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RICOVERATO O NON RICOVERATO? QUESTO E’ IL DUBBIO AMLETICO QUI A FOSSOMBRONE GRAZIE ALLA MALA SANITA’ DELLA REGIONE LIBELLO PER RIDERE (o STRIDERE?) UN PO’: Lasciate aperti i nostri ospedali per curarci in tempo da tutti i mali. E a quei politici poco presenti che se ne fregano dei pazienti spero gli venga, la cacarella, l’acne, la scabbia e la varicella, e girando in tondo col mal di pancia, scossi sopra l’ambulanza malediranno la decisione di avere chiuso a Fossombrone, col pronto soccorso, anche l’ospedale dopo averlo attrezzato per ogni male. Ma questo è un sogno perché si sa che con il loro mega stipendio i nostri politici possono andare dove meglio e subito ci si può curare mentre noi, poveri tapini, ce la prendiamo nel sacco come tanti cretini. Sono stata di recente ricoverata all’ospedale di Fossombrone e ho potuto constatare di persona le difficoltà logistiche, create dai nostri politici regionali, che rendono la vita difficile a tutti gli operatori della struttura. Mi sono infatti ritrovata per un pomeriggio al P. P. I. con un brutto episodio di vertigini, dopo una notte di nausea e conati, e mi hanno subito fatto una TAC e alcune flebo. Sono stata quindi rimandata la sera a casa con tanto di prenotazione mattutina per una visita a Urbino dall’otorino in previsione di una labirintite. Mio figlio mi ha portato a Urbino con la nostra auto e lì, dopo corridoi infiniti percorsi come uno “zombie” senza più orientamento, sono stata prontamente visitata riportando un verdetto negativo a malattie dell’orecchio. Coscientemente l’otorino, non avendo trovato una causa, mi ha prescritto il ricovero immediato e una celere risonanza ma dovevo tornare all’Ospedale di provenienza poiché non mi potevano ricoverare a Urbino. Con comprensibile apprensione ho chiesto di restare a Urbino soprattutto perché nel nostro ospedale non c’è la possibilità di fare la risonanza ma non c’è stato niente da fare. A Fossombrone mi hanno riammesso al P. P. I. ma non potevano ricoverami perché non c’erano posti letti liberi, anzi, c’erano, ma dovendo ridurli come da direttiva regionale e quindi era come se non ci fossero. Alla fine i medici , vedendo che peggioravo, poiché ad Urbino non c’era posto, per rispetto verso il giuramento di Ippocrate, mi hanno trovato un posto letto provvisorio, oserei dire “fantasma", e poi miracolosamente sono stata ricoverata in medicina dove, grazie alle cure, eseguiti tutti i controlli possibili, il mio stato è migliorato e sono stata dimessa. Ma non è finita perché ancora devo fare la famosa risonanza che mi è stata prenotata per il 12 luglio p.v. e che mi potrà fornire la diagnosi definitiva del mio malore. Mi sento quindi in dovere di ringraziare tutti coloro che operano nel nostro Ospedale: dai medici del pronto soccorso, al primario, ai dottori dei vari reparti, agli infermieri e a coloro che li affiancano fino all’ultimo degli inservienti. E’ encomiabile la competenza, la gentilezza, la comprensione che hanno verso tutti i pazienti e soprattutto l’umanità e la delicatezza con cui interagiscano con quelli che non sono autosufficienti. Con ammirazione ringrazio anche tutti gli operatori della AVULSS che si prodigano nell’aiutare coloro che sono soli con abnegazione rappresentando una vera risorsa aggiuntiva per il nostro nosocomio. Purtroppo l’incombente chiusura e l’incertezza dei ricoveri rende tutto difficile e si avverte uno sconcerto generale che si acuisce con l’impossibilità dei ricoveri urgenti nonostante i letti vuoti e l’abbondanza della strumentazione che viene sottoutilizzata aumentando così i costi delle prestazioni. Se i macchinari lavorassero a pieno ritmo i costi potrebbero essere assorbiti in tempi brevi e molte più persone curate al meglio e celermente dimesse. L’ospedale è nuovo ed è tenuto in perfette condizioni igienico - sanitarie, perché non sfruttare tutta la sua capienza accontentando il nostro grande bacino d’utenza che è composto per più di un terzo da persone che hanno superato i 70 anni di età e che spesso non possono neanche spostarsi autonomamente? Perché non eliminare sprechi plateali come le innumerevoli commissioni, le spese inutili, le Provincie e i numerosi e non si quanto utili incarichi esterni dati proprio soprattutto in Provincia e in Regione? Senza parlare della riduzione degli stipendi d’oro che politici e dirigenti continuano a percepire e degli staff al seguito di Assessori Provinciale e Regionali che si occupano solo dei territori che rappresentano per loro fonte di voti. Territori dove chiaramente ci si guarda bene dal chiudere ospedali con bacini di utenza molto minori di quello di Fossombrone e dove vengono spesi milioni di euro per potenziare perfino eliporti che funzionano solo di giorno e se c’è bel tempo. Spero che il nostro ospedale, che ha una storia centenaria, venga lasciato vivere; lo spero per me, che lì ho partorito i miei figli e ho visto morire i mie cari, come la maggior parte dei concittadini, e per tutte quelle persone che possono essere curate con dignità e passione dai nostri valenti medici che si stanno adoperando con serena fermezza perché l’ospedale resti completamente operativo per guarire, salvare vite o rendere almeno serene le morti. Dedico questo “sfogo” a mio padre, Dott. Cav. Avv. Adolfo Romiti che ha speso tutta la sua vita al servizio della politica ed è stato, fra l’altro e a lungo, anche attivo Presidente dell’Ospedale di Fossombrone e certo, oggi, ne osteggerebbe con tutte le sue forze la chiusura. Fossombrone, 22.06.2013 ROMITI MARIA - ELISABETTA
Posted on: Sun, 23 Jun 2013 13:16:58 +0000

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