PRIME Da in 20 righe-Pd senza pace: ora è scontro sul Pse. E - TopicsExpress



          

PRIME Da in 20 righe-Pd senza pace: ora è scontro sul Pse. E Fioroni La Margherita non è morta... Pd senza pace e sullorlo di una crisi di nervi a poche settimane dalle primarie. Non fossero sufficienti le polemiche sulle tessere gonfiate e sulla difesa impopolare e indifendibile della Cancellieri come schettino:è sempre colpa degli altri. Berlusconi e il giallo della grazia, il Cav pensa allultima mossa E giallo sulla grazia che sarebbe stata richiesta dai cinque figli di Berlusconi a Giorgio Napolitano. Lo ha annunciato Marcello DellUtri durante Virus su rai due, lo hanno smentito, lavvocato del Cavaliere Nicolò Ghedini,il quirinale nicchia Filippine devastate, 1200 morti e ce il satellite in caduta sulla Terra Tempeste, scenari apocalittici ed anche disastri dovuti alle umane imprudenze, come il satellite che sta cadendo sulla Terra. La tempesta nelle Fippine ha già provocato 1900 morti, ma alla fine saranno molti di più :10 mila sono i dispersi Da tmnews-Legge di stabilita : larghe intese per strette visioni, con Letta ed Alfano alle prese con pd e pdl, con il miliardo che manca al rag. Saccomanni Ce il ragionier Saccomanni al quale manca sempre un miliardo, mr. 3%, e ci sono Letta che palle dacciaio o no, e sempre alle prese con il congresso del pd e con lo scalpitante Renzi, per non parlare di Alfano impegnato in un parricidio, che non... Sono esattamente 3.093 gli emendamenti al ddl stabilità presentati in commissione Bilancio del Senato, il cui termine per la presentazione si è chiuso a mezzogiorno di sabato 9 novembre. Nel dettaglio, dal Pd sono state depositate 992 proposte di modifica, dal Pdl 814, il M5S ha presentato 283 emendamenti, la Lega 372, Scelta civica 166, Misto-Sel 248, Gal 112, Movimento per le Autonomie 106, gli ordini del giorno sono 128. Lesame degli emendamenti entrerà nel vivo dalla prossima settimana quando martedì la commissione avvierà i lavori. Il via libera in commissione, secondo quanto ha riferito il relatore Giorgio Santini, è previsto fra il 18 e il 20 novembre. OBIETTIVO SU-Mentre il dibattito sul taglio del cuneo fiscale nella legge di stabilità continua a tenere banco il giudizio degli italiani sulloperato del governo in materia di lavoro è impietoso. Lo evidenza un sondaggio svolto da Ixé per Agorà e secondo cui il 96% dei cittadini ritiene che lesecutivo stia facendo poco o nulla in materie (Poco pe ril 50%, nulla per il 46%). Solo un 4% ritiene che si stia facendo molto o abbastanza. Cala di 4 punti in una settimana la fiducia nel governo Letta, passata dal 28% di sette giorni fa al 24% di oggi. Guardando invece la fiducia nei leader, il gradimento per il premier Letta è nettamente superiore, attestandosi al 42%. Agli italiani – ha spiegato Roberto Weber, fondatore di Ixè – piace l’abilità di Letta di fare politica. Inoltre esiste un partito della stabilità, trasversale tra gli elettori, che Letta incarna. In testa da settimane, come la Roma ha aggiunto Weber, c’è Matteo Renzi al 51%. Lo stesso sondaggio mostra poi il giudizio complessivo degli italiani sul caso che ha coinvolto Anna Maria Cancellieri. Per il 62% degli intervistati il ministro avrebbe dovuto dimettersi per il caso di Giulia Ligresti. Lo dice un sondaggio Ixè per Agorà (Rai3). Il 34%, invece, ha risposto che il ministro della Giustizia ha fatto bene a non dimettersi. Da cga Mestre-Dal 2008 al giugno del 2013 hanno cessato lattività ben 400 mila lavoratori indipendenti. In questi cinque anni e mezzo di crisi economica la contrazione è stata del 6,7%. Sempre nello stesso periodo di tempo, ogni cento lavoratori autonomi, ben 7,2 hanno chiuso i battenti. Al 30 giugno di questanno il cosiddetto popolo delle partite Iva ammonta a 5.559.000 lavoratori. A scattare la fotografia sul mondo del lavoro autonomo e delle micro imprese è stata la Cgia di Mestre, segnalando che a livello territoriale è stato il Nordovest ha registrare la caduta occupazione più forte tra gli autonomi (-7,9%), mentre il Centro è stata larea geografica meno investita dalla crisi, nonostante la contrazione sia stata di tutto rispetto: - 4,1 per cento. Analizzando tutti i profili professionali che costituiscono il cosiddetto popolo delle partite Iva, si nota che la contrazione più significativa è avvenuta tra i lavoratori in proprio: vale a dire tra gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori. In questi ultimi cinque anni e mezzo sono diminuiti di 357.000 unità, pari ad una contrazione del 9,9 per cento. Male anche landamento dei coadiuvanti familiari, ovvero i collaboratori familiari: la riduzione è stata di 78.000 unità (-19,4 per cento). Anche i collaboratori occasionali o a progetto hanno subito un deciso ridimensionamento: la riduzione occupazionale è stata di 56.000 unità (-12 per cento). Anche gli imprenditori, vale a dire i soggetti a capo di attività strutturate con dipendenti, sono diminuiti di 37.000 unità (-12,9 per cento). Le uniche categorie che hanno registrato risultati positivi sono stati i soci delle cooperative (+ 2.000 unità, pari al +6,2 per cento) e, soprattutto, i liberi professionisti. Il numero degli iscritti agli ordini e ai collegi professionali sono aumentati di ben 125.000 unità (+10,7 per cento).Rcr/Tor PENSIERI La stupidità è la più grande forza distruttiva che affligge il genere umano. Oggi la situazione è più grave del passato in conseguenza dell’amplificazione mediatica, per cui qualsiasi sciocchezza, se ripetuta abbastanza spesso, assume l’apparenza di indiscutibile verità. In sostanza la stupidità viene oggi moltiplicata dalle tecnologie: aumentano così il numero degli stupidi e diventa anche più difficile difenderci dai danni da loro prodotti. Anche le persone che uno ha giudicato in passato razionali e intelligenti si possono rivelare all’improvviso inequivocabilmente e irrimediabilmente stupide. Insomma gli stupidi compaiono improvvisamente e inaspettatamente nei luoghi e nei momenti meno opportuni. Tutti sono autorizzati a essere stupidi, ma alcuni abusano del privilegio. Gli idioti,scemi,stupidi,cretini,ignoranti,trogloditi, possono essere così riassunti: 1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui imbecilli in circolazione. 2. La probabilità che una certa persona sia idiota è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona. 3. Una persona scema è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. 4. Le persone non cretine sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare, i non scemi dimenticano che in qualsiasi momento trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un grave errore. Partiamo subito da un presupporto che accomuna le persone civili,leali,oneste, educate,rispettose,perbene: ogni maleducato,maldicente,asociale tollerato è un arma regalata al nemico sulla strada di neaderthal. Maldicenza è il male detto da un parlante. Si distinguono la parola che esprime il male e il pensiero del parlante. In concreto, ciò che è detto può definirsi chiacchiera, mormorazione, pettegolezzo, diffamazione, calunnia, critica mordace; e la disposizione del parlante può indicarsi quale comunicazione partecipativa, avviso, ammonimento, malizia, malignità, cattiveria, malevolenza, malvagità. Al fine di conoscere, criticare e valutare le maldicenze, è necessario, inoltre, riconoscere, ove possibile, se ciò che è detto è vero o falso. Maldicenza è un termine dove ci si possono leggere significati negativi (pettegolezzo, diffamazione, calunnia), significati neutri (comunicazione, chiacchiera) e significati positivi (critica mordace). L’diota che parla male degli altrui può manifestare intenti negativi (malizia, malignità, cattiveria, malevolenza, malvagità), intenti positivi (avviso, ammonimento) e neutri (comunicazione). La sua traduzione in altre lingue è spesso ambigua, come difficili e ambigue sono, talvolta, le traduzioni in italiano di parole che in altre lingue hanno significato affine. ”Dir male” è peccato; non ”dire il male” potrebbe farci cadere tra gli accidiosi nel quinto girone dell’inferno. La maldicenza rende materia chi la usa, chi la ascolta, e talora anche chi nè loggetto.Esporsi in un sentimento malevolo,significa deteriorare la propria immagine in una sorta di idiota masochismo. Colui che dice male, e colui che ascolta il maldicente, tutti due navigano nell’accidia e nel veleno; ma luno lha nella lingua, e laltro nellorecchio. Il vero problema però non sono loro, ma la società, che è stata contagiata dalla loro cretinaggine (la stupidaggine è molto contagiosa)e nel mentre questi psicopatici cronici gravi vanno in giro a piede libero a dire nefandezze di tutti,colpendo i più vulnerabili,cioè quelli che nella loro cecità determinata dall’innocenza,non li vedono. Perché l’intelligenza umana ha dei limiti, e la stupidità no ?Il protagonismo è la forza che spinge gli imbecilli a manifestarsi. Se è così generalizzata l’abitudine di parlar male degli altri, è perché ciò aiuta a mantenere una buona opinione di sé stessi. Probabilmente è anche lambiente in cui si cresce o si è cresciuti, la gente che si frequenta, leducazione che si è ricevuta, insomma un insieme di cose!Il maleducato,però,nella sua aggressività culturale,non ha alibi,si esprime con ignoranza e poco rispetto per gli altri.L’etica è andata,ormai,a farsi friggere. Gli idioti sono una saggia istituzione della natura che permette agli stupidi di ritenersi intelligenti.Questa è l’età dei trogloditi: illustri signore|i che credono di rimetterci qualcosa di proprio se riconoscono negli altri un minimo merito. Fa parte di una buona educazione sapere quando sia opportuno essere maleducati. Il senso del pudore e del rispetto per il prossimo è merce sempre più rara, ma del resto lItalia è piena dei cosidetti pseudosignori e dei neocoatti con giacca e cravatta.Magari con paletta e rastrello,non cambia di molto. La persona scema è il tipo di persona più pericoloso che esista.Un consiglio a chi vuole evitare climi incresciosi analoghi al mio: non discutere mai con un maldicente: ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. Ma a quale astrusa specie a me sconosciuta appartengono? Mai attribuire alla malafede quello che può essere tranquillamente spiegato con l’idiozia. Sono io ad essere troppo umano o sono loro ad aver perso la loro principale caratteristica? Sono stati loro ad aver buttato nella spazzatura l’educazione e il civismo o qualcuno gliel’ha voluta rubare?A me hanno provato a rubarla un sacco di volte. E continuano, continuano, ogni volta una persona e un evento diversi, ogni volta con una scusa diversa. Perche’ non e’ possibile combattere tutte le battaglie, a volte bisogna perdere, e chissenefrega se sono tutte vitali, l’importante e’ partecipare. E poi, suvvia, bisogna imparare a rapportarsi con il mondo e adattarsi alla società in cui si vive. Ma e’ proprio un umano chi vi dice tutto ciò? Lo stesso umano che se nella preistoria non avesse trovato un modo per plasmare il mondo, si sarebbe estinto in un batter d’occhi, da un giorno all’altro, senza lasciare traccia della sua esistenza? Imbecillità: Mano fredda, cuore caldo. Anche in francese si dice così. Anche in russo, anche in arabo. Questo dimostra che l’imbecillità è universale.In quale girone dell’inferno dantesco andranno a finire queste anime prave? Guardate, sinceramente, penso che per questa feccia italiana sia addirittura troppo lusinghiero andare ad occu pare un posto nella magnificenza dell’opera letteraria per antonomasia dove sono condannati gli Ipocriti,i falsari,i traditori,i maldicenti e i violenti. La persona scema è il tipo di persona più pericoloso che esista.La cretinaggine è una patologia di origine psicotica, per di più molto infettiva. Il protagonismo è la forza che spinge gli imbecilli a manifestarsi.Oggi il cretino è pieno di idee. Un imbecille ha sempre dalla sua il fattore sorpresa. Lo sciocco non perdona e non dimentica. L’ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica. DITO nell’OCCHIO POTERIOCCULTI di Nicoletta Forcheri | In risposta a una trasmissione USA sull’intenzione della finanza di attaccare l’Italia per le sue ingenti riserve di oro, puntualizzo che: 1) non è vero che Berlusconi possiede il 90% dei media infatti, di fronte al suo compare Merdock – che controlla al 100% Sky Italia – ne possiede sicuramente meno del 50%. Per inciso, Sky Itaia ha oscurato unilateralmente Mediaset Plus dalla sua piattaforma senza preavviso, esattamente come quando le banche richiedono un rientro repentino facendo fallire imprese e famiglie; 2) non è vero che l’Italia non è ricca di petrolio e di gas. Secondo un rapporto di una multinazionale inglese, è il secondo paese più ricco di petrolio d’Europa. Guardate la Basilicata oppure semplicemente una cartina delle trivelle in Italia per capire che l’Italia è una manna per le sorelle petrolifere, con “pratiche burocratiche snelle per i permessi” e royalties tra le più basse al mondo 10% (con esenzioni per le prove sui primi 20 milioni),agevolazioni fiscali (il 35% di aliquote massime sul reddito, nel 2008) northpet/operations/italy/) 3) in quanto all’oro esso è già fisicamente depositato presso caveaux a Washington Londra e Svizzera, ed esiste una querelle su a chi appartiene, perché apparteneva a Banca d’Italia, quando era pubblica, e adesso secondo la BCE, appartiene sempre a Banca d’Italia, adesso che è ha tutti soci privati, tranne l’inps che cartolarizza anche i rotoli del cesso: ricordate quella polemica di Tremonti che aveva dichiarato che l’oro apparteneva al paese e non a Bankitalia? Adesso si tratta solo di consolidare il furto…. è facilissimo, con il macigno del debito sulla testa, il furto è presto consumato. Perché queste falsità? Facile, per derubarci meglio. Berlusconi per fare da parafulmini e fenomeno di distrazione di massa, il secondo punto è invece piuttosto omesso, perché le multinazionali ci derubino meglio nell’ombra, con trivelle e sondaggi del sottosuolo, acquisizione dati, il tutto a nostra insaputa. Bombardano la Libia ricca di petrolio e oro, e per di più ex alleata dell’Italia a causa del “cattivo” Berlusconi, per sottrarle il petrolio, l’oro, la moneta…Noi siamo costellati di basi nucleari non certo per difenderci dalla Russia, ma per minacciarci direttamente in caso di passi falsi nei confronti dell’oligopolio globale che tiranneggia il mondo e che ha una zampa ben inficcata nel nostro paese. Il terzo punto – giuridico – la proprietà del “nostro” oro, non penso invece che Tremonti ne parlerà più per molto… Si sente cosi parlare sempre più spesso di Bilderberg (dal 2013 si sono anche aperti ad un piccolo gruppo selezionato di giornalisti). In effetti ormai si nascondevano dietro un dito.Ma quasi nessuno si chiede chi ha fondato il Bilderberg e la Trilateral Commission.Troviamo personaggi legati ai Cavalieri di Malta, ai Gesuiti e quindi al Vaticano stesso, che prima di ogni cosa promettono fedeltà al Santo Padre, il cui fine è la difesa della fede. Nel 1952 nacque ufficialmente il Bilderberg Group. Era sorta da poco la NATO ed un profugo polacco, tale Retinger fondatore del Movimento europeofinanziato dalla CIA, si fece promotore di un club riservatissimo che avrebbe dovuto raggruppare gli uomini più influenti dEuropa e degli USA, il Bilderberg Group appunto. Józef Hieronim Retinger (1888-1960) accusato di essere un agente del Vaticano, una spia gesuita, un massone di alto rango, un Cavaliere di Malta, un Ebreo, un omosessuale, un agente della CIA, un agente sionista, un agente dellMI5, un agente MI6, un agente russo e cugino del diavolo - e lui diceva: Non siamo nemmeno alla metà. Il padre morì improvvisamente nel 1897 mentre JHR era ancora un ragazzo, e il conte Zamoyski (la famiglia nobile che aveva acquisito il titolo di conte dallHoly Roman Emperior, divenne suo padrino.Wladyslaw Zamoyski era di nobili origini e fu il portavoce per i proprietari di immobili nella Grande Polonia. Egli non fu solo un devoto patriota ma anche un cattolico molto devoto. Józef Hieronim Retinger originariamente pensato di diventare prete e anche iscritto ad un seminario (è entrato nel noviziato dei Gesuiti a Roma), ma si ritirò dal concludere che lobbligo del celibato sarebbe stato un ostacolo problematico. Più tardi Retinger conclude due matrimoni, prima con una donna polacca di nome Otylia Zubrzycka, e con una certa Stella Morel, “la figlia di un amico, del sindacalista Ed Morel” (Chciuk-Celt, Jan: Józef Hieronim Retinger 1888-1960, aggiornato il 24 giugno 2009). Ma questa donna morì nel 1933, e appare molto probabile che il vedovo Retinger non abbia in seguito iniziato nuovi rapporti, ma si sia invece riorientato sulla sua vita Gesuita e si sia immerso nel lavoro cospirativo. Primo presidente fu Bernardo dOlanda, massone implicato nello scandalo Lockheed nel 1976. Non solo. Bernhard van Lippe fra le moltissime onorificenze , vanta anche quella di Balivo di gran croce del Venerabile ordine di San Giovanni (lato protestante dei cavalieri di Malta) ed anche Balì gran croce di onore e devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta. Del comitato promotore del Bilderberg fecero parte anche De Gasperi e lambasciatore italiano negli USAPietro Quaroni. Negli USA fra i promotori vi furono il direttore della CIA e Joseph Johnson della fondazione Cervage, messa sotto inchiesta per i finanziamenti avuti dalla CIA. Nel 1967 venne alla luce che attraverso collaboratori di Bernardo dOlanda il Bilderberg fu finanziato dalla CIA stessa. Tra coloro che parteciparono al primo meeting del Bilderberg nel 1951 figurano molti personaggi in qualche modo legati alla CIA, come risulta da uninchiesta del Sunday Times di Londra, censurata dal governo e pubblicata in Italia dallEuropeo il 17/10/1975. Vi erano due sindacalisti dellAfl-Cio, Irwing Brown e Walter Renter, anche loro sovvenzionati dalla CIA e finanziatori della destra sindacale italiana e della DC. I primissimi componenti italiani del Bilderberg erano Giovanni Agnelli, Alighiero De Michelis, Amintore Fanfani, e Longo. Tra gli statunitensi: Gerald Ford, Henri Kissinger, David Rockefeller, Allen Dullesdella CIA. Tra i componenti degli altri paesi vi erano Joseph Luns segretario generale della NATO,Hermann Abs della Deutsche Bank, Fritz Berg presidente della Confindustria tedesca, Donald Mc Donaldministro della difesa del Canada. Nel 1973 Giovanni Agnelli e David Rockefeller si fecero promotori di una sorta di nuovo Bilderberg, meno clandestino e questa volta allargato al Giappone, usando ancora i canali massonici e dei servizi segreti. Nacque in questo modo la famosa Trilateral, con una veste formalmente meno arcigna e clandestina, ma con funzioni analoghe a quelle del Bilderberg. William Vincent Shannon, non proprio un paranoico complottista, ma un giornalista e redattore del New York Times e persino ambasciatore degli USA in Irlanda durante la presidenza Carter (1977-1981), affermava: I membri del Bilderberg stanno costruendo lera del post nazionalismo: quando non avremo più paesi, ma piuttosto regioni della terra circondate da valori universali. In effetti allinterno dellagenda è ormai risaputa la volontà di distruggere le nazioni ed i loro governi per allargarsi ad autorità sovranazionali. E non è forse quello a cui stiamo assistendo da alcuni anni? Troppo semplice puntare il dito sulla solita fin troppo generale massoneria o para-massoneria. Le informazioni riguardo gli ideatori di queste commissioni ci riporta direttamente fra le mani onnipresenti dei Gesuiti e dei Militari del Vaticano. Sarebbe a dire, uneconomia globale; un governo mondiale, non eletto, e una religione unica. Per essere sicuri di raggiungere questi obiettivi, i Bilderberger si concentrano su di un approccio maggiormente tecnico e su di una minore consapevolezza da parte del pubblico in generale. Del resto, lo stesso fondatore del Bilderberg Group, il principe Bernardo dOlanda, sul punto era stato chiaro: «È difficile rieducare gente allevata al nazionalismo allidea di rinunciare a parte della loro egemonia a favore di un potere sovranazionale». Sincero è stato pure David Rockefeller che è anche Grande Ufficiale dellOrdine al merito della Repubblica Italiana (Italia) - altro Bilderberg di razza - il quale ha lasciato scritto nelle sue Memorie (2002): «Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come internazionalisti, e di cospirare con altri nel mondo per costruire una più integrata struttura politico-economica globale, un nuovo mondo, se volete. Se questa è laccusa, mi dichiaro colpevole, e sono orgoglioso di esserlo». Alla luce dei fondatori di questi gruppi potremmo certamente supporre che non si tratta di sempliciuomini daffari, ma che fin dai tempi della sua fondazione, il Bilderberg ha una precisa missione impostata, al tempo, da uomini legati ai casati Nobili, ai Gesuiti e ai Cavalieri di Malta. (Fonte: poteriocculti.mastertopforum.biz/gli-agnelli-la-cia-i-gesuiti-e-il-bilderberg-vt5033.html EDITORIALE GESUITI a cura di Alessandro Raffa – per signoraggio.it Chi sono, i Gesuiti? La maggioranza dei cittadini non saprebbe rispondere. Fior di laureati, persone di elevato grado culturale, alla domanda “chi sono i Gesuiti” non saprebbero rispondere, oppure lo farebbero in modo molto vago. Del resto, di loro i mass media non parlano mai: e persino i “blog liberi” di contro-informazione ne parlano pochissimo, con il ”contagocce”, in quanto i Gesuiti mantengono un bassissimo profilo, operano “sotto il radar”, non danno occasione di parlare di loro. L’Ordine dei Gesuiti – o “Compagnia di Gesù” -secondo Wikipedia è “un istituto religioso maschile di diritto pontificio“. Ma non sono un istituto qualsiasi; infatti i loro uomini sono alla guida alla guida delle più importanti NAZIONI del mondo. Controllano i governi, ma anche le ISTITUZIONI FINANZIARIE, e da quando Jorge Mario Bergoglio è diventato Papa, persino il Vaticano! In parole povere, controllano TUTTO. Noi liberi blogger evidenziamo spesso le ”connessioni” tra i governi ed il gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, l’Aspen Institute, il “Club di Roma” e altre organizzazioni paramassoniche sovranazionali, a cui appartengono tutti i politici più influenti, i capi delle multinazionali più potenti, i giornalisti dei principali organi di informazione. Ma il vero “filo conduttore” che lega i potenti tra loro sono i Gesuiti. I cui uomini fanno parte anche, ovviamente, dei gruppi sopracitati: che sono una sorta di “gruppi di coordinamento” dove i potenti stabiliscono le strategie per conseguire interessi e obiettivi comuni. I Gesuiti sono senza dubbio al di sopra di Bilderberg & co. e anzi, probabilmente i gruppi in questione eseguono le direttive dei Gesuiti stessi, quantomeno anche dei Gesuiti, che controllano direttamente i posti di comando più importanti. Mario Monti [1] ex premier “calato dall’alto” dai poteri forti, servo devoto di tutte le associazioncine sopracitate, è notoriamente uomo dei Gesuiti. Mario Draghi [2] numero uno della Banca Centrale Europea, è legato mani e piedi ai Gesuiti. Il Presidente USA Barack Obama [3] è apertamente sostenuto dai Gesuiti; Herman Van Rompuy e Jose Barroso [4]rispettivamente Presidente del Consiglio europeo e Presidente della Commissione europea, ovvero imassimi vertici dell’UE, nominati e non eletti dai cittadini, per la maggioranza assoluta dei quali sono due sconosciuti, sono uomini dei Gesuiti. Il numero delle importanti personalità, attualmente in carica o del passato (politici, ma non solo) legate ai Gesuiti è impressionante; [6] dall’ex Presidente USA Bill Clinton fino al dittatore cubano Fidel Castro, passando per l’ex Presidente Italiano Ciampi, e una valanga di politici: Rutelli, Fassino e molti altri hanno studiato dai Gesuiti. Cercando nei meandri della rete informazioni saltano fuori nomi di destra e di sinistra, del clero e delle banche, tutti legati a vario titolo ai Gesuiti. Ne citiamo alcuni nell’approfondimento di seguito [6] e teniamo presente che la ricerca è molto parziale, limitata alle personalità ai vertici delle istituzioni più importanti del mondo e ai nomi italiani. Sono numerosi i protagonisti della politica italiana legati ai Gesuiti, ex premier, ex presidenti, ex ministri, capi partito, etc. e sicuramente se passassimo al setaccio la classe dirigente delle altre nazioni occidentali verrebbe fuori un quadro simile. Cercando informazioni sui nomi italiano, sulle pagine in italiano, è saltato fuori anche lo spagnolo Rajoy e persino Fidel Castro! CHIESA- Il nuovo presidente dello IOR è un Cavaliere di Malta, proprio nel giorno del loro 900esimo anniversario Nel giorno del loro 960esimo anno di esistenza e durante la visita ufficiale a Benedetto XVI, in occasione dell’omaggio reso a Joseph Ratzinger, è arrivata la conferma ufficiale del nuovo presidente dello IOR, la banca vaticana rimasta a lungo con sede vacante, dopo il licenziamento dell’ex responsabile di Monte dei Paschi di Siena Gotti Tedeschi, con un lungo strascico di misteri e polemiche, al centro delle quali vi era il timore dell’ex numero uno della banca vaticana di essere in pericolo di vita. Il complesso sistema dei Cavalieri dell’Ordine di Malta è uno dei pochi ad essere sopravvissuto al Medioevo ed aver attraversato (quasi) indenne i secoli, il secondo ordine cavalleresco-militare legato direttamente al Vaticano dopo quello del Tempio di Gerusalemme. Smentite le voci che ieri avevano dato il belga Bernard De Corte tra i favoriti in una lista di ben 70 “papabili” alla carica, lasciata dopo che lo scorso 24 maggio l’intero board formato da cardinali decise di licenziare Ettore Gotti Tedeschi, è lo stesso padre Lombardi, titolare della sala stampa Vaticana a dare l’annuncio La carica spetta al tesoriere dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, il tedesco Ernest Von Freyberg, avvocato d’affari di Francoforte che sarà coadiuvato dallo stesso board che si rese protagonista del licenziamento del banchiere che mise in moto il Vatileaks che verosimilmente, ha costretto il papa alle dimissioni. Von Freyberg si ritroverà nello stesso board con l’americano Carl Anderson, esponente dei Cavalieri di Colombo con cui l’Ordine dei Cavalieri di Malta non ha avuto ottimi rapporti. L’intenzione del papa sembra quella di mettere nella stanza dei bottoni due delle parti più attive negli scontri “sotterranei” all’interno del Vaticano, con la scelta precisa di premiare chi da più di 900 anni ha mostrato la sua fedeltà al papa. Quando Papa Ratzingher si è dimesso. Ne sapevano nulla allo Ior? Nella storia della Chiesa tra i 15 precedenti,c’è quello di Celestino V di cui sappiamo tutti per aver studiato la “Divina Commedia”. Gli altri sono tutti morti in carica; non tutti per morte naturale, va detto: ci sono stati i martiri della prima cristianità, poi qualche papa assassinato nel Medioevo… poi forse qualche altro. In Vaticano pare vada molto in voga il caffè corretto…Il codice canonico prevede la possibilità di dimissio ni del Papa, ma la cosa è sempre parsa molto sconveniente. La Chiesa è monarchica e non ama i dualismi: pensate solo al problema della convivenza fra un Papa in carica ed uno emerito. Ogni starnuto del secondo (e questo scrive libri e twitta che è un piacere) potrebbe suonare come sconfessione del precedente. Poi, sul piano simbolico, la cosa può apparire come una fuga dalle proprie responsabilità. Quando Woitjla era già molto grave chiesero ad un prete se avrebbe potuto dimettersi e la risposta fu: “Può dimettersi Gesù dalla croce?”. Quella è una carica carismatica e delle normali dimissioni la fanno sembrare una qualsiasi carica politica. Quando Luciani esitava ad accettare l’elezione, un cardinale gli disse: “Se il Signore dà la prova, dà anche la forza”. E questo, per un prete, chiude il discorso. Dunque, cosa può esserci stato di così grave da indurre Ratzinger ad un gesto così clamoroso? La salute? Probabilmente questa sarà la spiegazione che verrà data fra poche ore, magari ci sarà uno scoop (naturalmente smentito con forza dal Vaticano) di un Alzheimer o qualcosa del genere. Ma non è cosa da prendersi sul serio e non solo perché Ratzinger appare in buona salute (o per lo meno, nulla fa pensare ad un suo crollo imminente) e Woityla se l’è tirata per almeno otto anni (e negli ultimi due era palesemente malconcio), ma anche per altri aspetti. Ad esempio, lo stesso Sodano ha parlato di “fulmine a ciel sereno” e se il Papa avesse avuto problemi di salute così gravi, la cosa si sarebbe saputa prima. E lo stesso secco comunicato d’agenzia, per ora non fa cenno a motivi di salute. Poi un’altra cosa: nella Chiesa il periodo che precede la Pasqua è quello liturgicamente più intenso e (per chi crede) più importante. Il Papa avrebbe potuto benissimo dimettersi dopo la Pasqua se non proprio dopo la Pentecoste, sotto periodo estivo, quando la cosa, pur sempre clamorosa, sarebbe parsa un po’ più “naturale”. Magari preparando il terreno con qualche “indiscrezione” nei mesi precedenti. E, invece, tutto fa pensare ad una decisione scaturita da una vera e propria crisi politica dentro le mura leonine. Quindi, la domanda è: che diavolo sta succedendo in Vaticano? Il pontificato del povero Ratzinger non poteva essere più tormentato (e, bisogna riconoscerglielo, ne è uscito dignitosamente): scandalo dei preti pedofili, polemiche aperte con il collegio cardinalizio, problema dei rapporti con l’Islam, confronto costante con il suo predecessore e, più di ogni altra cosa, la raffica di scandali finanziari dello Ior. Prima la fuga di documenti di monsignor Caiola che consentirono a Nuzzi di scrivere il suo libro e che ha rivelato la prosecuzione dello Ior parallelo, che si credeva finito già anni prima. Poi a raffica gli scandali Fiorani, Anemone, Roveraro e riciclaggi vari. Poi l’inchiesta della Procura romana sui movimenti dello Ior presso la Jp Morgan e le pressioni della finanza mondiale perché lo Ior regolarizzasse la sua posizione giuridica (formalmente esso non è una banca e non è soggetto ai controlli internazionali del sistema bancario). Conseguentemente, Benedetto XVI, dopo aver imposto Gotti Tedeschi (uomo dell’Opus Dei) a capo dello Ior (sino a quel punto più vicino all’ala massonica del “sacro collegio”), decise, a fine 2010, di aderire alla convenzione monetaria Ue, accettando l’applicazione delle norme antiriciclaggio. Quel che non servì ad evitare nuovi scandali su sospetti movimenti di capitali. A proposito: nella stranissima vicenda dei falsi titoli di Stato americani, che girano dal 2009, il nome dello Ior spunta in 6 casi su 11. Forse solo un caso. Poi continuò implacabile la fuga di documenti per tutto il 2011-12 dietro la quale non era difficile intravedere lo scontro fra gli uomini dell’Opus e quelli della “Loggia” vaticana. Al punto che, nel maggio dell’anno scorso, Gotti Tedeschi rassegnava le dimissioni, dando il via ad un aperto scontro in seno alla commissione cardinalizia presieduta dal cardinal Bertone, segretario di Stato. Da allora lo Ior non ha un presidente effettivo. Lo Ior torna all’onore delle cronache per l’acquisizione di Anton Veneta da parte del Monte dei Paschi di Siena e tutto fa pensare che altro verrà fuori. Una ventina di anni fa l’ordine dei salesiani ricevette una cospicua eredità che produsse un contenzioso giudiziario, risolto grazie alla mediazione di alcuni valenti avvocati e periti. Solo che, subito dopo i valenti mediatori presentarono richieste economiche che andavano anche oltre il totale dell’eredità, esibendo un accordo sottoscritto dall’ordine. L’Autorità giudiziaria dava torto ai salesiani che ora rischiano il sequestro di tutti i loro beni ed il puro e semplice fallimento (e su questo torneremo). Ma come hanno fatto i salesiani a cacciarsi in un pasticcio di questo genere? A indirizzarli in questa direzione sarebbe stato Tarcisio Bertone (che viene proprio da quell’ordine) all’epoca arcivescovo di Genova. Così, Il Reverendissimo Cardinale di Santa Romana Chiesa si vide costretto a scrivere una molto imbarazzata lettera al magistrato, lamentando si essere stato raggirato da persone che avrebbero abusato della sua ingenuità. Un salesiano ingenuo? Come è fatto? Ha le antenne in testa, tre braccia ed è coperto di squame? Del mio lontanissimo passato di giovane cattolico, ricordo una battuta che circolava in molti ambienti ecclesiali: “Non saprai mai cosa pensa un gesuita e dove trova i soldi un salesiano”. Don Bosco aveva un senso degli affari ed una spregiudicatezza che era pari solo alla sua straordinaria capacità organizzativa ed al suo genio educativo. Ed i suoi seguaci non sono mai stati da meno. Quello che più inquieta è la coincidenza temporale fra l’ “accordo” che avrebbe portato alla spoliazione i salesiani e l’approssimarsi della fine del pontificato di Woitjla. Certamente un caso. Sarà che ho letto troppo Andreotti, ma questo Bertone non mi pare che la conti proprio giusta. Ed allora, è troppo pensare che le dimissioni del Papa siano il punto di arrivo di uno scontro politico in Vaticano e che il cuore della faccenda sia lo Ior? Ma c’è anche un’altra pista – peraltro complementare- che va valutata: Ratzinger è certamente nell’ultima fase del suo mandato (un uomo di 86 anni non può pensare di avere davanti a sé molti anni ancora) ma è ancora vigile ed efficiente. E se avesse deciso di dimettersi per pilotare, in qualche modo, la sua successione? Ed anche qui torna lo scontro fra le varie cordate pontificie: Opus Dei, Massoneria, Cavalieri di Colombo…. Vedremo. Quello che ci sembra certo è che queste dimissioni sono la mossa politica di un uomo che vuole giocare d’anticipo su altri.E’ stata la vera croce che è pesata (troppo, visto com’è andata a finita) sulla schiena di Benedetto XVI non v’è dubbio. Troppi gli scandali che hanno segnato lo Ior negli ultimi anni, la banca vaticana nota, se così vogliamo dire, per non essere nota: documenti segreti, bilanci segreti, conti segreti. Zero trasparenza, dunque. Tanto che l’ultimo documento sui suoi conti risale addirittura al 2002. Il silenzio delle stanze vaticane, però, non ha tenuto ai contraccolpi dei tanti scandali degli ultimi anni. Basti pensare ai forti interessi dello Ior nella vicenda Monte dei Paschi di Siena. Lo stesso arresto di Giuseppe Orsi, presidente di Finmeccanica, non può non far tornare alla mente lo scorso 23 maggio, quando il numero uno dell’azienda aerospaziale finisce intercettato in un ristorante con l’ex numero uno della banca vaticana, Ettore Gotti Tedeschi: “il sistema è a tuo favore e ti difenderà”, dice quest’ultimo. Parole inequivocabili: l’appoggio è incondizionato e trasversale .E non finisce nemmeno qui. Secondo gli inquirenti, infatti, quello tra Orsi e Gotti Tedeschi non sarebbe stato nemmeno un pranzo di piacere, visti gli affari che ci sarebbero i due: per la magistratura Orsi avrebbe consegnato all’ex numero dello Ior documenti segreti su accordi con Panama e India. Ancora: il banchiere è sott’inchiesta anche a Roma col dg Paolo Cipriani per 23 milioni di euro dello Ior movimentati verso il Credito Artigiano e destinati a JpMorgan Frankfurt e a Banca del Fucino, segno dei forti legami (su cui torneremo più avanti) con i grossi istituti mondiali. E poi le rogatorie che dimostrerebbero gli affari dello Ior nello scandalo del G8-Grandi eventi (nella vicenda, secondo alcune indiscrezioni, emergerebbe l’interessamento del cardinale Leonardo Sandri, uno dei papabili per il dopo Benedetto). Tempi bui per lo Ior. Troppo pericolosi soprattutto per chi, negli ultimi anni, era riuscito ad accrescere e concentrare il potere politico ed economico nelle sue mani. Stiamo parlando del plenipotenziario segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. Tanto che, di lì a poco, sarebbe arrivata la rottura definitiva con Gotti Tedeschi. Secondo le versioni ufficiali, il motivo della rottura sarebbe da ritrovare nell’opposizione del banchiere al desiderio di Bertone di creare una spa che inglobasse la gestione non solo del Gemelli ma anche del San Raffaele che, dunque, sarebbe stato prelevato e ricapitalizzato per salvarlo dalla sua condizione pesantemente debitoria. Gotti Tedeschi si oppose. Non sapeva, forse, che non accontentare i desiderata di Bertone avrebbe significato il suo siluramento. Cosa che, appunto, avvenne. Ma ecco il tratto inquietante della vicenda. Ancora oggi sono fortemente insistenti le voci secondo cui il vero motivo della rottura tra i due (oltre al disegno quasi imprenditoriale di Bertone appena ricordato) andrebbe ritrovato nella scelta di Gotti Tedeschi di farsi volontariamente interrogare (poteva decidere di non andare, la legge glielo consentiva) dai magistrati di Roma, in seguito a un’inchiesta su presunte violazioni delle norme anti-riciclaggio che ha coinvolto lui e il direttore generale dello IOR Paolo Cipriani. La Santa Sede non avrebbe apprezzato le chiacchierate con i pm, né le allusioni ad alcuni conti cifrati segreti. Quello che accade in Vaticano, deve restare in Vaticano. A giugno 2012, nelle indagini su Finmeccanica, gli inquirenti decidono di far perquisire casa e uffici del banchiere: tra le carte sequestrate spunta un memoriale sullo Ior preparato, addirittura, nel timore “di essere ammazzato” per quanto scoperto durante il suo mandato. “Tutto è cominciato quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati”, si legge nel report. Pochi giorni dopo e, come detto, Gotti Tedeschi viene silurato definitivamente da Bertone il quale non aveva digerito l’intenzione del banchiere di promulgare la legge 127 che avrebbe fissato norme antiriclaggio. Il segretario di Stato non era d’accordo. Tanto che, motu proprio, aveva depotenziato i poteri ispettivi previsti dalla legge 127, nonostante pochi giorni prima il Vaticano fosse per la prima volta finito nella black list dei Paesi a rischio riciclaggio. Il dubbio che ci fosse (e ci sia) qualcosa da nascondere è più che legittimo. I documenti contabili dello Ior, soprattutto dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano e le pesanti ombre sulla morte di Roberto Calvi, sono assolutamente occultati. Nulla riesce a superare le mura vaticane e a diventare pubblico. L’ultima volta che è accaduto risale addirittura al 2002. Ma è da qui che si può partire per comprendere il giro di affari che ruota attorno allo Ior, anche perché i nomi di allora sono gli stessi nomi di oggi. Iniziamo però col dire che è praticamente impossibile comprendere la consistenza patrimoniale della banca e, dunque, della stessa Santa Sede. La matassa è inestricabile. Fonti attendibili parlano di 5,7 miliardi di euro tra contanti, oro, valute, azioni e titoli (escludendo quindi gli immobili e gli inestimabili tesori d’arte), ma potrebbero essere il doppio o dieci volte tanto, perché nessuno può dirlo con certezza visto il riserbo che copre le finanze della Santa Sede. Ma, anche prescindendo dall’ammontare del capitale, è indubbio che il giro di affari sia praticamente immenso per uno Stato che si estende per soli 44 ettari di superficie, che conta meno di mille residenti e che non ha sportelli se non uno in territorio vaticano (peraltro non funzionante per il blocco imposto da Bankitalia proprio per le norme antiriciclaggio). Nonostante questo, infatti, lo Ior si ritrova ad essere una vera e propria multinazionale dato che, formalmente, finanzia tutte le diocesi (oltre 5 mila) e, di contro, apre conti a tutti i porporati (quasi cinque milioni tra vescovi, sacerdoti, diaconi e professi). Non produce beni e i suoi servizi sono gratuiti, o quasi. A ben diritto, dunque, lo Ior è tra le banche più potenti del mondo, visto il giro d’affari che regola. Per analizzarne i ricavi, come detto, non è possibile fare riferimento all’incalcolabile patrimonio.Possiamo, però, fare riferimento ai suoi investimenti, mobili e immobili, e ai versamenti delle diocesi per il sostentamento dell’organizzazione centrale della Chiesa: secondo una passata inchiesta di Panorama, parliamo di qualcosa come 216 milioni di euro all’anno. Ma sono solo i dati ufficiali, quelli conosciuti, iscritti ufficialmente nel bilancio dell’Amministrazione patrimonio Sede Apostolica (Apsa). Dietro, si nasconde dell’altro. DOCUMENTO DEL 2002: AFFARI IN USA E PARADISI FISCALI “MISSO SUI IURIS”- Accanto al quadro ufficiale, spuntano legami fondamentali con altre banche, europee e americane. Gli affari, infatti, sono garantiti: ai suoi clienti lo Ior garantisce interessi medi annui superiori al 12%. La Jcma, un’associazione di medici cattolici giapponesi, nel 1998 ha depositato 35 mila dollari presso la banca vaticana. A quattro anni di distanza si è ritrovata sul conto quasi 55 mila dollari: il 56% in più. E se i clienti guadagnano il 12% medio annuo, vuol dire che i fondi dell’Istituto rendono ancora di più. Quanto, però, non è dato saperlo. Secondo un altro rapporto del giugno 2002 del Dipartimento del Tesoro americano, basato su stime della Fed, solo in titoli Usa il Vaticano ha ben 298 milioni di dollari: 195 in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine (49 milioni in bond societari, 36 milioni in emissioni delle agenzie governative e 17 milioni in titoli governativi) più un milione di euro in obbligazioni a breve del Tesoro. Senza dimenticare la joint venture da 273,6 milioni di euro tra Ior e partner Usa. Quali siano tali partner, ovviamente, non è dato sapere. È molto probabile, però, che stiamo parlando dei grandi colossi bancari. Basti pensare alla JpMorgan e ai 23 milioni di euro che sarebbero stati destinati dallo Ior se tutto non fosse stato frenato da Bankitalia. Tali affari, dunque, spiegherebbero la politica di Tarcisio Bertone che vuole mantenere a tutti i costi altissimo il segreto sugli interessi dello Ior. Ergo: si addensano le ombre sul memorandum dello stesso ex numero uno della banca vaticana in cui scrive di aver paura di essere ucciso dopo aver visto di chi erano i “conti non intestati a prelati”. Senza dimenticare un altro particolare. Anni fa il Vaticano decise di sottrarre le Cayman al controllo della diocesi giamaicana di Kingston per essere proclamate Missio sui iuris, ovvero alle dipendenze dirette del Vaticano. Sarà una coincidenza ma stiamo parlando di uno dei più ambiti paradisi fiscali. INTERNI PDCAOS-Pd nel caos. Prima il bubbone sui tesseramenti fantasma, poi Prodi che si chiama fuori e adesso i rapporti con il Partito Socialista Europeo, polemica che prefigura persino una scissione. Il partito Democratico non trova tregua in vista delle primarie per scegliere il nuovo segretario. Quella dei rapporti del Pd con il Pse è solo lultima delle grane che stanno squassando lanima del partito. Organiziamo il congresso del Pse perché siamo unagenzia di grandi eventi? Chi lo ha deciso, quando e dove? E una mutazione, ha affermato Beppe Fioroni replicando ad alcune affermazioni del segretario Guglielmo Epifani che aveva appena annunciato che tra la fine di febbraio e linizio di marzo per la prima volta avremo lonore di organizzare a Roma il congresso del partito socialista europeo. Un segno di appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami. Una proposta rispetto alla quale Fioroni non esita ipotizzare anche la scissione: Epifani sa che così viene meno latto fondativo del Pd, lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto perchè la non adesione al Pse era una clausola risolutiva. Ladesione al Pse non è nella disponibilità del Pd che ha recepito latto di scioglimento subordinato della Margherita, è un atto grave che muta geneticamente il Pd. Quasi contemporanemanete al lievitare di questa nuova polemica, era arrivato lannuncio da parte dellex presidente del Consiglio Romano Prodi, fondatore dellUlivo, che non sarebbe andato a votare alle primarie per scegliere il nuovo segretario nazionale. Non ho ritirato la tessera, non per polemica, mi ritiro dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque - ha aggiunto Prodi - se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo. Nuova benzina sul fuoco ardente delle polemiche sui tesseramenti gonfiati in vista delle primarie. Una situzione, tuttavia, che secondo Guglielmo Epifani, segretario del Pd, è del tutto fisiologica. Quanto allo stop alle iscrizioni deciso dal partito a partire da lunedì, lex segretario della Cgil lo ha definito un atto giusto. Per il futuro dovremo lavorare perché quando parte un congresso di base degli iscritti la platea la si conosca prima, non alle sette di sera e questo è uno dei problemi che ci sono stati. Secondo Epifani bisogna inoltre creare migliori condizioni di comunità. In ogni caso, a suo parere, il caos sul tesseramento non ha assolutamente compromesso il buon esito del congresso. BILANCIO CAMERA-Ci sono o no i risparmi annunciati nel bilancio della Camera dei deputati? Ci sono e sono cospicui, secondo i diretti interessati. Sulla pagina Facebook della presidente Luisa Boldrini si afferma che ammontano a ben 60 milioni di euro, cosa che non ha riscontro nella storia. Ma il guaio è che, secondo un’analisi dell’economista Roberto Perotti, più che altro non ha riscontro nella realtà. Perotti ha spulciato il bilancio e ha concluso che non solo non ci sono risparmi, ma addirittura c’è un aumento di spesa rispetto all’anno precedente, che in termini di competenza (cioè le spese autorizzate per quell’anno) è di 10 milioni, ma in termini di cassa (ossia i soldi che effettivamente escono nel corso dell’anno) è addirittura di 137 milioni. L’analisi che Perotti ha pubblicato su la voce.info ha provocato una durissima reazione del questore della Camera Paolo Fontanelli (Pd), che in un suo intervento in aula ha accusato Perotti di non aver capito nulla, di aver usato una metodologia sballata e di essere dunque un incompetente che diffonde notizie del tutto false. Perotti ha replicato punto per punto confermando che la metodologia è corretta e i calcoli sono giusti. Ma insomma, viene da pensare, i numeri sono numeri, com’è possibile che possano essere interpretati in maniera diametralmente opposta? Ora, è vero che quando si parla di bilanci qualsiasi sicurezza è azzardata (“Fare un bilancio è un’attività creativa, più vicina all’arte che alla contabilità”, affermava una vecchia volpe di una società di revisione), ma qui c’è il trucco, ed è anche piuttosto evidente. I 60 milioni di risparmi vengono fuori se si confronta il bilancio di previsione 2012 con il bilancio di previsione 2013. Ma, nota giustamente Perotti, il 2012 è finito da un pezzo e disponiamo già del bilancio consuntivo, quello che certifica com’è andata effettivamente: che senso ha basarsi per il confronto su un documento con dati ipotetici, quando si dispone di quelli reali? Difficile dargli torto. E dunque, se si confronta il bilancio consuntivo 2012 con quellopreventivo 2013, che al momento è il solo disponibile per quest’anno, i risparmi scompaiono e spuntano fuori le maggiori spese. Il questore Fontanelli si destreggia tra cassa e competenza, tra impegni e accantonamenti, ma evita l’aspetto fondamentale, e cioè che la base da cui partire per il confronto non può che essere il bilancio consuntivo del 2012. Sui costi della politica si discute ormai da tempo, scadendo non di rado in un populismo rabbioso che non è il modo migliore per affrontare i problemi. Sta però ai parlamentari comportarsi in modo da non giustificare l’esasperazione dei cittadini.
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 08:14:06 +0000

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