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RICONOSCERE UN VERO GURU di Rajiv Kapur Miei cari, oggi è la ricorrenza di Guru Poornima, il giorno in cui onoriamo e celebriamo il nostro Guru. Ma chi può essere identificato come Guru? In realtà c’è un solo vero Guru che è sempre dentro noi stessi, nel nostro cuore, come una luce guida. Alcuni lo chiamano Sé, altri Dio, Coscienza Cristica, Coscienza di Krishna, di Shiva ecc. ecc. Ma spesso noi non siamo in grado si sentire la sua voce perché siamo in una trace, completamente istupiditi e infatuati dalla continua stimolazione che ci arriva dal nostro collegamento col mondo. Ecco perché diventa importante il Guru esteriore, in carne ed ossa, il cui unico scopo è quello di parlare il linguaggio del Guru interiore, di aiutarvi e guidarvi a Lui, perché infine possiate diventare uno con LUI. Perciò, gran parte del celebrare e rendere onore al vostro vero Guru interiore (che è il vero fine di questo fausto giorno) ha innanzitutto lo scopo di far sì che siate in grado di riconoscere un vero Guru esteriore che opera sul piano fisico. Un vero Guru fisico è riconoscibile da due cose: dal messaggio che dà, e dal livello di responsabilità che si assume verso la vostra crescita spirituale. Nel messaggio c’è la sua saggezza; nella responsabilità c’è il suo amore e la sua compassione. Vediamo anzitutto qual è il messaggio che un vero Guru dà. Dall’inizio della tradizione Guru-shishya (Guru-discepolo) i messaggi dati ad ogni shishya sono due: Abhyasa e Vairagya, Pratica e Distacco. Questo è il messaggio continuo di un vero Guru. Il primo messaggio, la Pratica, significa portare la mente sotto controllo attraverso la costante osservazione dei suoi movimenti e il reindirizzo di tutte le energie ai centri spirituali superiori del terzo occhio e del cuore. Ciò è assai importante in quanto l’energia vitale è da lunghissimo tempo abituata ad alimentare i sensi e da essi trarne temporaneo piacere attraverso la continua interazione con gli oggetti. In virtù dell’intensa pratica, il cercatore inverte tale abitudine e porta, infine, l’energia vitale ad affondare nella vera fonte di felicità e di gioia e a incontrare così il Guru interiore. Il secondo messaggio, il Distacco, significa essere nel mondo senza essere del mondo. La radice d’ogni nostra sofferenza sta nelle identificazioni varie che ereditiamo dal mondo. È assai facile farsi prendere dalla love story col mondo. Si deve stare molto attenti e osservare di continuo se nella mente stanno nascendo passioni per il mondo e per i suoi oggetti, quindi riportare la mente all’interno secondo le istruzioni del Guru. Pratica e Distacco sono i due messaggi di base dati dal vero Guru. Ma se vi guardate intorno vedrete che circa il 90% dei così detti insegnanti o Guru d’oggi non si riferisce mai di questi due fondamentali, anzi vi insegna l’esatto opposto! Vi dicono che non è necessario fare alcuna pratica, che siete già liberi, che non c’è niente da raggiungere, che tutto ciò che vi serve è essere presenti qui ed ora… Sono tutti terapisti, ma non Guru. Non fanno altro che puntare su una certa “immobilità” attraverso la pratica di riconoscere una coscienza indipendente dal pensiero che essi chiamano “ciò che è” o “l’adesso”, il “presente”. Ma tale riconoscimento non va oltre un effetto temporaneo, perché l’ego non viene veramente trasceso e troverà perciò il modo di riportarvi indietro, di nuovo nel mondo, una volta che l’effetto è svanito. Vedete dunque come le fondamenta di tale insegnamento new age, su cui andate a poggiare il vostro intero cammino spirituale, siano compromesse in quanto questi insegnanti ignorano le più basilari indicazioni date dai nostri saggi e santi. Ora veniamo alla seconda parte del riconoscere un vero Guru: riguarda il livello di responsabilità. Il vero Guru si assume la completa responsabilità del ricercatore, il che significa che investe assieme a lui tempo e sforzi. Per questo è costretto ad essere selettivo. Egli sceglie con cura i suoi discepoli e lavora con loro molto da vicino attraverso la sua presenza fisica e sottile. I Guru di oggi, che tengono così tanti ritiri spirituali, non conoscono nemmeno i nomi di chi li frequenta i loro satsanga, per non parlare dei loro progressi spirituali. La via spirituale non è facile come la si pratica oggi. Non si tratta di abbracciare la vita e renderla più leggera, comoda e felice “qui e ora”. In verità il percorso con il Guru sembra fare esattamente il contrario, soprattutto all’inizio. Il Guru riconosce il modello egoico dell’allievo, basato su abitudini e tendenze, che ricerca il piacere attraverso la stimolazione dei sensi. Lo stesso ego poi va a cercare una quiete temporanea frequentando ritiri e satsanga da cui trarre un po’ di sollievo. Molti dei ritiri new age di oggi sulla non dualità non fanno altro che nutrire questi modelli egoici, offrendo loro tale tipo di effimero sollievo. Essi dunque stanno in realtà lavorando contro il vostro vero interesse; eppure sorprendentemente prosperano e vedono una crescita esponenziale. È perché la maggioranza dei ricercatori vuole continuare a fruire dei piaceri del mondo, ed è felice per l’istantanea facilità e sollievo “spirituale” offerto. All’inizio sembra un ottimo affare; ma dopo, dopo che 15-20 anni se ne sono andati senza che sia stato raggiunto alcun vero risultato, delusione e frustrazione sopraggiungono amare. Al contrario, un vero Guru che lavori a stretto contatto con i pochi discepoli selezionati colpisce il loro ego duramente e ripetutamente, senza sosta, sino a che l’ego non molli la sua presa sull’allievo. Il suo metodo non è quello di offrire del comfort, ma di portarvi fuori dalla vostra zona di comfort, di capovolgere il modello egoico e infine di portarlo al definitivo annientamento. L’obiettivo del vero Guru è a fine dell’ego dell’allievo. Coloro che rimangono abbastanza a lungo con lui e riescono a sopportare il lavoro cui il Guru li sottopone, alla fine conosceranno la vera libertà, la vera gioia e il vero amore, che non sono di questo mondo. Tale beatifica realizzazione non è fugace, né muta a seconda delle circostanze in cui la persona si trova, né è dovuta alla presenza o all’assenza di qualcosa. Resta per sempre, beata in mezzo a gravi calamità, perfino se il mondo dovesse crollare. Così vedete come la vera responsabilità di un Guru è di ricordarvi “vostra responsabilità”, che è il impegno di vita a non abbandonare mai il vero scopo che si ha quando otteniamo un corpo-mente umano: la REALIZZAZIONE del SÉ. In questa benedetta ricorrenza di Guru Poornima, concludo il presente messaggio rammentandovi tre cose che dovete fare per servire ed onorare il vostro Guru: 1) Pratica 2) Distacco 3) Incondizionato abbandono agli insegnamenti del Guru.
Posted on: Wed, 24 Jul 2013 05:43:32 +0000

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