Preghiamo per Noemi, una bambina gravemente malata” - TopicsExpress



          

Preghiamo per Noemi, una bambina gravemente malata” Francesco (LaPresse/AP Photo) FRANCESCO (LAPRESSE/AP PHOTO) Il Papa all’udienza ha parlato dei Sacramenti, che non sono apparenza. E poi ha detto: “I carismi non sono dati a beneficio di chi li riceve ma per lutilità del popolo di Dio” DOMENICO AGASSO JR ROMA Papa Francesco ha proseguito la sua catechesi all’udienza generale in piazza San Pietro parlando oggi, una settimana dopo la comunione dei santi - “intesa come comunione tra le persone sante, cioè tra noi credenti” – della “comunione ai beni spirituali, alle cose sante”. Il Pontefice ha affermato che questi due aspetti sono strettamente legati tra loro: la comunione tra i cristiani cresce tramite la partecipazione ai beni spirituali. In particolare vanno considerati i Sacramenti, i carismi, e la carità: “Noi cresciamo in unità, in comunione con i sacramenti, con i carismi che ognuno ha perché glieli ha dati lo Spirito Santo, e con la carità”. “I Sacramenti – ha precisato Francesco - non sono apparenze, non sono riti; i Sacramenti sono la forza di Cristo, c’è Gesù Cristo, nei Sacramenti. Quando celebriamo la Messa, nell’Eucaristia c’è Gesù vivo, proprio Lui, vivo, che ci raduna, ci fa comunità, ci fa adorare il Padre. Ciascuno di noi, infatti, mediante il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia, è incorporato a Cristo e unito a tutta la comunità dei credenti”. Il Papa ha continuato mettendo in evidenza che “ogni incontro con Cristo che nei Sacramenti ci dona la salvezza, ci invita ad ‘andare’ e comunicare agli altri una salvezza che abbiamo potuto vedere, toccare, incontrare, accogliere, e che è davvero credibile perché è amore”. Ecco che così “i Sacramenti ci spingono ad essere missionari, e l’impegno apostolico di portare il Vangelo in ogni ambiente, anche in quelli più ostili, costituisce il frutto più autentico di un’assidua vita sacramentale, in quanto è partecipazione all’iniziativa salvifica di Dio, che vuole donare a tutti la salvezza”. “La grazia dei Sacramenti – ha affermato - alimenta in noi una fede forte e gioiosa, una fede che sa stupirsi delle ‘meraviglie’ di Dio e sa resistere agli idoli del mondo”. Poi a braccio il Papa ha soggiunto: “E per questo è importante fare la comunione; è importante che i bambini siano battezzati presto; è importante che siano cresimati”. Il motivo? “Perché questa è la presenza di Gesù Cristo in noi, che ci aiuta”. E poi “è importante, quando ci sentiamo peccatori, andare al Sacramento della riconciliazione. ‘No, Padre, ho paura, perché il prete mi bastonerà!’. No, non ti bastonerà, il prete. Tu sai chi incontrerai nel Sacramento della riconciliazione? Gesù, Gesù che ti perdona. E’ Gesù che ti aspetta lì, e questo è un Sacramento. E questo fa crescere tutta la Chiesa”. Francesco ha proseguito: “Un secondo aspetto della comunione alle cose sante è quello della comunione dei carismi. Lo Spirito Santo dispensa ai fedeli una moltitudine di doni e di grazie spirituali; questa ricchezza diciamo ‘fantasiosa’ dei doni dello Spirito Santo è finalizzata alla edificazione della Chiesa”. Di nuovo senza leggere il testo preparato ha precisato che cosa sono i carismi: “Carismi è una parola un po’ difficile. I carismi sono i regali che ci fa lo Spirito Santo: uno ha il regalo di essere così, o di questa abilità o di questa possibilità … Ma sono i regali che dà, ma ce li da non perché siano nascosti: ci dà questi regali per parteciparli agli altri”. Però questi “non sono dati a beneficio di chi li riceve ma per l’utilità del popolo di Dio. Se un carisma, invece, un regalo di questi, serve ad affermare se stessi, c’è da dubitare che si tratti di un autentico carisma o che sia fedelmente vissuto”. I carismi infatti “sono grazie particolari, dati ad alcuni per fare del bene a tanti altri. Sono delle attitudini, delle ispirazioni e delle spinte interiori, che nascono nella coscienza e nell’esperienza di determinate persone, le quali sono chiamate a metterle al servizio della comunità”. E in particolare, questi doni spirituali “vanno a vantaggio della santità della Chiesa e della missione. Tutti siamo chiamati a rispettarli in noi e negli altri, ad accoglierli come stimoli utili per una presenza e un’opera feconda della Chiesa. San Paolo ammoniva: ‘Non spegnete lo Spirito’ (1 Ts 5,19)”. E Francesco a braccio ha affermato: “Non spegnere lo Spirito, lo Spirito che ci dà questi regali, queste abilità, queste virtù, queste cose tanto belle che fanno crescere la Chiesa”. Infine, il Papa ha parlato del terzo aspetto della comunione alle cose sante: la comunione della carità. Ha detto, ancora a braccio: “La unità fra noi che fa la carità è l’amore. La carità: questo è l’amore di Dio che lo Spirito Santo ci dà nel cuore”. “I carismi – ha ribadito - sono importanti nella vita della comunità cristiana, ma sono sempre dei mezzi per crescere nella carità, nell’amore, che san Paolo colloca al di sopra dei carismi (cfr 1 Cor 13,1-13)”. Senza l’amore, infatti, “anche i doni più straordinari sono vani. Senza l’amore, tutti i doni non servono alla Chiesa, perché dove non c’è l’amore c’è un vuoto, un vuoto che viene riempito dall’egoismo”. E dove c’è egoismo non c’è la pace, ha detto Francesco. “Per questo, è necessario l’amore che ci unisce; la carità”. “Il più piccolo dei nostri gesti d’amore – ha aggiunto - ha effetti buoni per tutti! Pertanto, vivere la unità della Chiesa, la comunione della carità significa non cercare il proprio interesse, ma condividere le sofferenze e le gioie dei fratelli (cfr 1 Cor 12,26), pronti a portare i pesi di quelli più deboli e poveri”. Questa “solidarietà fraterna non è una figura retorica, un modo di dire, ma è parte integrante della comunione tra i cristiani. Se la viviamo, noi siamo nel mondo segno, noi siamo ‘sacramento’ dell’amore di Dio. Lo siamo gli uni per gli altri e lo siamo per tutti!”. Però “non si tratta solo di quella carità spicciola che ci possiamo offrire a vicenda, si tratta di qualcosa di più profondo: è una comunione che ci rende capaci di entrare nella gioia e nel dolore altrui per farli nostri sinceramente”. Spesso, ha evidenziato, “siamo troppo aridi, indifferenti, distaccati e invece di trasmettere fraternità, trasmettiamo malumore, trasmettiamo freddezza, trasmettiamo egoismo. E con il malumore, con la freddezza, con l’egoismo si può far crescere le chiese? - ha chiesto - Si può far crescere tutta la Chiesa? No, con il malumore, con la freddezza, con l’egoismo la Chiesa non cresce: cresce soltanto con l’amore, con l’amore che viene dallo Spirito Santo”. Il Papa in conclusione ha domandato ai fedeli un momento di silenzio e di recitare insieme un’Ave Maria per la salute di una bambina, Noemi, da lui incontrata prima delludienza, come ha raccontato alle oltre 50mila persone presenti. Adesso mi permetto di chiedervi un atto di carità, state tranquilli - ha detto sorridendo - che non si farà una raccolta: prima di venire in piazza sono andato a trovare una bambina di un anno e mezzo, con una malattia gravissima, suo papà e sua mamma pregano, chiedono al Signore la salute di questa bella bambina, si chiama Noemi, sorrideva poveretta, facciamo un atto di amore; noi non la conosciamo, ma è una bambina battezzata, è una di noi, è una bambina cristiana, facciamo un atto damore per lei, chiediamo al Signore che la aiuti e le dia la salute, in silenzio un attimo, e poi pregheremo lAve Maria. E dopo ha ringraziato per questo atto di carità. Molte persone in piazza si sono commosse.
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 17:51:52 +0000

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