Qualche riflessione tratta da V. BRANCATI, Racconti, teatro, - TopicsExpress



          

Qualche riflessione tratta da V. BRANCATI, Racconti, teatro, scritti giornalistici, a cura di M. DONDERO, , Mondadori, Milano 2003. Il vecchio con gli stivali si tratta di una silloge: il racconto che dà il titolo alla raccolta è del 1946. (pp. 203-38). Il protagonista è Aldo Piscitello che è un impiegato non di ruolo del municipio di Catania ma che è da tutti ben voluto. Il personaggio principale e negativo è la moglie, Rosina, tanto piena di buon senso da risultare cinica e malvagia e causare, in un gioco di specchi rovesciati, la causa della rovina del marito. Infatti è Rosina a tessere l’elogio del fascismo, mentre il marito non si intende di politica e farlo iscrivere al fascismo per mantenere il posto di lavoro al municipio (1930), p. 208: > E così continuò la moglie, finché levandosi, nella foga dell’eloquenza, sul gomito destro, s’accorse che il marito dormiva. Piano piano ricadde supina e seguitò a ragionare per conto suo. Verso le due del mattino, non potendo più resistere alla maligna esultanza che le dava la conclusione cui era pervenuta ragionando, svegliò il marito: esclamò Aldo Piscitello nello spavento che gl’incutevano di notte le idee di Ppa, Imperatori, Re, Dittatori, Ministri, Genarali, tanto simili per lui ai baratri profondi e tenebrosi nei quali non abita che il vento. Ma poi si calmò, richiuse gli occhio, e piano piano, tra una bollicina di saliva, disse: Quindi, continuando cinicamente Rosina, induce il marito, pure falsando la data d’iscrizione al fascio a diventare squadrista nel 1934, perché il governo avrebbe regalato due mila lire ai dipendenti squadristi, p. 210: Era il ’34, e in casa Piscitello, si mangiavano, ogni giorno due o tre cose in meno di quelle che sarebbero state necessarie a un uomo di cinquantaquattr’anni piuttosto magrolino, a una donna che lavorava in casa, e probabilmente anche fuori di casa […] e a tre bambini che avevano la fame della lupa, di cui, secondo il Partito, erano figli. Sicché quando si seppe che agl’impiegati squadristi lo Stato paternamente avrebbe regalato duemila lire, Piscitello si sentì abbracciare così strettamente dalla moglie che poi rimase a tossire per un pezzo. disse Piscitello, accennando a se stesso, ai bambini e anche alla moglie. disse Rosina. Non sappiamo cos’abbia combinato quel demonio di donna. Ma venti giorni dopo, Aldo Piscitello, apprendeva ch’egli si era iscritto al Partito nel 1921, che gli spettava di diritto la qualifica di squadrista, e gl’incombeva l’obbligo di fregiare al camicia nera con un nastrino rosso, . Piscitello va sviluppando un forte sentimento antifascista, sprofonda in diverse malattie durante la guerra, sfolla alle pendici dell’Etna, ma lo raggiunge il nuovo sindaco che pure era stato fascista, per licenziarlo, in quanto in molti volevano la sua testa, e si doveva eseguire l’epurazione perché era stato squadrista: l’impiegato ormai ridotto a larva, senza più volontà e determinazione, senza parola, accetta supinamente, mentre il sindaco si sente sollevato del suo malo gesto e poi pensa a come dovere aiutare, p . 238 .
Posted on: Tue, 02 Jul 2013 06:36:52 +0000

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