PNEUMOLOGIA TRAPANI CHIUDETELO !!!!!!!! Questo è il mio - TopicsExpress



          

PNEUMOLOGIA TRAPANI CHIUDETELO !!!!!!!! Questo è il mio appello, un desiderio che in me, giorno dopo giorno, si è fatto sempre più forte vivendo per venti giorni la realtà del reparto di “Pneumologia” dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani con una tristissima e dolorosissima conclusione per me e i miei familiari. In certi momenti ho avuto l’impressione di trovarmi in una specie di “lager” dove entri vivo e purtroppo esci solo per essere trasportato in camera mortuaria. Decessi a ripetizione tra l’incredulità generale per persone che almeno un paio di giorni prima chiedevano in maniera baldanzosa di bere un chinotto e si erano ricoverate, come si suol dire, con i propri piedi. Ma è possibile che tutta questa gente abbia malattie tali da portarle alla morte ? Oppure c’è qualcos’altro ? Posso solo raccontare le mie impressioni e le mie sensazioni rabbiose di fronte a determinate scene al cospetto di qualche medico, probabilmente nato per fare il venditore di “stigghiole” o panelle ma che, grazie al sistema italiano, probabilmente è stato preso per il collo e inserito di prepotenza dalla classe politica, sull’onda di cassate, agnelli e qualcosa di più grosso, in un reparto d’ospedale, magari senza averne i meriti. Non è solo un certo grado di limitato sapere in medicina (scicchitudine diffusa) che mi ha fatto incavolare come una belva ma anche la mancanza d’educazione e di buone maniere nonché di quel senso di psicologia che ogni persona indossante un camice deve possedere di fronte ad ammalati e relativi parenti. Stesso discorso per qualche infermiere, sicuramente più adatto a condurre un gregge di pecore che ad entrare in una stanza di ricoverati. Bastava guardare già l’aspetto. Uno mi somigliava più ad un diavolo che a una persona e poi toni rozzi, turbolenti, minacciosi, da “chiazza”, credendo che la gente fosse tutta ignorante come lui o nella sua stessa condizione di “burino”. Prima di passare agli episodi vorrei dire con schiettezza che in quel reparto potrei fare il primario pure io. Appena si entra per il ricovero la terapia è standard, uguale per tutti, a base di cortisone, aerosol e ossigeno, poi antibiotici a tutto spiano che spesso bloccano la funzionalità dei reni e per il resto c’è solo da sperare. Di conseguenza basta conoscere un po’ di medicine (soprattutto il rappresentante di marchi farmaceutici più conosciuto la fa da padrone) per diventare gli esperti di quel reparto. E la cosa più comica è che ho conosciuto un medico il quale nemmeno sapeva cosa fosse un esame chiamato “PH”. Alla domanda rispose farfugliando con la sua voce grossa e con inflessioni dialettali tipo venditore di fichi d’India “Niente. E’…..(sosta e non sapeva cosa dire)….un esame che noi facciamo….per vedere il valore….(sosta e non parla più)“. E poi se ne va evitando di rispondere perché magari deve andarselo a leggere su internet il significato. Mamma mia che vergogna !!! A Trapani diremmo (scusate la volgarità) “cosa di pìrita (pernacchie)”. L’unico requisito che aveva di buono l’umanità, la disponibilità con pazienti e parenti. Stessa umanità che trovai in altri due medici. Uno poverino era “un’arma di Piatorio” (Purgatorio). Capiva qualcosa e serviva a fare numero. Apriva sempre le braccia, come nel calcio i difensori vogliono far intendere all’arbitro che non hanno commesso il fallo in area. Un altro più competente si dava da fare. Si interessava degli ammalati. Discuteva con i parenti e mostrava animo buono. Concedeva sempre qualche speranza. Dava conforto. Proprio come si dovrebbe essere. Qualche altro, invece, si atteggiava alla maniera del dottor Guido Tersilli quello del film di Alberto Sordi. Appena questo “tappo” entrava, mancava solo la colonna sonora da suonargli e poi era simile. Qualche altro suo collega diceva che lui stava facendo esperienza. Me ne accorgevo infatti. Una esperienza tutta a danno degli ammalati. Una volta che il mio povero papà chiese di mangiare un po’ di mela cotta, a questo signore quasi gli scocciava e, siccome doveva essere presente per assistere all’operazione, si permise di dire con aria straboccante mentre indossava i guanti “Oh quante cose si devono fare……” con l’aspetto di un superman infastidito. Io, invece, gli avrei fatto diventare il viso come quello di Ercolino, gonfio di schiaffi o gonfio come quello di poveri ammalati che venivano imbottiti di cortisone a più non posso. E questo “uomo inutile” con un atteggiamento da “testa di cazzo” (scusatemi mi viene il cuore a dirlo), quando ebbe chiesto da mia madre come stava mio papà rispose con tono imperioso e tutto infastidito “Ah….Non mi faccia parlare. Parlano le carte”. In quel momento mi domandai se mi trovavo in ospedale o in uno studio di cartomanzia. In ogni caso gli avrei sputato in un occhio. In un’altra occasione lo stesso “pusillanime” alla richiesta di una mela cotta da parte di mio padre fece capire che in reparto non c’era alcun vasetto quando invece poi si scoprì che tutto era in abbondanza. Qualche altro “scienziato” ripeteva sempre le stesse cose con l’abito del profeta riferendosi a propri parenti deceduti in età più giovane rispetto a qualche malato. Sembrava che preparava i parenti alla morte del proprio congiunto. Ma non capisco. Che colpa avevano i malati se qualcuno dei suoi anni addietro era morto in età più giovane. Dovevano forse suicidarsi per pareggiare il conto ? Atteggiamenti da veri e propri “stronzi” che in certe occasioni sembrava fossero contenti di dare brutte notizie. Si dava il caso che per le brutte notizie erano sempre pronti e tempestivi. Per quelle buone non si facevano mai vedere. E non dimentico le scene comiche. Ricordo tre medici che non riuscivano a far funzionare una macchina che aveva le funzioni di respiratore. Tutti attorniati a chiedersi come si faceva. Sembrava un film di “Totò e Peppino”. E poi dovevate vedere certe andature nei corridoi. I “Misteri” di Trapani possono andarsi a nascondere come si “annacavano” certi poveri “rinusati” che non avevano mai visto bene e adesso con il camice bianco si permettevano di trattare la gente con i piedi. Avevano sempre da fare. Erano sempre impegnati. E con uno sguardo di distacco erano pronti ad allontanarsi. Non avevano capito e forse non lo capiranno mai che loro sono al servizio dei malati. E’ la “deontologia” che glielo insegna. Purtroppo certa gente ignorante li ha abituati così male. “Dutturi meo” di qua e “Dutturi meo” di là. “Mi scusi dottore se mi permetto di domandarle”. Ma quando mai. Dottore meo del “Cazzo”. Loro non stanno facendo un favore a nessuno. Il loro lavoro è questo e devono essere sempre pronti in tutto e per tutto per aiutare la causa dei pazienti e mostrarsi disponibili nella giusta maniera ai parenti che soffrono. Questi ultimi servono a loro solo durante la notte. Perché i “signorini” debbono fare sonni tranquilli messi a “pancione nudo all’aria” in maniera veramente schifosa (me ne accorsi in una notte di caldo) come in sala parto. Ed è normale che in questo posto dove ho spesso notato che si vive all’insegna dell’ “entri vivo ed esci morto” ci si mettevano pure gli infermieri (riprendo l’argomento interrotto in precedenza e non mi riferisco chiaramente a tutti). A parte le solite scene d’insofferenza o di incompetenza con braccia e gambe dei malati che sembrano usciti dalla battaglia di Solferino, notai che una volta ce ne fu uno che si lamentò quando vide piangere una signora per la morte della sorella. Assurdo. Era vietato pure piangere. Fece molto bene un parente a mandarlo a fare in culo e a prenderlo per “stronzo”. Certamente non posso accusare nessuno ma in tutta questa “bailamme” so solamente che lì ho perso mio padre, ricoverato perché aveva la febbre e poi stroncato pian piano da un blocco renale inatteso. Io so solamente che mio padre aveva i reni in perfetto funzionamento, come dimostrano esami fatti in urologia ad inizio degenza, e dei quali ci parlò il medico di un altro reparto che aveva fatto il controllo. Lui ci ha lasciati e il reparto continua ad esistere. Per me è da chiudere. Non serve a nulla. Mettendogli il catenaccio avremmo nuovi disoccupati ma qualcuno di questi avrebbe un lavoro assicurato andando a zappare oppure a vendere panini con panelle………Addio PAPA’. Tu hai lottato contro tutto e tutti, dimostrando di essere veramente forte e ne vado fiero. Tu sei un “GRANDE” al cospetto di certi “piccoli” uomini da nulla…………….
Posted on: Tue, 02 Jul 2013 00:30:25 +0000

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