SUDAFRICA Le ossa umane trovate nel Transvaal risalenti a tre - TopicsExpress



          

SUDAFRICA Le ossa umane trovate nel Transvaal risalenti a tre milioni di anni fa dimostrano che il Sudafrica è stato una delle principali culle dell’Umanità. A conferma di questo, sono stati trovati anche resti di Homo Erectus, risalenti al Pleistocene (circa un milione di anni fa). Sono invece databili all’Età del Ferro i primi insediamenti umani stabili ed organizzati, di cui si sono rinvenute tracce significative. I Boscimani o San fecero la loro comparsa circa 10.000 anni fa: cacciatori nomadi, furono gli autori degli splendidi graffiti nell’Africa Australe. Recenti studi mirati a datare le pitture rupestri San, tenderebbero tuttavia a confermare l’ipotesi di una presenza dei San già 25.000 anni fa se non 40.000 anni fa. Circa 2500 anni fa alcuni gruppi san iniziarono ad acquistare bestiame e gradualmente abbandonarono le loro tradizioni di cacciatori per dedicarsi alla pastorizia, prevalentemente di piccole mandrie di bovini. Questo introdusse nella società il concetto di ricchezza e proprietà privata, le strutture comunitarie si estesero e si svilupparono le prime forme gerarchiche. Seguirono gli Ottentotti (Khoikhoi) che arrivarono circa 2000 anni fa, pastori nomadi che dal Botswana scesero verso Sud e nel corso dei secoli si mescolarono con i San, dando luogo al gruppo dei Khoisan. I Bantu sopraggiunsero da Nord insediandosi nell’attuale Kwazulu Natal nel III secolo d.C.; originari del delta del Niger, erano dediti all’allevamento ed all’agricoltura, vivevano in villaggi stanziali e lavoravano rame e ferro. Tra il XII ed il XV secolo si espansero nella provincia settentrionale, nel Gauteng e nel Free State, convivendo pacificamente con i Khoisan ed adottando i classici schiocchi fonetici della loro lingua (ancora oggi si ritrovano nelle lingue xhosa e zulu). Secondo le cronache furono i Portoghesi i primi che, alla ricerca di nuove vie commerciali dirette in India, doppiarono il Capo delle Tempeste, che fu poi chiamato Capo di Buona Speranza, grazie all’ardimento di Bartolomeu Diaz alla fine del 1487. Vasco da Gama doppiò il Capo nel 1497 e raggiunse l’India l’anno successivo, aprendo la rotta delle spezie. I Portoghesi dimostrarono scarso interesse per l’attuale territorio sudafricano: le inclementi condizioni atmosferiche e la costa rocciosa rappresentavano infatti una grave minaccia per le navi, mentre la costa del Mozambico era decisamente più adeguata alle loro esigenze. A partire dal XVI secolo il traffico mercantile intorno al Capo aumentò notevolmente, finchè verso la metà del XVII secolo lo scorbuto e il naufragio di una nave indussero i mercanti olandesi a fondare un insediamento permanente sulla Table Bay, nel luogo in cui oggi sorge Città del Capo. La vera storia del paese comincia nel 1652 con la colonizzazione degli olandesi che, sotto la guida di Jan van Riebeeck, costruirono nella zona del Capo un insediamento per il rifornimento e la sosta delle navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. I coloni, chiamati burgher (borghesi), si spinsero nell’interno e si trasformarono in agricoltori ed allevatori; a loro si unirono altri immigrati olandesi, francesi (ugonotti, perseguitati nella Francia di Luigi XIV) e tedeschi facenti parte della Chiesa Riformata. Per lavorare i campi vennero fatti arrivare schiavi da ogni parte: dal Mozambico, dal Madagascar e dalle colonie olandesi del Sud Est Asiatico. Col passare del tempo questi schiavi si mescolarono tra di loro e con le tribù degli Ottentotti, oltre che con i bianchi, dando origine all’”etnia” che oggi viene definita dei “coloured”. I coloni, dopo aver coltivato le zone vicine al Capo ed aver iniziato la coltivazione delle viti, così famosa oggi, con una prima migrazione si spinsero all’interno del Paese nelle cui zone pianeggianti allevavano bovini: la colonizzazione del paese era cominciata e con essa anche le guerre con le popolazioni indigene locali. Gli scontri con gli Zulu, i Venda, gli Tsonga, gli Swazi e gli Xhosa per la conquista delle terre si fecero sempre più cruenti e frequenti, e mentre le popolazioni indigene arretravano, i coloni si spingevano verso linterno costruendo fattorie e bonificando i terreni rendendoli fertili. Da allora i coloni che si espandevano nell’entroterra in compagnia spesso di un carro, una pistola ed una Bibbia, vennero chiamati Boeri, dal termine “trekboer” (=contadino nomade): erano uomini semianalfabeti e coraggiosissimi, rigidamente ligi alle leggi della Bibbia, da cui traevano ogni norma sociale ed etica. Completamente isolati, individualisti e lontani dai movimenti storici dell’Europa, svilupparono una propria cultura, una propria lingua (l’afrikaans) e il proprio stile di vita austero e spartano. Nel 1795 gli Inglesi si impossessarono del Capo, che dopo soli 8 anni tornò sotto il controllo degli Afrikaner (i coloni Boeri di origine olandese); gli Inglesi ottennero il controllo della colonia solo nel 1814: la popolazione era ripartita tra coloni bianchi, schiavi liberati, khoisan e schiavi effettivi. La situazione del Capo restò instabile per alcuni anni ed aumentò la tensione tra gli Inglesi, ormai diventati un gruppo molto numeroso, e i Boeri che si ritenevano i veri padroni del territorio. Le ribellioni della popolazione del Sudafrica non vennero tuttavia generate esclusivamente dalla presenza degli invasori bianchi. Inevitabile fu lo scontro con le tribù Zulu, stanziate nell’attuale KwaZulu Natal: nel 1818 il giovane guerriero zulu Shaka aveva dato vita al potente regno degli Zulu, gestito con rigidissimo regime militaresco. Shaka Zulu avviò la difaqane (migrazione forzata), una campagna di conquista basata sul terrore. Questa ondata di violenza che coinvolse tutta lAfrica meridionale determinò per alcune tribù lannientamento totale e per altre lasservimento in schiavitù. Le tribù più fortunate riuscivano a sottrarsi al proprio destino con la fuga. La rivolta del suo comandante bantu Mzilikazi fu la causa del grande esodo di genti Kumalo che, superato il Limpopo, invasero il regno Cahngmire a Sud dello Zimbabwe e vennero chiamati Ndebele o Matabele. Shaka, che dava segni di squilibrio mentale, fu ucciso dai fratellastri nel 1828: fu l’inizio della fine del valoroso regno Zulu. In questo quadro di caos generale i boeri, scontenti del dominio britannico, diedero inizio a un grande esodo noto con il nome di Great Trek. Gran parte delle zone attraversate dai trekker erano deserte oppure occupate da gruppi di profughi allo sbando e i boeri non ebbero difficoltà a creare in queste regioni ampi pascoli per il proprio bestiame. Gli zulu non si dimostrarono tuttavia remissivi ed opposero una resistenza feroce prima di cedere: il grande regno in declino fu assediato dai Boeri, che diedero battaglia (battaglia di Blood River) e vinsero grazie ai nuovi fucili contro i quali ben poco poterono le lance zulu. Questo grande sconvolgimento di terrore e distruzione lasciò dietro di sè uno strascico notevole: si accelerò la formazione dei piccoli stati dell’attuale Lesotho e Swaziland. L’abolizione della schiavitù e dei lavori forzati da parte degli Inglesi determinarono una progressiva ostilità dei Boeri; intanto gli inglesi fecero arrivare dall’India e dal Pakistan numerosi lavoratori da impiegare nelle piantagioni di canna da zucchero. Da allora la comunità Indo-pakistana divenne una delle più importanti del Sud Africa. Tra il 1838 e il 1843 i Boeri fondarono la Repubblica del Natal, lo Stato libero dell’Orange e la Repubblica Boera del Transvaal: queste repubbliche boere furono poi annesse una dopo laltra dagli inglesi verso la metà del XIX secolo con un guazzabuglio di trattati, azioni diplomatiche e colpi di mano. Proprio quando sembrava che la bandiera inglese fosse prossima a sventolare sul continente africano dal Cairo a Città del Capo, nella zona di Kimberley venivano scoperti i primi diamanti e la resistenza olandese si fece improvvisamente più risoluta. La scoperta dei grandi giacimenti di diamanti nel Northern Cape nel 1867 e dei filoni doro di Witwatersrand nel 1886 cambiò per sempre la storia del Sudafrica. I piccoli insediamenti coloniali diventarono improvvisamente un accattivante luogo di conquista e, man mano che i contadini abbandonavano le campagne per spostarsi verso le zone delle miniere, i flussi migratori dallEuropa si triplicarono portando nuova linfa ma anche nuovi conflitti. Il paese abbandonò la sua impronta rurale per trasformarsi in un paese industriale, la cui ricchezza ruotava intorno ai suoi giacimenti minerari. Johannesburg divenne il cuore economico del paese e i forti flussi migratori ingrandirono i suoi confini a vista docchio. Il rinato spirito pionieristico dei Boeri, unito alle immense ricchezze che il suolo delle loro colonie continuava a produrre sotto forma di diamanti e altre pietre preziose, non poteva che riportare su un piano di conflitto il rapporto con gli inglesi. Infatti nel 1880 scoppiò la prima guerra Anglo- Boera che si concluse con una clamorosa vittoria dei Boeri e con la creazione della Zuid-Afrikaansche Republiek. Gli inglesi in un primo momento si ritirarono, ma quando venne scoperto un enorme giacimento aurifero nei dintorni di Johannesburg diedero inizio alla seconda guerra anglo-boera, mossi da mire imperialistiche. La pace durò molto poco e i due schieramenti si ritrovarono in guerra pochi anni dopo, nel 1899, quando il presidente del Transvaal, Paul Kruger, e lAlto Commissario inglese della colonia del Capo, non riuscirono a mettersi daccordo sui diritti degli inglesi che vivevano nella colonia boera. La guerra si concluse nel 1902 con la sconfitta dei boeri. La pace di Vereeniging stipulata tra inglesi e boeri fu molto generosa nei confronti di questi ultimi e permise di porre le basi per la creazione, nel 1908, di un nuovo stato che unificò quattro importanti colonie: Cape, Natal, Orange Free State e Transvaal, da cui, nel maggio del 1910 nacque lUnione del Sudafrica, sotto la dominazione della corona inglese. Nessun potere fu riconosciuto alle popolazioni indigene che, dal canto loro, mentre il paese cresceva sotto la spinta delle miniere di diamanti e dei giacimenti doro, avevano abbandonato la loro vita nomade per trasferirsi nelle grandi città. Tagliati fuori dalla vita politica e amministrativa dello stato, i neri fondarono, nel 1912, l’African National Congress (ANC). Intanto linsofferenza degli Afrikaner per la dominazione inglese e il loro spirito di supremazia, che si esprimeva attraverso una politica di segregazione razziale, trovò sfogo nellelezione del National Party (NP) eletto a suffragio universale (limitato ovviamente ai bianchi) nel 1948. Con landata al governo del NP cominciò la pagina più buia del Sudafrica, quella che si conosce con il nome di “apartheid” e che diede origine a sanguinosi scontri e violenze, arresti di massa ed omicidi politici che isolarono il paese dal resto del mondo. Il culmine si raggiunse nel 1960 con la sanguinosa repressione di Sharpeville in cui furono uccisi 69 neri. La condanna delloccidente fu unanime. Nel 1961 il Sudafrica fu espulso dal Commonwealth e divenne una Repubblica indipendente. Nel 1964 Nelson Mandela, leader dellANC, fu incarcerato e gli scontri nel paese continuarono senza sosta tra le condanne generali. La situazione mutò solo nel 1989 quando alla guida del paese fu eletto De Klerk: il nuovo Presidente fece rilasciare nel 1991 Nelson Mandela e cominciò immediatamente le contrattazioni per indire nuove elezioni. Nel 1994 il Sudafrica ebbe per la prima volta nella sua storia delle elezioni libere basate sulla formula un uomo, un voto. Il partito dellANC vinse con una maggioranza schiacciante e Nelson Mandela divenne il primo Presidente nero del Sudafrica. A seguito delle elezioni le sanzioni internazionali contro il Sudafrica furono tolte e il paese incominciò a lavorare alla sua nuova Costituzione che fu varata definitivamente dal Presidente Mandela il 10 dicembre del 1996. Dopo il ritiro di Mandela fu eletto nel 1999 il nuovo Presidente Thabo Mbeki. Questo nuovo stato che è passato attraverso anni di feroci guerre intestine è riuscito, con grandi sforzi, ad uscire dal suo isolamento internazionale e a costruire una vera democrazia. Nessuno vuole dimenticare gli errori del passato, ma oggi, tutto il Sudafrica guarda in avanti per riguadagnare gli anni perduti e ricucire le ferite. Il presidente Mbeki ha presentato il 28 aprile 2004 lesecutivo del suo secondo mandato che si caratterizza per la significativa presenza femminile: 12 donne ministro e 10 vice-ministro, in posizioni chiave come interno, esteri, giustizia e sanità. I punti cruciali da affrontare sono la riforma del sistema scolastico, far recuperare competitività alleconomia sudafricana, arginare la spaventosa diffusione dellAids.
Posted on: Sat, 26 Oct 2013 13:24:44 +0000

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