, coloro che ancora per strada e in parlamento urlano morte allAmerica come si è fatto a Teheran ancora la settimana scorsa, sono quelli che appoggiano il movimento (a nemico che fugge ponti doro). Israele dunque ormai è chiaramente un nemico per Obama. Lo si è visto nelle dichiarazioni di Kerry, che è arrivato a minacciare tre giorni fa (lui, non i palestinesi) unintifada se Israele non si piegava al suo piano per la trattativa. Ora probabilmente i negoziati salteranno, Israele certo non si può fidare delle garanzie di unAmerica del genere e sa bene di doversi difendere da sé, per cui non può permettersi né ritirate né divisioni interne. Ma è chiaro che, senza lappoggio americano, sarà completamente scoperta sul piano internazionale, soggetta probabilmente a ogni sorta di ricatti: sanzioni dellOnu, condanne di vari corpi internazionali, difficoltà di approvvigionamento di armi, soffocamento economico. Dovrà trovare in se stesso e nei suoi amici la forza di resistere. Attenzione, però, non pensiamo di essere noi italiani ed europei fuori da questi problemi. Quando cade un impero, le macerie travolgono tutto e i più forti si impadroniscono dei più deboli. Noi siamo deboli, debolissimi: sul piano militare incapaci di resistere a una minaccia anche per pochi giorni; sul piano dei rifornimenti dipendenti dalla buona volontà degli altri, dato che abbiamo deindustrializzato e produciamo allestero; sul piano dellenergia poveri di risorse. Abbiamo un vicino ingombrante, la Russia, che ha lavorato per accelerare la crisi degli Usa in tutti i campi e ne approfitterà. Se gli Usa (purtroppo non solo Obama, ma anche la maggioranza che lo ha rieletto conoscendone le politiche) non si cura di difendere Israele e lArabia Saudita, perché dovrebbe spendere un soldato per difendere lOlanda o lItalia che non contano nulla? Anche ignorando la minaccia islamica alle porte, ci troveremo sotto legemonia russa e dovremo farci i conti molto presto. La fine dellimpero colpirà anche noi, che in piena decadenza ci dedichiamo a grottesche manovre di politica interna, senza vedere il pericolo che arriva. E probabilmente sarà più capace di sopravvivere Israele, paese giovane e ben consapevole dei rischi che lo circondano, che unEuropa estenuata e unItalia dilaniata dalle guerre per bande. AFORISMIASSIOMI Chi cerca, prova.
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 17:58:26 +0000

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