PRINCIPESSA DELLE ROSE E REGINA DEI FIORI “Il destino degli - TopicsExpress



          

PRINCIPESSA DELLE ROSE E REGINA DEI FIORI “Il destino degli uomini è scolpito nell’ Universo dal Signore dei Destini della Terra. A nessuno è concesso di modificare il corso degli eventi terreni, brutti o belli che siano. Tuttavia, a volte, quando si tratta di far trionfare le Forze del Bene sulle Forze del Male, il Signore dei Destini, nella sua immensa bontà, consente qualche cambiamento, senza però modificare il fine prescritto.” Nell’allegro castello del Regno di Simpatia, coccolata e vezzeggiata dai castellani, la Principessina Rosa viveva una vita tranquilla. Figlia di Rubicondo e Vellutata, reali di Simpatia, malgrado i suoi tredici anni, Rosa aveva già le fattezze di una donna ed il portamento regale. Nel suo futuro, infatti, il Signore dei Destini aveva scolpito la finalità della sua vita: diventare Regina al compimento del diciottesimo anno! Non dello stesso parere era Rebecca, una vecchia megera che si era venduta alle Forze del Male. Brutta e cattiva, sia dentro, sia fuori, Rebecca aveva in mente oscure trame: diventare Regina di Simpatia! “Ed io?” le chiese Insipida, sua stupida figliastra, scialba come una minestra senza sale. “Che cosa diventerò, io?” domandò alla matrigna. “Tu diventerai Principessa!” le rispose. Ma non aveva fatto i conti con chi, dall’alto, vegliava sui destini altrui. La disgrazia, quell’evento in cui nessuno di noi giammai vorrebbe cadere, era in agguato, purtroppo. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Rosa scomparve dal castello. “Dov’è finita la nostra figliola?” chiedevano a questo e a quella il Re e la Regina, sconvolti! “Qualcuno l’ha vista?” chiedevano le guardie a chicchessia… incontrando i castellani lungo la via! Ma, ahinoi, nessuno sapeva alcunché. Nessuno si era accorto della sua sparizione. “E’ impossibile!” ripeteva il Gran Saggio di Corte, cercando di confortare il Re e la Regina. E mentre sul castello di Simpatia calava un nero mantello di malinconia, le malefiche Rebecca e Insipida, autrici del rapimento della dolce Rosa, se la ridevano nel loro lurido tugurio. Ma come riuscirono a rapire la Principessina? Ebbene, se ve lo state chiedendo… la risposta avrete, leggendo! La notte precedente il diciottesimo compleanno dell’adorata Principessina, madre e figliastra, con l’aiuto delle Forze del Male, erano riuscite ad entrare nelle stanze dell’ignara Rosa e a rapirla, dopo averla addormentata con un potente intruglio preparato dalla brutta megera. Per non farsi scoprire, l’andarono a nascondere in una vecchia chiesa sconsacrata, dove nessuno mai sarebbe entrato per paura delle forze diaboliche che vi abitavano. Di quella chiesa, infatti, nessuno parlava mai; anzi, a dire il vero… non vi sarebbe entrato nemmeno l’uomo nero! Tanto era buia e maleodorante, circondata da rovi immensi e da folta nebbia che la nascondeva ai curiosi ed agli occasionali passanti. Al suo interno, Rebecca preparava malefici e mortali intrugli per rendere felici le Forze del Male, che, in cambio della sua devozione, l’avevano eletta sacerdotessa di Belzebù… il demone che nessuno di noi vorrebbe mai incontrare a tu per tu! Ma non abbiate paura di tutto ciò, miei cari bambini: ognuno di voi ha sempre vicino un adorato angioletto… che non vi lascia mai soli e mai vi fa dispetto! In una lurida stanza della fatiscente chiesa sconsacrata, posta nella parte più alta della pericolante costruzione, impaurita e disperata per la sua cattiva sorte, Rosa piangeva a dirotto, versando amare gocce di rugiada… dagli occhi suoi color di giada! “E pensare che oggi compio diciott’anni!” diceva fra sé. E tenendo gli occhi chiusi, per non vedere lo schifo che la circondava… fiduciosa così pregava: “Ti supplico, Signore del Bene, non permettere alle Forze del Male di avermi! Preferisco morire, piuttosto che diventare una di loro.” Dal suo limpido regno, il Signore dei Destini del Mondo guardava con apprensione gli eventi terreni, cercando la giusta soluzione. Ma intanto, quaggiù… Col calare delle tenebre, Rebecca e Insipida raggiunsero la chiesa sconsacrata. “A noi due, principessina dei miei intrugli!” disse la vecchia megera alla spaventata Rosa, che si coprì gli occhi nel vederla. Avrebbe anche voluto fuggire, ma aveva alle caviglie una robusta fune che le permetteva appena di muovere qualche passo, saltellando. “Senti come puzza la principessina!” esclamò, sarcastica, l’Insipida figliastra. “Sembri una capretta!” le disse, accostandosi alla sempre più terrorizzata Principessina, tirandola per i capelli, belli e lucenti come raggi di sole. “Lasciala stare!” le gridò la matrigna, guardandola torva. Poi, con in mano una mazzolino di fiori maleodoranti e secchi, le si accostò, porgendoglieli. “Buon compleanno, mancata Regina di Simpatia!” le disse, sfoggiando un ghigno malefico sul suo viso rugoso… e pure peloso! Ma la dolce Rosa non la degnò d’un solo sguardo, tanto era il ribrezzo che provava nel vederla. “Ma com’è schizzinosa la nostra Rosetta!” disse Rebecca rivolta alla figlia, intenta a giocare con i vermi che strisciavano in lungo e in largo per la stanza. E con mossa improvvisa, le lanciò addosso il putrido mazzolino di fiori. “Obladì… obladà… sia fatta la tua volontà!” disse Rebecca rivolta al Signore del Male. E come per incanto, i fiori si trasformarono in altrettanti velenosi serpenti. Povera Principessina! E pensare che non aveva mai fatto del male nemmeno ad una mosca, eppure, destino ingrato… il suo era già stato tracciato! Atterrita e straziata dai morsi dei serpenti, Rosa saltellò fino a raggiungere una finestra e si buttò di sotto, raccomandandosi al Signore del Bene. E finì sui folti rovi, morendo all’ istante. Il suo sangue bagnò il terreno e penetrò fino alle radici; i serpenti vi rimasero infilzati come anguille allo spiedo; Rebecca e Insipida le diedero un ultimo sguardo di commiserazione e ringraziarono le Forze del Male. Mentre madre e figlia cantavano vittoria, il Signore dei Destini scatenò le Forze del Bene. Miracolosamente, i rovi furono ricoperti di foglie e fiori stupendi, vellutati e rubicondi, dal profumo armonioso e tentatore, tanto che madre e figlia fuggirono spaventate. Ma si ostacolarono l’un l’altra, inciampando nei loro stessi vestiti, e precipitarono a testa i giù per le scale, morendo fra atroci sofferenze. Deluse dal finale, le forze del Male inviarono sul posto due fameliche arpie, loro diaboliche creature, che in un sol boccone divorarono madre e figlia. L’anima della principessina lasciò il corpo e si levò in aria, pronta a volare oltre le nuvole, in un mondo dove splende il sorriso: il Paradiso! Ma il Signore dei Destini la fermò, sentenziando così: “Rosa, da questo momento tu sei la Principessa di questi stupendi fiori che avranno il tuo nome; e dato che nel tuo futuro era scritto che un giorno saresti diventata Regina, per tutto il tempo che il mondo vita avrà… la Regina dei Fiori in te ognuno riconoscerà!” Rosa fu felice del suo Destino. E lo furono anche i genitori nel ricevere dalle mani di un bambino un grosso mazzo di rose, qualche giorno dopo. “Come son belle!” esclamò la Regina. “Dove le hai raccolte?” chiese il Re, inspiegabilmente attratto dal penetrante profumo di quei fiori così strani e belli. Ed il bimbetto li condusse nel luogo dove una volta c’era la chiesa sconsacrata, ora adornata da un roseto profumato. “Che bellezza!” esclamò il Re. “Hanno il profumo della nostra Rosa!” constatò la Regina. E da quel dì, tutti i castellani onorarono quel luogo meraviglioso che profumava in modo speciale… non regnandovi più le Forze del Male! …e tutti vissero felici e contenti, specialmente Rosa, da lassù, che vide realizzato il proprio destino. Infatti, da Principessa delle rose fu sempre benvoluta, ma, come Regina dei fiori, in eterno fu amata e venerata. MORALE DELLA FAVOLA Non sempre la vita è tutta rose e fiori, e non sempre il finale è bello come nelle favole, ma nel destino dei puri di cuore… è racchiuso un grande valore. (franco di blasi)
Posted on: Wed, 28 Aug 2013 11:50:45 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015