Peter Shelley ODE AL VENTO DELL’OVEST Tradotta da Nino - TopicsExpress



          

Peter Shelley ODE AL VENTO DELL’OVEST Tradotta da Nino Andreotti 1 O tu vento selvaggio d’occidente, tu che dell’äutunno sei il respiro, e dalla cui invisibile presenza le foglie morte vengono sospinte come spettri da un mago messe in fuga, gialle, pallide, nere, rosso acceso, quasi tutte colpite da contagio! Tu che trasporti all’invernale letto gli alati semi in cui giacciono freddi, ciascuno come salma nella tomba, finchè zefiro blando, in primavera, non suonerà sulla sognante terra la sua tromba, colmando con colori vividi e con profumi, il colle e il piano, per l’äere spingendo dolci gemme come, per pascolar, si fa col gregge. Selvaggio Spirto che ti sposti ovunque, che distruggi e preservi,- ascolta, ascolta! 2 Tu, nel cui flusso, nella confusione del cielo immenso, le nuvole sciolte come le morte foglie della terra, sono disperse, scrollate dai rami dell’oceano e del Cielo aggrovigliati, della pioggia e dei lampi angeli e nunzi: sul piano azzurro del tuo äereo mare si spargono, come i fulgenti crini sul capo, irti, d’una feroce Monade, dal pallido confin dell’orizzonte, fin dello Zenit alle estreme altezze. Chioma della tempesta che s’appressa. Tu sei il lamento del morente anno, al quale, questa notte che si chiude la cupola sarà di un gran sepolcro, coperto a volta da congiunta forza dei vapori, dalla cui aria densa, grandine, fuoco, pioggia sporca e nera, esploderanno sulla terra, - O ascolta! 3 Tu che svegliasti da suoi sogni estivi il blu Mediterraneo, ove ei giacea, dai flutti d’acqua pura ben cullato nel sen di Baia, accanto a un’isoletta tutta di pietra pomice ben fatta, e palazzi vedesti in sonno e torri tremolanti nel dì dell’onda grossa, ricoperti di muschio azzurro e fiori sì dolci che a descriverli si sviene! Tu, che al passaggio, le possenti forze dell’Atlantico si aprono in abissi, mentre più giù, fiori e boschi marini, che dell’oceano smorte foglie indossano, la tua voce conoscono e atterriscono e tremano e si spogliano: - deh, ascolta! 4 Fossi io una foglia morta che trasporti, fossi io una nube per volar con te, onda per palpitar sotto tua possa, come te forte, e libero un po’ meno, o indomabile, senza alcun controllo! se fossi ancor fanciullo e ancor vagare in ciel con te potessi, io come allora , quando rivaleggiar con te era un sogno, non ti avrei sì pregato, pur nel duolo. Sollevami come onda, foglia, nube! Sanguino sulle spine della vita! Curvo dall’ore gravi e prigioniero son come te: fiero, veloce, altero! 5 Fa’ di me la tua lira, al par del bosco: cosa importa se cadon le mie foglie come cadon le sue! Il gran tumulto delle tue armonїe, da noi trarrà saldo, dolce e pur triste autunnal canto. Spirito fier, sii tu lo spirto mio! Che tu sia me, o Spirito impetuoso! I miei morti pensier spingi pel mondo come le foglie, affinchè essi rinascano! E per magia di questo verso mio, come si spargon ceneri e faville da focolar che non s’è spento mai, le mie parole fra le genti effondi! Tromba di profezia, per le mie labbra, alla terra che dorme, sii tu vento! Se ora è verno, tardar può primavera?
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 06:29:36 +0000

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