Piergiorgio Odifreddi a Pordenone: il “suo Lucrezio” non è - TopicsExpress



          

Piergiorgio Odifreddi a Pordenone: il “suo Lucrezio” non è il mio. Sutor, ne ultra crepidam! “Occorre dunque che lerrore dellanimo e queste tenebre non siano dissolte dai raggi del sole, né dai lucidi dardi del giorno, ma dallaspetto e dallintima legge della natura.” Lucrezio Grazie, ma non è il mio Lucrezio. O per dire meglio, entrambi concordiamo nellattribuire a Lucrezio il merito di essere un grande scrittore moderno, anche a distanza di duemila anni, ma le affinità finiscono qui. In tempi in cui la cultura è affidata alle varie Barbare DUrso che imperversano in tv, va riconosciuto il merito a chi cerca di divulgare messaggi “ diversamente culturali”: nel caso di Piergiorgio Odifreddi, la scelta di commentare un poema complesso come il De rerum Natura di Lucrezio. Ma proprio i tempi bui in cui viviamo richiedono luci adeguate da parte degli intellettuali che si arrogano il compito di portare i classici al vasto pubblico. Anche una conferenza come quella presentata il 17 ottobre, a Pordenone, necessita della luce del rigore, se si vuole concretizzare, per i moderni lettori, la possibilità di dissolvere le tenebre conforme all’insegnamento lucreziano: per non cadere negli errori dei bambini che“al buio treman e temono tutto”. L’excursus dedicato da Odifreddi al seguace di Epicuro non va, invece, oltre una carrellata di affermazioni scontate, seppure corredate da battute divertenti che permettono di tener desta lattenzione del pubblico. Non si può liquidare Dante, dicendo che, per capirne il mondo, basta leggere Dan Brown, anche quando il fine sta nella volontà di avere il plauso attraverso la frase scherzosa. Roberto Benigni spiega Dante in modo vivace,ma senza alterane il messaggio reale, anche quando lo rapporta ai tempi moderni: sa coniugare satira e filologia in maniera tale che l’ascoltatore capisce dove finisce l’una e comincia l’altra. Allo stesso modo non condivido che si risolva ed esaurisca Virgilio, definendolo uno scopiazzatore di Lucrezio. Cosa peraltro fondata se precisata adeguatamente: tutta la letteratura occidentale, fino al Romanticismo, è basata sul principio di imitazione ed emulazione, perché la creatività di un autore presuppone il riconoscimento dei modelli a cui si attiene. Per l’ascoltatore pordenonese è emersa solo la spiritosaggine, comprensibile allo specialista, ma non a chi non conosce né Lucrezio né Virgilio. Se è vero che mai come ora gli intellettuali hanno il compito di farsi promotori di cultura, è altrettanto vero che la necessità divulgativa non deve mai realizzarsi a scapito della scientificità. Mi auguro che al Teatro Verdi di Pordenone, davanti a un pubblico di studenti, il nostro scrittore si sia avvalso di altri metodi, per ottenere lattenzione: che abbia conservato la vivacità della comunicazione senza trascurare il rigore della precisione. Spetterà ai docenti farsi garanti del risultato. Lo devono ai loro allievi e, ancor più, a quel poeta che ha insegnato e ancora insegna a indagare lanatura delle cose. Liviana Covre
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 09:50:35 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015