~ Rubrica: Creepycreazioni ~ Scritta da Lorenzo Petrachi. #2 - TopicsExpress



          

~ Rubrica: Creepycreazioni ~ Scritta da Lorenzo Petrachi. #2 Numero 8 Non hai mai avuto disturbi di alcun genere. Il medico ti prescrive una visita di routine, per vedere se va tutto bene. Non hai dolori, perdite di sangue o disturbi intestinali ma le analisi del sangue parlano chiaro il loro linguaggio indecifrabile: hai una malattia rara autoimmune. Di quelle pericolose, che vanno curate. E tu stai bene. Non hai mai avuto disturbi in vita tua. E poi ti ritrovi abbandonato su un lettino dell’ultimo piano di una clinica vicina ad un palazzo in costruzione. Signore, la sua malattia è contagiosa. Ti guardano dietro mascherine che nascondono visi annoiati. Cercano di illuderti, parlano con te, ti sorridono e annuiscono per non farti sentire solo. Tu sei solo uno dei tanti, davvero, non te la prendere: non è personale. E’ il loro lavoro da bravi infermieri, macchine da lavoro, muli da soma sfruttati dal sistema per alleviare le tue sofferenze. E poi iniziano i disturbi. Non hai mai avuto disturbi di alcun genere, perché mai proprio adesso? Sarà la schifosa poltiglia che ti viene servita colazione, pranzo e cena? Oppure quello strano liquido che fanno scorrere nelle tue vene? No, signor Layter, è la malattia: per fortuna è stata scoperta in tempo e possiamo guarire subito i suoi numerosi disturbi. E ti sorridono. Tu stai male e ti sorridono. Non hai mai avuto disturbi e ti sorridono dietro le loro maschere di pelle, i loro visi stanchi e inespressivi . Le stesse persone che vedi negli autobus la mattina al lavoro, stressati e stanchi del mondo, automi in demolizione per via della ripetitività delle loro vite. Alcune delle tante. Sulla porta c’è un numero. 8, questa volta sei il numero otto. No, non è il numero della stanza. E’ il tuo numero. Te ne rendi conto quando premi il pulsantino alla destra del materasso, quello consumato dalle dita altrui del quale non riesci neanche a distinguere il colore. Il numero 8 ha premuto il campanello, vedi cosa vuole. In questo posto c’è sempre puzza di piscio e decomposizione, persino il sapone sembra fatto da grasso animale allo stato naturale. Persino il vecchietto della camera di fianco alla tua ti guarda schifato. Ai suoi tempi non esistevano tutte queste cose, ai suoi tempi ci si accontentava. Sembra conoscere la struttura come nessuno. Sembra averci vissuto per anni e anni, esserci nato e cresciuto. Oppure essere stato strappato dal mondo a 20 anni, come il signor Layter, il sottoscritto che non ha mai avuto disturbi di alcun genere. Oppure dovrei dire il numero 8 , un numero insignificante. Un altro cartellino da timbrare per poter dire di aver lavorato. Iniziano i dolori addominali. Poi violenti attacchi d’emicrania. Quando potrò tornare a casa, infermiera? Ben presto, dice. Sta già meglio, signor Layter. E tu sei li, su un letto, sballottolato dagli orari sadici e insensati della clinica. Già la clinica. Entrato a vent’anni e mai uscito sino ad adesso. Ho perso i contatti con il mondo. Settimo piano, malattie infettive rare, ultima stanza a destra. Non scattate foto e non date noccioline. Se vi capita, salutate tra una flebo e l’altra, questo Numero 8. Il primario è un fantasma. Una leggenda. Ne hai solo sentito parlare, lui è bravo. Lui una volta ha salvato il numero 3. Un numero 3. Una volta ,si dice , abbia addirittura preso un premio alla carriera. Ti ricordi il suo viso a malapena, visto di sfuggita nelle visite del venerdì. La clinica. Il primario. Signor Layter, sta già meglio, come si sente? Non ho mai avuto problemi di alcun genere e sto morendo, stronza. Ma rispondo con un sorriso, coltivando una debole speranza di rivedere il mondo se non tramite la mia triste finestra. Il palazzo che si intravede dalla mia finestra è stato finito da una settimana. Vedi il cibo, servito alle 7, alle 12 e alle 18. Ha un bell’aspetto, tutto posato lì nel suo contenitore antibatterico salvafreschezza. Addenti una fettina di manzo che sa di seppia. Mangi solo carne e purè di patate, qui alla clinica. Il numero 8 soffre di dissenteria e deve cibarsi con riso in bianco. Finalmente arriva il primario. Il primario con i suoi capelli brizzolati e il suo sorriso da pubblicità ingannevole di una qualche multinazionale dei dentifrici. Ti dice che devi essere operato ma che non sentirai dolore e andrà tutto bene. Ti dice una cosa brutta ma lo dice con tanta gioia che puoi vedere nei suoi occhi il tuo riflesso e la tua espressione ebete da anziano imbottito di psicofarmaci. Il primario si dice che una volta abbia salvato il numero 4 da un infarto, davvero. Il primario si dice che arrivi in clinica con una porsche. Il primario lavora solo il venerdì, qui in clinica, mentre le mascherine o come le chiamerà la gente, gli infermieri ci dormono anche, qui in clinica. Ti stanno per portare in sala operatoria. Nessuno ha mai visto la sala operatoria, nessuno che non sia stato dimesso immediatamente dopo. Ti stanno per operare e tu non hai mai avuto disturbi, di alcun genere. Entri in questa sala dalle pareti verdognole , dove tutti sembrano più potenti e forti in confronto a te. Ti guardano con mezzo sorriso, in mano un ago. Entra lui, il primario. Si dice che una volta, il primario, abbia fermato la seconda guerra mondiale e che abbia messo piede sulla luna. Ti guarda dall’alto, ti chiede come stai e stringe bene fra le mani la cartellina della Clinica con il loro motto stampato sopra.. Qui produciamo la carne.
Posted on: Fri, 23 Aug 2013 23:23:38 +0000

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