Psicooncologia è qualsiasi intervento basato sulla parola che si - TopicsExpress



          

Psicooncologia è qualsiasi intervento basato sulla parola che si ponga l obiettivo di portare aiuto al malato oncologico e al suo stato di depressione. Il malato di cancro ha una malattia con una possibile evoluzione mortale, che può essere combattuta e spesso anche vinta, ma a un prezzo alto. Ci vorranno lacrime sudore e sangue, ci saranno amputazioni chirurgiche, medicazioni, dolore, anestesie, radioterapia e citostatici. La depressione nasce dal cancro stesso, dai suoi metaboliti, dal dolore cronico, dalla perdita di funzione. Nasce dalla paura della morte, per la prima volta in una società che ha reso tabù il morire e che sembra avere lillusione dell immortalità, ci si chiede cosa cè dopo. Nasce dalla perdita di funzione, dallincapacità ingravescente: fino al mese prima era il paziente ad accompagnare i nipoti a scuola, adesso è un peso morto che qualcuno deve accompagnare allospedale. La depressione nasce dalla terapia citostatica, sia per le conseguenze dei suoi effetti collaterali, sia per azione diretta, neurotossica, di alcuni suoi componenti, cui si aggiunge, per finire, lideazione suicidaria da interferone. Un paziente che si sveglia al mattino e dichiari che, piuttosto che alzarsi dal letto e andare a fare la chemioterapia, preferirebbe morire è un paziente gravissimo, qualsiasi sia la sua stadiazione oncologica. È un paziente realmente a rischio di suicidio, è un paziente realmente a rischio da aggravamenti da interruzione della terapia. Se anche questo non avviene, cè la possibilità che i medicinali somministrati riducano al minimo i loro effetti terapeutici mentre si ampliano quelli collaterali. Se anche questo non si avvera restano gli effetti della depressione sul sistema immunitario a complicare il quadro. Il nostro intervento consiste in colloqui di psicoterapia cognitiva associate con tecniche ipnologiche e immaginative: la nostra impressione é che queste due tecniche associate si potenzino: una mobilita la ragione, laltra limmaginazione, mobilitando ognuna un emisfero differente e ricreando insieme la interezza dellindividuo. Non faccio test: sono difficili da somministrare senza diminuire il rapporto empatico, senza dare ( ridare?) al paziente l’idea ( non sbagliata ) l’idea di essere un numero o un soggetto di studio. I risultati dei test non avrebbero aggiunto nulla alla terapia e la loro esecuzione rischia di togliere molto. Tecniche ipnologiche e immaginative. Alla base di questa terapia vi sono le recenti teorie, risultate da studi multidisciplinari che integrano le neuroscienze con le discipline psicologiche, sulla lateralizzazione degli emisferi cerebrali. Tali teorie indicano che lespressione comportamentale in toto dellindividuo è funzione del grado di sinergismo interemisferico: i due emisferi cerebrali, benché simili dal punto di vista anatomico, sono altamente differenziati dal punto di vista funzionale. Wigan, fisiologo inglese, nel 1844 è il primo a intuire la complessità della lateralizzazione cerebrale:-Nella nostra testa abitano due anime.- dice. Gli studi definitivi risalgono agli anni 60 e 70 del nostro secolo, con gli studi di Geschwind (1967) e Galin (1974 ) sui pazienti sottoposti a commissurotomia. Anche in questo campo però il pioniere resta Pierre Janet con la sua ipotesi su una spaccatura verticale della coscienza nelle nevrosi. Lemisfero sn. può essere paragonato a un codificatore- decodificatore della realtà socio-culturale in cui lindividuo si forma e vive. Lemisfero sn fondamentalmente funziona secondo un codice binario, emette risposte veloci, possiede le aree specifiche del linguaggio. Lemisfero dx ha risposte più lente, dato che integrano più aree cerebrali; non ha specifiche aree del linguaggio, ma percepisce la gestualità, il tono di voce, e tutto quello che fa parte della comunicazione non verbale. Analizzando con lEEC pazienti sottoposti a terapie immaginative, dall ipnosi al biofeed-back si può vedere come elemento comune di tutte queste tecniche è la messa a riposo dell emisfero sinistro e la stimolazione del destro. Questo crea una situazione privilegiata per la comunicazione tra mente corpo essendo i rapporti tra sistema nervoso centrale, sistema simpatico e sistema immunitario (neurotrasmettitori, neuropeptidi, ormoni) lateralizzati in favore dellemisfero dx. La comunicazione è una menzogna che si avvera. Laffermazione che il luogo è un bosco, la situazione è di benessere, il dolore è scomparso, la malattia è dimenticata diventa vera per lemisfero destro del paziente, non è più scindibile dalla realtà. è realtà. È come creare una finestra nella malattia, unintervallo in cui la malattia non esiste. Le metafore usate in questo tipo di comunicazione sono quelle del paziente; le immagini che si ricreano anche: si domandano al paziente qualè limmagine o il ricordo che vuol ricreare, qualè il sogno dove vuol vivere, e dove può vivere, per il tempo necessario, in un colloquio molto breve che deve essere molto empatico, e che i pazienti hanno sempre trovato divertente, ma che già ci fornisce le informazione importanti su di loro, su quelli che sono i loro valori, su quelle che sono i vissuti di perdita della malattia. ( Vorrei sognare di essere in montagna, quando avevo 20 anni e facevo lalpino.- Vorrei sognare una sala da ballo. Vorrei sognare il mare. Vorrei sognare di essere a casa mia, sulla poltrona del salotto: ho appena finito di pulire, la casa è a posto e ha un odore buono; da quando sono malata la casa non è più a posto.) A tutti i pazienti in terapia citostatica abbiamo proposto delle tecniche di visualizzazione da fare durante la terapia stessa, mentre la fleboclisi scendeva, portando nelle loro vene farmaci che li avrebbero aiutati contro la malattia, ma che li avrebbero anche gravati di effetti collaterali gravi. Gli effetti della terapia su questi effetti collaterali della chemio ( nausea, anoressia astenia) e gli effetti contro il dolore cronico nei casi in cui questo era presente, sono stati molto buoni e questo ha aumentato la fiducia dei pazienti nelle loro capacità:erano in grado, con la forza della loro immaginazione di diminuire la nausea. Tutto questo ha creato un legame empatico molto forte con il terapeuta che ha reso possibili la richiesta dei colloqui psicoterapici successivi che tutti hanno richiesto, ( anche quelli forti, quelli che mai e poi mai pensavano di aver bisogno di aiuto psicologico) e di cui tutti, nessuno esclusi, avevano bisogno. Alcuni avevano paura del dolore, altri della morte, altri di non valere più niente. E’ molto importante, nei limiti della mancaza di tempo, dell’urgenza, della necessità di fare presto, abbozzare una diagnosi sulla probabile organizzazione del paziente. I depressi non possono più soccorrere e hanno loro bisogno di aiuto: sono di peso. Le organizzazioni dove il fulcro è l’aspetto, quelle che scompensano siu disturbi alimentari, avrenno l’orrore dell’acquisita bruttezza. Le organizzazioni ossessive non hanno più il controllo su nulla. I fobici non hanno più argini alla loro paura. E’ molto importante, nei limiti della mancaza di tempo, dell’urgenza, della necessità di fare presto, abbozzare una diagnosi sulla probabile organizzazione del paziente. I depressi non possono più soccorrere e hanno loro bisogno di aiuto: sono di peso. Le organizzazioni dove il fulcro è l’aspetto, quelle che scompensano siu disturbi alimentari, avrenno l’orrore dell’acquisita bruttezza. Le organizzazioni ossessive non hanno più il controllo su nulla. I fobici non hanno più argini alla loro paura. Qualcuno voleva parlare della sua rabbia contro la vita o più semplicemente contro il Sistema Sanitario Nazionale per gli errori fatti nella gestione ( o nella mancanza di gestione) della loro sofferenza e della loro malattia. Il legame che si crea permette anche di parlare della morte.
Posted on: Sat, 09 Nov 2013 06:55:10 +0000

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