Parlare di guerre atomiche nell’antichità secondo gli standard - TopicsExpress



          

Parlare di guerre atomiche nell’antichità secondo gli standard della scienza accademica equivarrebbe a parlare di supereroi che sollevano gli enormi blocchi di pietra e costruiscono la piramide di Giza. Ci siamo talmente abituati all’idea che la nostra civiltà sia l’unica tecnologicamente avanzata nella storia del nostro pianeta,da non poter minimamente prendere in considerazione il fatto che invece potrebbe essere stata l’ultima di una lunga serie che in passato sono state annientate da guerre o da cataclismi naturali. Osservando con attenzione numerosi oggetti all’apparenza inspiegabili e fuori dalla apparente collocazione archeologica,si può invece scoprire una realtà estremamente lontana da quella di numerosi cavernicoli che inseguivano gli animali con tanto di clava meglio noti come “cacciatori-raccoglitori”. Le civiltà tecnologicamente avanzate dell’antichità ci sono state più volte,e più volte sono state annientate da catclismi e a giudicare da quanto narrano i testi indu anche da guerre atomiche dalla potenza così devastante da far apparire delle normalissime bombe le nostre attuali bombe atomiche. Ma prima di scendere a pregiudizi è giusto comprendere il reale funzionamento della bomba atomica.L’esplosione di un ordigno nucleare sviluppa temperature di decine di milioni di gradi producendo nell’aria una sfera infuocata che,come un secondo Sole, emette radiazioni luminose e termiche che viaggiano alla velocità della luce. La sfera di fuoco della bomba di 1 megatone (1 Mton), che esplodesse in aria, apparirebbe a 100 Km molte volta più luminosa del sole medesimo. L’enorme aumento della pressione prodotto dall’esplosione genererebbe un’onda d’urto che viaggierebbe a velocità un poco superiore a quella del suono (circa 500 m/s). Se l’esplosione avvenisse a basse quote l’onda d’urto verrebbe riflessa dal suolo dopo aver provocato un cratere profondo 80 m e largo 700 m. Qualche secondo dopo l’esplosione,il gas rovente contenuto nella sfera di fuoco acquista una velocità ascensionale risucchiando violentemente verso l’alto l’aria ed i detriti circostanti assumendo la caratteristica forma a fungo.Riferendosi sempre ad un ordigno nucleare da 1 Mton nell’atmosfera,l’onda di calore provoca ustioni di primo grado (eritemi) a distanze di 20 ÷ 25 Km, e di secondo grado (bolle con siero e flittene) a 15 ÷ 20 Km (ciò nel caso in cui non vi siano schermi tra la sfera di fuoco ed il corpo). Se la bomba fosse da 20 Mton le ustioni di primo grado si avrebbero fino a 100 Km e quelle di secondo grado fino a 50 Km. Si deve dire che ustioni di secondo grado estese a circa il 50% del corpo umano, nelle circostanze associate ad una esplosione nucleare, sono mortali. La radiazione termica (nel caso di 1 Mton) è in grado di provocare incendi per un raggio di 15 Km che diventano 30 se la bomba è da 20 Mton. Possono quindi scoppiare incendi in una zona compresa tra 700 e 2800 Km2 e questi incendi scoppierebbero simultaneamente. Si salverebbero solo coloro che avessero rifugi profondi sottoterra ed una scorta di ossigeno per parecchi giorni poiché la combustione lo consumerebbe praticamente tutto. Ma vi sono anche effetti indiretti. Ad Hiroshima il 70% delle attrezzature antincendio andò distrutto nel crollo delle caserme dei pompieri e l’80% di questi ultimi non si presentò all’appello. Gli incendi quindi si propagherebbero indisturbati anche perché le strade, piene di macerie, non sarebbero percorribili. Ad Hiroshima la tempesta di fuoco durò 6 ore. Si raggiunsero temperature superiori ai 1 000 °C, in grado di fondere vetri e metalli e di incendiare materiali normalmente indistruttibili. La tempesta di fuoco, oltre ad incendiare tutto, a scaldare violentemente tutto e a consumare ossigeno, libera anche gas nocivi. A Dresda, nel 1945, il bombardamento di tipo convenzionale uccise, per effetto dei gas nocivi dovuti alla tempesta di fuoco, più di 100.000 persone; si salvarono solo coloro che avevano lasciato i loro rifugi prima della tempesta di fuoco. A seguito della radiazione nucleare a, b, g, che si libererebbe immediatamente dopo l’esplosione,si finirebbe uccisi in tempi brevi proporzionalmente all’esposizione alla radiazione. La morte avviene per tumori e leucemie. I primi sintomi di contaminazione nucleare sono nausea, vomito e diarrea,ma insorgono poi, nei casi più gravi: emorragie, febbre e stato generale di collasso. Inoltre, le persone irradiate sono soggette ad infezioni nel caso di ferite. Una dose di radiazione sufficiente ad uccidere fino al 95% della popolazione si ha in un raggio di poco più di 3 Km se la bomba è da 1 Mton (10 Km per bomba da 20 Mton). A 5 Km (bomba da 1 Mton) e a 15 Km (bomba da 20 Mton) si hanno scarsi effetti radioattivi somatici ma c’è possibilità che insorgano effetti genetici.Le morti a seguito di esposizione a radiazione dipendono dal tipo di sorgente radioattiva, dall’intensità della sorgente e dal tempo di esposizione. Una delle unità in uso è il rem (vedi fisicamente.net/FISICA/index-22.htm). A scadenza di poche settimane una dose di 600 rem subita durante 6 ÷ 7 giorni, porta nel 90% dei casi alla morte. Una dose di 450 rem produce lo stesso effetto nel 50% dei casi. Una dose di 300 rem nel 10% dei casi. Sempre alla scadenza suddetta, dosi inferiori a 300 rem producono nausea e vomito oltre ad una forte debilitazione del sistema immunitario. Alla scadenza di alcuni anni, invece, anche dosi di soli 50 rem sono in grado di produrre tumori tra lo 0,5% ed il 2,5% della popolazione esposta. Per quel che riguarda gli effetti biologici delle radiazioni, occorre subito dire che la radiologia non è una scienza molto sviluppata e molte cose ancora non si conoscono bene e, di conseguenza, sono solo possibili conclusioni di ordine generale. Tali effetti si distinguono in somatici e genetici. Gli effetti somatici si osservano nell’individuo esposto e si esauriscono con lui. Gli effetti genetici si osservano nelle generazioni future a seguito di alterazioni delle cellule germinali (o genetiche). Il danno somatico sembra dovuto ad una rottura del cromosoma che si trova vicino alla zona d’impatto della radiazione. Una volta divisi i due monconi del cromosoma, essi hanno le seguenti possibilità: saldarsi insieme nuovamente (restituzione); attaccarsi a monconi di altri cromosomi (aberrazione a due rotture); rimanere separati (aberrazione ad una rottura). Quest’ultima possibilità fa perdere al nucleo cellulare tutte le informazioni in esso contenute. Gli effetti possono essere immediati o ritardati. Altro possibile effetto è il rallentamento o l’arresto della crescita della cellula ad un particolare stadio del suo ciclo. Sul danno genetico si sa molto poco. Esso è conseguente ad alterazioni delle cellule germinali e consiste nella produzione di mutanti, cioè di individui con alcune informazioni genetiche variate rispetto a quelle dei genitori. In caso di esplosione tali effetti si farebbero sentire per svariate generazioni. Ora se confrontiamo quello che ci dicono i testi Indu con tali decrizioni ci accorgiamo che tali analogie non possono essere frutto della semplice fantasia di persone ma bensì dati reali e testimonianze dirette di eventi talmente sconvolgenti da spingere molte persone a nascondere tale analogia con scuse o eleborazioni mentali affermando che sono frutto della fantasia della gente del posto. (6500 aC al più tardi) Mahabharata : L’arma fulminante di Indra era dotata della forza del tuono di Indra dai mille occhi. La mortale arma lancia–saette misurava tre cubiti per sei. Era l’arma sconosciuta, di ferro, di Indra, il messaggero di morte. Il proiettile era carico dell’energia di tutto l’Universo. All’arma Agneya nessuno poteva resistere, neppure gli stessi dèi. Il Brahma–danda o bastone di Brahma era ancor più potente. Benché potesse colpire una volta sola, sterminava interi paesi e intere razze, da una generazione all’altra. Adwattan perse un missile splendente dal fuoco fumante. Il missile bruciava con l’energia d’un fulmine. Il missile giunse volando e distrusse intere città con tutte le loro difese. Le tre città dei Vrishni e degli Andhaka furono distrutte tutte insieme, in un solo istante. Una colonna di fumo e fuoco incandescente, brillante come diecimila soli, si innalzò in tutto il suo splendore. Le nubi lassù roteavano facendo piovere polvere e ghiaia. Dense frecce di fiamma, come una gran pioggia, generata dalla stessa creazione, circondarono il nemico da ogni parte. Il cielo scintillò e i dieci punti dell’orizzonte si riempirono di fumo. Meteore esplosero lampeggiando giù dal cielo. Venti fortissimi cominciarono a soffiare e disturbarono tutti gli elementi. Il sole sembrò vacillare nei cieli. La terra e tutte le sue montagne e i mari e le foreste presero a tremare. Il vento soffiò come un fiero uragano e la terra s’incendiò. Nessuno vide il fuoco, perché era invisibile, ma consumò ogni cosa. Cadde una specie di pioggia, che si asciugava a mezz’aria per l’intenso calore. Gli uccelli impazzirono e gli animali furono sterminati dalla distruzione. Gli animali caddero a terra, con le teste rotte, e morirono tutti su una vasta regione. Gli elefanti bruciarono tra le fiamme, correndo impazziti qua e là per cercare una protezione. Le acque dei fiumi e dei laghi bollirono e le creature che vivevano in esse perirono. Migliaia di macchine da guerra caddero da entrambe le parti. Interi eserciti furono abbattuti come alberi in una foresta che brucia, quando furono investiti dal fuoco rabbioso. I corpi erano talmente bruciati da non essere più riconoscibili. Lo sguardo dell’arma Kapilla era talmente potente da bruciare e ridurre in cenere migliaia di uomini. Il fulmine ridusse in cenere le intere razze dei Vrishni e degli Ankhaka. Per sfuggire al respiro di morte, i guerrieri si gettarono nei fiumi per lavarsi e seppellire le loro armature. Capelli e unghie caddero. I bambini che dovevano nascere morirono nel ventre della madre. Gli uccelli nacquero con piumaggio bianco e zampe rosse, a forma di testuggini. La ceramica si ruppe senza causa apparente. Tutti i cibi si avvelenarono e rimasero non commestibili. La terra fu afflitta da siccità, che durò per dieci lunghi anni. Viene spontaneo chiedersi:ma allora dove sono i crateri di tali deflagrazioni atomiche? Ebbene ci sono.Vicino a Mumbay si trova una sorta di gigantesco cratere dal diametro quasi perfettamente circolare,2.154 metri,all’apparenza “meteorico” ma della quale l’anomalia riscontrata è proprio quella che non presenta tracce di meteorite o di un impatto cosmico. La datazione lo fa risalire a 50.000 anni fa,anche se potrebbe essere più “recente”,inoltre è l’unico conosciuto cratere da impatto che si sia formato nel basalto,su uno strato dallo spessore di 600-700 piedi. La parte superiore del cratere presenta dei depositi che sono stati chiaramente fusi a causa delle elevate temperature dell’impatto,e tra di essi sono state trovate delle sferule di vetro basaltico,formatesi durante la fusione della roccia a elevate temperature. “Lonar è un luogo di oscurità, tanto più che l’unico cratere meteorico formato in terreni basaltici. Esso è rimasto relativamente intatto a causa del basso grado di erosione da parte di agenti ambientali,diventando così un modello eccellente per lo studio. Tuttavia, diverse strane cose accadono qui: 1.Il lago ha due regioni distinte che non si mescolano mai – una esterna neutra (pH 7) e un’altra alcalina interna (pH11) ognuna con la sua flora e fauna. 2.Vi è un flusso perenne di alimentazione del lago con l’acqua, ma non sembra esserci alcuno sbocco apparente per l’acqua del lago. Ed è anche un grande mistero irrisolto da dove venga l’acqua per il flusso perenne da cui proviene, in una regione relativamente asciutto come il Buldhana. Anche nei mesi più secchi di maggio e giugno, il flusso scorre continuamente.” Lilyn Kamath Lilyn Kamath Se il cratere di Lonar ha realmente 50.000 anni,allora significa che questa non è stata ne la prima ne l’ultima di un antica conflagrazione nucleare. I resti di un’antica città annientata da un’esplosione atomica attorno ai 12.000 anni fa è stata trovata a Rajasthan,nella quale area uno strato di ceneri radioattive copre un’area di 8 chilometri quadrati,della quale a causa dell’elevato tasso di radioattività le autorità hanno ritenuto opportuno isolare la regione. Ci sono prove che l’impero Rama (oggi India) è stato devastato dalla guerra nucleare attorno ai 10.000-12.000 anni fa. La valle dell’Indo è ora il deserto del Thar, e il sito delle ceneri radioattive che si trova ad ovest di Jodhpur è lì intorno. Tracce degli effetti di antiche esplosioni nucleari sono state trovate anche nella Valle dell’Eufrate nellla quale si trova una vasta area di sabbia vetrificata. Lo stesso che è stato osservato durante il primo conosciuto test atomico nel Nuovo Messico. Si sono reperite estese aree di vetro verde fuso e città vetrificate nei profondi strati dei seguenti scavi archeologici: Pierrelatte, nel Gabon, Africa; Valle dell’Eufrate; Deserto del Sahara; Deserto del Gobi; Iraq; Deserto del Mojave; Scozia; Antico e Medio Regno d’Egitto; Turchia centro–meridionale. In epoca contemporanea si sa della presenza di materiali come il vetro verde fuso presso siti adibiti a test nucleari (dove la sabbia si è fusa sino a formare tale sostanza). Per alcuni risulta alquanto sconvolgente prendere in considerazione la possibilità che tali siti forniscano le prove di un conflitto nucleare preistorico. Al contempo, gli scienziati hanno trovato una serie di depositi di uranio che a quanto pare sono stati sfruttati o esauriti in tempi remoti. Nel “Mausala Parva” troviamo anche la cronaca di quanto avvenne sulla terra nei giorni che seguirono questi catastrofici eventi: “(…) venti asciutti e impetuosi e una grandinata di ghiaia precipitò da ogni parte (…) carboni ardenti grandinavano sulla terra dal cielo (…) gli uccelli cominciarono a volare formando circoli (…) l’orizzonte sembrava coperto di nebbia (…) ardenti cerchi di luce si vedevano ogni giorno intorno al sole e alla luna. Il disco del sole sembrava sempre coperto di polvere.” E sono riportate le preghiere per far cessare gli effetti devastanti “O Illustre fa che il triplice Universo, il futuro, il passato e il presente possano esistere. (…) È nata una sostanza simile al fuoco che ancora adesso fa bruciare le colline, gli alberi e i fiumi e tutte le specie di erbe e di vegetazione riducendo ogni cosa in cenere.” Ma oltre all’uso della bomba atomica o qualunque nome essa si chiamasse,sembra che in quegli stessi testi sia descritto un vero e proprio arsenale militare altamente avanzato che probabilmente la civiltà umana di allora sfruttava per annientare nemici altrettanto potenti. Altrimenti perchè le avrebbero sviluppate? L’arco di GANDIVA : Capace di scagliare frecce che inseguivano il nemico e al momento che colpivano il bersaglio generavano un ‘onda di fuoco che inceneriva quanto colpito. Non è difficile vedere in questa traduzione i missili a puntamento termico, che inseguono il bersaglio basandosi sul calore emesso dai motori. BHUCUNDI: un ‘arma capace di scagliare folgori contro i nemici SURADTSANA:Un ‘arma a disco simile al sole splendente che inceneriva gli eserciti La verga di KALA : Un’arma che uccideva a distanza VAYAVYA ASTRA : Genera turbini di vento KANDARPA: Eccita smodatamente il desiderio sessuale MURCHCHDHANA : causa la soppressione temporanea delle sensazioni In questi ultimi due esempi probabilmente si parla di bombe chimiche o batteriologice dove, la conoscenza della chimica da parte dell’antico popolo trova qui un’ulteriore conferma. SHABDAVEDITVA: Una freccia che insegue i suoni (anche in questo caso si trattava di un probabile missile intelligente) In fine citiamo la più terribile arma mai realizzata la così detta arma del caos ” ..l’arma che possiede i poteri dell’architetto degli Dei…” TVASHTAR: in pratica la nostra bomba atomica; riportiamo di seguito una traduzione testuale sugli effetti di questa inquietante arma: ” …Aswatthaman…scagliò una colonna esplosiva che si aprì in tutte le direzioni, e provocò una luce brillante, come il fuoco senza fumo, cui succedette una pioggia di scintille che circondò completamente l’esercito dei PARHTA… i quattro punti cardinali per un raggio che lo sguardo non poteva abbracciare,furono coperti di buio…Un vento violento e cattivo cominciò a soffiare , né il sole stesso diede più calore… Colpiti e bruciati i guerrieri caddero come alberi abbattuti da un fuoco furioso….Grandi elefanti ,scorticati dalla vampata, si misero a correre intorno, lanciando urla di terrore…l’aria e l’acqua erano avvelenate….coloro che sopravvissero morirono poco dopo: La loro pelle iniziò ad ingiallire ed a cadere…i capelli e le unghie cadevano…” Tracce di un’antica guerra nucleare attorno ai 10.000.12.000 anni fa le ritroviamo anche nelle carote di ghiaccio delle calotte polari le quali tracce di rame, stagno e piombo mostrano forti incrementi attorno a quel dato periodo. L’era del Dryas antico terminò bruscamente con un drammatico innalzamento delle temperature. L’estinzione dei mammuth e della megafauna del Nord e Sud America avvenne in quel periodo. Nello stesso periodo, le concentrazioni d’uranio nei coralli salirono da circa 1,5 parti ad oltre 4 parti per milione. Le datazioni con il radiocarbonio, in quel periodo, si fanno caotiche. Gli studi degli strati di deposito sul fondo dei laghi confermano le irregolarità delle successioni cronologiche. Nonostante tutti questi fattori sembrino incrementare le prove dell’antica guerra atomica è giusto far notare che attorno a quello stesso periodo numerose fonti scientifiche fanno registrare anche l’ultima inversione magnetica,detta di Gothenbourg,durante la quale vi fu anche un massiccio aumento dell’attività vulcanica in tutto il globo,l’innalzamento delle Ande con la formazione del lago Titicaca sollevatosi dal fondo marino,e anche uno spostamento della crosta terrestre. Quindi meglio non confondere alcuni dati con altri. Ma anzichè quest’ultimo fatto ridurre l’ipotesi di un’antica guerra nucleare ne potrebbe invece essere la causa,in quanto,se la civiltà di allora non fosse stata a conoscienza di tali fenomeni non avrebbe saputo quanto stava per accadere,e proprio quando il clima stava cambiando fu allora che la fame li spinse a farsi la guerra con il prossimo,autodistruggendosi ancor prima che avvenisse il cataclisma finale che in seguito li avrebbe annientati comunque causando lo sprofondamento una vasta porzione dell’impero di Rama. Se andiamo nel Golfo di Cambay,India,il 1° luglio 2001 ricercatori dell’isituto nazionale di Tecnologia Oceanica(NIOT) hanno individuato,con il sonar,casualmente durante rilevamenti per l’inquinamento,a 40 metri di profondità tracce inconfutabili di una serie di strutture che sembravano non di origine naturale. Le strutture si estendono per circa 18 Kmq e accanto ad esse,per circa 9 Km,si nota il profilo del letto di un fiume. Il sito è stato descritto come parte di un antica civiltà che doveva trovarsi in una valle fluviale,non molto differente da quella del fiume Saraswati citato nei Rig Veda,che nonostante fosse ancora una volta stato considerato per lungo tempo pura invenzione secondo recenti scoperte indipendenti da parte di scienziati indiani corrisponderebbe proprio a codesta area. Secondo l’ipotesi iniziale,quel sito poteva avere dai 4000 ai 6000 anni ed era stato sommerso a causa di un terremoto estremamente forte. Ma in seguito,nel gennaio del 2002,le datazioni al carbonio stabilirono che poteva avere 8500-9500 anni fa,il che la poneva ancora una volta tra le più antiche civiltà finora scoperte. Interessante notare come la datazione si avvicini incredibilmente ai fatti descritti. In realtà la tradizione indiana e altre tradizioni mitiche asseriscono che la massa continentale dell’India fosse di gran lunga maggiore rispetto alle dimensioni attuali,fino a ipotizzare addirittura che si estendesse dall’Australia al Madagascar,forse in una sorta di arcipelago. Anche il naturalista britannico Alfred Russel Wallace faceva riferimento al grande Continente Meridionale. In una delle narrazioni epiche Tamil nell’India meridionale,detta Silappadhikaram,si parla ripetutamente di un vasto territorio detto Kumari Kandam che si estendeva ben oltre le attuali coste indiane. Mentre nel poema epico indiano del Mahabharta,che secondo gli eruditi indiani risale al 5000 prima dell’Era Volgare,troviamo riferimenti a Rama che dall’attuale costa occidentale dell’India contempla un vasto continente oggi occupato dal Mar Arabico,descrizione che trova sostegno dalle attuali ricerche sottomarine. James Schaffer,noto archeologo della Case Western University,specializzato nell’India antica,ha accermato che “i reperti archeologici e le antiche tradizioni orali e letterali del sud dell’Asia stanno finalmente convergendo.” A riguardo del sprofondamento del Continente Meridionale in un testo antico dello Sri Lanka troviamo un testo antico che recita:”In una precedente epoca la cittadella di Rawana (Signore di Lanka)con i suoi 25 palazzi e le sue 400.000 strade fu inghiottita dall eacque del mare.” In un’altra tradizione culturale,ovvero quella dei Selun,arcipelago Mergui della Birmania meridionale si parla ancora una volta di un continente sommerso :”..in precedenza il paese era di dimensioni continentali ,ma la figlia di uno spirito maligno lanciò moltissimi massi in mare..Le acque si sollevarono e inghiottirono la terra..Tutti gli esseri viventi perirono eccezion fatta per quelli che furono in grado di raggiungere un isola che rimase sopra il livello delle acque.” E’ solo un caso che alcuni velivoli attuali assomiglino molto a quelli descritti oppure quest’improvviso “balzo tecnologico” non è stato dettato solo dal caso? Ad ogni modo il Mahabharata e numerosi altri testi simili descrivono chiaramente il passato di un’avanzata civiltà umana che separata 12.000 anni dalla nostra raggiunse un elevato stato di conoscenza che noi stiamo solo ora cominciando a comprendere vivendo in questa turbolenta Era del Caos o dell’Incertezza..
Posted on: Tue, 11 Jun 2013 15:25:09 +0000

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