Questa sensazione di fastidio oggi non se ne vuole andare, come - TopicsExpress



          

Questa sensazione di fastidio oggi non se ne vuole andare, come appiccicata alla pelle, tipo l’aria di mare, un cosa che ricorda la colla, un disagio che scivola sin dentro sotto la pelle e si accumula come uno spessore sotto lo sterno: sarebbe facile dire che ora passa, accendere una sigaretta, bere un bicchiere o un caffè e starsene alla finestra guardando giù verso il porto, respirare l’aria ferrosa del temporale in avvicinamento e dire ora passa, alla fine è solo una questione di fica: quella che ha nel mezzo delle gambe, non dissimile poi da altre fiche, nulla di più, nulla di meno e alla fine quando si riesce ad arrivare li e si spinge quello che si può è solo una questione di arrivare alla fine, stringere capelli, mordere un collo e fare un buon lavoro di fianchi per quello che è un po’ di mestiere e poco altro: si, potrei dire che è solo questo: fumare sigarette, aspettate un temporale o un incendio e verificare con il mio uccello che è solo una questione di fica: la malinconia non fa altro che aumentare, come se mi avessero di colpo gettato un liquido nero nella mente, non va via e non serve neanche alzarsi dal letto, anche se poi ci provo e arrivo al compromesso di poggiare la schiena al muro, caldo, appiccicoso: sono senza maglietta e ho ancora più caldo, no, non aiuta neanche il pensiero che domani sarebbe andata meglio, domani alle volte è un momento così dannatamente lontano, come dall’altra parte del tempo, come una strada con mille corsie, no, non aiuta nulla e a pensarci bene poche cose aiutano quando ci si trova su un letto, soli, in una cittadina grigia, sconosciuta, davanti a un porto senza traffico, sopra a un dedalo di vie che manco un formichiere, no, non aiutano ste cose e anche aver pensato al sesso, anzi, direi che quello è stato il momento peggiore della mattinata, la sua cosa resta la sua cosa !!! Comunque mi accendo la mia sigaretta, mi alzo, mi do la mia grattata al culo, mi ricordo di un tipo che scriveva poesie e mi ricordo di una sulle felci o le foglie e allora penso a un amico che aveva scritto un libro sulle foglie e pensando a tutte queste cose mi avvicino alla finestra e davvero resto fermo a respirare la pioggia e trovo che sia motivo di confusione che questa sia calda: così mi appoggio e metto il busto di fuori e mi sento in pericolo: sono davvero in pericolo, non sento molto bene le cose dentro di me, non distinguo più il sentire bene e sentire male e per quando possa sembrare assurdo alla fine un pensiero di piacere mi logora, mi stanca, mi strema, allora mi sintonizzo su un pensiero di dolore e in questo, cazzo come riesco a crogiolarmi per benino e quindi rischio di fare cazzate: avrei bisogno adesso di una svolta e pensarlo mi precipita nello schifo: solo gli schifosi se ne stanno in mutande ad aspettare una cazzo di svolta, anzi, a pretendere una cazzo di svolta, come fosse un loro diritto, bene, io questa mattina l’aspetto e la pretendo: sono venuto in questo posto per questo preciso motivo, perché se arriva adesso il colpo di culo allora è un segno del signore misericordioso. Mi trovo di colpo a non pensare a nulla, un solo veloce istante, non penso a niente, porca puttana che pace non pensare a nulla: un lampo, come quando cessano le cicale nel bosco di pini marittimi, come finito un buon lavoro, come poche volte, silenzio, silenzio e basta e sguardo perso che dai vicoli di sotto scivola sino al mare e li, banalmente, alla ricerca del punto lontano sull’orizzonte, se spunta una barca il dipinto di ovvietà sarebbe completo. Il caldo entra con il vento, un vento stupido quanto lento, come fa a muoversi così piano l’aria in questo pese, eppure è così e in poco si riempie la stanza: ho in definitiva una pellicola di sudore che mi copre ogni centimetro di pelle, mi sposto da li, mi infilo i guantoni e con scarsa convinzione inizio a darci su con il sacco, voglio una stanza vista mare e un sacco da box e pago e quindi non voglio sentire discussioni e stia tranquillo che tiro la mattina sul tardi, non credevo che lo avrei trovato li, nero, vecchio, logoro, ma in questo a questi non li batte nessuno, paga e ti sarà dato, il mio uccello avrebbe preferito pagare per altro ma a lì ancora non ci sono arrivato, non per cose di etica o altro ma diciamo che ancora non ci sono arrivato e basta, e quindi diamoci su verso sto povero sacco, che di vita ne ha vista e anche troppo e se forzo un po’ ho paura che si taglino le corde e mi fa un casino crollando sul soffitto, così ci giro piano attorno, e spingo ogni tanto ma più che altro ripeto combinazioni, niente di che, ma sono combinazioni che all’occasione ti tolgono dai guai, senza pretese, ma sempre buone cose da imparare, così lavoro per bene e dopo una decina di minuti non sento altro che il rumore, il rumore dei guantoni e il vecchio ci sa fare e se forzo le corde capisco che gemono e basta, si, un buon sacco e ci lavoro bene sino a quando il rumore diventa ritmo e non esiste altro che quel sordo stupido suono, ogni colpo, preciso, netto e lentamente prendo gioia in quello che faccio perché lo so fare bene e se ho questi giorni di dolore, questo lo so ancora fare bene e il ritmo si alza, ma non troppo, anzi, ogni tanto si abbassa e così che deve essere, una musica, una danza, mica altro, tiro bene, le braccia non sono affatto pesanti e non ho motivo di smettere, e se pensate che così uno non pensa, bhe, vero, inizialmente non penso a nulla ma poi anche li qualche cosa filtra, perché si, è un buon vecchio questo sacco nero ma è pur sempre li, appeso, immobile, inutile, se avessi davanti una montagna di ciccia, peli e muscoli, se sentissi odore di carne, se a ogni millimetro che lascio scoperto rischio il culo se ad ogni millimetro che lascia lui mi si apre un’occasione, se fosse così, se dovessi dare senso nella riposta alla sua combinazione con la mia, se quello che stò facendo fosse in se una strategia per inchiodarlo li, in un angolo, in un lato, o semplicemente per obbligarlo a rispondere, per gestire io le cose, bhe, allora forse, anzi, sicuramente non filtrerebbe nulla verso i miei neuroni e sarebbe come prima: un lampo !!!
Posted on: Mon, 29 Jul 2013 10:07:27 +0000

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