Repubblica Sociale Italiana - Le aree segnate in verde facevano - TopicsExpress



          

Repubblica Sociale Italiana - Le aree segnate in verde facevano ufficialmente parte della R.S.I. ma erano considerate dalla Germania zone di operazione militare e sottoposte a diretto controllo tedesco[63] La liberazione di Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso fu il preludio alla creazione, nellItalia del nord, di uno stato fantoccio controllato dal Reich tedesco: nacque così, il 23 settembre 1943, la Repubblica Sociale Italiana (RSI), comunemente detta Repubblica di Salò, dal nome della località sul lago di Garda che ne ospitava alcuni uffici e dove era la residenza di Mussolini. Guidata formalmente dal governo presieduto dal Duce- che con la creazione del Partito fascista repubblicano (il cui segretario era Alessandro Pavolini) tentò di proporre un fascismo rinnovato - la RSI non era in realtà uno stato sovrano: il territorio era quello controllato dallamministrazione militare tedesca, gli atti del governo necessitavano dellapprovazione di due consiglieri tedeschi, e i militari tedeschi ne controllavano di fatto gli uffici centrali e periferici. Hitler decise persino lannessione al Reich di parte dellItalia nordorientale, concedendo ai Gauleiter del Tirolo e della Carinzia di annettersi molte zone del Triveneto mascherando il tutto dietro la facciata di due zone di operazioni: quella delle Prealpi o Alpenvorland (costituita dalle province di Trento, Bolzano e Belluno) e quella del Litorale Adriatico o Adriatisches Küstenland (province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana). Il 15 novembre, a Verona, il congresso del partito approvò il manifesto programmatico del nuovo regime, che ai temi nazionalfascisti e repubblicani affiancava demagogici contenuti socialisteggianti e auspicava un ritorno al fascismo delle origini. Con la chiamata alle armi del novembre 1943 si tentò di ricostruire un esercito, ma solo il 40% dei giovani rispose, e molti di essi disertarono in seguito. Nel complesso, considerando anche le altre formazioni militari, la RSI poté contare inizialmente su circa 200.000 uomini in armi. Una delle vicende più emblematiche dei 600 giorni si Salò riguarda gli ebrei italiani, considerati stranieri e nemici nel manifesto di Verona. Le autorità fasciste collaborarono attivamente con i nazisti per la loro deportazione verso i campi di sterminio, e presero iniziative proprie: il 30 novembre 1943 il ministro degli Interni decise la creazione di appositi campi di concentramento in Italia. La linea Gustav[modifica | modifica sorgente] Sfruttando la conformazione orografica della penisola italiana la X armata tedesca del feldmaresciallo Albert Kesselring si dispose lungo la catena appenninica e sui contrafforti che scendono verso lAdriatico e il Tirreno. Lavanzata alleata lungo il Belpaese incontrò la tenace resistenza tedesca: i reparti britannici risaliti dalla Calabria e ricongiuntisi alla testa di ponte americana a Salerno entrarono a Napoli il 1º ottobre. Abbandonata lipotesi di uno sbarco alleato sulle coste orientali italiane, il principale teatro delle operazioni fu la fascia di territorio tra Napoli e Roma, dove lOrganizzazione Todt aveva eretto la linea Gustav. Questultima era costituita da un insieme di punti fortificati che correvano dallAdriatico al Tirreno (si estendeva dalla foce del Garigliano alla foce del fiume Sangro, a sud di Pescara, passando per Cassino) e tagliava in due lItalia: a Nord di essa vi erano i tedeschi, a Sud gli Alleati. Le teste di ponte alleate a nord di Napoli non riuscirono a piegare i tedeschi asserragliati nellabbazia di Montecassino. Inoltre le condizioni atmosferiche, la morfologia del terreno e il rallentamento delle operazioni provocato dai numerosi corsi dacqua in piena impedirono agli Alleati di muovere rapidamente su Roma che, alla fine del 1943, restava ancora a più di 100 chilometri dalla linea del fronte. Rappresaglia a Roma[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Attentato di via Rasella e Eccidio delle fosse Ardeatine. Entrata alle fosse Ardeatine Il 23 marzo 1944, alle ore 15 circa, un gruppo di 16 partigiani appartenenti ai GAP (Gruppi di Azione Patriottica) attuò, in pieno giorno, un clamoroso attentato contro un reparto armato di 160 SS in marcia lungo Via Rasella. Una carica esplosiva, nascosta in un carretto, venne fatta esplodere al centro della colonna tedesca, mentre altri partigiani lanciavano bombe e sparavano raffiche di mitra verso la coda del reparto. Nellimmediatezza dellevento rimasero uccisi 32 militari tedeschi e 110 rimasero feriti, oltre a 2 vittime civili. Dei feriti, uno morì poco dopo il ricovero, mentre era in corso la preparazione della rappresaglia, che fu dunque calcolata in base a 33 vittime germaniche. Nei giorni seguenti sarebbero deceduti altri 9 militari feriti, portando così a 42 il totale dei caduti.[64]. I nazisti vollero attuare subito una spaventosa rappresaglia per punire e terrorizzare tutta la città: Hitler intimò la fucilazione, entro le 24 ore, di dieci italiani per ogni tedesco ucciso. Il massacro fu organizzato ed eseguito da Herbert Kappler, allepoca ufficiale delle SS e comandante della polizia tedesca a Roma, già responsabile del rastrellamento del Ghetto di Roma nellottobre del 1943 e delle torture contro i partigiani detenuti nel carcere di via Tasso. Lordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva allattacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente, causa la fretta di completare il numero delle vittime e di eseguire la rappresaglia, furono aggiunte 5 persone in più nellelenco ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro. I tedeschi, dopo aver compiuto il massacro, infierendo sulle vittime, fecero esplodere numerose mine per far crollare le cave ove si svolse il massacro e nascondere, o meglio rendere più difficoltosa, la scoperta di tale eccidio. I sopravvissuti del Polizeiregiment Bozen, si rifiutarono di vendicare in quel modo i propri compagni uccisi.[65] Lesecuzione iniziò dopo sole 23 ore dallattacco di Via Rasella, e venne resa pubblica ad esecuzione avvenuta. La stessa segretezza avvolse la notizia ufficiale dellattentato subito dalle truppe occupanti, notizia diffusa assieme a quella della rappresaglia per ragioni propagandistiche secondo una direttiva del Minculpop.[66] Panzer tedesco a Roma, 1944. La liberazione di Roma[modifica | modifica sorgente] Per gli ultimi mesi del 1943 la Linea Gustav rappresentò il principale ostacolo nellavanzata verso nord degli Alleati, bloccandone, di fatto, lo slancio iniziale. Nel tentativo di sbloccare tale impasse, gli Alleati sbarcarono alcune forze presso Anzio (Operazione Shingle), non riuscendo comunque a cogliere gli obiettivi sperati. Il fronte venne rotto solo in seguito ad un attacco frontale a Monte Cassino, nella primavera del 1944, e con la successiva presa di Roma in giugno. Il 5 giugno gli americani entrarono a Roma dichiarata città aperta, ed evacuata dai tedeschi senza alcuna distruzione e con i suoi ponti intatti. Loperazione Diadem che portò alla liberazione di Roma era costata 18.000 perdite agli americani, 14.000 agli inglesi e 11.000 ai tedeschi[67]. Nella Roma occupata dagli Alleati Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto II che assunse la luogotenenza generale, e il dimissionario Badoglio venne sostituito dallantifascista Ivanoe Bonomi alla guida del governo, espressione dei partiti riuniti nel Comitato di liberazione nazionale. Lo sfondamento della Gotica[modifica | modifica sorgente] La Linea Gotica nellagosto 1944. In blu le manovre alleate. Alla fine del 1944 gli Alleati erano attestati a ridosso della linea Gotica con la 5ª Armata statunitense e l8ª armata britannica. Favoriti da una netta supremazia aerea, gli Alleati beneficiarono anche delle operazioni di disturbo agli occupanti da parte delle formazioni partigiane. Il corpo canadese dell8ª armata prese Ravenna e si spinse sul fiume Senio, la 5ª armata era invece ferma nei pressi di Bologna, mentre sul versante tirrenico gli americani di Mark Wayne Clark erano già a Pisa. Labile condotta difensiva dei tedeschi - che si impegnarono anche nella repressione delle Resistenza partigiana e spesso compirono veri e propri massacri della popolazione civile durante le operazioni di rastrellamento o come rappresaglia per le azioni dei partigiani - costò agli Alleati un alto numero di perdite: le condizioni del terreno favorivano la difesa degli occupanti, e la marcia alleata procedette ovunque con lentezza (anche perché con la decisione dello sbarco in Normandia il teatro di guerra italiano assunse per gli Alleati unimportanza secondaria). Dopo mesi di stallo e il parziale fallimento dellOperazione Olive, durante la primavera del 1945, gli Alleati iniziarono loffensiva finale contro le truppe tedesche e quelle della repubblica di Salò, per conquistare lItalia settentrionale. A metà di aprile 1945 i mezzi corazzati americani sfondarono le linee di difesa tedesche e gli Alleati dilagarono nella pianura padana e raggiunsero il Po. La trattativa avviata con gli americani dal comando delle SS in Italia Karl Wolff per evitare linsurrezione partigiana, salvaguardare gli impianti industriali del paese e garantire un indolore passaggio dei poteri non diede alcun esito. Linsurrezione nel Nord[modifica | modifica sorgente] Gli americani entrano a Bologna nel 1945 Con la Linea Gotica ormai rotta e i tedeschi in ritirata da tutto il fronte, il 21 aprile gli italiani del gruppo di combattimento Legnano dei bersaglieri della Friuli e i reparti polacchi entrarono per primi a Bologna, già insorta e sgombrata dai tedeschi (da due giorni erano penetrate le forze partigiane)[68]. Il 21 Ferrara insorse, ma il giorno successivo i partigiani non poterono impedire che la città fosse attraversata da grosse forze germaniche in ritirata verso il Po. Modena, Reggio Emilia e Parma furono liberate dalle forze patriottiche, grazie allazione concorde delle brigate affluite dalla campagna e delle formazioni cittadine. Nelle campagne e nelle città minori linsurrezione ebbe un carattere travolgente, grazie allappoggio della maggioranza delle popolazioni contadine. I tedeschi si ritirarono precipitosamente a nord del Po, ma molti furono catturati dagli alleati e dai partigiani; circa 6.000 di loro, rimasti circondati nella valle del Taro, si arresero agli americani. I partigiani di Piacenza lottarono a lungo contro i tedeschi ostacolandone la ritirata fino a che la città fu liberata completamente la mattina del 29 aprile. Frattanto la V armata americana, che aveva liberato Carrara il 12 aprile, aveva cominciato ad avanzare in Liguria, in direzione di Genova, che però insorse il 23 aprile. Sebbene inferiori di numero rispetto alla guarnigione tedesca, i GAP, le SAP genovesi e alcune brigate scese dalle montagne, penetrate via via in città, salvarono il porto asportando e isolando le mine postevi dai tedeschi, salvarono gli impianti industriali, sconfissero i fascisti che tentarono di resistere nel centro della città, costrinsero alla resa il comandante del presidio tedesco, fecero prigionieri 6.000 tedeschi, che consegnarono agli alleati quando questi arrivarono a Genova il 28 aprile.[69] Il giorno precedente lentrata degli americani a Verona, cioè il 25 aprile, ebbe luogo linsurrezione generale delle forze partigiane, che cominciarono ad attaccare ovunque i tedeschi. Tutti i passi alpini furono bloccati entro il 28 aprile, giorno in cui Benito Mussolini e Claretta Petacci insieme ad alcuni gerarchi del regime in fuga verso il confine svizzero, furono arrestati e giustiziati secondo le decisioni del CLNAI presso il lago di Como. Il 25 aprile fu anche il giorno della liberazione di Milano e Torino. Entro il 1º maggio, poi, tutta lItalia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 26 aprile), Venezia (il 28 aprile). Le truppe tedesche si stavano ormai arrendendo in massa, e dopo il 25 aprile linseguimento Alleato incontrò ovunque una resistenza pressoché nulla. Il 29 i neozelandesi raggiunsero Venezia e il 2 maggio Trieste, dove il principale motivo di preoccupazione si rivelò la presenza non dei tedeschi, bensì degli jugoslavi[70]. LItalia dopo il 25 aprile 1945[modifica | modifica sorgente] Piazzale Loreto, 29 aprile 1945. I corpi di Mussolini (secondo da sinistra) e della Petacci (riconoscibile dalla gonna) esposti a Piazzale Loreto. Il primo cadavere a sinistra è Nicola Bombacci. Gli ultimi due a destra sono Pavolini e Starace. Parallelamente il fascismo repubblicano e Mussolini tentarono di trovare una soluzione politica allandamento della guerra, ma si scontrarono con la diffidenza alleata e con la fermezza dei capi politici della Resistenza, che esigevano la resa immediata e senza condizioni. Nei convulsi giorni che seguirono il dilagare delle truppe alleate nellItalia del nord, giunse allepilogo la vicenda della repubblica di Salò e su consumò la tragedia personale di Mussolini. Caduta ogni possibilità di negoziato con la Resistenza, mentre le formazioni partigiane scatenarono linsurrezione generale, Mussolini lasciò Milano diretto in Svizzera, ma venne fermato a un posto di blocco presso Como per poi essere giustiziato dai partigiani il 28 aprile. Il 29 aprile del 1945 a piazzale Loreto a Milano, la città che era stata la culla del fascismo, allangolo con corso Buenos Aires, vennero esposti i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e altri esponenti della Repubblica Sociale.[71]. Con questo macabro avvenimento si chiusero per sempre per lItalia ventanni di dittatura, cinque anni di guerra e due anni di occupazione nazista. Il 29 aprile i tedeschi firmarono la resa incondizionata. Voci correlate[modifica | modifica sorgente] Storia militare della Germania durante la seconda guerra mondiale Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Sun, 24 Nov 2013 19:31:02 +0000

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