Prepariamoci. I prossimi mesi della politica italiana saranno - TopicsExpress



          

Prepariamoci. I prossimi mesi della politica italiana saranno infatti un terremoto, uno tsunami, una catastrofe umanitaria, un tornado, una guerra totale. Scegliete voi. A pensarci bene, forse guerra totale è il termine più indicato. Lo ripetiamo da quasi un anno, è vero. Ma stavolta ci siamo. E Grillo sbaglia: non ne resterà nessuno. Almeno nessuno dei contendenti che hanno contribuito in un modo o nell’altro a scavare la fossa all’Italia. Già sparito Mario Monti . Il suo errore principale: aver usato troppo e troppo in fretta la clava. Per eccesso di prestazione l’ex premier si è lasciato prendere la mano nel seguire le indicazioni della Banca europea e della finanza internazionale. Volevano un’Italia in ginocchio, l’hanno addirittura messa pancia a terra. Come la Spagna, la Grecia, il Portogallo. Manodopera a basso costo per il nord Europa, cervelli in fuga ad alimentare la ricerca dei paesi anglosassoni. Monti ha accorciato a dismisura i tempi. Ha esagerato, insomma. Cosi, in molti gli hanno voltato le spalle, a partire dagli italiani, che un po’ idioti sono ma non fino a questo punto. Funerale già celebrato per la Lega nord. Le amministrative le hanno regalato numeri da svp: il movimento sud tirolese, tanto per intenderci. E’ il problema dei partiti padronali. Bossi era la Lega nord. Sbattuto fuori lui, e senza tanti complimenti, la Lega nord è morta. Maroni è già sotto ‘processo’ e i vari Tosi o Salvini stanno litigando per una leadership inutile. Nel senso che tra poco non esisterà più, quella poltrona. Il progetto federalista? Annegato in un oceano di scandali. Quello che ‘bagna’ la Tanzania. Il Pd è ormai un partito di centro destra. O meglio: più che un partito, stiamo parlando di 20 partiti uniti da un unico simbolo. Che presto si venderà a Porta Portese, come quei souvenirs vintage. Non a caso c’è chi affretta i tempi per portare alla distruzione i democratici. Il suo nome ve lo diremo dopo. Il Pdl? Puzza di cadavere in avanzato stato di decomposizione . I lunghi silenzi di Berlusconi parlano più delle sue barzellette, delle sue alzate di testa, dei pugni sbattuti sul tavolo. Esercizi nei quali il cavaliere era un indiscusso campione. Si, perchè Berlusconi, che non è uno stupido, l’ha capito: ormai deve guardarsi dentro e fuori il partito. All’interno gli stanno facendo la fronda. In realtà avevano già iniziato ai tempi del governo Monti. Bisignani, che amerà pure i colpi ad effetto ma qualche verità sulla politica italiana la conosce, l’ha ripetuto più volte in questi giorni. Il faccendiere della P3 è infatti convinto che Alfano e Schifani già in passato abbiano preparato il terreno per la nuova Dc. E cosi gli altri berluscones di peso devono capire da che parte stare. Tolto il fido Brunetta, che sta interpretando alla perfezione il ruolo di granatiere, gli altri sono infatti confusi, disorientati, Hanno il tono degli sconfitti. Fateci caso: bisbigliano, non parlano. Questo dentro il Pdl. Ma anche fuori la trappola è scattata, i processi e relative sentenze incombono e, ormai, al cavaliere rimane solo un valido e forte alleato, di cui preferiamo non fare il nome. Basterà? Probabilmente, anzi sicuramente: no. Come non basterà l’aiuto più o meno consapevole che gli arriva quotidianamente da Grillo. Già Grillo. Lo dicevamo un anno fa : Il M5S può governare l’Italia, ma facendo dolorose rinunce, era il titolo dell’ editoriale scritto nel maggio scorso. La dolorosa rinuncia era quella del capo. Era, appunto. Perchè se questo andava ancora bene fino a qualche settimana fa, ora non sarebbe più sufficiente a scongiurare la crisi del movimento. Troppi gli errori politici di Grillo, troppe le lite interne. Ed è un vero peccato. Quello che avrebbe potuto portare in dote M5S all’Italia sarebbe stato straordinario. Davvero una rivoluzione gentile. Ma i metodi per niente democratici dell’ex comico genovese, l’inesperienza di molti grillini, hanno condotto alla fine di una favola felice. Si, felice. Perchè almeno la metà delle istanze del m5s erano assolutamente condivisibili. Grillo aveva intercettato la voglia di cambiamento del Paese intero. Era riuscito davvero a provocare uno tsunami nella torbida palude della politica italiana. Ma oltre che nel rapporto con i suoi elettori, Grillo ha sbagliato mosse. E’ vero, ha messo a nudo le contraddizioni del Pd, ha rivitalizzato per un breve giro di corsa Berlusconi, ha costretto all’arrocco la vecchia classe politica da lui definita dell’inciucio. Poteva insomma ricostruire dalle macerie, soprattutto culturali, ancor più che economiche, lasciate dal berlusconismo. E invece ha solo distrutto. Risultato: elettori in fuga, una spaccatura chiara ed evidente all’interno del movimento, la nascita probabile e tardiva di un gruppo alla camera di grillini dissidenti.Questo non vuol dire che sia prossima la fine dei 5 stelle. Anzi, il M5S durerà. Però quello che poteva essere un grande movimento civile nell’Italia della ricostruzione è scivolato per qualche vaffa di troppo. Grillo ha già deciso dove virare: a destra. I grillini della prima ora invece andranno a sinistra. Già, ma con chi? Vendola è il primo nome che viene in mente. Ma il governatore della Puglia ha ormai il tempo che gli brucia tra le dita. Doveva subito costruire un grande movimento di cittadini di sinistra. Un mese fa al massimo, il giorno dopo lo spartiacque della Repubblica italiana: l’elezione di Napolitano. Invece sta cincischiando. E qui non c’è più tempo , per prendersela comoda. Non solo perchè le elezioni sono alle porte. Ma soprattutto perchè il paese è allo stremo. Non può aspettare oltre, dei segnali di speranza. La fretta. Anche Renzi, è lui il nome al quale accennavamo prima, ha le ore che gli scottano tra le mani. Ogni giorno alza il tiro, sa che deve spaccare tutto e subito, se vuole contare ancora e non finire rottamato. Per farlo sa che deve distruggere il suo vecchio partito. E lo sta facendo. Sa che deve costringere in un angolo Letta ( Enrico) e ridurre in polvere Berlusconi. E infatti si agita come non mai nell’attacco ripetuto al governo delle larghe intese. Sa che deve convincere gli italiani che la sua strada è l’unica percorribile. Ma ‘ Renzie’ sa anche che per lui la vita è adesso. Ora o mai più. Tra un anno sarebbe troppo tardi. Anche i renziani più fedeli hanno capito che se entro l’estateil sindaco di Firenze non avrà fondato questo suo nuovo partito liberale e di destra, la strada per palazzo Chigi si farà sempre più in salita. Tanto più che il suo nome continua ad affascinare gli italiani, ma già molto meno rispetto anche solo a sei mesi fa. Questo dunque il quadro. I due schieramenti, a grandi linee, che si potrebbero fronteggiare in autunno: Renzi a destra, un nuovo leader, in realtà ancora da individuare, a sinistra. Uno capace di vincere come ai tempi dei referendum sull’acqua e contro il nucleare, o delle elezioni a sindaco di Pisapia e De Magistris. Uno capace di rappresentare quella svolta a sinistra, vera e sentita, che la metà degli italiani chiede a gran voce. Perchè tanto si sa: l’Italia ha un’anima divisa in due, perfettamente spaccata a metà. Da sempre. E da qui non si scappa. Sullo sfondo di questa guerra totale annunciata, c’è un Paese che soffre, che non ce la fa davvero più. Non perchè non ci siano più i soldi ma semplicemente per il fatto che qualcuno, dall’alto, ha deciso di chiudere i rubinetti. Stringendo forte la manopola. Ermeticamente, verrebbe da dire. Sarà un bagno di sangue, diceva sere fa un disoccupato spagnolo davanti le telecamere, rispetto a quello che sta accadendo nella penisola iberica. Ecco, in questa preannunciata battaglia finale per la guida dell’Italia, cruenta e senza esclusione di colpi, speriamo solo che venga scongiurato almeno il bagno di sangue. Speriamo solo che chi è rimasto sordo in tutti questi anni, chiudendosi nei propri privilegi, divaricando in maniera criminosa le disuguaglianze sociali, non esclami con l’ottuso candore di Maria Antonietta: “I francesi dicono che non c’è più pane? Date loro le brioches”. Sappiamo tutti che fine fece la regina che si incastrò negli ingranaggi della rivoluzione del 1789.
Posted on: Thu, 22 Aug 2013 15:50:49 +0000

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