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STIGMA [ ...] «Vi è sul secondo punto forse una difficoltà in più per l’integrazione della persona con autismo rispetto alle altre persone con disabilità: una difficoltà che scaturisce dalla peculiarità del disturbo stesso nell’ambito dell’interazione e della comunicazione. E’ difficile provare l’empatia che si prova nei confronti di una persona con disabilità fisica o sensoriale evidente: se è possibile, anche se non facile, immaginarsi privi di un’abilità, che si possiede e conosce, immaginare cosa provi una persona con autismo sembra fuori dalle nostre possibilità. Quasi per un rovesciamento speculare, così come la patologia si caratterizza secondo alcuni studiosi per l’impossibilità di comprendere ciò che gli altri comprendono, provare ciò che gli altri provano, allo stesso modo anche per i cosiddetti normali è impossibile comprendere ciò che le persone con autismo comprendono, provare ciò che provano. La difficoltà reciproca di provare empatia può facilitare l’identificazione della persona con la sua disabilità, dal momento che alla complessità più intima della persona non si riesce ad arrivare. Tale identificazione può a volte, a causa anche di una scarsa informazione o di una sovraesposizione di alcune immagini mediatiche, portare, soprattutto per le persone con autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger, a ciò che possiamo considerare uno stigma rovesciato, imponendo l’etichetta di “genio”. A partire dall’ipotesi, difficilmente verificabile, dell’esistenza di tale sindrome in persone particolarmente dotate del passato, si porta avanti nell’opinione pubblica un’immagine che nasconde le reali difficoltà di comunicazione e interazione sociale, con le possibili ricadute in termini di depressione delle persone con tali sindromi, rischiando così di sottrarre loro la possibilità di ricevere il sostegno dovuto alla presenza della disabilità. Sul versante opposto la persona con autismo con ritardo mentale grave rischia di subire un doppio stigma ancor più penalizzante: come persona pericolosa, come avviene tuttora per le persone con disturbi mentali più gravi, e come persona inutile e inferiore come i disabili intellettivi.» Documento del Comitato Nazionale per la Bioetica, p. 46
Posted on: Mon, 19 Aug 2013 08:35:20 +0000

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