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SM FEST PREMIA GIAN LUIGI RONDI di Gianfranco Angelucci Alle innumerevoli onorificenze collezionate nella sua lunga carriera, compresa la Gran Croce dellOrdine di SantAgata della Repubblica di San Marino, si aggiunge ora per Gian Luigi Rondi il “Titano d’Oro” del Festival sanmarinense, conferito con la motivazione di Premio alla Carriera durante un’elegante cerimonia che si è svolta presso la Biblioteca Angelica di Roma, prezioso scrigno del Vanvitelli. Il riconoscimento al critico più celebre d’Italia è stato fortemente voluto dal presidente del San Marino Film Festival Roberto Valducci, suo strenuo ammiratore, sceso nella Capitale a presentare la rassegna che sarà ospitata dal 16 al 23 novembre al Palazzo del Cinema. Una seconda edizione ancora più doviziosa di allettamenti, a cominciare dall’attrice più amata di Francia, Catherine Deneuve, alla quale verrà assegnato il Titano d’Oro alla carriera e in cui onore verrà proiettato l’indimenticabile capolavoro “Bella di giorno” di Luis Bunuel. Il programma è vasto, 82 titoli tra lunghi e cortometraggi, comprese le opere delle nuove leve del Monte Titano in tumultuosa espansione. Popolarissimi gli ospiti, da Maria Grazia Cucinotta a Rocco Papaleo, da Luisa Ranieri a Luigi Lo Cascio, da Zhao Tao la deliziosa interprete di “Io sono Li” a Ricky Tognazzi. Ma il clou della manifestazione sarà la retrospettiva dedicata a Francesco Rosi e l’incontro con i pubblico, moderato da Pippo Baudo, tra il regista napoletano e John Turturro, protagonista del film “La tregua”. Il premio a Rondi ha chiamato a raccolta la nobiltà del cinema romano, e di fronte a un parterre di nomi leggendari come i Fratelli Taviani, Giuliano Montaldo, Silvia D’Amico, Erminia Manfredi, al direttore della manifestazione Romeo Conte si è spezzata la voce dalla commozione. I segretari di stato agli Esteri Pasquale Valentini, e al Turismo Teodoro Lonfernini hanno invece trovato parole alate per esprimere la vocazione dell’antica Repubblica a favore dello spettacolo e della cultura, primi ambasciatori della fratellanza tra gli uomini; e lo stesso patron Roberto Valducci ha sfoderato una disinvoltura da persona di mondo nello svolgere il suo compito di ospite; interpretato con gran classe, bisogna riconoscere, fino al rinfresco finale affidato a uno dei ristoranti più raffinati della Capitale. A Gian Luigi Rondi, l’editore Simone Casavecchia, anche cerimoniere della kermesse, ha dedicato il volume illustrato e rilegato “Immagini del Cinema”, curato da lui stesso con una lunga, sistematica ricerca nell’archivio ordinatissimo e sterminato del cineasta. In copertina il festeggiato appare su una gondola abbracciato a Gina Lollobrigida, la sua attrice prediletta; e all’interno 141 pagine che lo ritraggono accanto a tutti i più celebri esponenti della Settima Arte nel corso di una carriera che ha attraversato per intero il “secolo breve” ed è ancora lungi dall’esaurirsi: il regista Giorgio Treves, con troupe al seguito, sta infatti realizzando sul grand commis della cultura italiana un docu film che rappresenterà uno specchio dei tempi. Personalmente ho incontrato Gian Luigi Rondi per la prima volta al tempo di “Amarcord” (quaranta anni fa), quando Fellini invitò lui e me soltanto alla Fonoroma di via Margutta, per assistere alla copia di lavoro del film, prima di inoltrarsi nell’ultima e delicata fase dell’edizione. Gian Luigi indossava già allora la sua candida sciarpa appoggiata come una morbida stola sul soprabito di cachemire blu notte, ed io che da poco cominciavo a districarmi tra i riti capitolini, compresi d’intuito che alla corte di un imperatore come Federico non poteva mancare un gran sacerdote. Recensionista storico di “Il Tempo” di Roma, Ambasciatore e Ministro del Sacro Ordine di Malta, direttore indimenticato della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e di molte altre rassegne, da Sorrento a Taormina a Roma, fondatore e presidente dell’Ente David di Donatello, Rondi conosce di persona il gotha del cinema mondiale, amato e rispettato come un patriarca essendo giunto in buona salute alla ragguardevole età di novantadue anni. Io stesso, quand’ero direttore della Fondazione Fellini, mi rivolsi a lui per organizzare un Premio Fellini all’altezza del nome, con un respiro internazionale che nessuno meglio di lui avrebbe saputo garantire, sgomberando la scena dalle troppe medagliette fasulle in giro per l’Italia. Lo incontrammo insieme a Giuseppe Chicchi ma non ci fu il tempo, essendo anche quel progetto caduto ineluttabilmente vittima delle logiche di palazzo in stile riminese. Nel ricevere il Titano d’Oro Gian Luigi Rondi è salito al tavolo d’onore per i ringraziamenti e, con classe inimitabile in poche chiarissime parole ha reso omaggio a tutti i presenti a cominciare da Gianni Letta, suo direttore per dieci anni al Tempo di Roma, prima di salire alle massime cariche governative. “Mi ha sempre difeso e sostenuto – ha dichiarato il premiato – lasciandomi piena libertà di intervento, con una grazia, una cultura, una comprensione mai più incontrata a un livello così alto e sincero.” Poi ha nominato uno a uno i vecchi amici raccolti alla festa, registi, sceneggiatori, collaboratori, unendoli in un solo sentimento di affetto e gratitudine, senza dimenticare Manuela Pinescky da anni suo insostituibile braccio destro all’Accademia del Cinema Italiano, Premio David di Donatello. Tutti in piedi e interminabile applauso finale: lunga vita al cinema!
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 09:46:22 +0000

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