Roberto Fico. Ieri in Aula alla Camera ho voluto condividere - TopicsExpress



          

Roberto Fico. Ieri in Aula alla Camera ho voluto condividere una delle tante email che ricevo ogni giorno e che vi propongo oggi qui. Geppi Imperatore mi scrive: Sarebbe altamente educativo divulgare una testimonianza di Thich Nhat Hanh (monaco buddhista, poeta e attivista vietnamita candidato al Nobel per la Pace da Martin Luther King) per meglio spiegare il senso dellintervento della deputata Emanuela Corda circa la commemorazione di Nassyria perché abbiamo una cultura della pace troppo carente e quellintervento è troppo avanti per essere compreso. Thich Nhat Hanh racconta: Al Plum Village riceviamo centinaia di lettere dai campi profughi in Malesia, Indonesia e Tailandia. E un dramma di enormi dimensioni. Si calcola che solo la metà dei boat people riesca ad arrivare a terra e spesso ci sono anche casi di ragazze violentate dai pirati. Ricordo una lettera che parlava di una bambina di dodici anni violentata da un pirata tailandese. La bambina si annegò gettandosi in acqua. La prima reazione che si prova di fronte a un fatto del genere è di rabbia contro il pirata ma guardando più in profondità, possiamo vedere le cose diversamente. Se ci schieriamo dalla parte della bambina, è tutto facile: prendiamo un fucile e lo scarichiamo sul pirata. No, non possiamo fare così. La meditazione mi ha fatto capire che, se fossi nato nel villaggio del pirata, se fossi stato allevato a quel modo, adesso sarei io il pirata e non sarei così sicuro di dovermi condannare. La meditazione mi insegna che ogni giorno nascono centinaia di bambini lungo le coste del Golfo del Siam e se noi educatori, assistenti sociali e uomini politici non facciamo niente per cambiare la situazione, tra 25 anni molti di questi bambini faranno i pirati. Non è solo una probabilità, è un fatto. Se voi e io nascessimo oggi in uno di quei villaggi di pescatori, tra venticinque anni saremmo un pirata. Prendendo unarma e giustiziando il pirata uccidete tutti quanti, perché tutti siamo in misura diversa responsabili di questo stato di cose. Ed è quello che credo volesse dire la mia collega Emanuela Corda con il suo intervento, mediato in modo fazioso dal giornalismo italiano.
Posted on: Thu, 14 Nov 2013 11:19:51 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015