STO UCCIDENDO I SOGNI Sto uccidendo i sogni: li squadro, li colpisco quando me ne sono dissetato: uno lo scolpisco in un pezzo di muro, per sostituire quello appena abbattuto; l’altro lo strizzo in un pugno come una zanzara azzerata: lo guardo piangere, spremere preghiere ma non ne ho pietà: ho decimato in me pire dissensi che si rovesciavano in consensi, più volte: l’io (mio? Nostro?) diventava una croce, la croce un magma che mi distendeva nel vuoto: ho risposto “no” ogni volta che si trattava di cambiare un’antenna alle speranze, ma quante portavano a noi? Quante a voi? Ho vissuto pensando che si potesse stare in un posto che non era un confine: ma ogni momento era un passaggio, ogni luogo un passaggio: mi sfioravano dita di ogni paese, incubi & tecnici crogioli stoccavano tagli nella fede: passi ferrati ci sorpassavano nel cielo che ci sembrava un frutto; ora nuoto nei pesticidi, mentre molti hanno volti di garza in cui russano gli occhi: spero che le macchine un giorno si ammalino di noi, anche se prima o poi noi ci ammaleremo di loro… Ho l’impressione di aver dormito in un tubo che poi mi ha eruttato come olio; ma sono rimasto: la mia barba vegetale mi ha fatto diventare per tutti una sfinge che non comprendo: da una virgola ho perso la sensazione di essere al centro delle parole: mi son spostato per fermarmi, mi son fermato per muovermi, per vedere il tempo che mi bacia ancora come la doccia che mi cade sui capelli: per vedere che spremo ancora il desiderio da ogni momento, e non rinnego il peggiore.
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 09:43:13 +0000
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