Ricovero coatto e ricovero “volontario” In un reparto - TopicsExpress



          

Ricovero coatto e ricovero “volontario” In un reparto psichiatrico ci si può entrare, almeno in teoria, in due modi differenti, che poi nella pratica si assomigliano molto. Ci si può entrare volontariamente, firmando un apposito modulo “di propria spontanea volontà”, o perché portati a forza tramite i vigili urbani (o altri agenti delle “forze dell’ordine”) in seguito ad un provvedimento di “Trattamento Sanitario Obbligatorio” (in sigla TSO, detto anche ricovero coatto). In realtà le persone che in un reparto psichiatrico entrano “volontariamente” sono molto spesso portati, con le buone o con le cattive, da familiari che non sanno più che fare con loro (nel caso migliore) o che addirittura vogliono liberarsene almeno per un po’ di tempo per poi eventualmente riprenderli con sé quando sono stati “addomesticati” per bene. Per quanto riguarda il ricovero coatto poi bisogna precisare che (sempre in teoria) sarebbe necessario a rigore di legge che, prima di emettere un provvedimento di TSO, venga eseguita una visita psichiatrica con tanto di referto e che venga apposta pure una firma del sindaco o di un apposito funzionaria. Va da sé che troppo spesso “non c’è tempo” per sbrigare queste pratiche e si decide di ricoverare subito il paziente per poi provvedere a ”fabbricare” un referto retrodatato e sbrigare le altre formalità. E, come se non bastasse, per chi si ricovera volontariamente c’è sempre la possibilità di trasformare su parere dei medici, il trattamento volontario in trattamento obbligatorio (possibilità che spesso funziona come meccanismo di ricatto dei pazienti volontari che chiedono di essere dimessi), e quindi se anche entri di tua spontanea volontà (o quasi) in realtà non esci se non quando lo decidono i medici e i tuoi familiari.
Posted on: Tue, 13 Aug 2013 14:04:02 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015