Per la legge il Caimano non può avere clemenza, quindi l’avrà? - TopicsExpress



          

Per la legge il Caimano non può avere clemenza, quindi l’avrà? (Marco Travaglio). Da Il Fatto Quotidiano del 03/08/2013. I TRE MOTIVI DEL NO. Analfabeti”. Così Napolitano definì il 12 luglio quanti, su Libero, ipotizzarono la grazia a Berlusconi in caso di condanna al processo Mediaset. E parlò di “speculazioni segno di analfabetismo, sguaiatezza istituzionale e assoluta irresponsabilità politica che può solo avvelenare il clima della vita pubblica”. E aveva ragione: non solo perché B. non era stato ancora condannato in via definitiva; ma anche perché i poteri di grazia del presidente della Repubblica sono circoscritti dal diritto. Ed escludono che B. possa essere graziato, per svariati motivi. 1) Il Cavaliere ha altri 5 processi pendenti in varie fasi, di cui due già approdati a condanna di primo grado (Ruby e telefonata Fassino): basterebbe che uno solo giungesse a condanna definitiva per riportarlo nella situazione di condannato-interdetto da cui la grazia lo libererebbe dopo la sentenza Mediaset. Infatti, per Alessandro Sallusti, pluricondannato per diffamazione e tuttora imputato in altri processi, Napolitano non optò per la grazia, ma commutò la pena da detentiva a pecuniaria. 2) La grazia si concede ai condannati che abbiano già espiato parte della pena, anche perché concederla all’indomani di una sentenza suonerebbe come un’inammissibile sconfessione della decisione dei giudici e una violazione della loro indipendenza. Principio che Napolitano ha già ignorato graziando il colonnello Cia, Joseph Romano, appena condannato in Cassazione per il sequestro di Abu Omar e addirittura latitante. 3) I poteri di grazia sono stati ulteriormente limitati dalla Corte costituzionale nella sentenza del 3 maggio 2006 sul conflitto Ciampi-Castelli a proposito della grazia a Ovidio Bompressi, condannato anni prima per l’omicidio Calabresi. La grazia è prerogativa del presidente, e il ministro della Giustizia non vi si può opporre, perché è un provvedimento “umanitario” ed “eccezionale” (essendo una deroga al principio di uguaglianza). Non “politico”. Il presidente infatti non è responsabile dei propri atti, che necessitano sempre della controfirma di un membro del governo. Siccome però la grazia è ispirata a una “ratio umanitaria ed equitativa” volta ad ”attenuare l’applicazione della legge penale in tutte quelle ipotesi nelle quali essa confligge con il più alto sentimento della giustizia sostanziale”, essa “esula da ogni valutazione di ‘natura politica’”, ed è naturale attribuirla “al capo dello Stato ‘quale organo rappresentante l’unità nazionale’, nonché ‘garante super partes della Costituzione’”. Insomma “il potere di grazia risponde a finalità essenzialmente umanitarie” per “attuare i valori costituzionali… garantendo soprattutto il ‘senso di umanità’, cui devono ispirarsi tutte le pene”. Insomma, mira a “mitigare o elidere il trattamento sanzionatorio per eccezionali ragioni umanitarie”. Napolitano, graziando il col. Romano (latitante e dunque incompatibile con le esigenze umanitarie), se n’è già infischiato una volta. Se ne infischierà anche per B.? Gli darà una grazia “politica” contro i dettami della Consulta? O sosterrà che la grazia è “umanitaria” per “mitigare” una pena che B. non sconterà mai in carcere grazie a una legge (l’ex Cirielli) fatta da lui?
Posted on: Sat, 03 Aug 2013 10:17:15 +0000

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