Per Natale gli mando questa: Chissà se nevica stasera? Fa più - TopicsExpress



          

Per Natale gli mando questa: Chissà se nevica stasera? Fa più freddo del solito da qualche giorno e io mi sento meglio. Preferisco passeggiare con le mani gelate in tasca e le cuffiette nelle orecchie. Quando fa freddo, quando c’ è aria di neve, quando le lucine di Natale si accedono e fanno luce nella nebbia di mattina presto, sto decisamente meglio. L’ inverno mi somiglia. Perché è una stagione menefreghista, se ne frega se la gente, sta male, sta bene, ha voglia di sole o di neve. L’ inverno è fatto per le persone menefreghiste. Per le persone che le emozioni se le lasciano scivolare sulla pelle facendole cadere nelle pozzanghere. Così ci possono camminare dentro e pure schiacciarle a volte. L’ inverno mi piace per questo, perché è triste come me. Perché le persone sole, sanno che l’ Inverno gli terrà compagnia con cioccolate calde, piumini, neve e luci. E poi ci sono le montagne che per quanto se ne possa dire sono più spettacolari del mare secondo me. Ma è una mia opinione. Così sole e così grandi, rivestite di cielo e neve. Sembrano proteggerci a volte. Tu lo sai quanto amo le montagne? La meraviglia che mi danno quando le vedo? Mi mettono anche un po’ d inquietudine, soprattutto se devo salire in alto, percorresre stradine e strette e gallerie. Ma la vista deve essere bellissima da lassù. Tu lo sai meglio di me, -in basso- da lassù ci guardi spesso e non vedi il mare. Ma vedi il lago. Ho sempre odiato un po’ quel lago, soprattutto nell’ ultimo periodo prima di conoscerti, lo odiavo perché era troppo grande sembrava il mare, e a me il mare non piace, non mi è mai piaciuto. E lo so che il lago non è il mare, ma a me metteva soggezione ugualmente. Te l’ ho detto? Credo di si. Non ricordo, ti ho detto talmente tante cose che alcune forse, te la sarai dimenticate anche tu. Chissà se ti sei dimenticato dei miei occhi? Io mica mi sono dimenticata dei tuoi. Non è vero che in due occhi color nocciola ci vedi il mare. Io c ho visto n oceano immenso con la “convergenza artica”. Sai cos’ è la “convergenza artica?” Quando il Mar Baltico ed il Mare del Nord si incontrano, non si fondono tra di loro, ma, a causa delle differenti temperature e densità, restano separati. Io mi ricordo, anche dei sorrisi che mi facevi e mi fai fare a volte. Mi mancano i miei di sorrisi sai? Mi mancano sempre, sono due anni che non sorrido più come una volta, a parte qualche rara eccezione. A volte mi sento ridicola a scrivere tutte queste cose, mi sento fuori luogo e poco “donna”.quando scrivo lettere o diari. Anche se io “donna” caratterialmente non lo sono mai stata. Non è questione di sottovalutarsi è questione di essere consapevoli che certe cose non le capirò mai. Mi dici che sono “dura di comprendonio” tu, e io ti dico che hai ragione e ti ripeto che non faccio apposta. Anche quando dico cose senza senso, le dico perché un motivo c’ è sempre. Ed il motivo di solito con te è: “Ti voglio bene, e vorrei aiutarti!”. Mi ferisce quando dici che non vuoi essere aiutato da me, perché mi sento un’ idiota, mi sento incapace di far qualcosa di buono perché non lo faccio mai. A volte vorrei scriverti un messaggio, chiederti “come va?” ma ho paura. Ho paura di disturbare, di sentirmi dire che non ne hai bisogno, che non devo far battute stupide o poco allegre. Io con te cerco di essere, sempre allegra, anche se dentro sto malissimo. E non solo per questo, sto male per tante cose. Mi sento parecchio sola, e anche se mi sento sola, volevo dirti che ci so’ sopravvivere a me stessa, ma a volte davvero, vorrei davvero che ci fossi, che anche con un’ abbraccio riuscissi a portare via tutto. Dolore, lacrime che trattengo e rabbia. Io non so perché sono arrabbiata e ti confesso che anche adesso lo sono, che sto piangendo e piangere fa bene, ma a me non passa mai. A me non passa mai la tristezza. Sorridere non significa non essere triste, cercare di compiacere non vuol dire averne voglia, urlare di gioia quando vorresti spaccare la testa a qualcuno non è semplice. Ma devo reprimere tutto, perché se no esplodo, e se accadesse non credo di essere in grado di fermarmi. Non è che va male ora, ma io lo faccio andare bene per inerzia, perché ormai sono abituata perché il male non mi tocca, o forse si, ma ho imparato a conviverci e a farci l’ amore. E tu come te la passi con il dolore? Ci fai a botte o preferisci farci l’ amore? Piangi mai la notte? Non stringi il cuscino e provi a non arrabbiarti ma a piangere? Dovrei scrivere un libro su quelli come noi, anche se non ho ancora in mente il titolo e se sbaglierò qualche congiuntivo. Giusto per raccontare che tu sei più forte, ma anche io non sono da meno –credo-. E me l’ hai insegnato tu, che si possono superare sia le salite più difficili che quelle meno ripidi e più basse, quando mi hai teso la mano quel 21 aprile. Era il primo giorno di primavera, quando ci siamo conosciuti, ricordi? No, forse non ti ricordi, in tal caso te lo ricordo io. Quel giorno ho sorriso davvero tanto. E’ stata una di quelle giornate, dove sono stata più zitta del solito perché quando sono felice le parole mi si seccano in gola e non è che riesco a dire tanto. Ti ho almeno ringraziato? Spero di si. In quanto simbolicamente parlando mi hai fatto capire che posso riuscirci anche io nelle cose, basta volerlo. E io voglio dirti ben altro. Voglio dirti anche, che quando mi hai baciato, per la prima volta, non ti dovevi scusare, perche’ sai, ci sono baci che svegliano belle addormentate già sveglie. Senza che esse se ne accorgono. Mi hai stretto così forte che il tuo abbraccio sono capace di risentirlo anche a distanza di mesi ormai. Mi hai fatto sentire bella, io che bella non mi ci sento mai. Mi hai dato modo di sorridere io che di sorrisi ne faccio pochi e solo con i bambini. Avrei voluto dirti tutto questo a voce, magari pure faccia a faccia, ma avrei pianto, e non so se avresti voluto abbracciarmi ugualmente, come l’ altra volta, perciò ti ho scritto questa lettera, che non so’ neppure se ti invierò. Perché so’ che quando la riceverai ti arrabbierai tanto, mi darai della povera deficiente e forse non mi vorrai più sentire. Ma io tutte ste cose te le devo dire. Perché fa male a volte tenersi dentro il male, figurarsi tutto il bene che voglio a te. Chissà se nevica stasera? Spero che tu possa guardare la neve sorridendo sempre. E che questo inverno porti via un po’ di cose brutte. Sia a te che a me. Sicuramente io resterò sempre la solita malinconica, e triste depressa del cavolo, capace di battute infelici. Ma tu guarda fuori e goditi lo spettacolo che hai davanti. Anche se non nevica. E sorridi. Che sei bello sempre ma quando sorridi di più. Salutami le montagne e il lago, dì lui, che non lo odio più così tanto, e che non ci credo ancora adesso di aver trovato un’ angelo proprio vicino alle sue acque. Buon Inverno I.
Posted on: Sat, 23 Nov 2013 18:06:51 +0000

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